Giovannini e il potere di dare i numeri
pubblicato su Libero il 5 dicembre 2013
Gli italiani non riceveranno la “busta arancione” perché sono ignoranti. La busta è il documento usato in Svezia, dopo la riforma pensionistica di metà anni ’90, attraverso cui i cittadini vengono informati sull’ammontare della pensione che riceveranno dallo Stato. A differenza dei cittadini svedesi, gli italiani non hanno mai ricevuto un’informazione del genere, né mai l’avranno: «Busta arancione vuol dire tutto e vuol dire nulla – ha dichiarato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini – se vuol dire inviare a casa di tutti un foglio con dei numeri non credo faremmo un buon servizio al sistema, visto anche, come dimostrano i dati Ocse, la scarsa dimestichezza di molta parte della popolazione con la capacità matematica». Gli italiani non capiscono nulla di numeri e quindi non hanno diritto di sapere quanto gli spetterà di pensione. Il sospetto è che in realtà il ministro non voglia far sapere ai cittadini, e ai giovani in particolare, la miseria di pensione che riceveranno in cambio dei pesantissimi contributi che pagano per mantenere un sistema costoso ed inefficiente.
Se invece il ministro crede realmente a ciò che dice, dovrebbe fare una seria riflessione sul suo percorso professionale e sugli anni passati alla presidenza dell’Istat. È stato infatti proprio Giovannini nel 2009 a descrivere la mission dell’istituto: “La missione dell’Istituto nazionale di statistica è quella di servire la collettività attraverso la produzione e la comunicazione di informazioni statistiche. Lo scopo è quello di sviluppare un’approfondita conoscenza della realtà economica e sociale dell’Italia e favorire i processi decisionali di tutti i soggetti della società”. Se ora il ministro ritiene che gli italiani non comprendano i numeri vuol dire che per anni è stato pagato dai cittadini per svolgere un lavoro inutile, di cui gli italiani non comprendono il senso. Inutile come il lavoro a capo della Commissione che prendeva il suo nome, istituita per livellare gli stipendi dei parlamentari italiani alla media degli altri paesi europei. Dopo diversi mesi di studio, Giovannini ed altri “quattro esperti di chiara fama” hanno gettato la spugna: “Nonostante l’intenso lavoro svolto, l’eterogeneità delle situazioni negli altri Paesi e le difficoltà nella raccolta dei dati non hanno consentito alla Commissione di produrre i risultati attesi”.
Le parole del ministro cozzano anche con la lettura che ha tenuto solo un anno fa davanti al gruppo bolognese del Mulino – davanti a Piero Giarda, Ignazio Visco e Romano Prodi – dal titolo einaudiano Conoscere per decidere. Giovannini ricordava che la conoscenza dei numeri è fondamentale per il funzionamento di una buona democrazia, è l’unico strumento per ridurre “l’asimmetria informativa” con il potere statale: “«Conoscere per decidere» è una sfida dalla quale dipende l’effettivo esercizio delle libertà individuali, la democrazia e lo stesso benessere dei cittadini”. L’allora presidente dell’Istat Giovannini anticipava il motivo per cui oggi il ministro Giovannini non vuole comunicare le informazioni ai cittadini: “Una volta eletto, il politico gode di un vantaggio informativo rispetto al cittadino, vantaggio che può essere usato per giustificare gli insuccessi di una certa scelta politica”. E allora l’essere diventa dover essere: gli italiani non sono ignoranti, devono essere ignoranti.
Twitter @lucianocapone











