17
Nov
2009

Mr Pesc, 7mila inutili eurocrati in più

Sarà una lunghissima cena, quella che dopodomani aspetta i rappresentanti dei 27 membri dell’Unione europea. La presidenza svedese di turno, infatti, guidata dal primo ministro Frederik Reinfeldt, non è riuscita in alcun modo a dipanare le divergenze in ordine a chi nominare per i due nuovi incarichi apicali introdotti dal Trattato di Lisbona, cioè il presidente permanente del Consiglio europeo e l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza. Mi sono occupato in una puntata della versione di Oscar delle chanches di Massimo D’Alema come Mister Pesc, e non ci torno sopra. Qui richiamo solo l’attenzione su un aspetto non esattamente secondario. Che descrive da solo perché questa Europa non ci piace. Chiunque sia il designato, sarà il primo nella storia dell’Unione a sedere insieme nella Commissione europea, come commissario agli Esteri, e nel Consiglio europeo, ereditando la segreteria generale di Javier Solana. Ma il prezzo di tutto questo è che guiderà una struttura permanente – l’European External Action Service che no, non è un servizio segreto anche se lo sembra di nome – che rischia di espandersi fino a 6-7mila persone. Senza che per questo le 27 diplomazie dei diversi Paesi membri si privino di uno solo dei loro attuali addetti. Due o tre centinaia di funzionari di Mr Pesc verranno dal Consiglio europeo, fino a 3 mila dai ranghi dell’attuale Commissione, più di 2 mila verranno assunti con provenienza dai Paesi membri (ma ancora non è stabilito come, ci sarà da ridere in proposito), in maniera da garantire un’equa rappresentanza con pesi nazionali proporzionati. Settemila funzionari per una figura che non avrà nessun potere! Perché secondo le dieci fittissime cartelle che definiscono in ogni minimo particolare le competenze di Mr Pesc, approvate allo scorso Consiglio europeo di ottobre, quando l’Unione tratta coi capi degli Stati Uniti, Russia o Cina, a farlo sono comunque i presidenti del Consiglio e della Commissione, Mr Pesc deve limitarsi a un ruolo definito di “supporto tecnico”. Idem dicasi per tutti i maggiori dossier, come quelli che riguardano l’allargamento alla Turchia, il negoziato sulle risorse cofinanziate e gli aiuti strutturali, e chi più ne ha più ne metta. Se si tiene conto che l’Ue oltre alla sua burocrazia centralizzata tra Bruxelles, Strasburgo e Corte attualmente già mantiene oltre 5 mila suoi funzionari dispersi come servizio di rappresentanza in oltre 130 Paesi del mondo – sono ben 35 alle isole Fiji, lo sapevate? – non si sbaglia a pensare che Mr Pesc guiderà l’ennesimo carrozzone inutilmente dispendioso.

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10 Responses

  1. un tempo esclamavo “povera Italia!!” … adesso esclamo spesso “povera Europa!!” … è un segno che mi fa capire quanto ormai il mio spirito stia ragionando in termini europei :))

  2. bill

    Il fatto è che la gente non ha una minima idea del costo, pesantissimo, che ogni decisione degli euroburocrati comporta.
    E’ la vittoria dello statalismo più becero e delle sue nomenklature, nel silenzio generale e nel conformismo mediatico assoluto.

  3. andrea lucangeli

    la “solita” europa burocratica ed inconcludente….e io pago….- Dato che questi “funzionari” quando “lavorano” combinano pure danni lancio una proposta provocatoria: paghiamoli pure (tanto e bene) purchè…se ne stiano a casa e FUORI DALLE NOSTRE VITE.- Vadano a pesca, a trans, aspettino tranquillamente la pensione SENZA IMPORCI VINCOLI EUROPEI E SENZA COMBINARE GUAI…che siamo già abbastanza incasinati con la burocrazia italiana.-

  4. Massimo

    Come si legge nel corpo dell’articolo, “Due o tre centinaia di funzionari di Mr Pesc verranno dal Consiglio europeo, fino a 3 mila dai ranghi dell’attuale Commissione, più di 2 mila verranno assunti con provenienza dai Paesi membri” (presumibilmente diplomatici già in servizio nei paesi membri). Questi eurocrati saranno forse inutili, e magari pure dannosi, ma non saranno “in più”. Saranno persone che faranno più o meno quello che fanno (o non fanno) adesso, ma con un cappello differente.

  5. Paolo

    Per la cronaca – e cambiando parzialmente il discorso – sono anni che alla Commissione Europea non vengono assunti italiani (lo stesso vale anche per i cittadini degli altri paesi “occidentali”) con contratto definitivo. Infatti i concorsi sono ormai riservati ai soli cittadini provenienti dai paesi dell’est.

    Si dice che l’obiettivo è quello di riequilibrare le varie nazionalità dei funzionari presenti nelle Istituzioni Comunitarie, senza rendersi conto che:
    – al merito si privilegia la nazionalità, a tutto discapito dell’efficienza del sistema;
    – quando in futuro i funzionari europei assunti in questi anni andranno a ricoprire posizione di vertice ci sarà un buco generazionale per quel che concerne i funzionari dell’ Europa occidentale. Se si considera che col passare degli anni probabilmente aumenteranno le competenze dell’Istiuzioni Comunitarie mi vengono i brividi!!!

  6. Paolo

    Per la cronaca – e cambiando parzialmente il discorso – sono anni che alla Commissione Europea non vengono assunti italiani (lo stesso vale anche per i cittadini degli altri paesi “occidentali”) con contratto definitivo. Infatti i concorsi sono ormai riservati ai soli cittadini provenienti dai paesi dell’est.

    Si dice che l’obiettivo è quello di riequilibrare le varie nazionalità dei funzionari presenti nelle Istituzioni Comunitarie, senza rendersi conto che:
    – al merito si privilegia la nazionalità, a tutto discapito dell’efficienza del sistema;
    – quando in futuro i funzionari europei assunti in questi anni andranno a ricoprire posizione di vertice ci sarà un buco generazionale per quel che concerne i funzionari dell’ Europa occidentale. Se si considera che col passare degli anni probabilmente aumenteranno le competenze dell’Istituzioni Comunitarie mi vengono i brividi!!!

  7. stefano

    @Massimo: lavorare alle Fiji, visto quello che fanno i nostri cari burocrati, non è differente da andarci in vacanza. Se non per il fatto che prendi uno stipendio (e probabilmente anche i rimborsi spese per essere costretto alle “scomodità” delle isole Fiji). Poveri cocchini.

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