12
Ott
2010

Ma i Governatori capiscono di finanza?

Sul Sole24Ore del 04/09/10 era riportata una intervista a Bini-Smaghi, membro del comitato esecutivo della BCE. Ne estrapolo questo passaggio:

Giornalista: Il mercato è il cane da guardia dei conti pubblici, ma non è infallibile.

Bini-Smaghi: Certo che no. Bisogna avere il coraggio di disarmare i mercati dalle armi di distruzione di massa di cui dispongono attualmente, come i credit default swaps “nudi” […] Non capisco la logica di tali strumenti, se non quella del casinò. A mio avviso non è moralmente accettabile scommettere sulla bancarotta di uno stato e dei suoi cittadini.

Ebbene sì, un Governatore centrale non sa a che servano i CDS “nudi”.

Avevamo già avanzato l’ipotesi che Bini-Smaghi fosse stato finora ibernato così da non sapere nemmeno dove stesse di casa, ma ora sembra che non tutti i neuroni si siano ancora sciolti. Scherzi a parte, un “Governatore” non può non sapere su cosa si pretende che “vigili”! Riguardo il funzionamento dei “naked CDS” rimanderei a qui, dove anche si risponde a Münchau del Financial Times che li voleva “fuori legge”, ed a qui dove espongo perché debba esserci chi operi speculativamente (cioè non per hedging) su questi. Forse tanto basterebbe come commento all’affermazione di Bini-Smaghi, ma vorrei tornarci sopra, perché se è “ammissibile” che un articolista finanziario sia inesatto, è invece inammissibile che un esponente del maggior ente di vigilanza bancaria europeo, cui si vogliono attribuire poteri speciali di controllo dei mercati, sia dichiaratamente e manifestamente ignorante della propria materia.

I CDS sono strumenti di copertura del rischio Paese, quindi molto importanti per stimolare l’assorbimento delle emissioni di debito pubblico; per certi Paesi potrebbero essere addirittura vitali. Questi permettono il finanziamento della spesa pubblica, cioè di quel “generoso” prendersi cura da parte dello Stato dei propri cittadini. Consentire di risolvere almeno in parte il rischio di default è essenziale per contenere anche il costo (tassi) di queste emissioni, ma soprattutto perché il debito statale abbia un mercato. Ma perché questa copertura sia efficace, il prezzo deve avere un senso economico e il titolo deve essere liquido, cioè deve esserci sempre qualcuno che lo scambi in ogni momento così che un hedger possa coprire il proprio acquisto di bond greci, italiani, o altro; in altri termini, il CDS serve per assicurare un investitore nel suo “lodevole slancio” a finanziare spesa pubblica facendo così “altruisticamente” arrivare risorse ai cittadini di un Paese magari straniero (e questa sarebbe un’arma di distruzione di massa, secondo il Nostro Eroe). Tali condizioni non possono essere soddisfatte se non esiste un mercato “speculativo” sui soli CDS (pertanto “nudi”), a meno che gli Stati non si mettano ad emettere titoli già forniti di garanzia (ve lo immaginate un BTP cum CDS?).

All’intensificarsi dei rischio di default questi “speculatori” faranno salire il prezzo del CDS ((ricordate: lo fanno a loro rischio, acquistando i CDS quindi mettendoci soldi, non tirando due numeri a caso su una lavagna), e questo è il primo anello del controllo del mercato quale “cane da guardia” dei conti pubblici (figura richiamata dal giornalista); chi è già coperto eviterà di vendere i titoli di Stato, il cui possesso è necessario per riscuotere la “garanzia” del CDS in caso di default. A me pare un elemento stabilizzante non di poco conto per un momento in cui dovrebbe scatenarsi altrimenti una fuga da questi titoli di Stato. Se adesso qualcuno si stesse chiedendo perché i bond greci sono comunque caduti, be’ ricordatevi che il nozionale dei CDS in circolazione è meno di un trentesimo del debito pubblico greco: non solo il problema non è la presenza dei naked CDS, forse addirittura il problema è che sono pochi!

Ma non basta questo per ribattere al buon Lorenzo. Infatti, così come questi liquida i naked CDS come roba da casinò, ugualmente dovrebbe scagliarsi contro i Future e le Option su azioni, obbligazioni, e indici. Nell’ottica Bini-Smaghiana, che logica avrà mai scambiarsi contratti su un acquisto futuro di un titolo o addirittura di un indice di Borsa, da regolarsi a scadenza con solo uno scambio della differenza tra prezzo pattuito e prezzo corrente? Che funzione avrà mai scambiarsi un diritto a decidere se acquistare un titolo o un indice in futuro con regolamento differenziale? Anche queste sono scommesse, allora perché il Nostro Eroe non ne ha chiesto l’abolizione? Bini-Smaghi, ma che ne facciamo del future e dell’opzione sul MIB? Tranquilli, Egli sa bene che queste scommesse servono in realtà a fare hedging su un portafoglio titoli, a ridurre il rischio di prezzo su un acquisto di azioni, obbligazioni, e titoli di Stato stimolandone così la sottoscrizione; e probabilmente sa pure bene che il fatto che esistano “speculatori” che giocano su questi contratti senza aver una posizione in titoli da coprire è necessario perché il loro prezzo abbia un senso e perché un qualsiasi prudente investitore possa entrare e coprirsi in qualsiasi momento. Sono certo che lo sa. O almeno dovrebbe; in caso contrario io pretendo che chieda la cancellazione di tutti i BTP-Future ed Option “nudi”! Ed infatti, che differenza c’è tra un Future o un’opzione sul BTP e un CDS? I primi coprono le oscillazioni di prezzo, i CDS invece l’evento di default; sono strumenti complementari che lavorano con la stessa logica, ed hanno bisogno di un proprio mercato separato e “nudo”.

Il vero fattore distintivo è tutto “emozionale”, dato dal fatto che il CDS tocca il momento del fallimento di uno Stato, e benché il CDS serva a permettere che uno Stato continui a coprire il proprio fabbisogno pur in crescente probabilità di fallimento, “l’emozione” lo fa vede fuori dal contesto operativo e solo come “scommessa”, così qualcuno finisce per bollarlo come “immorale”. E quando entra la “morale” in economia e in finanza viene fuori sempre e solo confusione. Come avrebbe dovuto insegnare Hayek, le morali individuali esistono a priori ed entrano nel processo “compositivo” del mercato, per cui la morale è, usando una espressione forte, già scontata nei prezzi e nella struttura del mercato. L’idea di una “morale superiore” (originata da un ente statale fatto da una selezione di persone) che entra in campo a gioco avviato è una scorrettezza intellettuale. Di moralità in finanza, poi, non si dovrebbe mai parlare: la finanza “trasferisce” tra adulti consenzienti, non “crea” niente da nulla; le situazioni di dissesto degli Stati non sono create dalla finanza, bensì da quest’ultima vengono trasferite tra soggetti consenzienti. Se vogliamo proprio parlare di “morale”, sono gli Stati intesi come apparati fiscal-burocratici (quindi soggetti economici ben individuati, non processi) che dovrebbero “moralmente” evitare di finire in default per aver “bruciato” i soldi di cittadini che verosimilmente non hanno dato nessun mandato di metterli nei guai.

Infine, scommettere sul fallimento di uno Stato non è scommettere contro i suoi cittadini (altra furba sparata “emozionale”), perché “quello” Stato è lo Stato-apparato, non lo Stato-comunità (prima lezione di diritto pubblico, interiorizzata da un cittadino ma non da un Governatore). Sembra che per chi governa, un surplus sono soldi che “lui” può spendere, e un deficit sono debiti dei cittadini. Il fallimento dello Stato-apparato certamente ha ripercussioni sullo Stato-comunità, ma la colpa non è di un mercato che rivela il fallimento, bensì dello Stato-apparato fiscalmente incapace, e sarebbe quindi l’apparato a dover rispondere di fronte alla comunità (se un’azienda fallisce è forse colpa del tribunale che ne dichiara il fallimento e non di chi ha amministrato l’azienda?). Sveglia! Quindi, dott. Bini-Smaghi, non parli né di moralità né di umanità, parli solo di finanza e sia coerente: o si studia un po’ di CDS e finanza, oppure abolisca opzioni e future e si assuma la responsabilità di non aver capito su cosa è chiamato a fare supervisione.

22 Responses

  1. MassimoF.

    Temo la cosa sia abbastanza semplice: i governatori sicuramente capiscono di finanza, ma la loro carica è politica, e quindi fanno e dicono cose influenzate dalla politica , che non è verità, ma consenso. Il sole può anche sorgere ogni mattino, ma se la politica trova consenso sul fatto che ogni mattino il sole non sorge, per i politici il sole non sorge. Oggi , i politici trovano consenso sul fatto che la responsabilità della crisi è della finanza e dei derivati, e quindi per tutti loro, la finanza e i derivati vanno regolamentati o peggio aboliti. Non c’è niente da fare. Solo il tempo e il fallimento delle politiche attuali e dell’immediato futuro potranno ristabilire la verità.

  2. Sono piuttosto convinto anche io della tua analisi. Però, come dice Pietro parlando di Krugman, questo non vieta né impedisce di bastonare ‘sta gente; soprattutto, secondo me, occorre trovare un modo per “costringerli” a portare alle estreme conseguenze le loro posizioni (sincere o solo opportunistiche) mostrando così il “pericolo” politico o intellettuale che certi soggetti (per natura o per opportunità) sono.

  3. Beppe

    Secondo me invece Bini-Smaghi è un genio.
    Lui sa benissimo che “I CDS sono strumenti di copertura del rischio Paese, quindi molto importanti per stimolare l’assorbimento delle emissioni di debito pubblico; per certi Paesi potrebbero essere addirittura vitali. Questi permettono il finanziamento della spesa pubblica, cioè di quel “generoso” prendersi cura da parte dello Stato dei propri cittadini.” e quindi, da buon liberale, punta a eliminare la spesa pubblica in deficit eliminando la stampella CDS. Diabolico. Machiavelli era un dilettante in confronto!

  4. @Beppe
    Ah ah ah no credo che il genio (diabolico) sia tu invece. Però bisognerebbe anche chiudere un certo istituto dove stampano le banconotine che poi girano fino a comprarci titoli di Stato (come diceva un mio professore, il primo requisito per fare un’operazione è aver i soldi per farla, il resto viene tutto dopo), e dove l’amico Bini-Smaghi lavora… non credo che sarebbe “liberale” fino a tal punto. Tu dici di sì?

  5. Luca

    Gent. mo Dott. Baggiani,
    sono daccordo con Bini-Smaghi per quanto concerne la natura dei CDS “nudi”;
    Considero anche io fiches o pagherò (intestate al Casinò) i CDS “nudi”, i Future, le Options e gli indici: sono strumenti nati per scopi ben specifici ed indirizzati ad operatori ben specifici. Mi riferisco per esempio a Banche centrali e non per quanto concerne i CDS “nudi”, a trader o utilizzatori di materie prime per quanto concerne i future su commodities… . Ritengo pertanto un abominio ascoltare alla radio la pubblicità di una piattaforma di trading di CDS che permette a chiunque di negoziare uno strumento finanziario innovativo nel proprio giardinetto di trading domestico.
    E’ vero, la piattaforma è destinata a individui consenzienti; ma le comunità di recupero da eccesso di gioco dazzardo sono colme di ndividui consenzienti.

    Per quanto concerne le sue considerazioni sull’applicazione e l’applicabilià del concetto di morale alla finanza sono completamente daccordo con lei: non si dovrebbe mai parlare di moalità in finanza. Forse nemmeno in politica, sebbene ciclicamente si elegge come leit motiv la misteriosa “questione morale”.

  6. tommitò

    non è la la logica del cds a stupirmi…casomai è la spregiudicatezza dei modi e relative tempistiche a crearmi qualche scompenso e dubbio sulla loro legittimità!

  7. gianni

    Ma,Lei sa’ di chi è figlio Bini Smaghi….ed è tutto così;sono nati “impuniti” e moriranno “impuniti”..
    cordialmente

    gianni

  8. @Luca
    Gentilissimo Luca, in realtà Bini Smaghi si fa un problema solo dei CDS e gli manca una coerenza che invece avrebbe lei. Sì, quei titoli (o contratti) sono delle scommesse, ma in fondo non scommette anche lei quando compra un bene subito invece di aspettare qualche mese per paura che il prezzo salga? Certo, il fine ultimo della sua azione non è la scommessa in sé, ma questa componente, che permette al sistema di incorporare status e aspettative, è la stessa che sottostà al trading di strumenti “nudi”.
    La pubblicità può essere rivoltante, sono d’accordo, ma non direi (come fanno alcuni) che è lei la causa del male: se la gente è sciocca e vuol scommettere, troverebbe comunque come farlo, con CDS o totip. Personalmente io vorrei lasciare che ognuno combinasse i propri guai, sapendo di non venir soccorso, il che per me è alquanto educativo; chiaramente è la mia opinione.

    Il problema della moralità in politica mi pare rilevante in questo senso: ritengo impossibile che la politica possa muoversi senza moralità. Anche per questo motivo vorrei che la politica non avesse parola (e denaro) in materia di economia e finanza, perché incapace di muoversi nell’oggettività e quindi scevra da una “moralità” che è propria delle singole persone, e quindi è la “morale” di 945 parlamentari e non certo di tutta una nazione.
    Poi, la penso à la Hayek, e una morale emerge dal contesto: in Italia abbiamo una questione morale che ci portiamo dietro da un po’ troppo; mi par chiaro che la morale dichiarata è una, ma quella operante è solo la lamentazione di superficie e il mantenimento dello status quo.

    Grazie Luca.

  9. tommitò :non è la la logica del cds a stupirmi…casomai è la spregiudicatezza dei modi e relative tempistiche a crearmi qualche scompenso e dubbio sulla loro legittimità!

    Tommi, le va di ampliare un po’ questo discorso?

  10. Kalergi

    Sempre la stessa liturgia sulla “profondità” dei mercati finanziari. Ma dico, sarebbe poi così improponibile sostenere che i CDS “nudi”, entro dei limiti ben definiti, possano rendere più fluido il mercato dei titoli sovrani, ma che il loro utilizzo forsennato e unrestricted sia alla base di alcune delle follie degli ultimi sei mesi (vedere rapporto OCSE sul ruolo degli spiriti animali nella crisi del debito sovrano europeo)?

    Market depth: ok. Ma oltre un certo limite sprofondiamo tutti.

  11. @Kalergi
    allo stesso modo potremmo dare mandato a Tremonti di definire quanta parte del tuo stipendio vada spesa, quanta risparmiata, e affidiamo a un decreto la definizione dei capitoli di spesa consentiti; quindi cicci se vai tre volte al mese al ristorante verrai fustigato in pubblica piazza e fornito di un chip nel cervello che ti crea dissenteria dopo la prima cena del mese. 😀

  12. Kalergi

    Con la differenza che il al ristorante pago il conto, e chi specula sui naked CDS lo fa proprio perché non vuole impegnare neanche mezzo euro di capitale a monte!

  13. @Kalergi
    sì eh
    e con cosa li compra? con le figurine panini? e lo sai che se vuol riscuotere il superpremio quando il default si realizza, deve per forsa avere i titoli (diciamo, rivestire il CDS) se no non becca proprio nulla anzi ci rimette il prezzo del CDS? Ora non esageriamo, la speculazione si fa mettendoci dei soldi, la leva amplifica ritorni e perdite, ma i soldi all’inizio ci devono essere.
    Se poi ti sembra che i soldi vadano un po’ troppo verso le banche e non verso te, guarda, io sono d’accordissimo, ma il problema è una Banca Centrale che tiene in animazione sospesa le banche con il letame che hanno dentro e così alimenta il settore finanziario a scapito del resto.

  14. Kalergi

    Leonardo, io non ce l’ho con nessuno, tanto meno con le banche, dato che non ho l’abitudine di sputare nel piatto da cui mangio.

    Quello che intendevo è che se i naked CDS sono uno strumento talmente economico in termini di capitale impegnato che fanno sembrare la vendita allo scoperto una roba da libretto postale. Ed è proprio questa “leggerezza” che apre la strada alle degenerazioni di cui non parlano solo Bini Smaghi e Munchau (Christine Lagarde ti sembra una pericolosa veteromarxista? O Wolfgang Schauble?)

    Sulla liquidità illimitata agli zombie sono pienamente d’accordo, ma allora prenditela con Axel Weber, non con Bini Smaghi.

  15. Io invece nel piatto ci sputo pure, perché benché mi dia uno stipendio questo non significa che io debba prostrarmi intellettualmente.
    Me la prendo anche con Bini perché il ciccino lì è nella BCE, ed è il punto di partenza del perché mi fa specie che proprio lui dica di non saper a che serve un CDS. E il problema non è essere marxisti, perché dal mio punto di vista gli errori arrivano da tutte le parti (alcuni errori pure dai libertari austriaci, pensa tu…).

    Io credo che tu non ti riferisca all’economicità, bensì in realtà all’accessibilità dei CDS e di quant’altra roba anche al pensionatino, al dipendentino… Be’, l’accessibilità di tutto a tutti, senza creare “aree protette politicamente”, a patto di prendersi la responsabilità delle proprie azioni per me è una conquista. Per te magari no, be’ forse qui si entra in principi filosofici o di morale personale che non sono certo riducibili, possono solo essere confrontati e poi ognuno si continua a tenere i suoi.

  16. michele penzani

    @Andrea: certo…Ma è già successo che qualcuno si mettesse d’accordo per incidenti fasulli…E per non pensar male, sarebbe auspicabile come scritto nell’articolo “(…)non solo il problema non è la presenza dei naked CDS, forse addirittura il problema è che sono pochi!”.
    …Ed a questa personale (quanto infondata) malignità, contribuisce la dichiarazione “ingenua” di Bini-Smaghi: a maggior ragione come può, tutta una BCE intera, non conoscere quanto valga davvero un’economia greca?…
    Quis custodiet ipsos custodes?

  17. Silvano_IHC

    @michele penzani
    “Come può, tutta una BCE inter, non conoscere quanto valga davvero un’economia greca?…”

    Credo che “The Use of Knowledge in Society” (un articolo di Hayek scritto nel 1945) valga più di mille risposte – e meriti anche una lettura, peraltro molto piacevole.

  18. Marcello

    Ma c’era bisogno di tutte queste spiegazioni? Non basterebbe ascoltare il mitico Trichet quando nel luglio 2008 spiega al popolo ignorante il rialzo dei tassi della BCE…???

  19. michele penzani

    @Silvano_IHC: …Già…Considerando “l’isoletta in UE” ed estrapolando un -davvero- emblematico, quanto divertente, concetto dell’articolo da lei citato di Hayek:”(…)But a little reflection will show that there is beyond question a body of very important but unorganized knowledge which cannot possibly be called scientific in the sense of knowledge of general rules: the knowledge of the particular circumstances of time and place.(…) who gains from local differences of commodity prices, are all performing eminently useful functions based on special knowledge of circumstances of the fleeting moment not known to others.”
    Va da sé che:”It is a curious fact that this sort of knowledge should today be generally regarded with a kind of contempt and that anyone who by such knowledge gains an advantage over somebody better equipped with theoretical or technical knowledge is thought to have acted almost disreputably.”…
    …A questo punto, ribadendo il concetto del post precedente circa gli incidenti -e ricordando ancora “l’economia dell’isoletta greca”, ci si metta il cuore in pace.

Leave a Reply