23
Lug
2009

L’auto che va? 4 lettere, “F” la prima, ma si chiama… Ford

I resoconti del secondo trimestre Fiat sono in linea con la tradizione del giornalismo italiano, quando si tratta di Torino. “Per Fiat un grande trimestre”, era il titolo del Sole citando Marchionne, che però NON l’ha detto in sede d’illustrazione dei risultati. La caduta di Iveco e CNH resta a doppia cifra sui mercati, l’auto tiene in utile grazie al solo Brasile, perché il resto cioè l’Europa dove la quota Fiat è in crescita, si deve integralmente – come per tutti gli altri costruttori continentali – all’effetto degli incentivi governativi.  Non a caso Marchionne li ha chiesti già sin d’ora per tutto il 2010. E sarà così, c’è da scommetterci: cioè a spese del contribuente europeo si continuerà a rinviare la scelta del ridimensionamento dei volumi produttivi, il vero grande problema visto che quella dell’auto è una crisi da sovraccapacità produttiva pre esistsnte a quella della domanda.  Fiat continua a tagliare tutto il tagliabile in termini di spese discrezionali – si parla di contenimenti nell’ordine del 20% per l’anno in corso –  cioè investe ancor meno di quanto facesse rispetto ai suoi concorrenti. E oggi ha puntualmente annunciato l’emissione di un bond triennale da quotare in Irlanda, per rendere meno onerosa la gestione finanziaria dei 5,5 bn di euro di interessi e prestiti in scadenza di qui a 14 mesi: coi ratings attuali di Fiat, l’emissione renderà come un junk bonds, intorno al 9,8% lordo se faccio bene i conti! Gli obiettivi per il 2009 sono confermati, con un utile netto di 100 milioni per il gruppo. Ma per concentrarsi sull’operazione Chrysler e sull’obiettivo degli oltre 5 milioni di veicoli annuali, più che mai oggi occorrerebbe lo “spacchettamento” dell’auto dal gruppo, con verifica separata per esempio quanto a CNH se abbia ancora senso tenerla oppure utilizzarla in una grande aggregazione con altri giganti del settore. L’auto che va, di quattro lettere e che inizia per “F”, oggi è la …Ford. Vedi i risultati annunciati: i 2,3 bn$ di profitti nel secondo quarter sono dovuti a ristrutturazione finanziaria del debito, ma comunque sono un risultato migliore di ben 11 bn rispetto al secondo quarter 08, il peggiore dell’intera storia della Ford. L’unico gigante Usa ad aver evitato la ristrutturazione fallimentare è quello che aveva iniziato ben prima, a rivedere la propria gestione e i propri costi. Non  a caso, tra i risultati Ford e il terzo mese consecutivo di ripresa delle vendite di case occupate in Usa, oggi il Dow Jones ha risuperato per la prima volta da gennaio i 9 mila punti.

P.S. Nel frattempo si è chiuso il price-booking del bond, con un rendimento tra 9,25 e 9,5%. Non mi sbagliavo che di uno 0,3%…

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