25
Ago
2011

Altre “castronerie” sulle Province

Per Berlusconi sono tutte da abolire, per Calderoli i ragionamenti intorno a eventuali risparmi dovuti alla cancellazione delle Province sono solamente “castronerie”. PDL e Lega non potrebbero essere più in disaccordo: chi l’avrà vinta? Su qualche punto il Carroccio dovrà pur cedere: se le pensioni non si toccano, se la protesta degli amministratori in camicia verde deve essere placata con qualche contentino, se le province rappresentano un tabù… che fare? Si fa una manovra incentrata sulla delazione e sull’istituzione di taglie sugli evasori fiscali? Ormai la Lega è divenuta chiaramente il partito della conservazione, sfugge però la logica di questa scelta: se la situazione attuale è catastrofica, che senso ha conservarla?
Intanto, non può che farci piacere vedere come, dopo lo spazio che Il Tempo ha riservato allo studio di Giuricin, anche La Stampa oggi dedichi un lungo articolo al tema, citando il paper IBL.
Non c’è dubbio che “contributo di solidarietà” e abolizione delle province siano i due temi più “caldi” che connotano il dibattito intorno alla manovra… con l’aumento dell’Iva a fare da terzo incomodo. L’aumento di un punto percentuale dell’Iva sarebbe la misura che farebbe incassare più soldi allo Stato, permettendo anche di “ammorbidire” i tagli agli enti locali. Il problema però è duplice: da una parte si inasprirebbe il carico fiscale, dall’altra si rinuncerebbe a tagliare con decisione la spesa pubblica (ovvero i trasferimenti dal centro alla periferia). Sulla diminuzione della spesa, il decreto incrementa per 6 mld e 2,5 mld (rispettivamente per il 2012 e per il 2013) gli obiettivi di riduzione di spesa dei Ministeri. Ma gli obiettivi di risparmio riguardano, come dicevamo, anche le regioni (a statuto speciale e ordinario), le province e i comuni con più di 5 mila abitanti. Il concorso degli enti locali alla riduzione della spesa è stimato dal governo in 6 miliardi totali per il 2012 e in 3,2 miliardi per il 2013. Fin qui tutto bene, ovvero: fin qui si è parlato di tagli. Veniamo al contributo di solidarietà, che rappresenta la tassa della discordia. Si tratta dell’ormai famoso prelievo del 5% sulla parte eccedente i 90 mila (e fino i 150 mila euro) del reddito complessivo delle persone fisiche, e del 10% sulla parte eccedente i 150 mila euro. Il contributo di solidarietà viene stimato dal governo in circa 2,8 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2012 al 2014.
Cosa si può fare per eliminarlo? Da quando il decreto è stato approvato il refrain è sempre stato il medesimo: in Parlamento la manovra potrà cambiare ma i “saldi” dovranno rimanere invariati. Dunque, se si stralcia il comma che istituisce il contributo di solidarietà occorre recuperare le mancate entrate in altro modo. Saranno per qualcuno “castronerie”, ma col nostro studio abbiamo cercato di capire se l’abolizione delle province potrebbe coprire il mancato gettito del contributo di solidarietà. Secondo i nostri calcoli, i risparmi sarebbero di oltre 2 miliardi. In realtà, come affermato nel precedente post, le ragioni per l’abolizione delle province sono due, che messe insieme fanno propendere per la loro scomparsa: rappresentano un costo non indifferente e perdippiù si tratta di un ente di scarsa utilità. Mai come oggi si potrebbe dare una vera sforbiciata ai costi della politica e di enti grossomodo inutili. Per scalzare dalla manovra il contributo di solidarietà, l’abolizione delle province non può che essere il punto di partenza.

 

35 Responses

  1. Alberto

    Prendo dall’ ultimo documento UPI PDF:

    Nel 2010 le spese sostenute dalle Province sono state pari a circa 12 miliardi di euro, in marcata flessione rispetto al triennio precedente (- 1 miliardo 360 milioni di euro rispetto al 2008).
    Queste le singole voci:

    Mobilità, Viabilità, Trasporti: gestione trasporto pubblico extraurbano; gestione di circa 125 mila chilometri di strade nazionali extraurbane. Spesa complessiva 1 miliardo 451 milioni di euro.

    Gestione del territorio e tutela ambientale: difesa del suolo, prevenzione delle calamità, tutela delle risorse idriche ed energetiche; smaltimento dei rifiuti.
    Spesa complessiva 3 miliardi e 328 milioni di euro.

    Edilizia scolastica, funzionamento delle scuole e formazione professionale: gestione di oltre 5000 gli edifici, quasi 120 mila classi e oltre 2 milioni e 500 mila allievi.
    Spesa complessiva 2 miliardi 234 milioni di euro.

    Sviluppo economico e Servizi per il mercato del lavoro: gestione dei servizi di collocamento attraverso 854 Centri per l’impiego; sostegno all’imprenditoria, all’agricoltura, alla pesca; promozione delle energie alternative e delle fonti rinnovabili. Spesa complessiva 1 miliardo 142 milioni di euro

    Promozione della cultura. Spesa complessiva 241 milioni di euro

    Promozione del turismo e dello sport. Spesa complessiva 230 milioni di euro

    Servizi sociali. Spesa complessiva 317 milioni di euro

    Costo del personale. Spesa complessiva 2 miliardi 343 milioni di euro Il personale delle Province ammonta a circa 61.000 unità.

    Spese generali dell’amministrazione e spese di manutenzione del patrimonio (informatizzazione, patrimonio immobiliare, cancelleria, costi utenze telefoniche, elettricità, etc..)etc. Spesa complessiva 790 milioni di euro

    Indennità degli amministratori. Spesa complessiva 113 milioni di euro lordi

    Le entrate(2010) sono sempre secondo quel documento:

    ENTRATE TRIBUTARIE: 4.689.149.459
    TRASFERIMENTI STATO: 4.122.141.770
    ENTRATE DIVERSE: 674.587.744
    ENTRATE ALIENAZIONI: 1.958.320.769
    PRESTITI: 601.913.364
    TOTALE: 12.046.113.106

    IO mi sono fatto un’ idea di quanto risparmio potrebbe essere fatto col taglio generale, ma preferirei che si accendesse un dibattito.
    Altra cosa interessante che ci dice l’ UPI è che evidentemente se ne intende, è quella che si potrebbero tagliare tranquillamente altri 5 MLD cancellando, mi sembra questo, una sequela di enti inutili, infatti dice CASTIGLIONI:

    Noi abbiamo elaborato un dossier dettagliato, con i dati dei bilanci delle Province, i confronti con la spesa delle altre amministrazioni, le cifre sul numero e i costi dei tanti consorzi, aziende, e commissari, consulenti di cui il Paese è pieno e che sono un costo vivo, tagliabile, questo si, subito, con risparmi netti di oltre 5 miliardi di euro.

    Cosa si aspetta a fare quel che dice Castiglioni, oltre che chiudere le provincie e ridurre le

  2. Alberto

    Scusate ma ci sono problemi con la scrittura sul blog. Dicevo e ridurre le istituzioni locali secondo criteri di tipo organizzativo più consoni alla attuale situazione di grave disequilibrio dei conti pubblici? @Alberto

  3. Giorgio

    “…prelievo del 5% sulla parte eccedente i [b]90 milioni[/b]…”
    Alla faccia! Non credo che questo contributo colpirà tanta gente. 😉

  4. mentorex

    Per me il discorso sulle province è chiuso. Non si tratta di fare un resoconto costi-ricavi ma costi-benefici. Non importa se le province hanno il saldo in pareggio in quanto costituendo un intralcio burocratico alla vita del paese vanno abolite in toto. Per i dipendenti, ovviamente, si dovrà prevedere una redistribuzione in altri uffici che operano in carenza di personale come ad esempio nei tribunali.
    Se poi si vuole intervenire tagliando tanti altri enti e spese inutili ancor meglio. Perchè nessuno parla delle comunità montane? O le municipalizzate, gestite perlopiù dai partiti con metodi da bottega più che con metodi manageriali e costantemente in perdita?
    MARIO MONTI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SUBITO

  5. giancarlo

    ma signori stiamo parlando di singoli capitoli che assommano ciascuno a se stante un gettito irrisorio, 6 miliardi per l’iva, 2 mld per il contr.straordinario.
    ricordatevi una cosa: il decreto stabilisce che il saldo è immodificabile e dice anche che CIò CHE NON SI RASTRELLA CON LE VARIE MISURE PRESE, VERRA’ RACCOLTO COL TAGLIO LINEARE DELLE AGEVOLAZIONI FISCALI E CON MODIFICHE SU ACCISE, IVA ECC.
    al momento il ministro ha calcolato 18 MILIARDI (DICIOTTO MILIARDI) da taglio agevolazioni fiscali (colpiscono proporzionalmente di più il ceto medio basso).
    E allora ci vogliamo mettere in testa che:
    -in primis occcore tagiare maggiormente le spese dello stato
    -se non basta il taglio occorre mettere le mani nelle tasche degli italiani
    -se non si fa niente di cio’ il ministro puo’ aumentare ulteriormente l’iva senza chiedere niente a nessuno, oppure il ministro applica il taglio delle agevolazioni e chi paga di più non è la classe dei redditi alti, ma la classe medio bassa.
    SE VI PIACE CONTINUATE A DISCUTERE SU COSE CHE A MIO PARERE SONO DA CONSIDERARSI COME ASSODATE. E DUNQUE OK TAGLIO PROVINCE, OK TAGLIO COMUNI, OK SUPERTASSA. ALTRIMENTI CHI PAGA?

  6. Alberto

    Interessante notare che nel giro di circa 1 mese, i costi analitici considerati nei due documenti, che riguardano le stesse materie, fra l’ altro, sono lievitati dagli iniziali 9,8 MLD ai 12,2MLD dell’ ultimo documento; cosa dobbiamo pensare? Le cose sono due o non dicono la verità nel 2° documento o Castiglioni, il presidente, non sapeva a luglio 2011 cosa spendevano le sue provincie!

  7. Alberto

    La differenza è concentrata in una lievitazione dei costi per la tutela ambientale, pari a circa 3,3 MLD contro gli 827 MLN del 1° documento; chissà cosa è successo? Il costo dei 61000 impiegati è di 2,35 MLD, quello non è cambiato!@Alberto

  8. Massimo Peruzzo

    Mah… in questi giorni se ne sentono di tutti i colori. la frase più gettonata è “…. sono ben altre le voci da tagliare…”. a me non piace come si sta evolvendo il dibattito (sia politico che anche qui). Secondo me, prima di decidere cosa tagliare e cosa tenere, bisogna capire chi vogliamo essere tra 10 anni. quali risorse ci servono per diventarlo, su quali settori investire. a questo punto, possiamo anche decidere di tagliare, provincie, accorpare regioni (al massimo 8 – 9), unire comuni per avere un minimo di 10000 abitanti, centrale unica per gli acquisti, dimezzare in 10 anni i dipendenti statali ecc…. ma se prima non decidiamo cosa fare da grandi, saranno tutte misure spot senza un impianto organico.

  9. Andrea Chiari

    Si invoca lo scioglimento delle Province spesso con motivazioni sommarie e
    demagogiche. E non è neanche giusto invocare la riforma solo per i
    conseguenti risparmi di spesa. Sono in gioco partite più grosse:
    l’amministrazione del territorio, l’articolazione dello stato.

    Abolire questi enti intermedi vorrebbe dire passare molti uffici e funzioni
    direttamente alla dipendenze Regione, ente meno vicino ai cittadini e
    comunque, lo si voglia o no, con una testa, per esempio, a Bologna e non a
    Reggio Emilia. Per questo, saggiamente, è la stessa Regione che gestisce le
    sue competenze utilizzando le Province come ente delegato. Si vorrebbe
    tornare indietro? Ipotesi di riforme però se ne devono fare. Una è
    l’accorpamento territoriale. Metterne insieme due o tre e ridurne il numero,
    non solo per fare economie di gestione ma anche perchè oggi le problematiche
    territoriali sono diverse e più ampie rispetto ai confini delle attuali
    Province che risalgono storicamente ai dipartimenti napoleonici. Mi sembra
    però più stimolante ancora l’idea di trasformarle in enti di secondo grado,
    emanazione diretta dei Comuni. Si tratta di un modello che in Europa esiste
    già (per esempio in Spagna). Si avrebbero due grossi benefici. Il primo
    sarebbe quello di responsabilizzare i Comuni che non avrebbero più un
    interlocutore sentito come esterno e talvolta perfino come conflittuale, ma
    dovrebbero confrontarsi con una dimensione più ampia che farebbe bene anche
    agli orizzonti politici degli amministratori comunali. Il secondo vantaggio
    deriverebbe da una minore esposizione “politica” dell’ente provinciale,
    riducendo l’apparato di amministratori autonomi con l’eliminazione di una
    articolazione politica locale di cui non c’è necessità.. Insomma, ci
    sarebbero consiglieri e amministratori già eletti nei Comuni, e quindi già
    legittimati dagli elettori, che non avrebbero necessità di fare
    interpellanze a destra e sinistra per finire sui giornali o inventarsi
    occasioni di visibilità (con spese ed apparati relativi) al di fuori dei
    quattro-cinque settori chiave dove può agire utilmente un ente intermedio
    (programmazione territoriale, scuole superiori, strade, servizi a dimensione
    sovracomunale, forse agricoltura).

    Bisognerebbe anche togliere la tutela costituzionale alle Province,
    delegando pienamente le Regioni a suddividere il loro territorio ai fini
    della “delega intermedia”. Se non si lascia questa facoltà alle Regioni,
    cioè quello di organizzare la delega amministrativa, di che razza di
    federalismo parliamo?

  10. Aldo

    @Andrea Chiari
    Eh si, bravissimo Andrea Chiari, cosi’ si ragiona!
    Stupisce che nessun politico “professionista” sia capace di difendere bene la sana Amministrazione Locale.

  11. Alberto

    Ogni dipendente provinciale, costa mediamente 38.000 euro lordi solo di stipendio, senza contare i costi accessori quali gli affitti, i pasti, le auto di servizio etc. e poi ci sono i costi della politica amministrativa, 113 MLN; io le posso soltanto dire che le grandi aziende, hanno centralizzato i servizi generali, come gli acquisti, gli appalti, il personale, gli stipendi, appaltati a terzi, la gestione dei magazzini etc.
    Io credo che la razionalizzazione delle Regioni sia da fare subito, andando a fare le pulci alla spesa di queste ultime e credo che ci sia assolutamente molto margine per caricarle delle incombenze oggi assegnate alle provincie, fra l’ altro con maggiore rigore nella spesa; inoltre vanno terziarizzate molte attività di servizi e razionalizzate le competenze evitando le innumerevoli sovrapposizioni negli incarichi. Sento voci che nei ministeri si sta iniziando a pensare finalmente alla loro riorganizzazione secondo quei criteri di economicità che nelle grandi aziende complesse sono stati applicati da almeno 2 decenni.@Andrea Chiari

  12. Alberto

    Debbo tornare sull’ argomento dei costi della Politica. Riguardando i costi analitici del documento UPI, vengono fuori le seguenti cose, (ovviamente credendo ai loro numeri) e facendo riferimento a quest’ altro documento che da il numero di politici nelle varie istituzioni:

    -Provincie: costo 113 MLN; N° 4104 politici; costo unitario 27.534 Euro/cad.
    -Regioni: costo 907 MLN; N° 1117 politici; costo unitario 812.000 Euro/cad; debbo fare una considerazione, se fosse vero sarebbe una cosa pazzesca, per cui sono dell’ idea che i conti sul documento UPI, siano errati.
    -Camere: costo 461 MLN; N° 945 politici; costo unitario 487.830 Euro/cad, stessi dubbi di prima.
    Credo comunque che il motivo, sia legato ai costi dei vitalizi e delle pensioni dei deputati e senatori e dei consiglieri regionali; ma questi sono comunque dati spaventosi.
    Giuro però che quando ho letto il risultato del personale politico regionale, mi son sentito mancare!

  13. Giuseppe D'Andrea

    @Andrea Chiari

    Credo che le funzioni intermedie possano essere svolte benissimo dai consorzi dei comuni, in fondo, le province non hanno tutta questa “vicinanza al cittadino”, anzi molte volte la Provincia viene considerata come l’ennesimo carrozzone fastidioso che rallenta l’azione amministrativa sopratutto in ambito sovra comunale. A mio modo di vedere i consorzi di comuni sono l’unica “sovrastruttura” statale abbastanza flessibile e tollerabile, che necessitiamo, il cui corretto funzionamento comporta una costante erosione dei compiti provinciali.

  14. Andrea Chiari

    Vanno bene anche i consorzi dei Comuni. E’ un problema anche tecnico: forse per certe funzioni occorrono dimensioni maggiori che 3-4 Comuni, la normale dimensione dell Unioni. Io direi, quindi, per riassumere: accorpare i Comuni (perchè “unioni”? unifichiamoli), ridotte e tecniche funzioni a Province svincolate dalla tutela costituzionale e ridotte ad organi di secondo grado del decentramento regionale, modificandone i confini, in generale riduzioni delle funzioni della pubblica amministrazione, centralizzazioni di servizi generali, diversa allocazione (e in prospettiva, forte dimagrimento) del personale.

  15. carlo grezio

    Ad un osservatore appena appema imparziale e razionale non può sfuggire che la macchina pubblica amministrativa è inutilmente farragginosa e soprattutto dotata di un livello, quello regionale, completamente inutile.
    Si possono e devono fare molti tagli, ma quelle delle province è stupidamente demagogico, sono le Regioni che vanno abolite in quanto inutili, costose, lontane dal cittadino.
    Le regioni costano 170 miliardi l’anno (compreso 100 miliardi di sanità mal gestita) e quindi 70 miliardi di costi di gestione per fare poco o nulla e male.
    Le province costano 8 miliardi l’anno e quelle piccole e periferiche – proprio quelle che questi cialtroni vogliono abolire – funzionano bene e costano poco.
    Sono le province delle grandi città che vanno abolite.
    La logica vorrebbe che si facessero i seguenti passi :
    – a livello comunale : azzeramento circoscrizioni, comunità montane, etc; fusione obbligatoria dei piccoli comuni in comuni di almeno 15.000 abitanti; riduzione, privatizzazione,razionalizzazione delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni;
    – province : abolizione delle province delle grandi città e costituzione delle “città metropolitane” come risultante dell’aggregazione amministrativa di comune e provincia di Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna,Firenze, Bari , Palermo, Genova.Se questo desse come risultante la nascita di qualche nuova provincia dei comuni limitrofi non è un problema, le province non fanno nessun danno e le piccole province funzionano molto bene in generale, costando molto poco : sono quelle collegate alle grandi città che non servono a nulla.
    – abolizione regioni a statuto ordinario e speciale : questo è il punto fondamentale.
    le regioni oltre ad essere l’alibi di uno psuedofederalismo-regionalismo mal pensato e mai teorizzato, storicamente infondato e funzionalmente disastroso, sono la struttura più inefficace, incontrollata, produttrice di debito, di dipendenti pubblici inutili, di governatori e parlamentini inutili, costosi e corrotti.
    Deve essere ben chiaro che chi voglia tentare di far ripartire il paese deve buttare il poco che ha cercato di fare il centro destra, a partire dal ridicolo federalismo senza un progetto e azzerare tutto.Si deve riportare la pubblica amministrazione ad una dimensione che si sarebbe potuta ottenere con una robusta informatizzazione, quindi fortemente ridotta e senza il livello amministrativo regionale.
    Prima del 74-75 le regioni non c’erano e lo stato funzionava meglio di ora, nessuno ne sentiva la necessità: la loro nascita coincide con l’esplosione del debito pubblico, con l’implosione della pubblica amministrazione che perde la capacità gestionale di un governo centralizzato e non acquisterà mai la capacità operativa di una struttura federale,perchè l’italia non ha mai avuto una storia federalista. L’italia è un paese troppo piccolo e poco dinamico per potere sopportare una sovrastruttura federalista.
    Gli italiani cosi’ come non sono mai stati in grado di controllare l’attività e l’efficienza dei parlamentari nemmeno sono in grado di valutare quello che si fa nei capoluoghi di regione ( ed i partiti lo sanno benissimo ); invece per vecchia tradizionale comunale gli italiani sanno controllare i sindaci ed i presidenti delle province … che infatti – a parte le grandi città dove sono sostanzialmente inutili ed uno spreco – funzionano benino e con pochi soldi.

  16. Alberto

    Quel che dici è sensato ma l’ aria tira in senso contrario e per questo tra i due problemi fonti di guai, almeno togliamone uno e razionalizziamo l’ altro; l’ alternativa è lasciare entrambi i corpaccioni malati, come vedo che si preannuncia ed entrambi sono preda degli appetiti molto voraci della politica corruttiva bipartizan.
    Cominciamo a chiedere che quei 907 MLN, scendano a livelli umani e togliamo di mezzo il 70 % delle cariche nel settore ed andiamo a vedere nei costi del personale ed accessori cosa accade; infatti non si capisce nulla di cosa succede lì dentro.
    Tornando alla sanità, io credo che tu cortocircuiti Regione-> sprechi sanità e questo non è corretto, perchè come ben sai i costi specifici sono molto diversi nelle varie realtà locali, indipendendemente dal nome dell’ Istituzione@carlo grezio

  17. Andrea Chiari

    Ma no, la dimensione regionale, pur senza cadere negli eccessi buzzurroni dei leghisti, è la nuova dimensione dell’Europa (si spera) come alternativa agli stati nazionali ottocenteschi, questi sì pericolosi e fuori della storia. Piuttosto, accorpiamo le regioni in agglomerati ragionevolmente vasti (che senso ha il Molise o la Valle d’Aosta?). E superiamo la distinzione tra statuto speciale e statuto normale. Poche grandi regioni, con una dimensione europea oltre che nazionale, province ridisegnate come meri organi di decentramento regionale senza visibilità politica propria, niente comunità montane, Comuni largamente accorpati, circoscrizioni come organismi volontari non retribuiti con valenza consultiva fatta da cittadini eletti senza vincoli di lista (e magari con qualche sorteggio, come nell’antica Grecia). Distinzione tra dirigenti e politici. Un amministratore come Penati mai dovrebbe accelerare o stoppare un contratto. Non è funzione sua. In pratica, avviene.

  18. Alberto

    Per le regioni italiane, che per quanto mi sia sforzato di cercare anche sui siti della RGS o del DFP, non è possibile avere un quadro chiaro, con i costi riferiti al personale non politico, posso soltanto fare riferimento a questo articolo di S.Rizzo, dove appare un costo di circa 2,31 MLD per le 15 regioni a S.O. Ma a parte vanno considerate le altre 6 a S.S. di cui la sola Sicilia rappresenta 1,78 MLD.
    Nell’ articolo comunque ci sono i costi pro capite per regione e dato che il costo medio è 109 Euro pro capite, abbiamo circa 6,5 MLD di costo totale, euro più euro meno, e dato che mi risulta che il N° di dipendenti regionali sia pari ad 80.000 circa, abbiamo un costo pro capite pari a 81.250 euro a dipendente, che mi sembra davvero esagerato.Però voglio anche essere chiaro e propositivo, dato che il rapporto costi regionali pro capite è 1:100 circa tra Lombardia e Valle d’ Aosta, la più cara, situando a circa 50 euro pro capite il costo che deve essere fissato per legge dallo Stato, pena azzeramento dei trasferimenti, avremmo un costo totale di 3 MLD per l’ intero Paese con un risparmio globale di 3,5 MLD annui, che vanno fatti a stretto giro di posta.

  19. Alberto

    Dato che son stato poco chiaro, ritorno sull’ argomento, dicendo che entro 1/2 anni le regioni che sono sopra quella soglia, debbono adeguarsi o perdono una pari quota di trasferimenti, che vanno tagliati per un importo di entità pari alla differenza che ci si attende, avendo come riferimento i 50 euro pro capite per i costi del personale. Per la sanità bisogna fare la stessa cosa, ma su un arco di tempo maggiore, necessariamente, ma inesorabilmente.@Alberto

  20. romain

    gegentile Cavazzoni, sono per l’abolizione delle province, ma son sicuro che non verranno mai abolite, e sa perchè? Le province sono destinate al contrario ad aumentare sempre di più: già è in dirittura d’arrivo la nuova provincia di Gela, la decima in Sicilia e la numero 111 in Italia; già sono state proposte molte altre nuove province (chi oserà eliminare province appena nate?); la Gazzetta ufficiale dei concorsi riporta molti concorsi e molte assunzioni appunto nelle province (chi oserà non assumere più un funzionario appena assunto?). Alle province vengono affidati sempre nuovi compiti, specie in materia ambientale,appunto per giustificarne l’esistenza (chi oserà togliere una competenza appena attribuita?). Comunque, non ho parole….

  21. Giuseppe D'Andrea

    @romain

    Romain la sicilia è l’unica regione che potrebbe abolire le province domattina; infatti le province siciliane in teoria non esistono, sono state create con una legge regionale del 1986 (infatti si chiamano province regionali) e potrebbero essere sciolte in battito d’ali senza che lo stato centrale possa dire nulla, per via dell’autonomia speciale, ragion per cui anche il provvedimento di abolizione delle province in Sicilia teoricamente non funziona, così come non funziona la riduzione dei costi dell’ARS che viene parificata al senato della repubblica.

    @carlo grezio

    Dissento fortemente;

    Sostenere che l’italia sia un paese che non ha basi per essere uno stato federale è del tutto errata oltre che antistorica; tanto per cominciare l’ultima italia unita (territorialmente, politicamente ed amministrativamente) prima del 1861 risale a Giustiniano I (554 D.C), tutto il resto della nostra storia patria invece è fatta di stati, repubbliche marinare, granducati, possedimenti stranieri molto eterogenei. Se paragonassimo la nostra storia nazionale con quella di un’altro stato europeo, è più logico ritrovarsi nella Germania post sacro romano impero, prima dell’unificazione prussiana che nella Francia o nella Spagna che hanno sperimentato la fase dello stato assolutista.
    Avere un’insieme di staterelli eterogenei è la base ideale per creare uno stato “federale”, che molti teorizzarono, Gioberti, Cattaneo, Ferrari, invece i Piemontesi presero spunto dalla Francia e dal Belgio, ed impostarono il neonato regno d’italia come uno stato conservatore, rigidamente centralista, che estese le proprie leggi ed i propri sistemi amministrativi a tutti i nuovi territori conquistati il che portò enormi problemi; la piemontesizzazione , tanto per citarne uno donò al paese la questione meridionale che a quanto mi risulta non è ancora stata risolta.

    Per il resto da osservatore imparziale, guardo il nostro ordinamento ed i suoi livelli territoriali (Stato – Regioni – Province – Citta Metropolitane – Comuni – Comunità montane), onestamente mi sembra tutto da così mal congegnato e raffazzonato, il TUEL e le modifiche del titolo V della costituzione hanno creato ancora più scompigli e confusione di quanta già non ce ne fosse, poi è arrivata l’idea federalista, che io non trovo assurda (in un contesto normativo meno schizofrenico del nostro) e le cose sembrano sempre peggiori.

    Comunque credo che alla fine non se ne farà nulla. As usual.

  22. Alberto

    Questa è bella!
    Addio sciopero fiscale, Bossi mette la taglia sugli evasori
    (Paolo Stefanini)

    La Padania ha proposto ieri di dare un premio in denaro a chi denuncia gli evasori fiscali. Dov’è finito il partito di lotta dei piccoli imprenditori del Nord che più volte negli anni ha chiamato allo «sciopero fiscale»? Dov’è il Bossi che diceva nei comizi: «L’evasione dei lavoratori autonomi è legittima difesa davanti a uno Stato di ladri!»?

    .

  23. Giuseppe D'Andrea

    @Alberto

    Se non sbaglio questa era la stessa cosa che aveva proposto Visco anni fa e tutto il centrodestra insorse gridando allo scandalo. Siamo ritornati ai delatori di stato, ottima mossa Umberto, qual’è la prossima idea? Reintroduciamo i frumentarii e gli esarcati ? Le province senatorie e quelle imperiali ? La legge del taglione ? Costruiamo una piramide ? Invadiamo gli Ittiti ?

    C’è nebbia fitta nei cervelli parlamentari

  24. Alberto

    Giuseppe, nel cervello di Visco c’è sempre stata questa idea ed io l’ ho criticato parecchio per la sua mancanza di fantasia; quello che è allucinante sono le cose che si vedono provenire da Tremonti & C. che riprendono completamente quella filosofia e quella linea del maestro assoluto, di questo sistema fiscale la cui deriva è questa, anche in considerazione della pochezza del Leader. Io continuo a credere che insieme ai tagli che come ho cercato di far vedere per un paio di casi (provincie e regioni e solo per il comparto dipendenti e amministratori), va reimpostato il rapporto tra fisco e cittadini contribuenti secondo il metodo dello scarico di spese e prestazioni anche attraverso certificazione di professionisti abilitati che si prendano la responsabilità della dichiarazione; non ci sono altre strade secondo me. L’ alternativa è la guerra civile, sempre più probabile. @Giuseppe D’Andrea

  25. Giuseppe D'Andrea

    @Chicago-blog.it ;
    Mi spiegate perchè bloccate i miei post preventivamente? Non ci sono volgarità, ne link , qualche volta uso il grassetto, qual’è il vostro problema?

  26. Alberto

    Mi è capitato almeno un paio di volte, ma non ne ho capito mai il motivo. E’ opportuno, prima di spedire, selezionare il testo, facendo copia e dopo verifica che il post sia stato pubblicato, si butta via o si salva su un foglio word col comando incolla. @Giuseppe D’Andrea

  27. Giuseppe D'Andrea

    @Alberto
    Apprezzo la tua analisi e la codivido. Quello di cui mi sto covincendo sempre piú è che lo spazio per una riforma dello stato seguendo le normali procedure è ormai quasi del tutto esaurito. Sono troppi i guasti legislativi che dovrebbero essere riparati, senza contare le misure per rimediare agli effetti di quei guasti che grazie alla pesante intromissione statale influenzano ogni aspetto della vita civile ed economica della repubblica, se a questo aggiungiamo le reazioni schizofreniche del governo e degli altri organi internazionali, beh, non mi aspetto nulla di buono per il futuro prossimo.

    Saranno tempi molto difficili, soprattutto da noi.

  28. Rinaldo Sorgenti

    Il cosiddetto “contributo di solidarietà” è inaccettabile per svariate ragioni ma soprattutto perchè portare le aliquote fiscali al 48% e rispettivamente al 53% è davvero un insulto al buon senso ed alla voglia di produrre della parte più attiva e qualificata della società.

    Il taglio alle Province, oltre che un sicuro ed evidente tagli della spesa pubblica parassitaria, è un segnale di rispetto e coerenza nei confronti del cittadino che non ne può più di tutti questi Enti sovrapposti ed intrecciati che altro non fanno che creare sconcerto ed appesantimento alle strutture pubbliche. E’ un messaggio di rispetto e coerenza che sarebbe molto apprezzato dai cittadini in genere a prescindere dalla loro fede politica.

    Poi, l’annullamento degli assurdi privilegi riconosciuti alle Regioni e Province a Statuto Speciale è anch’esso d’obbligo se si vuole davvero che i cittadini si sentano tutti ugualmente parte dello stessa nazione.

    Infine, l’annullamento dell’incredibile privilegio fiscale concesso a veri e propri potentati commerciali ed industriali, rappresentati dalle Cooperative, è una dimostrazione di equità e rispetto nei confronti dei tanti imprenditori che si trovano a dover tentare di competere con questi potentati nello svolgimento di analoghe attività.

    Bisogna avere il coraggio di affrontare queste storture e la politica, se vuole recuperare un pò di credibilità, non può esimersi prioritariamente di agire su questi punti.

  29. Andrea

    Lo studio di Andrea Giurcin è alquanto fumoso ed aleatorio… perlomeno nella versione di 6 paginette pubblicata su IBL. Si calcolano risparmi nella non meglio specificata voce “Costi amministrazione e controllo) per oltre 3 mld di €…!!! Ma che significa? che si elimineranno delle funzioni?… e come si fa a risparmiare 3mld (una cifra enorme) su un’attivita come l’amministrazione che è prevalentemente costituita da lavoro immateriale (non bisogna comprare miliardi di materie prime per fare amministrazione e controllo) quando si dice esplicitamente che il personale non si può toccare??? Dove si risparmiano 3mld???
    Si parla poi di oltre 1mld di economia di scala… ma si sappia che già oggi con il sistema consip gli acquisti sono tutti centralizzati… quindi dubito fortemente che si possa risparmiare 1mld con le economie di scala… anzi!!! al contrario, per tutte le funzioni che andrebbero trasferite ai comuni, si provvederà non ad andare verso un economia di scala, ma ad un ulteriore frazionamento, che genererà altri costi. Immaginate poi i trasporti o la costruzione di strade provinciali gestie dai singoli comuni… la paralisi totale… litigherebbero su ogni metro di strada principale o su ogni singola fermata del bus!
    Poi pensate al personale da trasferire… bisognerebbe come minimo preparare degli uffici nuovi in ogni comune in cui trasferiamo il personale… o pensiamo di trasferire funzioni ai comuni e poi di far lavorare il personale delle funzioni comunali nel capoliogo??? e ancora altri costi in più…
    Io ho l’impressione che ci sia un po’ d superficilità da parte di chi conduce queste anlisi, e soprattutto non si conosce molto le realtà delle amministrazioni locali… il loro funzionamento e i tende un po’ troppo a semplificare.
    D’altra parte, pensate che le Province sia un invenzione della partitocrazia nostrana??? Ma va la… le province sono di costituzione addirittura pre unitaria, e sono state previste copiando pari pari la divisione territoriale ed istituzionale della Franzia, che rpevede anche lei 22 regione, oltre 100 province (dipartimenti) e poi ancora altri livelli, prima di arrivare ai comuni, che sono migliaia …

  30. Alberto

    Concordo e purtroppo l’ avevo capito già dalla manovra di maggio 2010, convertita in legge a luglio; quella manovra davvero stupida bsata sulle tre gambe, taglio 10% spese rimodulabili, taglio degli stipendi alti nello stato e blocco triennale degli stipendi degli impiegati statali e recupero di 20 MLD di evasione, credo abbia avuto risultati molto lontani dagli obiettivi, ed i cui effetti credo siano stati anche depressivi sui consumi; queste due ulteriori manovre, ancora abbondantemente lontane da una definizione legislativa, appaiono addiritturae se possibile peggiori e soprattutto lontane dallo spirito del programma del PdL del 2008. Ripeto concordo! @Giuseppe D’Andrea

  31. Alberto

    Ci siamo battuti contro il contributo di solidarietà, ma quello è stato sostituito con la truffa verso coloro che hanno pagato il riscatto laurea; non so cosa pensare!

  32. Adriano

    Mi sembra che tutti parlano delle provincie come un coso burocratico messo li da una mano fatato che congiunge le regioni con i comuni… Qualcuno dice che basta toglierle ed inviare chi ci lavoro in altro luogo… Ma siamo coglioni o ci facciamo delle pere ?
    Intanto le provincie sono sempre state un sistema di controllo dello Stato sui comuni e sul territorio per mezzo delle prefetture, mi si dirà, ma le prefetture restano… e pensate che questo passa avvenire nelle Regioni che hanno una propria autonomia ? Interessa veramente tutto questo allo Stato. Poi c’è un “piccolo” problema più partitico… le provincie, come del resto è il parlamento europeo (le minuscole non sono casuali…), sono da sempre parcheggi per politici trombati o in attesa di giudizio, più raramente in ascesa… questi dove li metto ? Chi li potrà mai pagare uno stipendio da “fame” senza incidere sul magro “contributo elettorale” ex finanziamento pubblico dei partiti ? A quanto ho capito è li che dovrebbe pervenire il risparmio in quanto di “licenziare” o mandare in prepensionamento non ne parla nessuno… Sono ben 2 ML. di Euro/anno che di fatto risulteranno solo come un minore finanziamento ai partiti in quanto, non potendo licenziare e dovendo comunque giustificare decine di migliaia di dipendenti, le veramente inutili funzioni delle provincie verranno semplicemente transate tra le regioni ed i comuni che istituiranno dei consorzi intercomunali, come è per le comunità montane, altro inutile ente di parcheggiati. La soluzione c’è ed è semplice, diminuire gli stipendi agli statali e portarli allo stesso livello dell’industria e commercio per indice di produttività. Diminuire di circa un 20-30% i dipendenti statali stimolandone il prepensionamento e il licenziamento, introducendo il licenziamento (ma li la vedo veramente dura… se non viene anche in Italia una rivoluzione tipo “Nord Africa”) in quanto è già difficile licenziare in una azienda privata… immaginatevi in baracconi pubblici retti in piedi dal consenso popolare ovvero dai partiti.
    Alla fine di tutto questo vedo solo una alternativa … che non posso scrivere in quanto potrei essere citato come un sobillatore del Popolo e Rivoluzionario. Comunque alla fine ho l’impressione che stiamo andando verso una definitiva rottura del sistema economico rispetto il sistema politico e quindi, ricordando la storia che è piena di tali esempi, a situazioni simili a quanto è avvenuto in Europa dell’Est dopo il 1989. Attualmente la mia cecità non riesce a vedere uno sbocco a tutta questa situazione che sia di natura diversa e più morbida.

  33. Alberto

    C’ è qualcuno che taglia su questo blog e di proposito gli interventi sgraditi e deve vergognarsi chiunque esso sia!? Ripeto l’ intervento sui riscatti già pagati è illegale e sarà impugnato davanti alla magistratura, perchè l’ INPS ha certificato sia gli anni di contribuzione sia i contributi equalsiasi giudice darà ragione a chi farà causa all’ INPS, per restituire quanto già pagato.
    Adesso taglia pure ma questo governo si beccherà le cause presso l’ INPS sia che tagli sia che non tagli questo commento.

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