5
Mag
2013

SOS bollette — di Angelo Spena

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Angelo Spena.

Ancora aggravi per le rinnovabili. Chi tutela consumatori e famiglie?

Senza troppo clamore, risulta (Il Sole24Ore, 27 aprile 2013) che “il ministro uscente Passera ha trasmesso all’Authority per l’energia i criteri per la rimodulazione della componente A3 della bolletta elettrica con attenuazione, per le imprese energivore, degli oneri di sistema per gli incentivi alle rinnovabili elettriche … Confindustria esprime apprezzamento … una parte degli aggravi compensativi sarà a carico delle utenze domestiche”. Trattasi di regolamento attuativo dell’art.39 del Decreto Sviluppo del giugno 2012, varato in extremis dal governo uscente. Nella partita – in Italia già asimmetrica e impari – tra produttori e consumatori di energia elettrica, di metano, di benzina, di gasolio, un potere dello Stato nei minuti di recupero entra a gamba tesa sui consumatori, mentre tutti guardavano da un’altra parte.

Pagheranno ancora le famiglie, con ulteriori aggravi in bolletta?

Non basta: già si profila all’orizzonte la richiesta di indennizzo (più elegantemente, capacity payment, ma sono sempre euro nostri) degli industriali termoelettrici spiazzati dallo tsunami dei pannellisti fotovoltaici. Pagheranno ancora i soliti? La parola è all’Authority.

Chi ha letto il pamphlet di Chicco Testa dal titolo “Chi ha ucciso le rinnovabili” (o il mio precedente post “L’argent fait la guerre et l’energie”) capisce che c’è un solo modo per salvare in Italia la green economy e rilanciarne un futuro serio e sostenibile. Dei tre poteri dello Stato, i due che hanno esagerato, governi e Parlamento, rimedino. Scriveva Stefano Agnoli sul Corriere della Sera del 4 aprile us: ”Incentivi per le energie rinnovabili: business miliardario da controllare. Una verifica a tappeto della correttezza delle autorizzazioni degli ultimi cinque anni potrebbe fruttare cifre e risparmi consistenti”. Affinché come al solito non debba supplire a futura memoria il terzo dei poteri – la magistratura – ma quando ormai noi avremo perso i nostri soldi, sarebbe altamente opportuna una rinegoziazione dei sussidi già concessi. Come già fatto in Spagna.

Intanto, qualcosa si sta già muovendo: con decisione n. 9/2012 il Consiglio di Stato ha opposto diniego alla indicizzazione Istat dei sussidi, diniego che il GSE ha già applicato alle tariffe degli impianti fotovoltaici entrati in esercizio con il primo Conto Energia. Misure simili sono state adottate in Europa da Repubblica Ceca, Spagna, Bulgaria. Cominciamo con impedire: i) ogni trasferimento dell’ulteriore aggravio dalle bollette delle imprese energivore a quelle del consumatore domestico; ii) ogni indicizzazione dei sussidi; iii) l’erogazione dei sussidi ove risultino illiceità in autorizzazioni, contratti e conduzioni; iv) il ricarico sulle bollette domestiche del capacity payment o qualsivoglia altro onere riveniente dalla disarticolazione del sistema elettrico prodotta dai sussidi.

Cosa si può recuperare? Nel complesso, fatti i conti, queste quattro voci costituiscono una partita da almeno un miliardo di euro l’anno (e a crescere, per la voce riguardante le indicizzazioni); tutti gli anni, per vent’anni.

A parte la solidarietà ai galantuomini (da Ortis a Bortoni) ai vertici pro-tempore dell’Authority, sempre più vox clamantis in deserto, possibile che la voce dei consumatori in Italia non si senta alta e forte? Rendite da eldorado del capitale del 15-20% l’anno non possono essere pagate da tutti gli italiani che accendono la luce, a investitori (sedicenti verdi) che in un comparto strategico e ad altissimo interesse sociale non sono stati capaci in dieci anni di creare occupazione né una filiera industriale nazionale. Non è accettabile, soprattutto oggi. E soprattutto – tanto per rimanere in tema green – non è sostenibile.

You may also like

Ecco come funzionano i dazi di Trump
Il “giusto prezzo” dell’energia—di Stephen Littlechild
I privilegi intoccabili della Kasta “green”
Perché si dicono tante sciocchezze nel dibattito energetico in Italia?

6 Responses

  1. marco b.

    E’ gia’ stato dimostrato da Qualebenergia (contributi indipendenti) che le rinnovabili hanno ridotto il costo dell’energia in bolletta. Che ci siano stati – in passato – livelli di incentivazione eccessiva e’ un conto. Ma che il 15% di IRR sia eccessivo se confrontati con il rischio Paese (e la sua richiests di revisione contratti ex post non fa altri che ribsdire la scarsa affidabilita’ dei “thinker” eil conseguente spread di credibilita’ con la Germania) e’ inverosimile.

  2. Leonardo Ortiz

    Tre domande al Prof Spena.
    1. Le sembra intellettualmente onesto intitolare “Ancora aggravi per le rinnovabili” un pezzo che commenta una misura redistributiva?
    2. Lei ha esaminato i rendiconti degli investitori istituzionali che hanno investito in fotovoltaico, per concludere che godono di tassi interni di rendimento del 15%-20%, o parla per sentito dire, magari ripetendo le balle interessate di Chicco Testa?
    3. Non crede che se un investitore pretende da un investimento in Repubblica Ceca, Spagna, Bulgaria (e Italia) un rendimento più alto che in Germania, Olanda o Inghilterra dipende anche dalla disinvoltura con cui da noi si trattano gli impegni presi? Crede davvero che le sparate disinformate sulla stampa di accademici come Lei, Giavazzi e Alesina contribuiscano ad un recupero di credibilità del sistema paese?

  3. Luca Salvarani

    Parole sante! Tra l’altro su molti blog questi hanno pure la faccia tosta di dire che con le rinnovabili si risparmia portando pure dei numeri a sostegno… Io sono per la rinegoziazione dei sussidi portando la reddittività di questi investimenti in linea con quello dei btp.

  4. luciano mancinelli

    Dott. Togni et altri ( Battaglia, G.Guidi, salmone) in indirizzo,

    in riferimento al suo art. su Tempi, la guerra antiverdame é perduta definitivamente? Pur da 610 quale mi sento, forse no, ma siamo vicini agli scontri finali-risolutivi. Per non annoiarvi troppo con l’elenco dei pochi pareggi, tra le tante battaglie perse, provo:
    1) a chiedere riscontro su immagazzinamento-accumulo (= storage?) energetico delle rinnovabili, che anche io come milioni d’italioti-idioti stiamo pagando (chicco testa vedasi) con la bolletta elettrica;
    2) a segnalarvi che un’impresa marchigiana ( Loccioni = http://energy.loccioni.com/accumulo/ ) ammette problemi e propone ambaradan-massivi di cui “s’apprezza” il SOCIO, ma su costi e
    efficienza-efficacia nulla; vs.commenti?
    luciano mancinelli alias suddito non domo=s.n.d. , alias 610, alias licaone; alias tuttacanna………..

    P.S. : anche Storaro (Chicago blog) che pensavo fosse uno dei vostri si sta riposizionando, sulla linea della prestigiacomo e di ex-clini? Siete “vincoli o sparpagliati”?

  5. marco

    @Luca Salvarani
    Prenda una bolletta di casa sua del 2011 ed una dello stesso mese del 2012. Rilevi il valorr del costo dell’energia e deduca da solo. Consideri che il gas – che contribuisce per il 55% alla produzione di energia – e’ aumentato.

  6. marco

    Luca Salvarani :
    Parole sante! Tra l’altro su molti blog questi hanno pure la faccia tosta di dire che con le rinnovabili si risparmia portando pure dei numeri a sostegno… Io sono per la rinegoziazione dei sussidi portando la reddittività di questi investimenti in linea con quello dei btp.

    Un rendimento pari ai Btp e’ accettabile a parita’ di rischio. Vorrri vedere se si aprisse un dibattito sulla tassazione sul patrimonio retroatyiva sui Btp, come sosyiene lei, a quali livelli schizzerebbe il rendimento delle nuove emissioni.

Leave a Reply