4
Lug
2009

Ronde e demagogia

Tutto questo accanimento sulle ronde fa proprio un po’ sorridere. Non mi voglio dilungare. Giorgio Topa, su NfA, attacca sommariamente il provvedimento varato dal governo in tipico stile, si parva licet, “zagrebelskiano”. Ci preme ricordare a lorsignori che l’arresto in flagranza da parte di singoli cittadini è già oggi previsto dal codice di procedura penale. Si veda l’articolo 383, rubricato “facoltà di arresto da parte dei privati”. Insomma, intorno a questa polemica,  circola molta demagogia. Al paragone con le organizzazioni criminali citate, rispondo con questo bel paper di Piero Vernaglione, che traccia una linea netta tra che cosa è mercato e che cosa è sfruttamento. Per il resto mi limito a soggiungere che la possibilità che associazioni volontarie presidino liberamente il territorio non aveva effettivamente bisogno di una legge ad hoc. Dovrebbe essere garantito dalla Costituzione. E non mi riferisco a quella americana. Buon 4 luglio…

Update 5/07/09: Ci fa piacere constatare che anche Alberto Lusiani su NfA dichiari apertamente la sua non-ostilità alla “trovata” leghista.

18 Responses

  1. Aldilà della letteratura giuridica, considera che in questo paese abbiamo delle forze dell’ordine in condizioni di dissesto finanziario conclamato. E aggiungi anche che queste Onlus, registrate in apposito albo della Protezione civile, riceveranno fondi nella disponibilità del Ministero dell’Interno, lo stesso che è responsabile del budget (dissestato) delle forze dell’ordine. Fai due più due, e vedrai che il conto non torna.

  2. Mario, trovami la riga in cui avrei scritto che sarei favorevole al provvedimento. Io mi sono limitato a dire, come fa Alberto Lusiani nei commenti al post di Topa, che l’idea in sè non mi spaventa affatto. Tanto più che, a mio avviso, la legge ad hoc non serve neanche…Le ronde mi sembra esistano già in alcune città. E nei paesi più piccoli possono nascere spontaneamente, senza bisogno dell’imprimatur di Maroni. Sui fondi erogati dal Ministero dell’Interno direi che sfondi una porta aperta…

  3. A parte la già prevista possibilità (teorica) di arresto in flagranza da parte di privati cittadini, la creazione delle ronde è demagogia proprio perché istituzionalizza una prassi inutile, oltre a sottrarre preziose risorse economiche più proficuamente destinabili. E ancora: ci sono zone del paese in cui le stesse forze dell’ordine non hanno il completo (e sostanziale) controllo, che accadrà là? Avremo le ronde anche a Casal di Principe? E da chi saranno formate, in caso?

  4. Questa è l’istituzionalizzazione delle ronde, non la sua “creazione”. Le ronde esistono già, come sai meglio di me. Di qui, a mio avviso, l’inutilità -pratica- del provvedimento, non la sua inutilità -intrinseca-.

    La possibilità che in molte zone del paese i cittadini si autoaggreghino per tutelare la sicurezza propria e dei propri cari è positiva e considererei aberrante l’eventualità che fosse impedita. L’arresto in flagranza, caro Mario, è tutto fuorchè teorico. Se assisti ad uno scippo, sei autorizzato a bloccare e a consegnare alle forze dell’ordine il malfattore. Di casi di questo tipo ce ne sono a centinaia. Non vedo perchè non lo si possa fare in gruppi, se ciò è concesso al singolo.

    Le zone cui fai riferimento tu sono già controllate da un altro Stato. Di qui il non-senso della discussione sulle ronde in queste zone. In tali territori le ronde potrebbero insomma esistere, solo se organizzate da chi cerca di scalfire il monopolio della forza dell’organizzazione criminale. Mi pare evidente. Se fossero tenute da chi il monopolio ce l’ha già, sarebbe come dire che un carabiniere organizza le ronde con altri colleghi.

  5. Giovanni, a me pare evidente che tu ragioni per astrazioni accademiche, non per analisi politica. Da qui la perfetta inutilità di dialogare con te su questi post.

  6. Rino P.

    A proposito di ronde e dei finanziamenti che presumibilmente riceveranno. Mi puzza tanto di forme legalizzate di voto di scambio, per giunta a carico dei contribuenti. Guardate come fanno a gara i sindaci leghisti per “creare” ronde nelle loro città! Credo non sia necessario aggiungere altro. E io che vivo in Sicilia di esempi ne avrei …

  7. @Mario Seminerio

    L’empirismo dei puri fatti non porta da nessuna parte. Solo una buona teoria ci può dire cosa è sensato e che cosa non lo è. Quindi: se io domattina voglio creare con un gruppo di amici una associazione che presidi il mio quartiere o anche solo il mio isolato, devo essere libero di farlo. Punto. Che poi vi possano essere elusioni, comportamenti truffaldini, ecc. è nella natura delle cose. Il criminale viola le regole, di qualunque tipo esse siano.

    @Rino P.

    Vedremo quali saranno questi gruppi e quale sarà l’entità del finanziamento. Detto ciò, ogni misura legislativa, che implichi l’esborso di denaro, è potenzialmente gravida di alimentare clientele. Così funziona lo Stato, non solo per le ronde…

  8. Alberto

    A me non sembrano affatto astrazioni accademiche, nè il post nè i commenti; li trovo anzi molto utili e “pratici”. Scusate per l’intromissione.

  9. Qui non stiamo facendo una discussione “empirismo vs. modelli”. E non dovresti dirlo a me, che di modelli ci vivo, altrimenti si conferma che c’è un bias di accademia. Un saluto ad Alberto, che rinforza la linea editoriale del blog 😉
    Sui temi di ordine pubblico, aldilà dell’astrazione dell’arresto in flagranza attuabile dai privati, ho seri dubbi che si possano classificare le ronde come variante dell'”associazionismo tra privati”, come mi pare tu suggerisca. Ma anche ammettendo che ciò sia possibile, credo che una lettura autenticamente “liberale” del provvedimento implicherebbe di aggiungere le parole “senza oneri per lo stato”. O no?

  10. Solo leggendo i commenti ho capito meglio la posizione di Giovanni Boggero.

    Mi trovo d’accordo con lui che è un provvedimento largamente ridondante (i nonni-vigili, i volontari della caritas che aiutano i barboni, i boyscouts, etc.), esistono da anni anche nella mia città che è governata ininterrottamente da 60 anni dai post-comunisti.
    Se però da una parte il provvedimento è largamente ridondante, dall’altra parte, per il residuale, mi pare che dia adito a effetti negativi, come ad esempio finanziamenti pubblici, oppure una carattere politico o razziale, oppure a una società del tutti contro tutti (ci saranno le ronde anche che controllano gli esercenti se fanno gli scontrini?).

    In short, mi pare che il provvedimento che non aggiunge molto, e quel poco che aggiunge è nefasto. Ecco perchè è giusto criticarlo.

  11. Giovanni, tu scrivi: “La possibilità che in molte zone del paese i cittadini si autoaggreghino per tutelare la sicurezza propria e dei propri cari è positiva e considererei aberrante l’eventualità che fosse impedita.” Nessuno ha mai negato ai cittadini di tutelarsi da soli: la legittima difesa è un istituto che è sempre esistito.

    Il problema è il fondamento del diritto e dello stato. Ci può piacere o meno, ma lo stato si basa sul monopolio naturale dell’uso della forza. Questa non è solo una questione solamente filosofica, ma anche pratica.

    Delegare il monopolio dell’uso della forza è demenziale per una serie di motivi. Il più importante, per me, è perchè così facendo lo stato ammette la sua assezna, e dunque ammette di venire meno ad una delle due sue funzioni principali: garantire l’ordine interno. Dunque, se io pago le tasse, ma poi non ricevo i servizi minimi (quelli che anche Nozik giustificava), perchè appunto questi vengono serviti da privati, allora mi chiederò giustamente per quale motivo devo pagare le tasse. Lungi dall’essere un sostenitore delle tasse e della macchina burocratica, sottolineo com in un paese come il nostro dove il senso civico è già di per sè basso (con conseguenze assai nefaste, come ha suggerito Putnam in uno dei più importanti lavori in politica comparata), i possibili effetti possono essere devastanti.

    Vi sono poi altri problemi: responsabilità politica; gerarchia tra le varie ronde; e altro ancora. Ma il problema più importante è questo. Con questa misura, torniamo ai “landlord”. Ci saranno anche degli aspetti positivi, ma francamente mi chiedo perchè non si potevano istituire dei gruppi speciali interni alle forze di polizia o dei vigili urbani per svolgere queste funzioni.

  12. Caro Mauro, innanzitutto ho l’impressione che stiate tutti sopravvalutando un po’ l’impatto che associazioni volontarie di cittadini possono avere sul monopolio della forza. Lo ribadisco, stiamo parlando di associazioni (la cui esistenza è, vivaddio, garantita dalla Costituzione) non di agenzie di protezione private in concorrenza. Ecco perchè il discorso sulla gerarchia delle ronde e i pericoli che paventi, a mio avviso, non sussistono. Si tratta soltanto di dare la possibilità a comuni cittadini che lo vogliano di, per così dire, “dare una mano” alle forze dell’ordine. E ciò in maniera più organica e meno improvvisata di quanto non lo si possa fare da soli. La sentenza della Corte Costituzionale che si è espressa sulla legittimità dell’articolo 383 sancisce che in caso di arresto in flagranza di privati, questi ultimi diventano “organi di polizia” (ausiliari). Il che mi pare ricondurre nel solco della costituzionalità questa iniziativa.

    Sul monopolio della forza, beh, non sono sicuro che sia la condizione sufficiente per l’esistenza dello Stato. Correggimi se sbaglio, ma mi pare che sia anche Nozick a scriverlo. “Come osserva Marshall Cohen uno stato può esistere senza realmente avere il monopolio dell’uso della forza che non ha autorizzato altri ad usare”. Ed effettivamente è quello accade. Detto ciò, ripeto, non è il caso delle ronde.

  13. Le questioni aperte da Mauro sono apodittiche in premessa, a mio avviso. In che senso il monopolio statale dell’uso della forza sarebbe “naturale”? E quanto “positivamente”, quanto estensivamente, va inteso il presidio politico dell’ordine interno? Anche la pubblica istruzione è un servizio armonizzante, ma da qui a dire che l’esistenza delle scuole private (per me che pago le tasse, di conseguenza mi aspetto prestazioni minime eccetera) scompagina i fondamenti strutturali dell’autorità costituita ne corre. Idem dicasi per la sanità, per i trasporti, per gli approvvigionamenti di rete. Se si vuol dire che l’ordine pubblico configura il “nucleo duro”, la ridotta essenziale del potere stesso, occorre cioè specificare coerentemente il concetto di aggressione.
    Tutto sta nel definire un’antropologia politica di riferimento perlomeno tra due opzioni: cooperativistica, dove le istituzioni storiche sorgono per catallassi dai commerci e dalle interazioni sociali, e hobbesiana, dove la naturale propensione violenta dell’uomo viene disincentivata mediante l’impiego (più o meno) attivo della supremazia statuale.
    In estrema sintesi (e sicuramente banalizzandola) la diatriba Giovanni/Mauro può ricondursi all’eterna dialettica tra questi modelli sistematici, per come la vedo io.

  14. L’aggettivo “naturale” mi è sfuggito involontariamente: ieri stavo scrivendo altre cose sui monopoli naturali.

    Relativamente agli altri punti sollevati da ismael: istruzione, sanità, etc. non fanno parte delle funzioni essenziali di uno stato. Giovanni, relativamente a quanto tu scrivi su Nozick, io non ho mai sentito questa cosa. Non la nego, non so. Mi sembra però strano che dopo aver scritto un libro nel quale teorizzava lo “stato minimo”, tra le cui funzioni rientrasse proprio quella di garantire l’ordine interno, arrivasse poi a dire che il monopoilo della forza non è una condizione necessaria.

    Non altro perchè se uno stato non ha il monopolio della forza legittima, allora non è uno stato. Come fai a riscuotere i tributi? a far rispettare la legge (mandare uno in prigione), etc. se esiste un’altra organizzazione che può usare legittimamente la forza?

    Il problema da me sollevato è di ordine pratico. La mia paura è, per esempio, che se dei tizi di estrema destra iniziano a fare le ronde, immigrati (se clandestini o meno poco importerà) e centri sociali riceveranno particolari “attenzioni” da costoro. Il risultato? Senza troppa fantasia avremmo battaglie cittadine, e disordini vari. Insomma, l’esatto contrario di cosa vogliamo ottenere. Questi sono i miei due cents.

  15. Ok. Se il problema è il “lato pratico”, mi limito a fare una summa di quanto già esposto.

    a) le ronde non sono agenzie protettive in concorrenza.
    b) le ronde non potranno far uso di armi e la loro composizione sarà valutata da enti pubblici.
    c) le ronde non costituiranno un aggravio sul bilancio dello Stato, nella misura in cui parte dei fondi stanziati per la Protezione Civile saranno ripartiti tra queste associazioni di volontari.
    d) le ronde esistono già in molte città, leghiste e non.

  16. Già quando il decreto era in gestazione avevo un po’ gli stessi dubbi sull’inutilità dell’istituzionalizzazione delle “ronde”, sul possibile messaggio di arruolamento di pirla che amano menar le mani e sull’aspetto della spesa che questi gruppi approvati per decreto finiranno per fare aumentare (saranno bruscolini, ma visto che siam già con le pezze al culo…):

    http://residenclave.wordpress.com/2009/02/23/le-ronde-chiquita/
    http://residenclave.wordpress.com/2009/02/24/le-ronde-chiquita-atto-ii/

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