21
Apr
2012

Perché non festeggiamo il Giorno della Terra

Domani, 22 aprile, essendo domenica, molti borghesi, scartando i pasticcini, trascorreranno il Giorno della Terra lamentandosi della disattenzione verso l’ambiente, del capitalismo che tutto distrugge e dei pomodori che non hanno più il sapore di una volta. Contemporaneamente, più di 1,3 miliardi di esseri umani passeranno la giornata, come ogni altro fottutissimo giorno, senza poter accendere la luce, perché non hanno accesso all’energia elettrica. Noi dell’Istituto Bruno Leoni siamo con questo 1,3 miliardi di individui, e non ci sentiremo a nostro agio a festeggiare alcunché fino a quando anche loro non potranno godere, come noi, i frutti dello sviluppo economico.

L’Earth Day è stato celebrato per la prima volta il 22 aprile 1970, e da allora si ripete sempre uguale a se stesso, trascinandosi appresso il medesimo cahier de doléance. Ma queste lamentele sono davvero giustificate, e distinguono correttamente cause ed effetti? Qualche esempio preso a caso. I dati con cui giocare, e di fronte ai quali stupirsi, sono qui.

Nei paesi meno sviluppati (qui la lista) il raccolto di cereali per ettaro coltivato, nel decennio 2000-2010, era mediamente superiore del 43 per cento rispetto al decennio 1970-1980. Sempre nella stessa porzione del pianeta, quella che si trova e si trovava nelle condizioni peggiori, l’aspettativa di vita alla nascita è cresciuta del 25 per cento, da 45 a 56 anni. La mortalità infantile si è ridotta del 42 per cento, calando da 137 a 79 casi ogni 1000 nati vivi. Tutte queste statistiche sono ancora migliori se si guarda al mondo nel suo complesso, o se si considerano gli altri paesi in via di sviluppo che hanno avuto destini più fortunati. Per esempio, in Cina l’aspettativa di vita alla nascita è salita da 65 anni nel 1970-1980 a 72 anni nel 2000-2010. Quasi ogni altra statistica è ugualmente incoraggiante, o ancora di più. In questi decenni il mondo è diventato più benestante, ha raggiunto un tenore di vita migliore, e ha visto restringersi le diseguaglianze.

Tutto ciò è merito del capitalismo e della crescita economica che esso ha reso possibile. La globalizzazione e la diffusione delle tecnologie di comunicazione, che hanno consentito il più rapido diffondersi delle informazioni e della conoscenza e hanno accorciato le distanze tra i paesi, hanno amplificato tendenze già in atto. Dove questo non si è verificato, o dove è accaduto in modo relativamente più lento, è perché circostanze politiche (interne o legate a conflitti internazionali) hanno arginato la grandiosa forza del capitalismo che, per citare il passaggio più bello mai scritto in sua lode,

Con il rapido miglioramento di tutti gli strumenti di produzione, con le comunicazioni infinitamente agevolate, la borghesia trascina nella civiltà tutte le nazioni, anche le più barbare. I bassi prezzi delle sue merci sono l’artiglieria pesante con la quale spiana tutte le muraglie cinesi, con la quale costringe alla capitolazione la più tenace xenofobia dei barbari… Durante il suo dominio di classe appena secolare la borghesia ha creato forze produttive in massa molto maggiore e più colossali che non avessero mai fatto tutte insieme le altre generazioni del passato. Il soggiogamento delle forze naturali, le macchine, l’applicazione della chimica all’industria e all’agricoltura, la navigazione a vapore, le ferrovie, i telegrafi elettrici, il dissodamento d’interi continenti, la navigabilità dei fiumi, popolazioni intere sorte quasi per incanto dal suolo -quale dei secoli antecedenti immaginava che nel grembo del lavoro sociale stessero sopite tali forze produttive?

Un’altra bella notizia è che questo incredibile e positivo sviluppo non è andato a detrimento dell’ambiente, come sembrano pensare molti tra coloro che domani festeggeranno l’Earth Day. La qualità ambientale tende infatti inizialmente a peggiorare, man mano che le società si fanno più ricche, ma, una volta soddisfatti i bisogni essenziali, l’ambiente stesso diventa un bisogno. Così, dopo che esso ha alimentato la crescita, l’umanità si sdebita e rende alle generazioni successive un pianeta migliore di quello che ha ereditato. Infatti, la maggior parte degli indicatori ambientali mostrano, dopo un iniziale periodo di peggioramento, un continuo e sostenuto miglioramento.

Questo ci riporta all’inizio. Nonostante i trend siano buoni, la situazione è ancora deludente. Ancora troppa gente su questo pianeta soffre la fame, la sete e deprivazioni che noi oggi non consideriamo neppure immaginabili, nel nostro angolo di mondo benedetto dall’industrializzazione. Quello a cui queste persone hanno diritto è lo stesso tipo di sviluppo che abbiamo avuto noi. E’ possibile. Gli strumenti tecnici ci sono e tante tecnologie e pratiche produttive e commerciali che nel passato dovevano essere inventate, oggi esistono. Perché possano essere estese a chi non vi ha accesso, però, occorre che quei paesi si diano istituzioni compatibili col mercato: che tutelino la proprietà privata, il contratto, la libertà di spostamento delle persone, delle merci e dei capitali. Ma serve anche che i paesi occidentali non impediscano, col loro protezionismo e con le loro politiche, queste evoluzioni. Serve che noi non cannoneggiamo persone e merci coi cannoni immateriali delle restrizioni alle importazioni e all’immigrazione, col nostro protezionismo dei beni e degli individui. Il protezionismo fa male a chi ne è la vittima e fa male a chi lo pratica; ma è assolutamente inaccettabile quando implica gettare a mare le speranze e il futuro di individui che non hanno avuto la fortuna, come noi, di nascere qui. Questo protezionismo a volte si maschera sotto il mantello falso delle politiche ambientali. Le nostre politiche ambientali, nella maggior parte dei casi, non proteggono l’ambiente ma perseguono un’agenda politica ed economica; tutelano voti e interessi. A scapito nostro e soprattutto a scapito di quel 1,3 miliardi di persone che non hanno l’elettricità e che vivono asfissiati in case, se così vogliamo chiamarle, dove la morte cammina nei fumi che esalano da stufe e cucine rudimentali oppure arriva silenziosa come la zanzara anofele, portatrice della malaria. Bruce Yandle, in questo bellissimo paper pubblicato dal Perc per il Giorno della Terra, spiega cosa non ha funzionato e cosa bisogna cambiare per far funzionare le cose.

Per tutte queste ragioni, noi dell’Ibl il Giorno della Terra non lo festeggiamo. Non festeggiamo idee sbagliate che confondono la patologia coi suoi sintomi, e pretendono di combattere il capitalismo con la povertà, anziché il contrario, nascondendosi dietro foglie di fico “ecologiche” tra virgolette. Non festeggiamo il Giorno della Terra perché troppe persone non lo potrebbero festeggiare neanche se volessero. Continuiamo e continueremo a promuovere quelle idee e quelle riforme che possono rendere la Terra un pianeta migliore, più ospitale e più ricco.

32 Responses

  1. claudio p

    Gli intellettuali e gli opinion-maker ambientalisti non si rendono conto che esistono e sono così nimerosi solo in quanto “prodotti” dei protezionisti che li sponsorizzano, li alimentano e li fanno prolificare.
    Bravo Carlo!

  2. BitaGmr

    D accordo a non festeggiare …. E questo Suo articolo i ns sindacati dovrebbero impararlo a memoria… Loro domanni festeggeranno e poi….faranno sciopero… Mi vengono in mente i polli di Renzo dei promessi sposi

  3. Filippo

    Forse siamo cresciuti con una cultura local in Italia. Ma adesso che il Mondo è aperto a tutti e sotto gli occhi di tutti grazie ad Internet ( che casualmente fu inventato negli anni 70 ) dobbiamo iniziare a pensarlain questa maniera: non festeggiarlo ma combattere ogni cosa che potrebbe coinvolgerci direttamente che visto la globalizzazione e il suo processo avido e assetato di potere ci coinvolgerà in tempi e modalità diversi.

    bravo Dott.Giannino!!

  4. Ma che ambientalisti, questi sono gli eredi del comunismo e dell’economia pianificata. Ma chi voglionon prendere per i fondelli? Che se ne andassero nei paesi dove vige il regime che ci vogliono imporre, a vedere come stanno bene la terra ed i suoi abitanti. Un simile livello di ipocrisia e- difficile raggiungerlo.

  5. ALESSIO DI MICHELE

    Mi piacerebbe sapere qual è la posizione del Bruno Leoni riguardo alla prevenzione delle nascite. Spero in una risposta. Grazie.

  6. Francesco P

    Lucidissima ed inconfutabile analisi. Se dovessimo dare retta ai cosiddetti ambientalisti dovremmo privarci delle fonti energetiche e condurre una vita preindustriale come gli Amish.

    Nonostante il mio severo giudizio sui verdi, riconosco che ci sono moltissimi ambiti in cui dobbiamo intervenire con risolutezza al fine di non modificare i delicati equilibri dei cicli su cui si basa la vita. In testa alle priorità è la corretta gestione delle immondizie e della plastica tramite termovalorizzazione o pirolisi. Inoltre consiglio una ricerca con google per “great pacific garbage patch”. Quanta energia residua dispersa e quanta sporcizia negli oceani! Ricordiamoci sempre che gli oceani sono è il principale regolatore del ciclo della CO2, di quello delle temperature e della pioggia.

    Gli ecologisti evitano accuratamente di occuparsi di soluzioni reali ai problemi; accusare e disinformare è facile, costruire costa fatica e richiede di sporcarsi le mani. Non fa per i nobili cortigiani!

  7. alessandro

    Come sempre se ne fa una questione ideologica, “i verdi” “gli ambientalisti”, invece di guardare i singoli problemi…per semplicità, per ignoranza, si cerca di mettere tutto nello stesso calderone, in modo che ci sia un “nero” ed un “bianco”, un “giusto” ed uno “sbagliato”.
    Ecco così che si mette tutto nella lista dello sbagliato: i verdi, l’ecologia, l’anti progresso.

    Dall’altra parte c’è il giusto (almeno per i “seguaci” di Giannino, che io ascolto sempre su radio24 anche se ho alcune idee diverse dalle sue ed altre che condivido): il nucleare, gli inceneritori, i rigassificatori, ecc…ecc…

    La realtà è che tante cose possono essere giuste (per esempio io sono a favore degli inceneritori) e altre sbagliate (il nucleare è una delle forme energetiche più sovvenzionate di tutti i tempi).

    Ma spesso avere una opinione varia, che va in profondità delle cose, della parte tecnico-scientifica di ogni singola “issue” è molto più difficile….

    Meglio mettere tutto nello stesso calderone e autoconvincersi di far parte dei “giusti” contro gli “altri”.

  8. Andrea

    Articolo deprimente per levatura intellettuale fin dall’apertura, che divide il mondo in buoni e cattivi (in cui ovviamente la teoria “capitalistica”, che non si sa cosa sia, è in ogni caso la migliore, senza appelli di nessuna sorta e quella “ambientalista”,che non si sa altrettanto bene cosa sia, è il male) e che tralascia una serie di dati sull’effettivo statuto dello sviluppo avvenuto nel mondo (dati sulla popolazione che vive negli slums, sulla quota di persone che è passata dalla soglia minima di reddito a quella solamente di poco superiore nonostante crescita di Pil nazionale incredibile).
    Quello che non si comprende è che molte persone non criticano in toto il sistema capitalistico di libero mercato (sicuramente il migliore da adottare) ma vorrebbero poter esprimere e formulare giudizi e categorie utili a migliorare la situazione, fuori dalla rigida dicotomia “parere esperti insindacabile-chiacchiere da bar” che ormai impera nelle riflessioni economico-sociali.

  9. Roberto 51

    Caro Andrea,
    la ringrazio per averci ricordato quanto fossero bravi nell’analisi dei probelmi i cari, vecchi Carlo e Federico, anche se erano un po’ scarsi poi nell’indicarne le soluzioni, come scarsi sono tutti quelli che seguono un’ideologia o un dogma, abbandonando il sano pragmatismo.
    Quello che mi lascia perplesso nel leggere le sue affermazioni è la ferrea certezza, comune agli economisti di ogni tendenza, che la propria visione ideologica sia la soluzione ad ogni problema.
    Nello specifico mi sfugge il nesso tra la miseria che ancora affigge alcune parti del pianeta e i poveri verdi, che ormai non se li fila più nessuno?
    La miseria domina in paesi spesso ricchissimi, oppressi da regimi corrotti e inetti. Se da noi costruissimo una centrale nucleare in più allora in Sudan e in Somalia sparirebbero i profughi e la fame?

  10. vincenza

    basta debiti..basta sprechi di denaro pubblico…. chi spreca lo si faccia pagare di tasca propria…

  11. Andrea

    Caro Roberto 51,
    se lei è in grado di indicarmi in quale punto del mio intervento lei ha intravisto degli echi di Carlo e Federico gliene sarei molto grato. Ma soprattutto, lei non ha colto minimamente il punto delle mie affermazioni (non perché esse siano particolarmente brillanti, solo perché forse non ha prestato abbastanza attenzione, almeno credo: la ferrea certezza, propugnata dal redattore dell’articolo, è proprio ciò che metto in discussione, richiamando da una parte eventuali report che indichino proprio alcuni dei punti drammatici dello sviluppo mondiale degli ultimi vent’anni e dall’altra lo spazio per una discussione su questi temi capace di prescindere dal semplice “parere dell’esperto”.
    Last but not least, sul nesso da lei intravisto tra i verdi e la povertà non so cosa risponderle: non capisco dove lo abbia visto, ma da quello che ho capito non credo lei abbia intuito l’indirizzo del mio intervento.

  12. prinfar

    Scusatemi, ma non la vedo così rosea come descritto dall’ Autore dell’ articolo; basti citare che in varie parti del mondo (e la settimana scorsa anche dal nostro burattino nelle mani dei cosiddetti ‘Illuminati) si tenta di poter tacitare Internet molto più sbrigativamente, scavalcando alcune ‘Maestranze’ preposte a tal fine: il pensiero di Tizio non va, per cui decido di ELIMINARLO dalla rete! E qui ringrazio pubblicamente quelli di ‘Avaaz!’ che vigilano per le ingiustizie nel mondo, chiedendoci anche solo una semplice firma di adesione per fermarle!
    L’ Autore parla ancora di borghesia, quando tanti ostruzionismi ed insensibilità nascono proprio da tali persone! Solo oggi ho seguito una semplice trasmissione sulle auto dove quasi si declamava ‘al miracolo’ perchè una industria automobilistica ha messo in vendita un’ auto a idrogeno ad un costo pari ad un modello tradizionale: grande clamore per l’ ecologia e tutte le altre balle che ci fanno credere; fosse vero che le grandi industrie tenessero così tanto al pianeta, perchè non fanno uscire i modelli in cui il pieno si fa AD ACQUA, detta H20 per chi pensa ad un errore di battitura: già negli anni 90, lavorando in sperimentazione per una grossa industria automobilistica italiana, ho visto funzionare dei prototipi in cui il ‘pieno’ era costituito da semplice acqua, da cui si ricavava idrogeno e come fumi di scarico si emetteva ossigeno! Che forse tali categorie di autocostruttori non possano produrle sennò addio guadagni dei pochi Illuminati con le benzine, fonte principale di GUERRE e SOTTOSVILUPPO?
    O che non facciano uscire (se non qualche timidissimo tentativo ben riuscito) lavatrici ad ultrasuoni, tecnologia conosciuta da circa una quindicina d’anni? E no, sennò come farebbero a campare non solo i produttori di detersivi ed affini, ma anche tutte quelle ‘società’ collegate alla ‘PULIZIA’ sel pianeta!
    Signori, è giunto il momento di toglierci il paraocchi che ci hanno messo da decenni in mille modi diversi e cominciare non dico ad agire, ma almeno a pensare con la nostra testa!
    E mi scusi l’ Autore di questo articolo, ma mi sa di ennesimo paraocchi: come fa a vedere tutto così roseo di questi tempi? Nell’ ottobre 2012 sara uno di quelli che non capirà il nuovo inizio dell’ Umanità, capibile guardando su youtube certi filmati, avendo cura di togliersi prima il paraocchi! altro che cataclismi e sciagure varie: semplicemente sarà l’ inizio di una nuova era, dove certe lobby spariranno, anzi si autoestingueranno di fronte a probabili cambiamenti della materia: chiamatemi pure ‘pazzo’ ma la Storia spesso a dovuto poi dare ragione e scusarsi con questi ‘pazzi scateneti ed ignoranti’!
    Buona nuova Era a chi crede!
    Claudio F.

  13. Dado

    Boh? Sono tonto ma…
    Non condivido l’impostazione e la trattazione del problema, al di là del contenuto. Mi pare una posizione talmente radicale da risultare spero, solamente provocatoria. Il Male sed il Bene…insomma la realtà è un po’ più articolata.
    E poi che cosa intendiamo per capitalismo?
    La sopravvivenza della nostra specie richiede regole e norme non solo a livello nazionale, ma internazionale, cioè ha bisogno banalmente della Politica.
    Si potrebbero fare milioni di esempi: leggevo pochi minuti fa un articolo sulla pesca.
    Tantissime specie sono a rischio e con le tecnologie disponibili in pochi anni i mari sarebbero letteralmente svuotati; abbiamo dovuto creare regole, vincoli, pianificazione delle attività, accordi e la soluzione è ancora distribuita lontana.
    Le attività umane, tutte, possono realizzarsi in tanti modi diversi, la ricchezza prodotta può essere in altrettanti modi diversi; le organizzazione del lavoro, le parti sociali… le industrie possono essere tenute a trattare i rifiuti oppure liberarli nell’ambiente senza regole; si possono fare lavorare i bimbi…
    Onestamente, ma è un mio limite è evidente, mi sfugge il significato dell’articolo.
    La povertà nel mondo dipende dal fatto che il capitalismo sia frenato dagli ecologisti, dai comunisti (ma esistono ancora), dalla cupola, da Monti, da Giannino?
    I rapporti di forza tra grandi aree del mondo mi paiono più rilevanti di questi richiami ideologici che ascoltavo da bambino fare dai grandi…ma allora c’era ancora la tv in bianco e nero e la radio trasmetteva i secondi tempi delle partite con Ameri e Ciotti…ne è passato di tempo.

    Saluti

  14. claudio p

    @alessandro
    Le previsioni catastrofiche che che hanno messo il progresso industriale e l’aumento demografico in rotta di collisione con i delicati equilibri naturali, finora sono state disattese, con disappunto di scienziati ciarlatani e giornalisti futurologi, i quali, pur avendo guadagnato fama e denari vendendo libri e facendosi intervistare nelle tv di tutto il mondo, non hanno mai dovuto render conto delle loro menzognere profezie.
    Che fine hanno fatto le apocalittiche carestie dovute all’esplosione demografica che tanto si temevano negli anni ’60? Che fine ha fatto l’imminente esaurimento delle risorse del pianeta che teneva banco negli anni ’70? E le pandemie di AIDS e Ebola che avrebbero decimato la razza umana di cui non si smetteva di parlare negli anni ’80? Le piogge acide e il buco nell’ozono degli anni ’90?
    A quanto pare adesso è il momento di colpevolizzare il progresso industriale per le oscillazioni del clima: poco importa che le oscillazioni climatiche del pianeta, a volte repentine e drammatiche, esistano da quattro miliardi di anni e che l’industrializzazione abbia una storia 200 milioni di volte più breve.

    Qui non è questione di visioni manichee, né di essere a favore dei rigassificatori, qui è questione di informazioni alterate, scorrette, sensazionalistiche e faziose che alterando il senso delle proporzioni manipolano costantemente l’opinione pubblica.

  15. claudio p

    @Roberto 51
    Che l’umanità rinunci per sempre all’energia nucleare in base al principio di precauzione è impossibile, tra l’altro se l’uomo avesse ragionato così nei tempi in cui s’imparava ad addomesticare il fuoco saremmo ancora in età paleolitica.
    Se per assurdo l’energia nucleare fosse definitivamente cancellata dalle opzioni possibili, la lotta per l’accaparramento delle risorse petrolifere rimanenti diventerebbe sempre più efferata e finirebbe col coinvolgere tutte le regioni in cui si estrae il potorio, non solo il Sudan quindi.
    Analogamente in Somalia i ribelli jiadisti sono sponsorizzati dai produttori di petrolio arabi e africani, se non ci fossero quei soldi quella guerra “morirebbe di fame”.
    Ci sarebbe molto da aggiungere ma mi sono limitato al suo esempio specifico…

  16. ALESSIO DI MICHELE

    Quando si parla di liberismo e dintorni, ahimè, si cade molto spesso in un peccato di ottimismo sulle magnifiche sorti e progressive dell’ umanità, variamente minacciate da keynesiani, ambientalisti, vegetariani, … Io rimango convinto che il liberismo anche da solo ed il capitalismo, quando viaggia insieme al primo, facciano solo del bene all’ umanità; ma bisogna che tutti usciamo dal mito del buon selvaggio naturalmente hayekiano ma vilmente coartato dalle burocrazie, per entrare nella realtà delle grandi masse, soprattutto quelle sottosviluppate. Quelle masse che disdegnano il risparmio energetico, abrorrendo il gpl sulla macchina anche quando diventa (mia esperienza ripetibile) un investimento che rende il 38 % esente l’ anno, che pontificano di rinnovabili sbagliandosi in continuazione tra kw e kwh, che disdegnano la contraccezione, anche quando, conti alla mano, una scatola di Triminulet costa meno di 2 biglietti al cinema e permette di divertirsi molto di più e per un mese, che stuprano vergini per guarire dall’ aids (comune in Africa nera), che mandano mamme e zie a massacrare tra le gambe figlie novenni, che trovano i soldi per le armi ma non per comprare i profilattici, …; e potrei continuare. Cioè finchè non ci renderemo conto che il liberismo è controintuitivo quanto la teoria della relatività e la meccanica quantistica, faremo solo il circolo iniziatico per misesiani che si applaudono da soli.

  17. Alessandra

    Trascurando i molti borghesi radical chic che “festeggiano” il giorno della terra, io l’ho celebrato scambiando riflessioni e suggerimenti su uno stile di vita più eco-compatibile o eco-sostenibile con amici tramite social-network e di persona. Il giorno della terra non è una festa (come non dovrebbe esserlo l’8 marzo, che potrebbe utilmente rimanere come una giornata particolare per ricordare e riflettere sui problemi della condizione femminile nel Mondo e non una delle tante ricorrenze create ad hoc dal capitalismo per vendere mimose e cene al ristorante) bensì occasione di pensare ai danni che causiamo con le nostre abitudini.
    Nulla quindi contro il capitalismo in generale, ma contro quel capitalismo degenerato che spinge a consumare senza sosta beni costruiti ed ideati appositamente per costringerci in un modo o nell’altro a consumare di più (mi riferisco in particolare a quella che viene chiamata “obsolescenza programmata”).
    Relativamente all’iniquità nei confronti dei Paesi poveri, non si tratta di impedirne il loro sviluppo quanto ridurre i nostri consumi più dannosi per l’ambiente e promuovere in quei Paesi un approccio meno consumista.

  18. claudio p

    @prinfar
    Per sapere se è vero che gli Illuminati ci nascondono che le automobili possono funzionare anche ad acqua un modo c’è: perché non prova a fare il pieno di acqua nella sua macchina?

  19. Andrea

    @Roberto 51
    Si si, scusi se non le ho risposto, avevo visto il suo “errata corrige”.
    Del resto, leggendo il suo precedente commento mi era sembrato di essere abbastanza in linea con i suoi convincimenti, e per questo mi sorprendevo ancora di più del suo “attacco”.
    Buona serata

  20. @claudio p
    Di tante castronerie che uno è ancora libero dipronunciare, questa è una delle migliori: mi fa venire in mente il detto di San Tommaso apostolo (non crede se non ficca il naso)! Pensavo fosse chiaro che il motore è diverso (ma non più di tanto) di quello ad idrocarburi!
    Per essere chiaro verso gli scettici, l’azienda è la F..T, reparto sperimentazione automotive di Torino Mirafiori, ma ultimamente mi risulta che quasi tutte le grandi case automobilistiche abbiano già prototipi funzionanti, ma non insisto, mentre, ripeto, alla F..T di Torino lo ho visto DI PERSONA: prima di inserire certe idiozie, dettate dalla non conoscenza di ciò che si commenta ed una buona dose di ottusità, sarebbe meglio informarsi sull’ argomento che si ‘attacca’! Legga partendo da qui ma faccia prima un bel ‘pieno di fosforo’ (la carne di pesce ne è particolarmente ricca!): dicono aiuti il cervello a ‘non ingripparsi’! https://www.google.it/#hl=it&gs_nf=1&cp=9&gs_id=14&xhr=t&q=motore+ad+acqua&pf=p&output=search&sclient=psy-ab&oq=motore+ad&aq=0&aqi=g4&aql=&gs_l=&pbx=1&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_qf.,cf.osb&fp=17210a1b997fcedb

    Claudio FARNESI (COSì NON RESTO ANONIMO)

  21. Ricardo

    @prinfar

    Con tutto il rispetto, prima di teorizzare improbabili cospirazioni globali, sarebbe utile approfondire qualche dettaglio sugli argomenti di cui si parla.

    Tanto per mettere qualche puntino sulle i: la tecnologia a cui tu fai presumibilmente riferimento è quella del motore a idrogeno. Ora, anche se l’idrogeno si ottiene dall’acqua, un motore a idrogeno è qualcosa di concettualmente e profondamente diverso da un fantasioso motore ad acqua.

    Chiamarlo “motore ad acqua” è fuorviante, in quanto dà l’illusione che l’acqua possa sostituire la benzina come fonte di energia (e sono sufficienti poche nozioni di fisica di base per sapere che questo purtroppo non è possibile).

    L’idrogeno infatti NON E’ una FONTE di energia (come lo è il petrolio), ma un VETTORE di energia (come l’elettricità). Più semplicemente: è necessario spendere dell’energia, ricavata da qualche altra fonte, per separare l’idrogeno dall’acqua.

    Il motore a idrogeno è una tecnologia ben conosciuta, di vetture ne esistono numerose (per esempio, tutti i mezzi di circolazione interna di alcuni aeroporti scandinavi vanno tutti a idrogeno), e numerose case automobilistiche hanno approntato dei prototipi di veicoli commerciali.

    Tecnicamente è una realtà, in pratica è più complesso. Anche ipotizzando il caso ideale, quello di ricavare idrogeno da energia solare, la tecnologia ha numerosi problemi, sia di efficienza che di sicurezza, per non parlare della complessità e mole di investimenti e di infrastruttura che sarebbero necessari prima che l’automobile a idrogeno possa diventare commercialmente fattibile.

  22. liberal

    I propugnatori del liberismo e quindi della turbo finanza “mordi e fuggi” , non festeggiano la Giornata della Terra, finchè ci sarà gente che non ha possibilità di avere i nostri stessi vantaggi?
    I “borghesi” scarteranno i cioccolatini pensando ai problemi della Terra e al capitalismo che tutto distrugge?

    Ma questo è un articolo che neppure un Leghista, populista e cafone, del profondo Nord avrebbe mai scritto!
    I radical chic tanto odiati dai Leghisti e pidiellini, fieri del loro mangiare “carne cruda” al fuoco come i Celti (chiediamo scusa al fiero popolo celtico) sono il vero problema del Mondo. Ipocriti naturalmente e per salvare la Terra, anche egoisti.

    Quando si parla di capitalismo, egregio dr.Stagnaro, si deve precisare di cosa parliamo, perchè ci sono infinite forme di capitalismo e non tutte foriere di progresso.

    Esempio lampante oggi : Brunello Cucinelli ha esordito in Borsa e per chi ha ascoltato le sue interviste è un personaggio che è l’antitesi di Berlusconi!
    Non è abbastanza capitalista? :-))))

    Uno è un Imprenditore che parla di sociale e di cultura e l’altro (vecchio per fortuna) è arrivato dove è arrivato, corrompendo perfino…..la mafia!! 🙂

    Mai letto un articolo così populista, fazioso e irritante..considerando che è scritto da
    un professionista della penna.

    …….ma ci faccia il piacere ci faccia !! (grande, indimenticabile De Curtis)

  23. Io sono spesso d’accordo con quello che qui si scrive ma quando devo constatare che, purtroppo, esistono ancora le ideologie, il muro contro muro, nel 2012, mi cadono le braccia.
    Il capitalismo sarà anche il modo di sviluppo migliore ma non fare nemmeno una piccola critica secondo me è da ipocriti. Un amico che lavora in Cina mi racconta che conosce prostitute che si vendono… Sapete per fare cosa? Per mettersi in fila alle 4 di mattina per accapparrarsi a suon di botte e spintoni uno dei primi iPhone ultimo modello. Non condannare questo lato del capitalismo secondo me significa non capire che di questo passo saremo tutti ricchi e infelici, per poi diventare poveri e infelici quando ci troveremo di fronte al fatto che la crescita infinita è una utopia.
    Io non so quale sia la soluzione, penso che noi ci dovremmo fermare (stop crescita sfrenata) accettando il fatto che siamo già ricchi abbastanza, e consentire agli altri paesi di divenirlo, ma in modo equo e sostenibile. Pura utopia anche questa, temo.

  24. prinfar

    @Ricardo in effetti, snando a riveere vecchi appunti e foto dell’epoca, si trattava-tratta di motore a idogeno da una parte e sperimentazioni collegate a tale motore per ricavarsi l’ idrogeno da semplice acqua (scoglio grosso da superare, anche se vidi e mi spiegarono alcuni ‘prototipi da sviluppare’.
    PER RUBBIKONDO E CLAUDIO P.: NON MI FUMO NIENTE, MA MI RENDO CONTO CHE SPESSO LA SBRUFFONERIA VA A BRACCETTO CON L’ IGNORANZA: NON CAPIAMO PERCHE’ SIAMO LIMITATI PER CUI E’ MEGLIO ATTACCARE SFOTTENDO, CHE INDAGARE SULLA PROPRIA NON CONOCENZA (=IGNORANZA) CHI MAGARI PARLA A RAGION VEDUTA, PICCOLI E MISERI OMINIDI IGNORANTI DALLA MENTE LIMITATA ALL’ OVVIO! LA FUMATA FATTELA TU, COSI’ O VEDI MEGLIO COME STANNO LE COSE O PERLOMENO VIVI FELICE NEL TUO PICCOLO MONDO ANTICO!

  25. prinfar

    @Ricardo
    Sulle cospirazioni mondiali, specie da un gruppo ristretto di banche e regimi di informazione in Rete ci ono vari fatti con prove dimostrati! Non farti soggiogare anche tu dal paraocchi che tentano di metterci e leggi bene ‘tra le righe’: troverai un filo comune proveniente da più poteri od istituzioni internazionali! E e arriverai ad un certo punto di’ conoscenza’ scoprirai il perchè siamo piazzati come in questo momento, ma anche come venirne fuori dalla fine dell’ anno! Poi lasciamo che ci credano pure ‘fumatori’: sediamoci sulla riva el fiume ed aspettiamo: quante false convinzioni e malpensanti vedremo galleggiare trascinati alla corrente!…

  26. Carlo Asili

    “In questi decenni il mondo è diventato più benestante, ha raggiunto un tenore di vita migliore, e ha visto restringersi le diseguaglianze.

    Tutto ciò è merito del capitalismo e della crescita economica che esso ha reso possibile…”:

    Mai letta in vita mia menzogna più grande.

  27. Carlo Asili

    …Risibile, peraltro, che l’autore del post usi ancora il termine “borghesi”, con l’accezione negativa che le dava la sinistra che fu; tanto più che la borghesia è proprio la classe sociale che ha espresso il capitalismo tanto ammirato da Stagnaro, e che egli ha più volte elogiato nei suoi articoli.

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