7
Mar
2011

Patrimoniale straordinaria, la prognosi è infausta

La migliore definizione di cosa è una patrimoniale straordinaria l’ha fornita il professor Ugo Arrigo, proprio dai pixel di Chicago Blog, con una immagine terribilmente vivida:

Una persona si reca in banca per chiedere un fido. L’impiegato gli domanda: “Quali asset può dare in garanzia? L’appartamento del mio vicino

La proliferazione di proposte di manovre di finanza pubblica straordinaria sembra riflettere la presa di coscienza dell’esigenza di una discontinuità nella gestione dei conti pubblici.

Dal vizietto di Giuliano Amato, antico specialista di prelievi notturni, che oggi ha scoperto che, tosando gli italiani si potrebbe niente di meno che portare il rapporto debito-Pil dal 120 all’80 per cento (che resterebbe più alto di quello attuale della tanto vituperata Spagna), ai progetti per definizione “alti e nobili” di Walter Veltroni, passando per le tecnicalità equitative della super-Invim del professor Pellegrino Capaldo, si tratta in realtà della riproposizione, sotto differente prosa, di manovre emergenziali che il paese ha già vissuto nei momenti più bui.

Ma appare difficile, malgrado le rassicurazioni del contrario fornite dal diretto interessato, evitare di attribuire la primogenitura intellettuale (almeno per questo ciclo della storia, che in Italia ripete ossessivamente se stessa) della proposta a questa frase del professor Marco Fortis, contenuta in un editoriale di alcune settimane fa, apparso sul Sole 24 Ore:

«Se anche volesse, la Grecia oggi non potrebbe nemmeno introdurre un’imposta patrimoniale per risanare i propri conti statali perché il patrimonio dei greci si è semplicemente dissolto e non c’è più nulla da tassare ma solo spesa pubblica da tagliare. L’Italia ha invece il più alto rapporto tra ricchezza finanziaria netta delle famiglie e Pil in Europa, di gran lunga davanti a Francia e Germania. Ma molti (anche in Italia) lo ignorano»

Anche quest’altra considerazione, dello stesso autore, appare non meno inquietante:

«L’unico cavaliere bianco che in ultima istanza può venire in soccorso ai governi è il sopracitato stock di ricchezza finanziaria netta delle famiglie»

Qualcuno può realisticamente invocare il travisamento, di fronte a quello che sembra un tentativo di suggerire la compensazione tra attivo e passivo? E peraltro, anche volendo riconoscere le migliori intenzioni, la realtà ci dice che i sottoscrittori non residenti posseggono circa la metà dello stock del nostro debito pubblico; e quindi se entrassero in sciopero, la robustezza della patrimonializzazione delle famiglie italiane sarebbe incapiente alla bisogna, almeno ragionando su base volontaria. L’Italia non è il Giappone, dove i residenti possiedono il 95 per cento dello stock di debito, mettiamoci il cuore in pace.

La fallacia di questa e di simili posizioni è nota: si tratta di un approccio patrimonialista e non reddituale, cioè fondato sulla crescita, come invece dovrebbe essere. Per avviare un circolo virtuoso in grado di piegare il rapporto debito-Pil servono avanzi primari strutturali (cioè la differenza tra entrate e spese al netto degli interessi) sorretti tuttavia dalla conditio sine qua non di un innalzamento del la crescita potenziale ed effettiva.

Sfortunatamente l’Italia, come dimostrano anche le ultime proiezioni del Fondo Monetario Internazionale, non riesce a schiodarsi da una non-crescita che si situa intorno all’1 per cento reale, ed indicativamente a circa il 2,5 – 3 per cento nominale. Sapendo che il costo medio nominale dello stock di debito pubblico del nostro paese è oggi vicino al 4,5 per cento, è evidente che siamo in presenza delle condizioni per una spirale di debito molto pericolosa. In queste circostanze, infatti, il saldo primario tende a diventare negativo, e deve essere riportato in attivo solo attraverso strette fiscali che deprimono ulteriormente la crescita, nella perdurante (e testata soprattutto nell’ultimo decennio) incapacità dei governi italiani a piegare la tendenza ascendente nel rapporto spesa pubblica-Pil.

Oggi, nel momento in cui la Banca centrale europea appare molto vicina ad avviare un ciclo restrittivo di politica monetaria, il nostro paese rischia di pagare a caro prezzo un aumento del costo al quale il nostro debito viene sottoscritto. E, data la nostra debole crescita, un aumento del costo del denaro appare destinato ad allargare il differenziale con il debito sovrano tedesco, in una spirale di rischio di credito che si autoalimenta.

Ecco perché, proseguendo su questa traiettoria fatta di non-crescita ed autocompiacimento quasi ideologico per il “modello Italia” (rappresentato dalla mistica del “noi ne usciremo meglio di altri”), la nostra impressione è che la prognosi resti infausta, e che nel nostro futuro vi sia effettivamente una patrimoniale straordinaria. A pensar male si fa peccato, ma in Italia ci si azzecca.

(Post basato sul mio intervento al convegno di Chicago-blog su “10 buoni motivi per dire no alla patrimoniale“)

16 Responses

  1. Piero

    dal bell’articolo di Stagnaro si evicence che la Patrimoniale manda in recessione il pil e quindi il rapporto debito/pil migliora meno del previsto…
    a questa giusta considerazione ho aggiunto la mia: “tutte” le manovre restrittive (taglio spesa/new tax/recupero elusione+evasione) che a partire dall’autunno i MERCATI ed i Tassi ci imporranno (e non la Bce o Maastrich come raccontato al popolino x dar la colpa agli Altri) manderanno in recessione il pil… l’alternaniva a non far nulla è l’uscita dall’Euro e la Ristrutturazione del Debito (Dilazione Rimborsi è Hair Cut Rendimenti anche già maturati) con cerino in mano ai Creditori (al 50% Italiani)..

    se avessi la bacchetta magica io preferirei agire su Taglio Spesa Clientelare (che però è solo un Sottoinsieme della spesa Improduttiva) + Recupero Evasione/Elusione…
    non introducendo New Tax…

    …..

    dopodichè nel post di Stagnaro si è sviluppato un discorso sulla Meritocrazia della Tassa Patrimoniale… copi&incollo qui sotto il mio parere su questo secondo punto…

    TASSA PATRIMONIALE = LIBERISMO MERITOCRATICO

    non c’è dubbio che sotto il profilo strettamente tecnico la Trasmissione Ereditaria dei Patrimoni è Anti-Meritocratica in quanto colui che la riceve potrebbe essere un Incapace (dato confermato Empiricamente dalle statistiche sui passaggi generazionali delle imprese padronali italiane… vedi i Figli di Papà)..

    quindi sempre da un punto di vista strettamente Liberistico coerenza vorrebbe che la Tassa Patrimoniale sia una Tassa Meritocratica nella misura in cui lo Stato la Re-Investisse in Pari oppurtunità di Accesso x i Poveri ma Meritevoli..

    e questo aspetto Meritorio della Patrimoniale rimarrebbe in buona parte vero anche considerando che è una Doppia Imposizione rispetto ai Redditi accumulati già tassati…
    Doppia Imposizione peraltro di fatto solo in parte applicata… xrchè è a tutti noto che i Grandi Patrimoni usufruiscono di Elusioni+Evasioni Fiscali di massiva entità..

    da rilevare infine che la Meritocratica Tassa Patrimoniale troverebbe di fatto un grosso ostacolo… i Grandi Patrimoni hanno notorariamente un grado di Mobilità elevatissimo e quindi il paese si impoverirebbe…

    non porrebbe invece problemi il fatto che il moderno capitalismo globalizzato necessita di Concentrazioni Economiche/Patrimoniali x raggiungere Economie di Scala, in quanto con la separazione tra Proprietà e Management delle Public Company è possibile teoricamente raggiungere elevato livelli di capitalizzazione anche senza grossi azionisti privati… anche se questo poi può provocare un iper-potere del Management che difatto diventa incontrollabile o persegue obj speculativi di breve a danno della solidità di lungo,

  2. La domanda da porsi e’ : quanto tempo abbiamo per mettere al sicuro i nostri soldi prima che lo Stato ci metta su le grinfie ?
    Se Berlusconi regge, forse un paio di anni, fino al 2013.
    E se Tremonti venisse messo alle strette dai mercati, forse anche meno.
    Certamente, se il Cavaliere cascasse e si facesse il governo delle ammucchiate, nel giro di qualche mese ci appiopperebbero la patrimoniale, nonostante le attuali penose smentite pre-elettorali dei leader politici.
    Ovviamente la gran parte dei bravi risparmiatori italiani resterebbe inchiappettata.
    Per quanto mi riguarda cominciero’ subito a liquidare i miei scarsi investimenti, a convertirli in banconote svizzere (non mi fido degli Euri stampati in Italia !) e a nasconderle sotto il (metaforico) materasso.
    In attesa della tempesta che sicuramente arrivera’.

  3. Piero

    @Claudio Tolomeo

    1) anch’io ho comprato un pò di Franchi Svizzeri x fortuna prima che l’Euro crollasse, cmq attento xrchè banche applicano spread gigantesco

    2) Silviuccio tu speri rimanga su così non ti fregano con le tasse.. ma lui è come un Medico che Rinvia la Amara Inevitabile Cura x non far Arrabbiare il Paziente Elettore del Consenso… e così facendo più Rinvia più Aumenta la Cancrena (il Debito/Pil lasciato dal Duro Padoa era 104% oggi siamo al 120% come la Grecia.. questi sono i NUMERI)… e più avanza la Silenziosa Cancrena più Doloroso e Lungo sarà poi l’arto da Amputare..
    of course da parte dei Cattivi che verranno dopo.. ed il Popolino che non sà dirà: come si stava bene quando ci levavano l’ici sia ai poveri che ai ricchi 🙂

    3) è vero che i Mercati cinicamente speculano su un Moribondo, però ricorda che i Debiti al 120% se li è fatti da sè il Moribondo, non i Mercati, chi è causa del suo mal pianga sè stesso…

    Piero Copernico

  4. Filippo Biscarini

    @ Piero
    Sì, ma l’amara medicina non è la patrimoniale bensì il pareggio di bilancio (+ la crescita). Se il medico sbaglia e invece di dare la medicina prescrive il veleno, è meglio non prenderlo 🙂

  5. Piero

    @Filippo Biscarini

    la crescita non è una dolce medicina.. ma chiunque si occupa di macroeconomia ed è intelletualmente onesto sa che invece dal 2° semestre ri-inizierà la recessione..

    about pareggio bilancio ri-cito ciò che ho scritto sopra : “se avessi la bacchetta magica io preferirei agire su Taglio Spesa Clientelare (che però è solo un Sottoinsieme della spesa Improduttiva) + Recupero Evasione/Elusione…
    non introducendo New Tax…”

  6. l’ho già detto in modo molto confuso nel commento ad un altro articolo sempre sul tema della patrimoniale. La cosa più devastante sarebbe il messaggio psicologico che viene dato :
    – L’evasione fiscale non si riesce a combattere, l’inefficienza della pubblica amministrazione non si riesce a correggere, le spese clientelari non le vogliamo abbattere.-

    Per parlarne, senza questi effetti collaterali dovrebbero almeno fare dei gesti simbolici : abolire le circoscrizioni, unificare PRA e motorizzazione, abolire le province, dimezzare il numero dei parlamentari etc…

  7. Piero

    Roberto Bera :l’ho già detto in modo molto confuso nel commento ad un altro articolo sempre sul tema della patrimoniale. La cosa più devastante sarebbe il messaggio psicologico che viene dato :- L’evasione fiscale non si riesce a combattere, l’inefficienza della pubblica amministrazione non si riesce a correggere, le spese clientelari non le vogliamo abbattere.-
    Per parlarne, senza questi effetti collaterali dovrebbero almeno fare dei gesti simbolici : abolire le circoscrizioni, unificare PRA e motorizzazione, abolire le province, dimezzare il numero dei parlamentari etc…

    spesa genera consenso ed anche ultimi 2 anni è aumentata (dovevano tagliar provincie non l’han fatto)

    evasione+elusione+corruzione (vedi corte dei conti) generano consenso e son cresciute

    risultato = debito pubblico +16% nonostante non abbiamo dovuto salvar banche

    ne pessimismo ne ottimismo.. sono NUMERI..

    il MERCATO fra un pò di mesi vi COSTRINGERA’.. non importa come la pensate o come votate o cosa desiderate..

  8. antonio

    Il Presidente dell’azienda trasporti di Roma, a chi gli contestava l’assunzione di una vagonata di raccomandati, rispondeva “Io cerco solo di aiutare la gente”. E la gente poi vota questi amministratori. Al Nord come al Sud. A destra come a sinistra. Non sorprende se poi, con questi amministratori, lo Stato si ritrova indebitato fino al collo.

    Finchè gli Italiani non spezzeranno questa spirale non cambierà nulla.

    ps ho la massima stima di quanti si prodigano per il benessere del prossimo, purchè paghino di tasca loro. Reputo al contrario cialtronesco fare i generosi con i soldi della Comunità. E sarebbe ora che gli Italiani se ne rendessero conto.

  9. Filippo Biscarini

    @ Piero
    La crescita economica, “conditio sine qua non” per non fallire, non è indolore perché richiede riforme (professioni, pubblica amministrazione, politica, mercato del lavoro, scuola e università, imprese ecc …) alle quali c’è sempre qualcuno che si oppone.
    Spendere tanto quanto o meno di quello che si incassa (pareggio o leggero avanzo di bilancio) è l’altro pilastro per evitare la bancarotta: anche questo doloroso (tagli alla spesa corrente e/o inasprimento della tassazione ordinaria).
    Questo è ciò a cui il mercato e l’Europa probabilmente ci costringerà.
    Un prelievo fiscale straordinario (come la patrimoniale una tantum di cui si parla) sarebbe invece un suicidio. Io non sono un economista, ma ne conosco qui in Germania dove vivo e lavoro, ed i tedeschi guardano con stupore e timore ad una tale proposta (che sarebbe una dichiarazione pre-fallimentare, come dismettere il patrimonio pubblico). Le voci che ho raccolto dicono che la Germania forse chiederà agli eurosoci di spendere meno (vincolo al pareggio di bilancio in costituzione come loro), non di vendere l’argenteria.
    Ma di nuovo, non voglio addentrarmi in questioni di cui non sono molto competente, mi preme solo sottolineare come quella che viene prospettata quale soluzione -la patrimoniale- sia invece un clamoroso errore contabile, economico e politico.

  10. Piero

    Filippo Biscarini :@ PieroLa crescita economica, “conditio sine qua non” per non fallire, non è indolore perché richiede riforme (professioni, pubblica amministrazione, politica, mercato del lavoro, scuola e università, imprese ecc …) alle quali c’è sempre qualcuno che si oppone.Spendere tanto quanto o meno di quello che si incassa (pareggio o leggero avanzo di bilancio) è l’altro pilastro per evitare la bancarotta: anche questo doloroso (tagli alla spesa corrente e/o inasprimento della tassazione ordinaria).Questo è ciò a cui il mercato e l’Europa probabilmente ci costringerà.Un prelievo fiscale straordinario (come la patrimoniale una tantum di cui si parla) sarebbe invece un suicidio. Io non sono un economista, ma ne conosco qui in Germania dove vivo e lavoro, ed i tedeschi guardano con stupore e timore ad una tale proposta (che sarebbe una dichiarazione pre-fallimentare, come dismettere il patrimonio pubblico). Le voci che ho raccolto dicono che la Germania forse chiederà agli eurosoci di spendere meno (vincolo al pareggio di bilancio in costituzione come loro), non di vendere l’argenteria.Ma di nuovo, non voglio addentrarmi in questioni di cui non sono molto competente, mi preme solo sottolineare come quella che viene prospettata quale soluzione -la patrimoniale- sia invece un clamoroso errore contabile, economico e politico.

    …… tutto condivisibile… mi limito a ri-copiare ciò che ti scrissi nel 1° commento:

    la crescita è una dolce medicina.. ma chiunque si occupa di macroeconomia ed è intelletualmente onesto sa che invece dal 2° semestre ri-inizierà la recessione..

    about pareggio bilancio ri-cito ciò che ho scritto sopra : “se avessi la bacchetta magica io preferirei agire su Taglio Spesa Clientelare (che però è solo un Sottoinsieme della spesa Improduttiva) + Recupero Evasione/Elusione…
    NON introducendo New Tax…”

  11. Filippo Biscarini

    Messa così sembra però che la recessione sia un evento ineludibile e che non si possa fare nulla per contrastarla. E sembra anche che sia impossibile spendere meno e meglio o aumentare le entrate ordinarie. È come se un’azienda in difficoltà (o una famiglia) non pensasse a lavorare di più e meglio e a recuperare i crediti, e allo stesso tempo continuasse con lo stesso treno di spese di sempre.
    Tanto varrebbe fallire subito, invece di vender i macchinari, ipotecare i capannoni e rimandare la bancarotta di qualche mese (senza neanche più la possibilità di rimettersi in piedi, qualora ne venisse poi la voglia).
    Com’è allora che altri paesi, anche nella vecchia e stanca Europa, stanno invece riuscendo ad invertire la rotta?

  12. Piero

    @Filippo Biscarini

    confermo… a partire da prox autunno reinizierà prima lentamente poi velocemente recessione.. lo sanno tutti.. si tratta solo di vedere COME gestirla x non fallire con un danno che sarebbe il doppio…

  13. lo scimmione

    8 marzo 2011 a 13:37 | #8 Rispondi | Cita l’ho già detto in modo molto confuso nel commento ad un altro articolo sempre sul tema della patrimoniale. La cosa più devastante sarebbe il messaggio psicologico che viene dato :
    – L’evasione fiscale non si riesce a combattere, l’inefficienza della pubblica amministrazione non si riesce a correggere, le spese clientelari non le vogliamo abbattere.-

    Per parlarne, senza questi effetti collaterali dovrebbero almeno fare dei gesti simbolici : abolire le circoscrizioni, unificare PRA e motorizzazione, abolire le province, dimezzare il numero dei parlamentari etc…

    Pienamente d’accordo. L’abolizione di enti inutili non sarebbe, comunque, solo un gesto simbolico: produrrebbe una riduzione sensibile della spesa pubblica ed un aumento della produttività, con la soppressione di intralci all’intraprendere. Possiamo sperare nel Ministro Brunetta? Non potremo perdonare a questo governo di averci condotto alla patrimoniale quando vi sono vie da percorrere per risanare, e in modo duraturo, la finanza pubblica. Al punto in cui è l’attuale maggioranza – con le prospettive che abbiamo esaminato – non si tratta neppure di un atto di coraggio: scontenterebbero certo qualcuno, ma avrebbero l’approvazione del loro elettorato tradizionale. Se non daranno compimento al programma di snellimento dello Stato, in base al quale sono stati scelti, penso che molti di noi li “manderanno a casa”

  14. lo scimmione

    Chiedo scusa. Per un errore di digitazione,ho citato in modo maldestro l’intervento del Signor Roberto Bera dell’8 Marzo.

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