17
Feb
2010

Un’idea per il capitale delle “troppo grandi per fallire”

Ieri l’Ecofin ha respinto al mittente i bellicosi propositi obamiani sulle banche. L’Europa non condivide la linea Volcker, tornare a separare banche commerciali da banche d’investimento, proibendo alle prime di comportarsi come hedge fund e di utilizzare i fondi dei depositanti per il proprieary trading.  Era scontato, vista l’estemporanetà unilaterale dell’uscita del presidente USA, una mera reazione alla sconfitta in Massachussetts. Ma è anche giusto, secondo me, perché la storia non torna indietro ma va avanti, e dunque bisogna trovare soluzioni nuove a problemi nuovi. Ho appena letto di un’idea per l’appunto nuova, che non mi sembra male. Read More

16
Feb
2010

Ancora sulla crisi greca

Se la Grecia non fosse salvata dagli altri paesi europei, ossia se il suo debito pubblico – per 2/3 detenuto dall’estero – fosse completamente lasciato nelle mani della sua politica fiscale – si metterebbe alla prova – oltre alla tenuta di molte istituzioni finanziarie europee – il mercato dei Credit Default Swap – in sigla CDS. Questi sono dei contratti – diventati famosi ai tempi del salvataggio della AIG – che assicurano le obbligazioni in caso di insolvenza dell’emittente.

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16
Feb
2010

Dal Nimby al Nimto (Not in My Term of Office). Di Giovanni Galgano

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Giovanni Galgano.

Prendi un progetto che, come altri analoghi in pista, potrebbe svincolare l’Italia dalla spada di Damocle dell’approvvigionamento rigido di gas naturale attraverso i gasdotti, rendendo il mercato più libero e più competitivo. Sulla carta da 6 anni, non si vede ancora all’orizzonte alcun segnale di avvio dei lavori.  ERG e Shell avrebbero in animo di realizzare un rigassificatore nell’area industriale di Priolo, a un tiro di schioppo da Siracusa, in una zona a forte vocazione industriale e che sta trasformandosi da polo petrolchimico tout court a centro di produzione energetica multiforme. Quello di Ionio gas (la joint venture di ERG e Shell) è il classico esempio di opposizione territoriale ad un’infrastruttura energetica, un caso in cui fenomeno “Nimby” e opportunismo politico si mescolano per dar vita ad un incredibile quadro di ritardi, decisioni attese  e mancate, conflitti tra forze politiche locali, ricorsi alla giustizia amministrativa e referendum popolari più o meno attendibili. Il caso del rigassificatore siracusano può rappresentare un’ esemplare sintesi di tutto quanto emerge dal quinto rapporto  prodotto dall’Osservatorio Nimby Forum, che monitora e studia i casi di contestazione e opposizione territoriale ad impianti e infrastrutture su tutto il territorio nazionale e che oggi viene presentato a Roma da Aris.

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15
Feb
2010

Luci sempre più accese

Questo post vuole essere una risposta. I miei due interventi precedenti sull’iniziativa “M’illumino di meno” (qui e qui) hanno suscitato numerosi commenti, in buona parte critici, oltre che una vivace e sincera polemica di Michele Boldrin, anch’essa con lungo codazzo di commenti. Visto che il post di Michele, e la sua successiva risposta a un mio commento, mi sembra sostanzialmente raccogliere la maggior parte delle critiche rivolte anche da altri, e lo fa in modo più organico, cerco di argomentare meglio e più diffusamente il mio punto di vista a partire da quello.

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13
Feb
2010

Milano, Stelline: non sarebbe ora di privatizzare?

In queste ultime ore le cronache hanno più volte sottolineato come il presidente della Commissione Urbanistica del comune di Milano, Camillo Milko Pennisi (adesso in prigione, perché al centro di una vicenda di tangenti), sia anche amministratore delegato delle Stelline, un centro congresso di proprietà del Comune di Milano e utilizzato da molte realtà pubbliche o private. Si tratta infatti di un bel palazzo in cui si tengono convegni e dibattiti di ogni genere. Read More

13
Feb
2010

Grazie Guido

“Those who work must earn more than those who do not. I must be allowed to say that in Germany. Everything else is socialism” Guido Westerwelle German Vice-Chancellor.

Neanche a farlo apposta avevamo lambito i confini dell’argomento proprio la scorsa settimana. Nel frattempo un ottimo reportage della Wirtschaftswoche ha contribuito a far luce sull’iniquità del sussidio Hartz IV. Chi non lavora riceve più di chi lavora. Questa la sintesi. I sindacati e l’SPD sostengono che il problema risieda altrove, ovvero proprio in quei lavori scarsamente qualificati, a loro giudizio “sottopagati”. La soluzione a loro avviso è molto semplice: basta alzarli. E il “gioco economico” è fatto. Il sospetto che non sia la produttività ad essere determinata dai salari, ma i salari dalla produttività, che il sommerso possa aumentare, tornando o anche superando il 17% del Pil (livello più alto raggiunto nel 2003) e le aziende fuggire nei paesi vicini non li sfiora minimamente. La battuta del leader dell’FDP (sulla falsariga dello slogan scelto per la campagna elettorale: “Lavorare deve di nuovo valer la pena”) si lega alla recente sentenza della Corte Costituzionale di Karlsruhe, che ha giudicato incompatibile con la Legge fondamentale il metodo contabile di fissazione del sussidio sociale Hartz IV. Benché non vi sia stato alcun accenno all’opportunità di aumentare il contributo, la percezione che l’opinione pubblica ha avuto della decisione è che le aliquote Hartz IV vadano generosamente corrette verso l’alto. La discussione nella già traballante coalizione giallo-nera si è così infiammata. Staremo a vedere. In un paese in cui molti bambini, interrogati sul proprio futuro lavorativo, rispondono: “Ich will hartzen” (ovvero, “voglio hartzeggiare”), l’uscita di Westerwelle, dalla quale la Merkel ha prontamente preso le distanze, ci è parsa persino troppo morbida.