16
Ott
2020

L’insularità in costituzione – un’azione politica “forte” per lo sviluppo della Sardegna

Umberto Ticca (consigliere dei Riformatori sardi presso il Comune di Cagliari) replica all’articolo di Carlo Sanna, “Il paradosso dell’insularità in Costituzione. Una breve storia (assai triste) che riguarda la Sardegna e il suo futuro.

L’iniziativa “l’Insularità in costituzione” promossa dai Riformatori, è bene ricordarlo, ha conseguito, attraverso l’operato di un comitato presieduto e animato da Roberto Frongia e da Antonietta Mongiu, il risultato, straordinario, di vedere convergere su una azione essenzialmente politica una vastissima parte della rappresentanza politica ed istituzionale della regione con una elevata partecipazione popolare; non è poco in questi tempi di frequenti divisioni politiche, aprioristiche e strumentali o, secondo alcuni (altri), per il persistere dell’assenza di una visione condivisa “del bene comune” come caratteristica antropologica della comunità isolana.

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15
Ott
2020

Facciamo luce sul conviventismo: una replica ad Andrea Macciò

Le piccole e grandi limitazioni al modo in cui viviamo sono sempre una fonte di (in)sofferenza, tanto più quanto si protraggono nel tempo e tanto più quanto incerta è la situazione che li giustifica.

C’è un sentimento di “ingiustizia” latente nelle compressioni delle libertà magari di minor profondità ma di maggior impatto sulla quotidianità, come ad esempio l’uso della mascherina.

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15
Ott
2020

Il conviventismo

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Andrea Macciò.

L’articolo 2 della Costituzione italiana “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. L’articolo 3 riconosce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Al momento di legiferare sulle Unioni Civili, nel 2016, il governo guidato da Matteo Renzi considerò la coppia omosessuale una “formazione sociale” nel quale si manifestava la personalità dell’individuo contraente l’unione.

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14
Ott
2020

Libertà ed uguaglianza: perché preferire la prima

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Amedeo Gasparini

Il dibattito politico del Novecento si è essenzialmente basato sulla dicotomia tra libertà e uguaglianza. Sono questi due concetti la polpa ideologica degli schemi sociopolitici che si contrapposero dall’inizio alla fine del secolo scorso. Dalla società libera pre-totalitaria degli anni Dieci e Venti si passò a quella ugualitaria e collettivista degli anni Trenta e Quaranta; poi alla divisione dei blocchi ideologici fino al 1989.

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8
Ott
2020

Il tandem Churchill-Orwell tra totalitarismo e libertà

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Amedeo Gasparini

Siamo sempre meno abituati ad osservare quanto due individui appartenenti a ideologie e partiti diversi possano trovarsi d’accordo su elementi essenziali per l’essere umano e per l’orientamento della società. In un’epoca di conflitto ideologico lacerante e di supremazia demagogica, dove anche la realtà viene scassata dalla volgarità delle menzogne e dell’opportunismo politico, occorre ricordare che sono le somiglianze sulle questioni importanti, piuttosto che le differenze gonfiate ad arte da alcuni agitatori politici sulle questioni marginali, che andrebbero evidenziate e corroborate. Winston Churchill e George Orwell erano politicamente agli antipodi, ma questo non impediva loro di stimarsi e, soprattutto, di combattere, ciascuno alla sua maniera, per gli stessi valori e le medesime cause: da una parte l’impegno contro i totalitarismi, dall’altra la fiera battaglia per affermare la libertà individuale.

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23
Set
2020

Ricerca e sviluppo per la cura dei tumori: da dove vengono e cosa dicono le buone notizie?

di Paolo Belardinelli e Serena Sileoni

Viviamo tempi in cui è difficile concentrare l’attenzione su una questione sanitaria che non sia legata al nuovo coronavirus, e se ne possono comprendere i motivi.

Eppure le vecchie malattie, molte non meno rilevanti, continuano a esistere e ad avere bisogno di cure, ed anzi è probabile che nei mesi successivi – proprio a causa del Covid-19, dovremo affrontare un loro incremento di incidenza. Tra queste, i tumori. Ogni anno, in Europa, circa 1,4 milioni di persone muore a causa del cancro, che è la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. In molti paesi sviluppati, come Francia, Olanda, Regno Unito e Danimarca, è già diventato la prima causa di morte. E questo sembra il trend che molti altri paesi, tra i quali il nostro, sono destinati a percorrere. L’incidenza del cancro sulla popolazione è infatti in aumento. Dal 1995 al 2018, siamo passati da 2,1 milioni di persone affette da cancro a 3,1 milioni, con tassi di mortalità anch’essi in aumento, da 1,2 milioni a 1,4 milioni di morti annui nello stesso periodo. 

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