27
Feb
2023

Superbonus: il governo tenga duro

Editoriale IBL, 21 febbraio 2023

Il Governo ha fatto bene a “bloccare gli effetti di una politica scellerata”, come ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti a margine della stretta sul superbonus. Dopo la revisione già introdotta in legge di bilancio, adesso l’esecutivo si appresta a porre uno stop alla cessione dei crediti fiscali e a impedire agli enti locali di acquistarli.

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26
Feb
2023

Sì, l’Italia tassa i carburanti molto più della media UE

Secondo Paolo Attivissimo, il grafico utilizzato dall’IBL nell’ambito della nostra campagna di approfondimento e comunicazione sui temi dell’inflazione “racconta balle”, perché mostra il livello della componente fiscale gravante sui carburanti in alcuni paesi europei in modo “deformato”.

Il grafico non nasconde in alcun modo le informazioni rilevanti. Anzi, le mette con grande evidenza: il cutoff (70 centesimi) è evidenziato con un carattere di dimensioni superiori a qualunque altra scritta; inoltre per ciascuna barra sono riportate le etichette col valore effettivo delle imposte. E’ proprio per questo che lo stesso Attivissimo ha potuto replicare il grafico con “tre secondi passati su LibreOffice”: altrimenti avrebbe dovuto cercare i dati precisi e, anziché tre secondi, ci avrebbe messo un po’ di più.

Il grafico contiene tutte le informazioni necessarie a essere compreso e le fornisce con la dovuta evidenza. Tant’è che, nelle migliaia di commenti che abbiamo ricevuto attraverso i diversi canali, seppure diversi si siano lamentati della scelta della scala, nessuno – ma davvero nessuno – ha pensato che le imposte italiane fossero dieci volte superiori a quelle spagnole. Prova che il grafico ha sortito l’effetto desiderato (mostrare lo squilibrio fiscale tra l’Italia e gli altri Stati membri dell’Ue) senza ingannare nessuno. Inoltre, il tweet incriminato non fa che rimandare a uno studio più ampio – lo Special Report IBL intitolato Modeste proposte contro l’inflazione – in cui la questione viene ovviamente analizzata in modo più approfondito.

D’altro canto, lo stesso grafico replicato da Attivissimo mostra come la differenza nel prelievo sia considerevole. E, a dirla tutta, forse neppure porre un cutoff a zero è, in questo caso, corretto: poiché a livello europeo è definito un livello minimo di accisa (per la benzina, 35,9 cent / litro più l’imposta sul valore aggiunto), se l’oggetto dell’approfondimento sono le scelte nazionali, è questa la base a cui fare riferimento. Questo semplicemente per dire che non c’è né inganno (i dati sono riportati in modo esaustivo e corretto) né malafede (il grafico è pienamente leggibile) ma una scelta (certamente arbitraria) legata agli obiettivi dell’approfondimento, i quali possono essere diversi e che possono giustificare, nelle rappresentazioni grafiche, il ricorso a cutoff diversi.

21
Feb
2023

Punto e a capo n. 4

5 news di tecnologia – Rubrica di Claudia Giulia Ferrauto

Aggiornate i software

L’Agenzia per la cybersecurity segnala il rilascio di aggiornamenti di sicurezza per prodotti Node.js –  Joomla! – Solarwinds –  Fortinet – CISCO –  Mozilla – Netgear –  Splunk –  GitLab – Schneider Electric – Citrix – Adobe – Microsoft – Siemens – SAP – Apple – Node.js. Il pdf con gli aggiornamenti si trova QUI.

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20
Feb
2023

Addio ad Aldo Canovari

Editoriale IBL, 14 febbraio 2023

I lettori sono ormai una razza in estinzione. Sappiamo bene che per molti, non solo i più giovani, è ormai anacronistico cercare in un libro cose da imparare e persino l’esperienza della letteratura. C’è stato un tempo nel quale gli scaffali delle librerie erano il vero campo di battaglia delle idee. In quegli anni, che hanno lasciato un’impronta indelebile sulla nostra identità collettiva, che è ancora lì anche ora che nessuno legge più, le idee per il libero mercato non erano nemmeno in partita. In un Paese di cinquanta milioni di abitanti, non c’erano dieci economisti “liberisti”. La stessa parola, “liberista”, era utilizzata come insulto all’interno di un Partito che aveva nel nome l’aggettivo “liberale”.

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15
Feb
2023

Il servizio sanitario e quelle soluzioni in lista d’attesa

Newsletter IBL, 11 febbraio 2023

L’attenzione mediatica e il dibattito pubblico seguono spesso logiche misteriose. Problemi nuovi che dovrebbero essere discussi non vengono neanche intravisti e problemi antichi vengono evocati come se fossero novità, sperando in questo modo di mitigare l’evidente e sempre più insopportabile disagio che essi procurano ai cittadini. È questo il caso delle liste d’attesa nel sistema sanitario. Il problema di per sé non è nuovo, ma è pur vero che la pandemia ne ha esasperato le condizioni (si veda la documentazione prodotta a riguardo da Cittadinanzattiva).

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13
Feb
2023

Concessioni balneari: un commento

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Lorenzo Imbasciati.

Ho letto con interesse e favore il recente studio dell’Istituto Bruno Leoni sul tema.

Il favore nasceva dalla speranza espressa dal titolo “una possibile via di uscita dall’attuale incertezza politica”.

La speranza però si è trasformata in delusione quando ho letto i modi con cui gli operatori possono evitare di essere esclusi dalle gare.

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13
Feb
2023

Autostrade: lo Stato è il peggior azionista

Editoriale IBL, 7 febbraio 2023

Quest’anno l’aumento dei pedaggi autostradali è arrivato più in sordina che in passato. A partire dal 1 gennaio è già scattato un incremento del 2 per cento, a cui seguirà un ulteriore scatto dell’1,34 per cento dal 1 luglio. La revisione riguarda in particolare le tratte di competenza di Autostrade per l’Italia, corrispondenti a circa la metà dell’intera rete autostradale italiana. Perché non si assiste alle consuete proteste, ora che Aspi è passata in mani pubbliche?

Gli aumenti derivano dall’applicazione delle regole esistenti, e più volte contestate, le quali – secondo i critici – garantiscono al concessionario una remunerazione eccessiva. Oltre alla troppa generosità con le revisioni dei pedaggi, il peccato originale starebbe nelle modalità di privatizzazione che furono congegnate in modo tale da massimizzare il gettito per lo Stato. Per molti anni si è imputato agli azionisti privati di aver catturato il regolatore ottenendo condizioni di ingiustificato vantaggio. A dire il vero, il settore è stato interessato da svariati interventi di riassetto nel corso del tempo, che hanno gradualmente portato verso un modello tariffario (a tendere) coerente con le sue caratteristiche.

Tuttavia, nella sua tormentata evoluzione c’è stata nell’ultimo anno una netta cesura. A partire dal crollo del Ponte Morandi i governi che si sono succeduti hanno fatto un enorme pressing affinché Aspi tornasse in mani pubbliche. E così è stato. Si disse, all’epoca: in questo modo si potrà finalmente mettere mano alla governance del settore. Purtroppo, siamo stati facili profeti quando abbiamo avvertito che il subentro della cordata guidata da Cassa depositi non solo non avrebbe facilitato una riforma, ma l’avrebbe anzi definitivamente archiviata.

L’unico frutto positivo del caos che si è scatenato dopo la tragedia di Genova sarebbe stato il tentativo di dare un assetto stabile al settore, preservando il principale beneficio della privatizzazione, cioè la dialettica tra regolatore e regolato. In tutti questi anni quello che è mancato è stato un regolatore sufficientemente forte. Ora che Aspi è pubblica, tale contrasto di interessi si è completamente atrofizzato; e la stessa sorte riguarda le altre concessionarie, molte delle quali già controllate da enti pubblici, mentre altre nazionalizzate silenziosamente (è questo il destino toccato in sorte al gruppo Toto, con la revoca della concessione dell’Autostrada dei parchi).

Se qualcuno si aspettava che ne sarebbero sortite condizioni favorevoli a una riforma, ha ottenuto la risposta. Rincari come prima, più di prima.