Lo Stato e il Marchese del Grillo
Come sotto l’albero di Natale, all’ombra della legislazione di fine anno si trovano sempre regalini di rara simpatia. Il problema è che i regalini del legislatore non si possono riciclare girandoli a qualcun altro.
Non si vuole parlare della degradante prassi dei decreti milleproroghe; non si vuole parlare dell’allucinante prassi delle leggi finanziarie (ora leggi di stabilità: cambia il nome, ma, chissà perché, non cambia la sostanza…), che sono tristi carovane nelle quali ogni parlamentare cerca di far salire qualche norma; non si vuole nemmeno parlare dei devastanti effetti che queste modalità di legislazione hanno provocato, provocano e provocheranno sul sistema delle fonti, ormai trasformato in un inestricabile guazzabuglio di grida e di norme manifesto. No, sono tutti argomenti che meritano approfondimenti specifici, ma che si ripetono con agghiacciante costanza: la mia attenzione, invece, è stata attratta da una normettina in materia di locazioni, dapprima introdotta dalla legge di conversione del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, cioè dalla legge 13 dicembre 2013, n. 137, e poi modificata dall’art. 2, comma 1, decreto legge 30 dicembre 2013 n. 151.