5
Gen
2014

I conti in tasca allo spread. Dibattito tra Palazzo Chigi e Oscar Giannino

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota di Palazzo Chigi in merito all’articolo di Oscar Giannino, comparso venerdì su LeoniBlog e sul quotidiano Il Mattino. In coda alla nota potete trovare la risposta di Giannino.

Caro Direttore,

solo poche righe di precisazione in merito a quanto pubblicato nell’articolo di Oscar Giannino. Confermiamo anzitutto che i primi risparmi dovuti al calo dello spread e dei tassi di interesse sono stimati per il 2013 in circa 5,3 miliardi di euro e non in 2,7 miliardi, cifra che Giannino ottiene confrontando erroneamente le stime 2013 con quelle del 2012.

Per calcolare il risparmio è necessario comparare la spesa in interessi prevista per il 2013 con quella effettiva a fine anno a tassi più bassi. Per una prima stima, in attesa dei dati definitivi, si può confrontare la previsione di spesa per interessi di 89,2 miliardi contenuta nella Nota di aggiornamento del DEF del settembre 2012 con la stima di 83,9 miliardi nella Nota di aggiornamento del DEF del settembre 2013, più vicina alla stima reale. Il risultato è 5,3 miliardi di spesa in meno grazie alla riduzione dei tassi.

In secondo luogo, Giannino sostiene che le previsioni dell’esecutivo, sottese alla legge di stabilità appena approvata, inglobino uno spread per il 2014 a quota 150. In realtà, tale livello di spread è previsto per il 2015 (v. Pag. 32 della nota di aggiornamento al DEF, Tav. IV. 2a) e, poiché le previsioni sono state effettuate ipotizzando un percorso graduale di riduzione, i livelli di spread lì indicati (200 punti base per il 2014, 150 per il 2015 e 100 dal 2016 in poi) sono stati prudentemente calcolati quali obiettivi di fine anno. Le ipotesi alla base della Legge di Stabilità esplicitamente dichiarate a pagina 5 della bozza inviata a Bruxelles lo scorso 15 ottobre (disponibile qui), prevedono un tasso di interesse medio annuo per il BTP decennale del 4,45%. Un risparmio consistente è dunque possibile per il 2014 se i tassi, oggi sotto il 4% per i BTP decennali, continueranno ad attestarsi su questo livello o, meglio, continueranno a scendere. Dipenderà dall’andamento dei tassi, dei conti pubblici, dalla crescita nel 2014 e non, come altri osservatori ancora paventano, dalla Germania o da misteriosi intrighi internazionali.

Dipenderà soprattutto da noi, ben coscienti che basta poco a perdere la fiducia che abbiamo riconquistato dal luglio 2011. Dipenderà dalla nostra volontà di fare le riforme per ridurre la spesa e rafforzare la crescita e soprattutto dalla nostra capacità di garantire continuità e affidabilità delle politiche.

Ufficio Stampa Palazzo Chigi

 

Risposta di Oscar Giannino

Ringrazio palazzo Chigi per la cortesia con la quale replica alle mie osservazioni. Lungi da me negare l’importanza della rafforzata fiducia dei mercati verso l’Italia, e delle riforme necessarie a consolidarla ulteriormente.

Vengo al primo punto, la stima dei 5 miliardi di risparmio in minori interessi pagati nel 2013 sul debito pubblico, grazie all’abbassamento dello spread sceso ora sotto quota 200. Palazzo Chigi ribadisce che la cifra corretta è 5 miliardi, desumendola dal raffronto tra le previsioni compiute a settembre 2012 dal governo Monti – 89,2 miliardi – e l’ultima stima avanzata dal governo attuale a settembre scorso – 83,9 miliardi. La differenza tra i due preventivi è di 5,3 miliardi. Ma a me sembra corretto che il lettore sappia che il risparmio “vero” non sarà tra i due preventivi, ma tra quanto effettivamente abbiamo speso nel 2012, e nel 2013. Nel consuntivo “reale” 2012 è lo stesso Ministero dell’Economia ad aver precisato che l’esborso effettivo per la finanza pubblica in interessi sul debito pubblico fu di 86,7 miliardi. Ergo se, come tutti speriamo, nel 2013 la cifra reale degli interessi confermerà le previsioni del governo Letta, 83,9 miliardi, avremo risparmiato poco più di 2,7 miliardi sul 2012, non 5. Vedremo sui consuntivi, dunque: è una questione di metodo, non di sottovalutazione del parole del presidente del Consiglio.

Sul secondo punto, le stime pluriennali di discesa dello spread comprese nei documenti del governo sulla cui base è redatta la legge di stabilità appena approvata, riconosco senza alcun problema la mia svista: la previsione di discesa a 150 punti è avanzata per il 2015 e non per il 2014. Ma il mio errore non cambia – purtroppo – la sostanza. Se, come riconosce palazzo Chigi, lo spread a 200 punti è già indicato come base previsionale incorporata nei conti del 2014, significa che non c’è alcun tesoretto imprevisto a cui mettere mano. Meglio: se la discesa proseguirà nell’anno, sapremo solo col tempo se vi saranno risparmi ulteriori. Cosa diversa dal prometterli oggi.

L’unico spirito a muoverci in questa puntigliosità è dare una mano a chi, al governo, deve preoccuparsi che la politica non creda di poter accendere nuova spesa contando su chissà quali nuovi margini. Tutto qui.

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8 Responses

  1. Coburn Lee

    Ed i 45 MILIARDI di € del fiscal compact dove li trova l’ufficio stampa di palazzo chigi ??!!

  2. paolo di leonardo

    Leggendo la nota al def si nota che per il 2016 ci si attende uno spread a 100. Magari sperano che per allora i tedeschi avranno conquistato l’Italia

  3. Lorenzo

    E’ vero, i mercati internazionali hanno fiducia in questi governi. Ma solo perchè ci tasseranno alla morte od alla rivoluzione (considerata improbabile da parte di italiani) pur di ripagare gli interessi sul debito.
    Letta ha appena dichiarato che le tasse stanno diminuendo.
    Contributi INPS artigiani e commercianti (si paga sul lordissimo e su quello che resta giù di IRPEF, IRAP, … e tasi).
    (Periodo –> Prima fascia di reddito –> Seconda fascia di reddito)
    2011 20,00% 21,00%
    2012 21,30% 22,30%
    2013 21,75% 23,75%
    2014 22,20% 24,00%
    2017 23,55% 24,00%
    dal 2018 24,00% 24,00%
    Quasi un quarto del reddito, anche se qualche cliente non paga, solo per l’INPS. Aumento del 1,3% nel 2012 (Monti) e del 1,35% nel 2013 (Letta). Tutto deciso da quel liberale di Monti, vero. Ma Letta afferma che le tasse sono ridotte ed il cuneo fiscale sarà ridotto.
    Io vedo invece un aumento. Non mi risulta che l’IRPEF sia diminuita, l’IMU è stata sostituita da qualcosa di più caro, se a qualcuno risulta che sia diminuita qualche altra tassa me lo faccia sapere. Io non me ne sono accoreto.
    Anzi ce ne sono già oltre cento. Se si vogliono davvero diminuire le tasse basta abbassare qualche aliquota. Quello a cui assistiamo è il gioco delle tre carte per non far vedere altri aumenti.

    Continuate a scoprire il gioco perchè questi non hanno senso della misura e stanno riprendnendo i suicidi di piccoli imprenditori.

  4. DDPP

    Scusate, vorrei fare una domanda su un argomento che non riesco a capire.
    Convengo che per poter fare confronti si devono trattare situazioni e cifre congruenti. Ma per quanto riguarda i valori economici che esprimono budget, forecast e actual i confronti sono fatti tra la precisione della previsione e via via l’evidenza della realtà- Se così non fosse sarebbe del tutto inutile perdere tempo a costruire modelli tendenzialmente predittivi.
    Sono colpito dalla differenza di interessi sul debito tra forecast a settembre 2012 (89,2 miliardi) e il valore a termine esercizio dicembre 2012 (86,7 miliardi), par a 2,5 miliardi di Euro.
    Può sembrare piccola cosa (!) una errata previsione di 2,5 su 89,2 miliardi, ma se ci si riflette sopra, diventa una montagna.
    Cerco di spiegarmi.
    Il calcolo degli interessi sulle emissioni sono sviluppate, ai fini del budget e dei forecast annuali, sulle nuove emissioni. Quelle vecchie sono già stabilite e consolidate. Da Settembre a dicembre 2012 sarà state rinnovato debito per (stock del debito = 100 / durata media 7 anni x 3 mesi) eccedendo il 4%.
    Cosa è avvenuto per giustificare che su quelle emissioni ci sia stato un errato calcolo previsionale pari al 100% del valore di emissione?
    Errore o malafede?

  5. Mario

    Sono sconcertato : xche ‘ un dibattito simile non è’ ripreso da nessun mezzo di informazione di massa ? Se nella mia azienda indicassi i risparmi sulle previsioni e non sui consuntivi saremmo già falliti .
    Diamo qualche scatolone di cartone anche ai ns tecnici del ministero !

  6. roberto

    Egregi, ma di cosa state parlando ,

    ancora una volta palazzo chigi o chi per loro in altre occasioni, si pronuncia solo su argomenti per i quali di sponda stanno traendo dei vantaggi.
    Non per merito loro ovviamente ma perchè tutti gli altri paesi iniziano a muoversi. Come previsto cercheranno di andare a rimorchio come sempre , senza aver fatto nessuna azione di riforma strutturale e sostanziale facendo magheggi sui numeri di bilancio, tanto non è punibile il falso !
    E fà anche ridere tirare fuori la rinnovata fiducia dei cittadini…ma per favore, poverini vivono in un mondo tutto loro !
    Caro Giannino , questa si chiama in comunicazione , spostamento del focus ed è una tecnica in cui gli americani la fanno da maestri, però da loro poi quando si scoprono gli artefatti le teste saltano. Noi no gli rispondiamo andadogli dietro.

    Saluti
    RG

  7. Piero

    1) i risparmi sullo spread non si calcolano confrontando budget (cioè fantasia) con consuntivi.. ma consuntivi con consuntivi (es. 2013 vs 2012).. sia in termini assoluti (che variano sia x il ontante di debito sia x i tassi) sia in termini di costo medio della provvista.. mi dispiace molto concordare con Oscar che di mkt fin non ci capisce quasi nulla.. ma x onestà intellettuale son costretto a dargli ragione..
    2) lo spread cala xrchè Dragone con ok sottobanco di Merkel (ma con l’opposizione della BundesBank) ha dato alla liquidità e promessa di ombrello ; e dipende anche dalle grandi banche d’affari internazionali (vero potere globale, altro che politicanti italiani e pure esteri) conviene far salire le borse.. cmq se a qualcuno piace tornar sull’ottovolante basta licenziare la QuasiTroika (Saccomanni/Bankitalia/Bce + Cottarelli/Fmi) e poi vedrete che, indipendentemente da pil deficit roforme ecc. ritorneranno ad attaccarci (lo stesso Napolitano, socio di Dragone, nel discorso di finte anno in pratica lo ha confermato)..
    3) quel tal nobilastro banchiere BiniSmaghi (incarognito xrchè le banche d’affari han messo Dragone al suo posto in Bce) ha detto chiaro e tondo che quello del 2011 non fu un normale panico di mkt vs Italia ma un piano scientifico x far fuori Silvione (famoso SemiMonopolista Liberale che un dì era molto quotato su sto sito) che voleva pure uscir dall’euro (oltre a far strani affari energetici con patriarchi esteri in logica anti-Usa e ovviamente pro-domo-sua ; oltre a voler nascondere agli italiani che dopo 10 anni da struzzi con testa sotto la sabbia era giunta l’ora di iniziar a pagare 40 anni di sperperi)..

  8. Gianfranco

    Ragazzi, capisco la stupore, ma cerchiamo di scrivere in italiano, per favore.
    Giannino e’ stato chiarissimo.
    Se paghiamo di piu’ e’ colpa della Merkel, se paghiamo di meno e’ merito del Governo.
    La cosa che sfugge, non sono i 5 miliardi o 10 risparmiati. Sono i 90 da pagare. Altro che focus shift.

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