15
Mag
2014

Mercato delle donazioni e cultura

Al preconsiglio dei ministri di questo pomeriggio verrà portato un nuovo decreto legge sulla cultura. Sono passati solo pochi mesi dalla conversione in legge del decreto Valore Cultura, e già si sta per intervenire su alcune sue norme: il progetto Grande Pompei, le erogazioni liberali, le agevolazioni per il cinema, il fondo di rotazione per le fondazioni liriche, ecc. Il filo rosso che lega i nuovi interventi è rappresentato dal tentativo di far affluire maggiori risorse per il settore: nuovi stanziamenti pubblici e revisioni delle agevolazioni fiscali.

In merito a queste ultime, è previsto, come si legge oggi sul Sole 24 Ore, che “chi aiuterà la cultura (beni pubblici, ma anche istituzioni e attività) con erogazioni liberali potrà detrarre il 65% nel 2014 e 2015. Il bonus scenderà al 50% nel 2016. Le detrazioni dovranno essere ripartite in tre rate annuali uguali, saranno limitate al triennio e l’importo annuo della detrazione non potrà superare il 20% del reddito del reddito complessivo del mecenate”.

Le agevolazioni fiscali rappresentano uno strumento fondamentale per stimolare il settore culturale. Esenzioni, deduzioni, detrazioni, ecc. sono tutti incentivi attraverso i quali è possibile incidere sui comportamenti delle persone. Gli obiettivi che ci si prefigge di ottenere attraverso queste misure sono essenzialmente due: risorse aggiuntive per la cultura provenienti dal settore privato, fare sì che sia un ampio e variegato numero di soggetti a decidere chi finanziare e per quale importo farlo.

Con queste nuove norme volute dal ministro Franceschini si superano e archiviano le facilitazioni per le donazioni fino a una soglia di 10.000 euro, approvate con il decreto Valore Cultura ma mai entrate in vigore – come spesso succede – per la mancanza del decreto attuativo.

Oggi, per le persone fisiche che effettuano erogazioni liberali nel settore culturale e artistico, è prevista una detrazione dall’Irpef del 19%. Mentre le erogazioni liberali da parte delle imprese sono interamente deducibili dal reddito. Ma le distinzioni da farsi sarebbero molte, dal momento che, ad esempio, le agevolazioni fiscali sono normate in maniera assai differente a seconda che il beneficiario sia una Onlus, una fondazione o associazione attiva nella tutela e valorizzazione dei beni culturali, un soggetto operante nello spettacolo, una fondazione musicale, oppure soggetti che svolgono attività di ricerca e di documentazione di rilevante valore culturale e artistico.

Le erogazioni liberali di imprese ed enti commerciali sono state pari a 28,5 milioni di euro nel 2012 (43,74% destinati a beni e attività culturali, 56,26% allo spettacolo), con un decremento dello 0,5% rispetto al 2011. Assai peggiore è stato il dato fatto registrare dalle donazioni provenienti da privati o da enti non commerciali: 6,8 milioni di euro, -37% rispetto al 2011 a favore di istituzioni del settore dei beni culturali (Fonte: Mibact, Minicifre della Cultura 2013).

Stimolare le erogazioni liberali appare dunque necessario: soprattutto per rendere sempre più incisivo l’intervento indiretto dello Stato, sperando in una contestuale e veloce contrazione di quello diretto (anche se, purtroppo, nel decreto Franceschini sono previsti nuovi stanziamenti come l’aumento della dotazione economica del fondo di rotazione per le fondazioni liriche). Ma accanto alla incentivazione delle donazioni delle persone fisiche attraverso uno sconto fiscale maggiore andrebbe anche individuato in maniera più certa quali soggetti abbiano diritto ad usufruire dei vantaggi fiscali.

Ad esempio, nel Regno Unito e negli Stati Uniti (paesi con una forte tradizione di intervento pubblico indiretto) vi è un sistema fatto di organizzazioni qualificate e riconosciute che possono beneficiare delle erogazioni liberali (le Charitable organizations). Nel Regno Unito, poi ,per le liberalità elargite a queste organizzazioni viene riconosciuta la deduzione integrale dal reddito imponibile (sia delle persone fisiche che delle imprese). Negli Stati Uniti la deduzione non può superare il 50% del reddito tassabile lordo. In Francia, infine, è riconosciuta una detrazione di imposta del 66% (fino a un massimo del 20% del reddito imponibile) per chi non è titolare di reddito di impresa, del 60% (fino a un massimo del 5 per mille del fatturato) per i titolari di reddito di impresa.

Le nuove disposizioni del governo avvicinano o allineano il nostro paese ai casi citati. L’auspicio è che da “bonus” temporanei si tramutino in misure strutturali.

1 Response

  1. giuseppe

    Mhh… Detraendo il 65% di una donazione gonfiata anche quattro o cinque volte – come spesso avviene per le sponsorizzazioni – l’Erario va davvero a rotoli. Ma lo sanno questi come funziona?

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