14
Apr
2011

La class action va in fumo

Il Tribunale di Roma ha giudicato inammissibile la class action presentata da tre fumatori, assistiti dal Codacons, contro Bat. Secondo l’associazione dei consumatori, la compagnia del tabacco avrebbe inserito circa 200 additivi alle sue sigarette allo scopo di aumentare la dipendenza dei fumatori. Tra gli additivi incriminati ci sarebbe il mentolo (!). Secondo i proponenti, se l’azione fosse andata avanti e avesse avuto esito positivo, fino a 3,5 milioni di fumatori dei marchi Bat avrebbero potuto spartirsi un tesoretto del valore di 10,5 miliardi di euro. Ma perché il procedimento si è fermato alla prima stazione? La risposta più semplice è che, per i magistrati, i fumatori non sono cretini. Evidentemente il Codacons la pensava diversamente.

Infatti,

è da escludere, sulla base degli studi e delle conoscenze scientifiche ormai consolidate, che la dipendenza da nicotina determini l’annullamento o la seria compromissione della volontà del fumatore nella forma di costrizione al consumo, tale da inibirgli in modo assoluto qualsiasi facoltà di scelta tra la continuazione del fumo e l’interruzione dello stesso.

Né gli effetti della nicotina, alla luce delle ricerche e dei risultati medici e scientifici, sono paragonabili alle droghe pesanti quali l’eroina o la cocaina e di tale influenza sulla volontà del fumatore da renderlo affatto incapace di smettere di fumare.

L’utilizzazione degli additivi trova ragion d’essere nell’intento di attribuire al prodotto un sapore specifico e tipizzato, come tale indispensabile perché la casa produttrice sia competitiva sul mercato. In altri termini detti additivi, della più vaia natura, riducono la durezza del fumo, la secchezza della bocca e della gola, donando una sfumatura particolare (anche dolce) al fumo, ma non hanno effetti assuefacenti né esplicano alcuna funzione ai fini dell’esaltazione del rapporto di dipendenza del fumatore alla nicotina.

In altre parole, i giudici ritengono che il fumatore non sia un drogato, nello stesso senso in cui lo è il cocainomane o l’eroinomane. A differenza di questi ultimi, il fumatore è padrone di sé: sa cosa fa, sa quali rischi corre (su questo punto torno tra un attimo), e ha i mezzi per smettere, qualora lo ritenga necessario. Inoltre, i prodotti da tabacco sono legali, seppure strettamente regolamentati sia in relazione al loro contenuto, sia in relazione alle modalità di vendita e pubblicizzazione (da qualche anno del tutto vietata). Dunque, è da escludere che il fumatore abbia fumato “a sua insaputa”, o perché indotto da sostanze misteriose con cui le malvagie multinazionali hanno condito il suo rotolino di carta ed erba.

In un certo senso, naturalmente, è vero che Bat (così come le altre compagnie) ha introdotto degli additivi per rendere più gradevole il sapore del fumo: ma denunciare questo comportamento sarebbe come prendersela con lo chef che, cucinando piatti troppo buoni, induce i clienti ad assumere troppo colesterolo! (Non dubito che vi sia qualcuno che lo pensa, quindi esplicito un disclaimer: è un paradosso, non un auspicio o un suggerimento). Ma le sostanze utilizzate, peraltro a loro volta legali e controllate, non hanno alcun effetto “stupefacente”, secondo i giudici, e in particolare non sono in grado di costringere il fumatore a fumare contro la sua volontà. E ci mancherebbe altro.

A questo si aggiunge un altro elemento: forse qualche decennio fa le cose potevano essere diverse, ma oggigiorno sicuramente tutti, fumatori e no, sono ampiamente consapevoli dei rischi del fumo. Nessuno crede che fumare “faccia bene”. Tutti quelli che accendono una sigaretta, un sigaro o una pipa sanno che, in questo modo, stanno aumentando la probabilità di contrarre una serie di patologie; e sanno che il rischio è proporzionale alla quantità delle sigarette consumate. Lo sappiamo perché ce l’hanno raccontato a scuola, in televisione, per strada, a teatro, sugli autobus, in casa, nostro figlio, nostro padre, nostra sorella, nostra madre (la mamma con particolare enfasi, ça va sans dire), i politici, i presentatori, i giornalisti, gli uomini di spettacolo, le donne di spettacolo, gli attori, le modelle, i fotografi, i medici, le infermiere, i bidelli, i vicini di tavolo al bar, i baristi, i libri, i giornali, i settimanali, i mensili, la pubblicità progresso, la pubblicità dei prodotti antitabacco, le serie tv, il cinema, i filantropi, i misantropi, internet, il segretario generale dell’Onu, il ministro della salute, il presidente del consiglio, la commissione europea, i cartoni animati, i pacchetti di sigarette, il tabaccaio, le confezioni di tabacco, i cartelli disseminati in qualunque locale cosiddetto pubblico, i brontolii dei non fumatori, le lamentele degli ex fumatori, le invidie dei futuri fumatori, eccetera, eccetera, eccetera.

Lo sappiamo a tal punto, e questo è importante anche ai fini della class action fortunatamente abortita, che tendiamo a sovrastimare i rischi del tabacco. Lo dimostra, per esempio, una certosina analisi di Kip Viscusi e Jahn Hakes, i quali hanno trovato che

Smokers and adults more generally overestimate the lung cancer risks of smoking and the mortality risks and life expectancy loss. Higher risk beliefs decrease the probability of starting to smoke and increase the probability of quitting among those who begin.

In altre parole, un fumatore nell’anno del Signore 2011 sa a che cosa va incontro. Cercare poi rivincita attraverso una class action è solo falsa coscienza del consumatore pentito, e bla-bla politico delle associazioni dei consumatori. Siete liberi di pensare che i fumatori siano dei fessi che corrono un rischio che voi non sareste mai disposti ad assumervi. Ma almeno non prendeteli per scemi.

25 Responses

  1. Piero

    la Class Action và in fumo perchè il Vostro amico Silvio, daccordo con la Marcegaglia, l’ha di fatto abbrogata mettendoci tanti paletti e lacciuoli…

    il mercato del lavoro dipendente privato (altra storia è x il pubblico) deve essere flessibile, e precario, x affrontare le sfide della competizione globale…

    le aziende e gli ordini professionali (tutelati da questo governo perchè ne sono il bacino elettorale) devono essere protetti…

    .. la chiamano politica economia… in realtà è solo politica delle lobby travestita..

  2. P. Tisbo

    @Piero
    3 cose

    1) Qua amici di Silvio non ce ne sono, vedi che hai sbagliato indirizzo. Se avessi letto qualcosa in più del titolo degli articoli del blog te ne saresti accorto anche tu.

    2) A proposito di leggere gli articoli e non solo il titoloç quello che hai scritto non ha nessuna relazione coll’argomento di questo post, che discute del fatto o meno che un fumatore possa essere considerato “incapace” a causa della sua dipendenza dal tabacco.

    3) Prima ancora di leggere gli articoli vai a farti una full immersion di grammatica italiana, non ti si può leggere.

  3. Piero

    @P. Tisbo

    ok x la grammatica…

    ma xrchè tu e gli altri liberisti di sto sito non vi lamentate della abolizione (di fatto) della class action ?

    eppure negli Usa, sempre portati ad esempio, c’è ed è molto forte..

  4. P. Tisbo :
    @Piero
    Perché non ha nulla a che vedere con l’economia e questo è un blog di economia.

    Concordo con te su tutto quello che hai scritto nei post ma su questa ultima frase no. Un paese libero in tutti i sensi ha un’economia più forte. Boicottare la class action in generale è un errore, renderla seria è positivo.

  5. Piero

    @P. Tisbo

    pensavo che la trasparenza del mercato… le sanzioni x le pratiche economiche scorrette.. che minano il capitale fiduciario…che distorcono la corretta allocazione delle risorse finanziarie.. che alterano la libera concorrenza.. che minano un giusto rapporto tra domanda ed offerta…

    pensavo che queste cose fossero economia….

    ed invece secondo te..
    una sentenza sul fumo è economia.. la struttura del mercato no…

    ti ringrazio x questa bella lezione di economia che mi hai impartito..
    professor Tisbo.. laureato in lettere.. bocciato senza appello in economia…

  6. luciano pontiroli

    @P. Tisbo
    Risposta off topic: non si capisce allora perché Stagnaro dovrebbe occuparsi di una class action su questo blog.
    In ogni caso, l’azione risarcitoria collettiva è un’istituto giuridico introdotto per intervenire sul mercato, pertanto un blog di economia è il luogo in cui parlarne: magari male, nel senso di rilevare i dubbi circa la sua efficacia e gli abusi ai quali si presta.
    Settimana scorsa partecipavo ad una discussione sulle prime esperienze in materia; accanto ai relatori accademici, intervenne anche un esponente di un’associazione di consumatori, alquanto critico sulla disciplina della class action italiana perché, a suo avviso, pensata per impedire alle associazioni di abusarne. Nell’occasione, invocando lo spirito di responsabilità sociale cui si atterrebbero le associazioni, contestò la loro propensione ad abusi.
    Pur concedendogli la buona fede, l’esempio addotto da Stagnaro va in senso contrario.

  7. aniram

    Tutto vero, verissimo. La legge non dovrebbe tutelare gli scemi. Concordo! Ma allora mi chiedo, perche condannare la Vanna Marchi per aver venduto sale contro il malocchio. Ora nell’anno del Signore che fu di pochi anni fa,di non credere alle stregonerie e al malocchio ce lo avevano gia detto piu volte tutti quelli menzionati nella lista dell’articolo Anch’io ogni anno mi faccio regalare un cornetto contro il malocchio. Ma non mi sogno di dire che chi lo ha venduto non ha detto che molto probabilmente non funzionerà.

  8. Famoso Iole

    @aniram
    se le multinazionali del tabacco pubblicizzassero il loro prodotto dicendo che cura il cancro il tuo parallelismo potrebbe stare in piedi.
    Ma il punto e’ che ovunque c’e’ scritto che fumare fa male, compresi i pacchetti a caratteri cubitali, e’ giusto a questo punto sostenere che chi fuma lo fa a suo rischio e pericolo, non vi e’ nessuna truffa in atto.

  9. Luciano Pontiroli

    @aniram
    Vale a dire, la legge dovrebbe disinteressarsi proprio di chi non è in grado di difendersi da sé. Magari riflettere un po’ prima di scrivere sarebbe opportuno.
    Si noti che Stagnaro non definiva scemi i fumatori, si limitava a contestare che per loro si possa parlare di dipendenza nello stesso senso dei tossicodipendenti.
    Resta un dubbio: il Tribunale ha dichiarato inammissibile la domanda o l’ha respinta nel merito? nessuno ha letto il provedimento?

  10. P. Tisbo

    @Piero
    No signori, non sono d’accordo. Non è la class action a intervenire sul mercato, ma la sentenza sulla stessa. Ma in cosa differisce una sentenza su una class action a una sentenza su risarcimento danni da parte di un singolo? L’unica differenza è che in una class action le spese legali vengono divise per piu persone, rendendola piu abbordabile economicamente. Non cambia i conti in tavola più di una sentenza “normale”.
    Infatti questo articolo parla della sentenza, non della procedura giuridica in sé.

  11. Ugo Pellegri

    Come al solito! Le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni.
    Questa volta però la Magistratura ha salvato il valore della class action, nata certamente non salvare i furbi che cercano di trarre vantaggio anche dai propri mali. Se una persona vuole fumare, drogarsi, avere rapporti senza protezione, suicidarsi, liberissimo ma, se proprio lo vuole fare, abbia la dignità di non richiedere alla comunità il risarcimento di un danno che si procurato da solo.

  12. aniram

    @Luciano
    Creduloni? Le suona meglio?
    Sulle dipendenze si sono spesi fiumi di studi, compresa quella da tabagismo, e tutti parlano di disturbi cognitivo-comportamentali. Ora, se anche credere nei numeri magici o negli amuleti è un disturbo comportamentale, e puo’ essere, che vogliamo fare? Vogliamo allora aprire una class action contro lo stato che ci ha innondato di lotteria varie pubblicizzando che possiamo vincere milioni, oppure contro i casino. La legge, deve interessarsi di quei casi dove le informazioni date ad un cittadino medio non sono sufficienti, sono date in malafede o sono nascoste nel mezzo di pagine e pagine. Quelli che sono i disturbi comportamentali vanno curati dai medici, altrimenti ci troveremmo quasi tutti ad iniziare una qualche sorta di azione legale. Un dubbio pero m i sorge casino, lotterie, sigarette………..tasse?
    La sentenza e pubblicata integralmente su http://www.carlorienzi.it

  13. André

    @Luciano Pontiroli
    Secondo me aniram ha riflettuto a sufficienza prima di scrivere – e infatti ha fatto un accostamento più che opportuno ed intelligente. Con la ‘sta storia delle leggi per soccorrere i più deboli (di mente e di tasca), giorno dopo giorno stiamo acconsentendo ad un’espansione senza precedenti dei poteri di enti ed istituzioni, tutto a discapito della libertà individuale di tutti noi.

    Il concetto alla base è sempre lo stesso. Il diritto/dovere del legislatore o di una qualsivoglia autorità ad intervenire per salvare chi sbaglia. Magari sono i fumatori, che – per il loro bene – vengono svenati da varie accise, tutte molto salutari in quanto limitano notoriamente il consumo delle diaboliche bionde. Magari invece sono i venditori di fumo a finire nel mirino – non sia mai che un venditore decanti i propri prodotti più del necessario. Vedi, caro Luciano, è una china molto pericolosa. Per due ragioni.

    La prima – è che si dà per scontato che una parte della popolazione viva in uno stato mentale passivo, puerile ed emotivo. Tipo bambino su di giri che corre per la casa con un coltellaccio in mano. Se (piuttosto ingenuamente, a mio avviso) acconsenti ad una simile visione del mondo, prega che quelli in carica non decidano di metterti nel gruppo di quelli da salvare (infatti, è sempre il club con i gendarmi a libro paga a decidere dove assegnarti). Vedersi bollare le proprie convizioni come ciarpame è poco piacevole di per sé – figuriamoci se poi ci si mettono in mezzo gli agenti di pubblica sicurezza ad impedirti di fare quello che vuoi, con contravvenzioni o peggio.

    E vengo alla seconda ragione, quella secondo me più importante. Anche ammesso che il bifolco che compra cornetti da stringere in tasca, oppure il vecchietto che dona i risparmi di una vita al parroco (anziché, molto più razionalmente, all’Agenzia delle Entrate) o il fumatore incallito siano OGGETTIVAMENTE nel torto – con che diritto tu, o chicchessia devi intervenire per salvarli? Sono forse i tuoi figli? Se non c’è violenza da parte di nessuno (in quel caso, sì che un’autorità di salvaguardia deve intervenire!), se queste persone si fanno i fatti loro e non ti sbuffano nuvole di fumo in faccia – lascia per carità che le persone se la sbrighino da sole. C’è una frase bellissima (secondo me) di Herbert Spencer – che diceva grosso modo : un paese che sottrae gli uomini dalle conseguenze delle loro cattive valutazioni, è un paese che si riempirà di stolti.

  14. Luciano Pontiroli

    Cari Signori, cerchiamo di capirci. Le persone affette da deficit caratteriali, ammalate, diversamente abili, come più vi pare, sono da sempre oggetto di protezione da parte dell’ordinamento giuridico perché non possono proteggersi da sole (per esempio, il minore è sotto la potestà dei genitori o di un tutore, il demente pure). L’alternativa è l’abbandono o la rupe Tarpea: vedete un po’ voi se sostenere che, perché non sono i vostri figli, devono essere abbandonati o eliminati (con questa logica si arriva alla negazione non solo dello stato, ma di qualsiasi forma di organizzazione sociale).
    Quanto sopra non può essere confuso con le richieste di protezione di particolari ceti o ruoli sociali: qui si tratta di interventi sul mercato, che possono avere natura correttiva o eversiva. Salvo il confronto sui singoli casi, mi sembra che vi sia un consenso abbastanza diffuso sull’utilità degli interventi diretti a correggere le ipotesi di market failure, anche da parte di molti liberali – a partire dalle leggi a protezione della concorrenza.

  15. André

    @Luciano Pontiroli
    Solo una domanda. Lo decidi tu chi sono le persone affette da deficit – e quindi incapaci di badare a sé stesse? Oppure lo decide una commissione di luminari? Di sicuro non sono i diretti interessati, mi sembra di capire. Ora, immagino che secondo te chi si rivolge a maghi e stregoni è un povero mentacatto. Mi spieghi allora dov’è la differenza sostanziale tra questi poveri dementi da soccorrere e le persone che dedicano gran parte del proprio tempo e delle proprie risorse a riti religiosi tradizionali? Vogliamo salvare anche loro dalla superstizione? Sai, ci hanno provato qualche anno fa in USSR – non è stato proprio simpatico.
    Mi sembra molto arrogante un modo di pensare che ha come unica alternativa al proprio intervento salvifico la rupe di Tarpea. Come dire, se non vi dò una mano io, siete tutti fottuti. Non è che il mercato ci fagocita tutti se non interviene la mano benevola di protettori sociali. Stiamo su concetti concreti. Un povero diavolo che si becca il cancro ai polmoni dopo aver fumato come una ciminiera per vent’anni – ha forse il diritto di recriminare qualcosa a qualcuno? Io direi di no, di massima. Tu mi dici, la mano salvifica della burocrazia non dovrebbe lascialo fare – e salvarlo prima che sia tardi. Sulla carta sembra una meraviglia, specie se in partenza non fumi. Ti invito però a riflettere un attimo sui costi, sui limiti, sulle proibizioni che dovranno subire altri adulti, perfettamente capaci di badare a sé stessi e di prendere decisioni responsabili per il proprio futuro. Magari anche fumadosi un bel sigarone cubano di contrabbando, alla faccia di crede alla favola ideologica (in senso marxiano, vero e proprio) del market faliure.

  16. Luciano Pontiroli

    @André
    Il mio invito a cercare di capirci è stato vano. Avevo proposto situazioni che sono da sempre riconosciute come bisognose di protezione, e mi si risponde parlando in generale dei benefici del libero mercato, che ben conosco ed apprezzo.
    La letteratura economica e, in particolare. quella di law and economics – che non è propriamente marxista – è piena di market failures. Evidentemente, il Posner classico era già troppo a sinistra per i miei critici.

  17. marco

    certo che dire che la class action non ha a che vedere con l’economia è grossa ! Sarebbe una legge in grado di modificare e modellare molto delle imprese italiane e quindi il loro impatto sull’economia.

    Un solo esempio: in tutto il mondo occidentale gli ovetti kinder si possono vendere, negli Stati Uniti no. Proprio per lo spauracchio delle class action e l’esistenza di legislazioni sulla sicurezza dei prodotti che ne sono l’immediata e naturale conseguenza. Stiamo parlando di un mercato potenziale di qualche centinaio di milioni di euro…solo per quest’ovetto…

    quindi l’impatto sull’economia c’è eccome.

    In Italia la class action non ci sarà mai finchè avremo queste cricche al governo, anzi all’anarchia sessuocentrica che contraddistingue questo governo.
    E’ ora di mandarli a casa…gridando da destra, da sinistra e dal centro al Gran Buffone e ai suoi cortigiani: A casa ! Vergogna!
    e poi andate pure a confessarvi che i preti vi leccheranno i piedi fino all’ultimo !

  18. aniram

    @ Andre
    Io alla fine volevo solo dire che la legge non puo difendere tutto e tutti, nel senso se sono “ammalato di montagna” perche la sua natura e la sua bellezza mi fa sentire delle forti emozioni e per questo faccio scalate; non e che poi perche sono caduto in un burrone dopo esserci arrivato grazie a una ferrata, posso fare a causa a quelli del CAI che hanno messo la ferrata dicendo che se non c’era la ferrata non sarei mai arrivato a quel burrone e non vi sarei mai caduto. Non per nulla in molti casi proprio la legge se la toglie dicendo per es” amministrando come un buon padre di famiglia” che vuol dire che non ci dobbiamo mai scordare di agire con buon senso, cosa che la stragrande parte della popolazione è in grado di fare (magari soffermandosi prima un attimo a ragionare). E allora mi ripeto la Vanna Marchi ha venduto scioglipancia prima e sale e numeri magici dopo a persone che spalmandosi una crema pensavano di far andar via il grasso e numeri magici e sale a quelle persone che pensavano di diventare ricche o di risolvere i loro guai di qualsiasi natura fossero con riti mediovali,(cosi del resto come la chiesa ti vende le indulgenze plenarie) i fumatori hanno iniziato, magari da giovani pensando di sentirsi i piu grandi o perche dopo il caffe la sigarettina ci vuole. Mi auguro che la prossima non sia una class action contro i casari che fanno formaggi sempre piu buoni e con le erbette e per loro causa ho mangiato tanto formaggio che mi ha causato il colestorolo alto seguito da ictus. Come vedete nessuna lettura economica, ma una lettura rasoterra delle cose della vita

  19. Luciano Pontiroli

    @marco
    Il governo sarà anche in preda ad una “anarchia sessuocentrica”, ma la class action vigente è opera sua. Vorrà dire che credevano fosse un afrodisiaco.

  20. marco

    @luciano
    infatti non è una legge utilizzabile, infatti non c’è ancora una sentenza determinata da questa legge ! quindi è una BUFALA !

  21. Piero

    P. Tisbo :@PieroNo signori, non sono d’accordo. Non è la class action a intervenire sul mercato, ma la sentenza sulla stessa. Ma in cosa differisce una sentenza su una class action a una sentenza su risarcimento danni da parte di un singolo? L’unica differenza è che in una class action le spese legali vengono divise per piu persone, rendendola piu abbordabile economicamente. Non cambia i conti in tavola più di una sentenza “normale”.Infatti questo articolo parla della sentenza, non della procedura giuridica in sé.

    se non capisci la differenza, in termini di efficacia reale, tra l’azione di un singolo e quella di un gruppo…. questo è un grave problema di comprendonio…

    se fai finta di non capire perchè il divieto della class action danneggia ANCHE il libero mercato… questo è un problema di onestà intellettuale…

    se fossi onesto intelletualmente e preparato potresti dire : bisogna regolare bene la class action x evitare abusi da parte delle associazioni dei consumatori e degli avvocati d’assalto..

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