17
Mag
2011

Il voto e il problema economico

Restiamo qui fedeli all’impostazione del nostro blog,  evitare analisi e commenti solo politici, che lasciamo alle libere preferenze e orientamenti dei lettori. Ad altri il compito di commentare il senso generale del primo turno amministrativo, e che cosa esso implichi per Berlusconi e la Lega, per il centrosinistra e il centro. Pongo un’altra questione, diretta non solo a voi lettori ma anche a tutti coloro che hanno a cuore l’economia italiana e la crescita del Paese. Dalla Confindustria, che la settimana prossima tiene la sua Assemblea annuale, a tutte le altre associazioni d’impresa, del commercio e dell’artigianato, ai sindacati. Alla Banca d’Italia che a fine mese vedrà le ultime considerazioni annuali del governatore Mario Draghi, chiamato a guidare la BCE con un successo che non è solo personale e da lui più che giustamente meritato per quanto ha fatto in questi ani a Via Nazionale e nella sua vita intera, ma anche un successo prestigioso per il Paese intero.La domanda è questa. Avete l’impressione che il quadro politico che si affaccia nel futuro del Paese, come delineato al primo turno amministrativo, sia un passo avanti incoraggiante verso tutto ciò che occorre per rafforzare la crescita economica italiana? In un mondo che è drasticamente cambiato in questi anni, in cui l’Asia tira e tirerà, l’America è carica di debito e di disoccupati, e l’Europa è divisa in quattro cerchi litigiosi, il nucleo tedesco-baltico ad alta crescita ed elevata diffidenza, la Francia che se la cavicchia ma è in crisi di leadership, l’Italia che ha tenuto i conti ma cresce meno degli altri, e i disperati greco-portoghesi-irlandesi le cui prospettive sono tra il grigio e il nero.

Temo che non sarà questo, purtroppo, il criterio in base al quale leggere il voto. E per tanti versi lo capisco. Da 17 anni di berlusconismo all’ultimo anno su Rubygate e giustizia a Milano, dalle tasse alte alla crescita bassa, dall’oltranzismo in campagna elettorale al mutismo del Pdl in quanto partito, dal Pd riformista che sempre più dpende dalle estreme, di spunti puramente politici ce n’è giustamente a iosa. Ma il tema di fondo, del Paese di medio-lungo periodo, resta in realtà quello economico.

Nei 17 anni alle nostre spalle, le promesse di superare l’oppressione fiscale e burocratica da parte del centrodestra, e di una crescita comunque più intensa ma solidale da parte del centrosinistra, si sono puntualmente arenate per le divisioni e le incompatibilità interne a ciascuno dei due schieramenti, in ogni alterna legislatura in cui guidavano il Paese. Ma in realtà sappiamo bene quel che andrebbe fatto. Cambiare il mercato del lavoro in duplice senso, con più flessibilità in entrata ma anche in uscita e insieme più tutele al lavoratore nell’intero suo arco di vita, ma non più a difesa del posto di lavoro com’era e dov’era. Molta meno spesa pubblica e meno tasse, concentrando gli incentivi su famiglia e lavoro che oggi sono entrambi enormemente penalizzati rispetto a tutti gli altri Paesi nostri concorrenti. Più concorrenza a tutti i livelli, dalle libere professioni ai servizi pubblici locali. Più infrastrutture con capitale privato, il che significa cambio del Titolo Quinto e abbattimento dei costi lievitanti con le opere compensative. E tanto altro di cui – ripeto – le ricette sono però note, è la concreta attuazione che manca.

L’opposizione fa un salto avanti a Milano con Giuliano Pisapia, che alle primarie ha battuto il candidato Pd, Boeri. Senza gli antagonisti della Cgil e Vendola, Pisapia non sarebbe lì. A Napoli, si afferma De Magistris e l’ala giustizialista ultradipietrista. I grillini mietono altri successi. E’ noto che cosa queste componenti politiche propongano, in economia. Più rigidità ancora, nel mercato del lavoro. Più spesa pubblica e più tasse. Meno concorrenza, in nome del dirigismo pubblico. Per chi ha a cuore crescita e mercato, il passato è stato deludente perché non si è andati abbastanza avanti. Ma il futuro rischia di essere fosco, perché il rischio è di andare un bel pezzo indietro. Questa almeno è la mia impressione, ma mi auguro che il dibattito si apra. Perché – ripeto – capisco anche chi pensa che 17 anni vanno comunque superati. Ma dove sono, i riformisti di mercato all’opera per candidarsi a far meglio, a destra e a sinistra?

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29 Responses

  1. Morgan

    E no caro Giannino. Questo o quello pari non sono. Questa solfa qualunquista ha stufato. E, per piacere, non sia ridicolo, cosa si aspetta l’istituzione sei soviet a milano? ma via….
    8 degli ultimi 10 anni a governare sono stati berlusconi e la sua corte. Dunque le colpe non si suddividono 50 e 50. Anche perché se in tutti questi anni una timida novità è balenata nella politica economica del paese sono state proprio le liberalizzazioni di Bersani. Che, ricordiamolo, nelle intenzioni del ministro avrebbero dovuto essere le prime di una più ampia e significativa serie e contro qui si sono repentinamente scagliati con la bava alla bocca i sedicenti emuli della Tatcher. Misure puntualmente affossate con il cambio di maggioranza. Non demonizzerei neppure l’operato di Padoa Schioppa che, a sua volta, aveva attuato solo la prima dolorosa manova di una serie che avrebbe dovuto in un secondo momento concentrarsi sulla crescita. Errore forse politico ma non necessariamente economico.
    La sinistra può avere visioni economiche discutibili (nel senso che è giusto e doveroso discuterle) ma le ricordo che, purtroppo, di ricette sempre giuste e sempre infallibili non ne esistono. E’ dunque arrogante, presuntuoso e contrario all’evidenza sostenere che ho i problemi si approcciano in un certo modo (il suo) o non si risolveranno mai.
    Non mi sembra che quelle della destra italiana (ammesso che esista qualcosa oltre al condono e a generici tagli tranquillamente impostabili con un banale foglio excel) abbiano sortito effetti. Difficilmente da un cambiamento potranno derivare effetti peggiorativi.

  2. Ho avuto la cattiva idea di andare a vedere il sito di Fassino e ahimè ho visto il suo aggregarsi al carro del referendum pro-acqua-lottizzata-dalla-casta (in politically correct acqua pubblica) .
    Per questo la situazione è preoccupante, non per “chi” gestisce la cosa pubblica, ma per chi detta l’agenda a chi la gestisce. @Morgan giustamente ricorda le liberalizzazioni di Bersani, ma oggi se Bersani vuole vincere deve inginocchiarsi a Grillo, Dipietro e Masanielli vari.
    Unica chance: Berlusconi come Carlo V -> unità riformista da Bersani- Morgando E.Letta G.Letta Sacconi Formigoni Maroni…
    Sarebbe troppo ?

  3. Federico

    Morgan :
    Non demonizzerei neppure l’operato di Padoa Schioppa che, a sua volta, aveva attuato solo la prima dolorosa manova di una serie che avrebbe dovuto in un secondo momento concentrarsi sulla crescita. Errore forse politico ma non necessariamente economico.

    Concentrarsi sulla crescita eh…la risposta più efficace a questa bucolica descrizione del buon pastore Padoa Schioppa che si preoccupa per la crescita di noi, gregge di sudditi contribuenti, è nelle parole di Churchill: “We contend that for a nation to try to tax itself into prosperity is like a man standing in a bucket and trying to lift himself up by the handle.”

  4. Famoso Iole

    Giannino, in questo caso le chiedo: una grande vittoria di QUESTO centro destra sarebbe stato un passo nella direzione giusta o la legittimazione della linea Santache’, dei responsabili, dei comizi davanti alle procure, del trasformare elezioni amministrative in referendum su Berlusconi sarebbe la prova che un certa parte politica puo’ permettersi quello che vuole?

    Io sono liberale e liberista, ma in questa situazione voterei per un Pisapia anche alle politiche.
    Nel peggiore dei casi, obbligherebbe il centro destra a riformarsi e comportarsi da formazione liberale invece che da rappresentante delle corporazioni.

  5. Luciano Pontiroli

    Alle politiche ci si potrebbe anche astenere, invece che votare Vendola, se si è liberali e liberisti.

  6. emanuele

    Da Giannino non mi sarei aspettato una presa di posizione del genere.
    Le posizioni della sinistra sono sicuramente criticabili da un punto di vista economico, ma sostenere questa destra con l’argomento del liberismo economico è francamente ridicolo.
    Non ci sono liberali in questo governo, anzi c’è solo un corporativismo vecchio stampo, un ritorno alla difesa dei piccoli privilegi di casta e basta. Basta leggersi i tanto mirabolanti decreti sullo “sviluppo”…. Il massimo che riescono a concepire è un condono o lo scudo fiscale al 5%.

  7. Giannino non ha certo bisogno di avvocati difensori o interpreti ma a chi lo critica perché dal suo articolo trasparirebbe una più o meno velata disapprovazione del risultato elettorale (peraltro provvisorio, almeno a Milano e Napoli) vorrei dire che mi sembra chiaro che egli non parteggi per questa o quella parte. Chi lo ascolta a Nove in Punto conoscerà la critica a tratti violenta rivolta all’attuale Governo per tutte le mancate promesse e le solo annunciate riforme, prima fra tutte quella fiscale, in seconda battuta quella della Giustizia (ma non nella versione pro-Berlusconi, bensì in quella che dia certezza del diritto a cittadini, aziende e investitori).
    Detto questo, dall’altra parte politica che pure ha potuto fare poco per influire sulle scelte decisive del Paese (e questa è a mio parere una colpa e non una scusante, a cominciare dall’aver permesso che al Governo ci rimanesse uno come Berlusconi tanto a lungo) non si percepisce un vibrante richiamo a parole d’ordine come Riforme e Crescita che è tutto ciò di cui questo Paese ha disperatamente bisogno.

    Oscar Giannino esprime qui un punto di vista assai pessimista che sebbene possa ricevere un vago e labile conforto del passato non è ancora passato attraverso la prova dei fatti ed è per questo che non mi sento di condividerlo.

  8. Francesco

    Mi spiegate dov’é che Giannino ha parteggiato per il centrodestra? A me sembra molto chiaro il messaggio che ha voluto dare: centrodestra liberista a parole, ma statalista nei fatti, dal momento che non ci sono liberisti al loro interno; centrosinistra inaffidabile, tassaiolo e tendenzialmente dirigista, soprattutto se facesse cartello con grillini e comunistardi vari.
    E in tutto questo, dove stanno i veri liberisti? Che fanno? Si impegnano o no? Giannino, lo vuoi formare sto partito di liberisti liberali?

  9. Rick

    Il Sig Giannino fa di tutte le erbe un fascio suggerendo che c-sx e c-dx uguali sono, che è poi lo stesso discorso che fa Beppe Grillo.
    Quindi deduco che il livello di liberismo e capacità economica di governo della cosa pubblica sono uguali a destra come a sinistra.

    Peccato che non sia così. Peccato che sia il centrodestra a difendere gli interesse delle mille corporazioni. Peccato che sia stato Bersani l’unico ad aver fatto un briciolo di liberalizzazioni.

    Peccato che il Ministro dell’economia di Prodi fu Padoa Schioppa, mentre quello di B. è Tremonti. Ognuno può trarre le sue conclusioni su quale dei due sia maggiormente liberale e maggiormente avverso al dirigismo e all’interventismo dello stato in economia. Io non ho dubbi che Padoa Schioppa per idee e azioni fu più vicino agli ideali di libero mercato rispetto a quanto lo sia oggi Tremonti. E anche se Padoa Schioppa non c’è più, nel PD mi pare ci sia gente come Pietro Ichino, Nicola Rossi e anche Enrico Letta. Chi c’è nel PDL? Tremonti. Di nuovo anche sul piano delle persone non c’è storia.

  10. Andrea 73

    Credo che cominciare a lasciarsi alle spalle questi 17 anni sia salutare anche per chi si professa liberale e liberista, perché mi pare che Berlusconi abbia tremendamente soffocato le istanze di questa parte. Come vi è spazio per il Movimento 5 Stelle, potrà esservi spazio per quel famoso partito del PIL, altre volte evocato su questo blog. Sorprende un po’ che Lei, dott. Giannino, trasmetta più il timore per la caduta sotto un nuovo giogo di sinistra, piuttosto che il sapore di un nuovo potenziale spazio di libertà per una sana “destra” economica. I problemi di crescita che Lei sottolinea sono reali, le “soluzioni” offerte da questo “centrodestra” appaiono invero velleitarie, eccezion fatta per “spremiagrumi” Tremonti che l’esattore lo sa far anche troppo bene.

  11. roberto savastano

    Oscar, in sintesi la risposta alla domanda con cui chiude il suo bel posto è “da nessuna parte”.
    I riformisti ci sarebbero anche, peccato siano tenuti rigorosamente nell’angolo più remoto dei rispettivi schieramenti. la deprimente mediocrità a destra come a sinistra fa sì che si seguano le pulsioni di un elettorato che non sa manco cosa vuole.

  12. molto arrabbiato

    Io da trevigiano, non ho votato in quanto si vota solo per le province che già non dovrebbero esistere più. Inoltre ho sempre votato centrodestra, e mi rendo conto che non rappresenta in alcun modo il movimento liberale, se non per slogan. Voglio in più sollevare un’altra questione che non c’entra assolutamente, cioè il problema del recupero crediti che sta soffocando l’artigianato, il vuoto giuridico a riguardo, e alcuni provvedimenti del governo (riforma forense), rendono economicamente impossibile recuperare il maltolto, mentre i fornitori a fine mese vanno pagati. Chiedo scusa per la divagazione e per le imprecisioni che saranno presenti. Aspetto risposte
    Con stima
    Flavio

  13. Riccardo

    Il bocca al lupo per la sua guarigione. Anche io penso che le responsabilità siano pari. Leggerei la dinamica elettorale simile, ma non del tutto paragonabile a quanto avvenne nella repubblica di Weimar.

  14. LucaS

    Il mio punto di vista è abbastanza semplice ed è sempre lo stesso. Basta prendere tutto quello che tutti sappiamo e metterlo in fila:

    1-Il centrosinistra non sarà mai in grado di fare le riforme economiche che noi liberali auspichiamo! Primo perchè è in coalizione con forze che non le farebbero mai passare e che ne verrebbero pesantemente danneggiate, dal punto di vista elettorale, le stesse forze (Idv, Sel, ex DS, area sindacati, dip. pubblici, pensionati…, Grillo) che si stanno sempre più rafforzando e spostano a sinistra il baricentro del centro-sinistra. Secondariamente sempre il PD oltre a molte misure controproducenti (es tasse, tesoretto..), l’unica giusta che hanno azzeccato sono state le liberalizzazioni ma la fatica biblica nell’approvarle e il loro successivo ridimensionamento la dicono lunga su quello che possono fare rispetto alle nostre aspettative: molto molto molto poco!
    2-Lo stesso identico ragionamento vale anche per QUESTO centrodestra: molti loro elettori, specie al sud e pensionati, non appoggerebbero quelle riforme, e quasi tutti i loro politici non credono nel libero mercato-privatizzazioni-liberalizzazioni-minore spesa pubblica a cominciare da Tremonti: e anni di malgoverno lo dimostrano ampiamente! Con una notevole aggravante rispetto al centrosinistra: non solo non sono in grado di fare queste riforme ma non gli interessa nemmeno, se ne fregano altamente!!! L’unico loro interesse è garantirsi la rinomina (non rielezione), arricchirsi derubando e cambiare le leggi per non finire dentro, sistemare i loro amici e far avere appalti alle cricche amiche… basta dare un’occhiata a quello che è uscito fuori in questi anni…che è solo la punta dell’iceberg…. altro che giustizialismo Giannino! Questa gente sarebbe rovinata se le riforme che abbiamo in mente fossero realtà e quindi è ovvio che non le faranno mai!!! e mi meraviglio che tanti ancora non l’abbiano capito a cominciare da Lei Giannino! NB Questo però riguarda i RAPPRESENTANTI del centrodestra e non molti dei loro elettori, per es gli imprenditori!
    3-Siccome l’unica parte che può portare avanti le nostre idee e realizzarle è il centrodestra, l’unica soluzione vera è che la maggior parte degli attuali eletti del centrodestra vadano a casa e che ci restino, primo su tutti Berlusconi, con tutte le sue prostitute, meteorine, attricette, condannati, inquisiti….. Solo cosi avremo un centrodestra NORMALE, come in tutti gli altri paesi che si rispettano! Programmi nuovi, facce nuove e metodi nuovi, a cominciare dalle primarie (una delle poche robe giuste del PD)! Tutto il resto non cambierebbe assolutamente niente! Perciò anche se non condivido quasi niente di Pisapia lo voto volentieri in modo che gli altri siano COSTRETTI a cambiare: se con le buone non si ottiene niente forse è il caso di passare alle cattive! E questo vale anche per i giornalisti: ma non siete stufi di lodare e incensare Tremonti solo perchè ha sperperato meno soldi di quanto non abbia sperperato in passato? è ora di finirla! Questa gente va mandata a CASA (alcuni in galera)!!! Solo cosi forse cambia registro!
    4-Sull’ACQUA: anch’io penso che un privato la gestirebbe meglio del pubblico (non che ci voglia molto…) ma questo vale, ancora una volta, in un mercato NORMALE! Da noi i privati possono truffare impunemente i consumatori e farla franca, grazie alle leggi fatte dai deputati per non finire dentro, in primis sempre Berlusconi che a parole è liberale e per la certezza della pena: ecco perchè c’è cosi poca fiducia nei privati!!!! Perchè non c’è trasparenza, certezza della pena, possibilità dei consumatori di farsi valere per le eventuali ingiustizie e disservizi subiti (io stesso l’ho provato sulla mia pelle)! Finchè non cambiano queste cose la gente non si fida dei privati, non si fida del libero mercato e ha perfettamente RAGIONE perchè in queste condizioni anzichè attrarre imprenditori seri che investono i loro soldi per rendere un servizio in modo efficiente, attirerebbe solo gente che cerca una comoda rendita e mucche da mungere come è successo con Autostrade, Telecom e cosi via!!! Perciò prima si modificano le regole e solo dopo si privatizza! Altrimenti non si ottiene alcun miglioramento di efficienza ma solo un aumento delle rendite a scapito dei consumatori e la fiducia nei privati sparirebbe completamente e lo stato si rafforzerebbe ancora di più! E’ questo che vogliamo? Perciò dico PER IL MOMENTO lasciamo l’acqua in mani pubbliche e riformiamo le cose più semplici, partendo dalle professioni, l’energia… facciamo in modo che la gente veda i benefici e che si crei un consenso sulle privatizzazioni-liberalizzazioni che oggi non c’è cambiamo le regole come Dio comanda e poi privatizziamo pure l’acqua! E’ un eresia?

  15. Errata corrige: volevo dire Morando, Enrico e non Morgando, che comunque Gianfranco Morgando è una brava persona.
    Inoltre per far funzionare la società il libero mercato è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Occorre anche che la società stessa sia “motivata”, si senta coinvolta nel nella vita del paese, nei processi produttivi etc. Per questo ho citato anche, oltre e E. Letta e mettiamoci pure Ichino, anche Formigoni che ha dimostrato in Lombardia un buon governo “sussidiario”.
    E se grillo è stomachevole per i suoi insulti gratuiti, (dare del “buco senza ciambella” mi sembra grave!) per i bassi istinti che evoca… intercetta un disagio concreto. Occorre ascoltarlo (il disagio, non grillo!!!)

  16. Francesco

    Domanda: se tutti sappiamo quello che va fatto, in tema di riforme fiscali e crescita economica, se siamo tutti più o meno d’accordo sulle strategie di liberalizzazione, se nessuno schieramento al momento le propone. Perchè coloro che sono in grado di farlo (a livello di accesso mediatico dal quale non si può prescindere) non lo fanno oltre questo blog?

  17. adriano

    Non è un passo avanti,ma anche se lo fosse,non lo sarebbe,senza prima cambiare totalmente la carta.La volontà politica di farlo è totalmente nulla e totalmente condivisa.Il business va benissimo cosi’.Con la confortante restaurazione in atto e con il vecchio che avanza,nel lungo termine saremo tutti morti,democristiani ed insolventi.

  18. Rick

    Non è possibile ragionare sui sogni, su first-best policies ideali. Questa è la situazione che abbiamo in Italia oggi, con queste persone, con queste persone e con queste idee.
    Credere che i Grillo vari possano magicamente traformare l’Italia è come credere nelle favole, o nelle rivoluzioni (comuniste, fasciste poco importa).
    A voi scegliere se appoggiare Berlusconi o chi è contro Berlusconi. E scegliere non vuol dire appoggiare acriticamente una coalizione. Nella situazione di oggi scegliere vuol dire scegliere il meno peggio e sperare che ne esca anche qualcosa di buono.

  19. andrea

    Peccato che il Pd(molti suoi esponenti, la CGIL recentemente e tanti altri nella sinistra più a sinistra) propongano dai tempi del 2° governo Prodi una bella PATRIMONIALE PER TUTTI (naturalmente salvaguardando i “più poveri”,quindi circa il 10 -15% degli italiani!!) ed un aumento delle imposte sulle “rendite” (in Italia esistono solo le rendite assicurative, ma a sinistra son tutti intellettuali quindi se lo dicon loro…) che darebbe un gettito ridicolo e farebbe aumentare lo spread con il BUND facendoci pagare interessi più alti sul nostro debito…poi …poi assumere 150.000 insegnati….e assumere 100.000 dipendenti regionali-provinciali-comunali….il problema è solo uno: TOGLIERE DALLE MANI DELLA CLASSE POLITICA I DENARI, perchè sia a destra che a sinistra spesa pubblica significa tanto potere e tanti voti, perchè nella cabina elettorale l’italiano medi si ricorda di chi gli ha dato il “posto fisso” oppure di chi lo ha “fatto lavorare” indebitando lo stato di cui lui, beatamente, si disinteressa.
    Scusate il disturbo (e gli errori ortografici).

  20. Mirco Spotti

    Meno male che è arrivata questa doccia fredda sulla testa del PDL e della Lega. Ormai si erano adagiati politicamente ed erano impegnati in altre faccende che (Lega parizialmente) a noi poco interessano ma ci fanno arrabbiare. Non so quale sia o siano le ragioni che hanno fatto perdere voti al PDL e Lega a Milano, sinceramente la Moratti non mi è mai piaciuta però licenzierei subito che gli ha suggerito di partecipare a certe trasmissioni e proporsi come una “velona” o farla ballare sui palchi dei comizi. Che tristezza; Certo che anche Lei accettare di rendersi così ridicola. Una “Signora Milanese” non l’avrebbe mai fatto. Back to the focus mi chiedo: Si metteranno a lavorare seriamente ora e fino alla fine della legislatura o passato il ballottaggio torna tutto come prima?

  21. Andrea Chiari

    Oggi gli schieramenti non hanno una facile sintesi e programmi non sono
    monolitici. Comunque se la destra è un’orrida corte dei miracoli a sinistra
    ci sono figure come Chiamparino, Ichino, Morando, Letta, Bersani che hanno
    una visione riformista. Io faccio battaglia all’interno del PD per
    far valere questa posizione. Non è detto che si vinca ma non vedo
    alternative alla battaglia politica, alla lotta delle idee, alla scelta
    (dove si può) dei candidati riformisti. Altrimenti si sta fuori a
    pontificare e lamentarsi e fare la bella e facile figura di chi è “al di
    sopra delle parti”. Con tutti i limiti, difendo la militanza interna in un
    partito pluralista che pure ha i suoi conflitti irrisolti (vedi i diritti civili con la componente cattolica) ma che, a differenza di altri, non è certo un’accozzaglia populista di servi e di papponi. E non è il caso di far nomi.

  22. Alberto Poloni

    Ragazzi perdonatemi, ma tutte le analisi che vengono fatte nel centrodestra sul voto di Milano mi sembrano come minimo reticenti. La povera Signora Moratti c’entra poco con la botta di Milano. D’accordo, non è certamente una figura carismatica e, in aggiunta, fors’anche un tantuccio malaccorta. A Milano mancano un 50/60,000 voti. Se non riusciamo anche solo a pensare che questi voti potrebbero essere quelli di panettieri, idraulici, professionisti, artigiani, piccoli e micro imprenditori e jacquerie varia con partita IVA, se non riusciamo a realizzare che costoro sono tutti quanti terrorizzati ed al contempo disgustati dal Signor Ministro Tremonti, se non riusciamo a quagliare questo, dicevo, è difficile che PDL e Lega e la politica tutta riescano a raddrizzare la piega. Men che meno la povera Signora Moratti che, da via della Spiga, fa fatica a scorgere queste robe. A meno che non si intenda partecipare alla criminalizzazione di tutta la plebaglia di cui sopra e non la si voglia additare tutta quanta, come di fatto è accaduto, quale untore della peste da debito pubblico. Questa gente non ragiona troppo di fino e se ne importa assai poco delle bandiere rosse, gialle che siano. L’analisi che fa è molto semplice: Berlusconi ed il suo Governo ci hanno fregato, questo paese non ha speranza, meglio la sinistra che, incapace ed impossibilitata, come sarà, di fare alcunchè, ci porterà piu’ in fretta al crollo ed al redde rationem che ne seguirà. Giusto o sbagliato che sia il ragionamento, che viene dal profondo della pancia di questo popolo, questo è quanto e prima ci si sveglia, meglio è per tutti.

  23. alessandra caroggio

    E’ ormai superato il concetto che l’estrema sinistra sia più statalista e tenga di più al controllo dell’economia, suvvia Dr. Giannino Berlusconi in tutti questi anni non ha certo fatto delle liberalizzazioni, nè ha diminuito il cuneo fiscale, come aveva fatto Bersani durante il governo Prodi, non ha diminuito le tasse come aveva promesso di fare, ma ha creato un network di amici a cui affidare lavori remunerativi nel campo edile, vedi P3, si è occupato degli affaracci suoi in tutti i campi, occupa le televisioni quando gli fa comodo, ma di cosa sta parlando?
    La seguo sempre su Radio 24 e recentemente avevo l’impressione che Lei fosse rinsavita, ma da questo articolo mi rendo conto che mi sono completamente sbagliata.

  24. marco

    Non mi porrei un problema di miglioramento della qualita di un’Universita qualora questa bocciasse studenti poco preparati, semmai parlerei di giustizia. Fare i ripetenti per oltre tre lustri e’ semplicemente immorale. Avere una troika di bolsi quadrupedi non porta in nessun luogo ne’ in politica economica, ne’ sociale, ne’ scolastica ne’ in politica estera.
    SONO LUSTRI PERSI molto peggio che il Giappone. Per questo Mario Draghi e’ un successo tutto personale e per nulla italiano. Dopo gli scandali finanziari italiani pessimamente gestiti l’unica salvezza era il ripescaggio di un cervello gia’ espulso dal nostro sistema, altro che successo nazionale! una AMARA medicina che dal comodino oggi crediamo di poter trasferire a Francoforte: speriamo che il sostituto non sia soltanto un placebo che ripete facezie provinciali sugli organismi finanziari internazionali.

  25. Robert

    Io non capisco questa volontà di salvare la baracca dell’Italia a tutti i costi. Ma perché? Per che cosa? L’Italia non è riformabile, può solo sprofondare nel caos e nella decomposizione. È questo che dovremmo cercare di accelerare. PRIMA si distrugge, poi si crea. Ordo ab chao. Solo quando gli Italiani (gli Europei e gli Occidentali in generale) perderanno TUTTI I LORO soldi, solo allora le cose cominceranno a cambiare veramente, e le gente prenderà la propria vita in mano. Sta comunque succedendo.

  26. valeriano

    Mio nonno era artigliere sul Grappa, ha vissuto le decimazioni. Mio padre l’ 8 settembre
    era beragliere a Napoli. Negli anni 70 ero studente in un istituto tecnico ed il mio professore
    di economia diceva che ci mancava una guerra. Manca una guerra anche oggi?

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