11
Apr
2012

Il Titanic Italia affonda e i politici ballano

Sono passati cento anni dalla tragedia del Titanic e l’Italia si trova più o meno nella stessa situazione. Certo, forse la metafora è un po’ forte, ma permette di rendere bene l’idea di quanto la situazione economica sia complicata.

Lo spread italiano è tornato ai livelli di guardia ed ha superato i 400 punti rispetto al bund tedesco. La Spagna si ritrova nella stessa situazione, con il differenziale che ha raggiunto ieri i 430 punti.

Tutta colpa degli hedge fund o come molti giornalisti amano definirli in senso spregiativo dei “fondi locusta”? Tutta colpa delle della riapertura delle vendite allo scoperto? O forse la colpa ricade sulla Spagna, come il premier Monti ha fatto intendere?

No, tutta colpa dello Stato e della sua pesantezza. Proprio ieri, il Ministro Giarda su “La Stampa” affermava che non erano necessari tagli alla spesa pubblica. Ma è davvero così? È possibile che in Gran Bretagna il premier Cameron stia effettuando duri tagli per cercare di superare la crisi?

La pressione fiscale italiana ha ormai superato il 53 per cento in termini reali sul prodotto interno lordo, tenendo conto che l’Istat contabilizza anche l’economia in nero. Un livello insopportabile per famiglie ed imprese e per tutto il tessuto economico sociale italiano.

Questo livello impressionante di pressione fiscale è dovuto alla “spese pazze” dello Stato, che non è in grado di fare delle riforme serie per ridurre la spesa stessa. Liberalizzazioni, riforma del lavoro e mancati tagli della spesa sono le tre principali preoccupazioni dei mercati per quanto riguarda l’Italia.

La pressione è forte su tutti gli Stati deboli dell’Eurozona e anche la Spagna si trova nell’occhio del ciclone. In questo caso le “spese pazze” dello Stato non sono un fatto storico come in Italia, dato che il dato di debito su PIL è ancora sotto il 70 per cento, 50 punti inferiore a quello italiano.

Nel caso spagnolo le maggiori preoccupazioni derivano dal settore delle cajas che si ritrovano attivi nel portafoglio dal valore molto dubbio. Queste casse di risparmio dovranno continuare a svalutare. Fino ad ora il costo per il Governo spagnolo è stato molto limitato, perché vi era la copertura di un fondo settoriale. Ma i soldi di questo fondo sono finiti e a breve termine lo Stato dovrà intervenire per decine di miliardi di euro. Vi è inoltre la preoccupazione che i tagli di 27 miliardi di euro previsti dalla manovra di Rajoy non siano sufficienti a coprire il buco derivante dal calo dell’economia. Una recessione, che secondo le ultime stime, sarà molto più dura in Italia che in Spagna.

La colpa non è della Spagna, dunque, perché anche lo spread italiano è a livelli elevatissimi. La sfiducia si respira in tutta la zona Euro e la recessione è già arrivata in Italia (non ancora in Spagna).

Colpa allora delle “locuste”? Gli hedge fund investono laddove vedono possibilità di guadagno. Possono avere benefici sia quando lo spread sale sia quando scende. Dipende tutto dalla fiducia che hanno in un determinato paese o zona. In questo momento l’Italia, la Spagna e la Zona Euro in generale non hanno la fiducia del mercato. Come dargli torto?

L’intervento della BCE con l’immissione di 1000 miliardi di euro è servito nel breve termine (come già sottolineato più volte su questo blog). Le banche si sono riempite di debito statale con i soldi prestati dalla BCE, facendo cadere in breve tempo i tassi d’interesse sul debito. Ma i sorrisi sono durati ben poco.

I politici italiani in poco meno di due mesi pensavano di avere già salvato il Titanic italiano. E avevano cominciato a ballare, indebolendo le poche liberalizzazioni proposte dal Governo Monti.

Risultato? Ora la sfiducia nel settore bancario è tornata a livelli di guardia perché in generale i mercati non hanno fiducia che i diversi Paesi deboli dell’Euro siano in grado di ripagare i propri debiti.

Tutta colpa della Spagna o delle “locuste”? La colpa è di quella classe politica che continua a ballare a bordo del Titanic Italia.

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42 Responses

  1. Francesco P

    La scarsa fiducia dei mercati nel sistema Italia si vede nei momenti in cui i mercati finanziari sono attraversati da un’ondata di sell. La nostra borsa retrocede di più e il premio al rischi sui nostri titoli di Stato aumenta più di quello dei Paesi meno acciaccati.

    Purtroppo abbiamo un coacervo di partiti che hanno perso ogni contatto con la realtà. Il mondi dei partiti, delle corporazioni (parti sociali, ordini professionali, ecc.), della burocrazia pubblica, del clientelismo, pensano solo a non perdere soldi e potere. Non gli importa nulla che il mondo reale vada a fondo; i più previdenti pensano solo a prenotare la scialuppa di salvataggio, creando fondi ed acquistando beni ed attività all’estero (ad esempio Lusi era previdente, il Trota no!).

  2. claudio p

    Da decenni le segreterie dei partiti tengono in ostaggio le Istituzioni Democratiche (parlamento, CSM, ecc…) e le usano contro i cittadini.
    Attualmente ci sono alcuni politicanti che si affannano per rimandare l’implosione del Sistema (propriamente, una associazione a delinquere), e mente quelli fanno da palo, tutti gli altri pensano solo a rubare più che possono, ormai sono solo un branco di iene in piena frenesia alimentare, ognuna cerca di strappare l’ultimo brandello dal corpo dell’Italia in agonia.
    Sul Titanic non balla più nessuno, sul Titanic si salvi chi può…

  3. Non si sfugge! Chi vive di Stato e da parassita non accetterà mai questo discorso. Un giorno non molto lontano dovremo disconoscere lo Stato per sopravvivere. Dovremo andare a tirarli fuori dai loro palazzi uno a uno, dire loro di non tornare al lavoro l’indomani e di cercarsi un nuovo mestiere nel privato. Dovremo vendere i palazzi dell’inutile burocrazia a chi vorrà investire in un paese destatalizzato, dovremo presto ammainare una bandiera che, anche se tanto amata da una parte della popolazione, dall’altra rappresenta solo furto e rapina. Bisogna vivere con dei sistemi che non possano creare spesa superflua, tramite meccanismi di volontarietà di adesione ai servizi comuni, e che non consentano a pochi di decidere del “bene comune”, ovvero il vero concetto truffa su cui si basa l’attuale stato

  4. Claudio Di Croce

    Il buon Monti ha passato le ultime settimane a vendere il tappeto Italia in Asia , dicendo che il peggio era passato che l’Italia non era più un problema ma anzi era parte della soluzione . Poi è andato a fare un giro in Medio Oriente e non ho capito a fare cosa . Nel frattempo la situazione nostra non solo non è migliorata ma anzi è peggiorata . Se questo giro pagliaccesco l’avesse fatto SB tutta la cosidetta stampa indipendente avrebbe detto e scritto peste e corna . Invece questi sono stati tutti zitti e buoni. Complimenti.

  5. Roberto 51

    Caro Andrea,
    lei ha una visione troppo manichea della questione. Sicuramente lo stato, o meglio il ceto politico che lo guida, sta irresponsabilmente dissaguandoci sia economicamente, con tasse ormai fuori controllo, che moralmente con esempi e comportamenti che portano i volenterosi allo scoramento totale.
    La speculazione, nella sua amoralità congenita, è tuttavia corresponsabile della crisi perché, nella sua continua ricerca di impieghi redditizi e senza rischio, non fa altro che acuire i problemi e peggiorare le situazioni critiche.
    In pratica siamo in una triste situazione, con due gruppi di potere, politica e finanza, sostanzialmente invincibili, che si comportano come gli alieni di Indepence Day: non producono nulla per nessuno, spremono ricchezza da chi la produce, lasciano dietro di se solo macerie.
    Ai vari paesi converrebbe pagare una volta per tutte i propri debiti (con una massiccia patrimoniale, e chi la evade venga privato della cittadinanza!) per poi darsi una costituzione in cui sia vietato a qualsiasi ente pubblico di indebitarsi per qualsiasi motivo: in ogni esercizio le entrate devono superare di almeno un euro le uscite.
    In questo modo la finanza si rivolgerà solo al mercato privato e non giocherà più sulla pelle delle persone e degli stati, mentre i politici saranno costretti, a furor di popolo, alla virtù, visto che non potranno più giocare con i debiti e che sarà chiarissimo che ogni soldo che spengono deriva da tasse che incassano.
    Mi rendo conto che si tratta di una proposta grossolana, fatta da chi è poco avezzo alle rafinatezze della finanza, ma secondo me spendere meno di quello che si incassa funziona sempre bene. Io almeno a casa mia faccio così, spendo meno di quello che incasso, se faccio uno sbaglio pago quello che c’è da pagare e chiudo le pendenze e non me ne sono mai pentito.

  6. claudio p

    @Roberto 51

    Poco meno di un mese fa un giornalista della cronaca locale si è “appostato” presso uno stazione di servizio nella zona di Fairfax (in Virginia) per intervistare qualche automobilista riguardo al prezzo della benzina in continuo aumento.

    Automobilista: “ho ancora mezzo serbatoio pieno, però sto facendo il pieno oggi perché son sicuro che entro la fine della settimana il prezzo aumenterà ancora”
    Giornalista:”come si spiegano questi aumenti?”
    A.:”speculatori!”
    G.:”pensa che bisognerebbe fermarli?”
    A.:”per forza! sono dei criminali..”

    Comprando benzina a prezzo elevato pur senza un immediato bisogno (nella convinzione di fare un buon affare), quell’automobilista ha contribuito a rendere l’aumento del prezzo entro la fine della settimana ancora più probabile.
    Il prof. Donald J. Boudreaux, economista della George Mason University, ha dato risalto nazionale a questa intervista nel tentativo di spiegare che gli speculatori non sono degli alieni malvagi. Gli speculatori siamo noi.

  7. Bob

    C’è bisogno di gente che si spenda, di nuove idee politiche e di nuovi rappresentanti. C’è bisogno che la middle class produttiva si impegni e si sporchi le mani in politica, cacciando questi professionisti della poltrona. C’è bisogno di una spinta vitale che venga dalla politica perchè il paese è come un moribondo che non abbia più speranza ne volontà di prolungare l’agonia e rifiuti la medicina. La politica l’abbiamo lasciata troppi anni in mano alle mezze seghe, impegnati noi invece a lavorare. Soltanto che le mezze seghe ne hanno combinato di tutti i colori. E ci siamo svegliati male adesso!

  8. marco

    No la colpa è nostra che abbiamo accettato uno stato che si è lavato le mani della meritocrazia e della selezione della classe politica per cui abbiamo una elevata percentuale di yes man tra i manager pubblici e privati ed una elevata quantità di incapaci (intellettualmente e decisionalmente) tra i politici.
    I professori col loro piglio dottrinale sembrano incapaci di affrontare la “bestia” politica
    BISOGNA PRESENTARE UN PIANO DI RIGORE DRACONIANO CHE GENERI 250 MILIARDI € in tre anni e PORTARLO IN PARLAMENTO PER L’APPROVAZIONE CON APPELLO NOMINALE e nel discorso di presentazione dire a chiare lettere che questa è una PROPOSTA CHE NON POSSONO RIFIUTARE perchè la votazione sarà per appello nominale a reti unificate (eventualmente disponibile su you tube e in podcast) in modo che i giuda sappiano che per strada gli elettori li affronteranno a muso duro per un REDDE RATIONEM DIRETTO come la democrazia di cui amano riempirsi la bocca
    Forse per questo la classe dirigente formata dalle nostre università è così consortile e poco efficace, buona per i nostri centri studi o confederazioni varie non per i business globali, coi loro tempi e decisioni urgenti

  9. ALESSIO DI MICHELE

    E’ assolutamente sbagliato il confronto col Titanic: loro erano non dimensionati per l’ iceberg e gli è capitato, noi ne siamo dipendenti e ce lo stiamo costruendo da decenni: una volta tanto che l’ Italia fa, invece di aspettare la sorte …!

  10. matteo

    Chi può cortesemente girarmi il riferimento al decalogo di Alberto Marchiori citato questa mattina da Giannino?

    grazie matteo

  11. Alberto

    E’ paradossale che si continui a parlare, a fare chiacchiere sui politici, che dopo averci quasi ridotti a raccogliere stracci, dopo 20 anni di cosidetta 2^ repubblica, se ne fregano e ci prendono tutti per il culo; lo fanno perchè sanno che i cittadini non sono in grado di organizzarsi ed incazzarsi, come succede in altri paesi, per assediarli e convincerli a mollare l’ osso spolpato ed i giornali, i media tutti non sono in grado di fare campagne feroci per massacrarli, perchè finanziati e prezzolati ed inadeguati, sempre come succede altrove. Lasciamo perdere per favore ulteriori chiacchiere sulla materia perchè la cosa mi fa solo incacchiare ancor di più.

  12. Marco

    resta la consolazione che peggio di così non si riesce proprio a vedere come potrebbe andare a finire. Finiremo a parlare il cinese o il tedesco? Diventeremo tutti straccioni? Tornerà la dittatura? oppure diventeremo uno stato anarchico con tassi di criminalità elevatissima? Sarà una transizione verso il baratro, lenta, senza accorgercene nemmeno come sta accadendo dal 2007, o arriveremo a un punto critico in cui tutto crollerà di schianto?

  13. Stefano

    Non facciamoci troppe illusioni: qualche sera fa ho sentito un politico di destra, di quelli che dovrebbero essere liberali, affermare che forse per abbattere il debito pubblico è venuto il momento di pensare a un prestito forzoso. Ma da chi se lo fanno fare il prestito?Io ormai sul conto corrente ho solo i soldi per pagare la nuova IMU; prenderanno una stanza della casa dove abito !! Stanno diventando sempre più simili a Maria Antonietta: pensano che noi cittadini possiamo mangiare  i bignè; ormai non hanno proprio più la benché minima percezione della situazione in cui ci hanno cacciato.

  14. Alberto

    Ragazzi qui si sta sfasciando tutto e questi continuano a parlare solo di rimborsi, come la Bindi stasera da Gruber; esodati, spread, suicidi, economia che va a rotoli, lavoro che va in malora, aziende che chiudono a iosa, ma il problema sono i rimborsi, non parlano d’ altro, tranne che delle prossime elezioni.
    Io credo che dovremmo alle prossime elezioni di rifiutare la scheda elettorale e far verbalizzare l’ operazione, cosa che ho io stesso fatto in precedenti elezioni;

    1) ANDARE A VOTARE, PRESENTARSI CON I DOCUMENTI + TESSERA ELETTORALE E FARSI VIDIMARE LA SCHEDA
    2) ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA (DOPO VIDIMATA), dicendo: “Rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato”
    3) PRETENDERE CHE VENGA VERBALIZZATO IL RIFIUTO DELLA SCHEDA
    4) ESERCITARE IL PROPRIO DIRITTO METTERE A VERBALE UN COMMENTO CHE GIUSTIFICHI IL RIFIUTO (ad esempio “Nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta”)

    Testo Unico delle Leggi Elettorali
    D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 – Art. 104 – Par. 5

    5) Il segretario dell’Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o
    di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a
    tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000.

  15. Marco Tizzi

    Una propostina: obbligo di verifica da parte della GdF e AdE per tutti i parlamentari e membri del governo.

    Mi par equo…

    Anche se, ovviamente, basta elargire salario di 600+ migliaia euro per comprare un silenzio colpevole (sì, mi sto riferendo a Manganelli, allora?)

  16. Davide Gionco

    @Massimo74
    Prima di definire “cretinate” questi argomenti, si informi semplicemente sui meccanismi di creazione e di messa in circolazione delle euro-banconote.
    E sui macrobilanci di uno stato.

    Delle nuove banconote in euro possono essere messe in circolazione in Italia solamente in cambio di nuovi titoli di Stato.
    Lo Stato per mantenere il proprio bilancio in pareggio dovrebbe smettere di emettere nuovi titoli di stato.
    Anzi, poiché ogni anno deve corrispondere il 5% in media di interesse sui titoli ad incasso, per non fare pesare questo 5% sull’aumento del debito pubblico, dovrà o aumentare le tasse del 5% o tagliare le spese del 5%. Ogni anno, non solo una tantum!

    Ma se lo Stato non emette nuovi titoli di stato, ovvero per un ammontare superiore a quello dell’anno precedente, non verranno messi in circolazione nuovi euro in Italia.

    Ora, supponiamo che per caso l’Italia abbia un deficit commerciale estero in euro di oltre 60 miliardi di euro.
    Questi euro escono dal territorio italiano e non rientrano, ogni anno.
    Come facciamo a compensare questa fuoruscita se non vengono emessi dei nuovi titoli di stato?
    Non possiamo, a meno di ritornare con una bilancia commerciale in attivo. Cosa molto improbabile con l’attuale livello di tassazione sul lavoro che rende le nostre merci più costose di quelle tedesche.

    Se non possiamo compensare questa fuoruscita di euro, allora significa che il settore privato, ovvero tutti noi, sarà ogni anno impoverito dal 5% di aumento delle tasse (o di taglio dei servizi) che vanno al Governo e dal governo ai detentori dei titoli di stato (dei quali 40% sono all’estero, i soldi non vengono neppure rispesi in Italia) e impoverito dal deficit commerciale.

    A questo punto il denaro corrente scarseggia (ve ne siete accorti anche voi?), il costo del denaro aumenta e l’economia reale muore.

    Qualcuno si è accorto che l’economia reale sta morendo?

    Ma prima di dare tutte le colpe allo Stato, cerchiamo di capire come funzionano le cose

  17. Davide Gionco

    @Alberto
    Quale vantaggio avremmo ad andare a votare rifiutando la scheda?
    Oltre al segnale pubblico di protesta, non ci sarebbe nulla di concreto.
    Avremmo la solita banda bassotti al governo, e tutto continuerebbe come prima.

    L’unica soluzione è creare o appaggiore una forza politica nuova ed alternativa.

  18. Stefano

    …. non votare, votare bianco o nullo fa solo il gioco di chi ci ha gestito finora.
    Basta PDL, basta PD, UDC o Lega, a parte forse i Radicali – ma per loro ho altri dubbi – si sono dimostrati tutti uguali; bisogna smettere di pensare a delegare o – peggio – di lasciare ad altri la Politica: riprendiamoci il nostro presente ed il futuro nostro e dei nostri figli.
    Ci vuole qualcosa di nuovo, pulito e nostro …

  19. ALESSIO DI MICHELE

    Ahimè, magari fosse così semplice ! Siamo in un regime elettorale che, più di ogni altro, riflette appieno le caratteristiche “culturali” del popolo che ne è destinatario: corrotto, familista, che vuole uno stato che riservi a lui le erogazioni ed agli altri le imposizioni, profittatore, nonfancazzista, demagogico: in una parola mafioso. E, purtroppo, così condizionante la realtà, che anche il liberista è costretto a piegarsi: anche il liberista deve cercare la raccomandazione, almeno se vuole mangiare e non ha ricchezze di famiglia. Quindi propongo: niente elezioni e niente governanti italiani: un bel governo di occupazione militare inglese potrebbe essere la soluzione. Perchè per secoli abbiamo sempre cercato governanti torvi, incapaci e stranieri pur di non impegnarci, ed oggi dovremmo essere differenti ? Ricordo che gl’ inglesi hanno creato l’ India, gli Usa e Singapore; non sono perfetti, ma avercene !

  20. Alberto

    No caro Gionco, rifiutare la scheda vidimata e far verbalizzare dal presidente, cosa che va sostenuta con molta forza e controllando che venga effettuata sul registro, perchè tenteranno di dissuaderti in ogni modo, non significa solo protesta, ma a tutti gli effetti significa togliere dal complesso delle schede dei voti, che insieme alle altre rifiutate e verbalizzate non potranno essere assegnate ad esempio come premio di maggioranza al contrario di quel che accade con la scheda bianca o con il non andare a votare. Inoltre credo che non potrebbe essere assegnato il rimborso a nessuno, per ogni scheda rifiutata ma vidimata. Pensa se molti lo facessero, diciamo anche un 30/40%, avrebbe un effetto dirompente.@Davide Gionco

  21. Claudio Di Croce

    @ALESSIO DI MICHELE
    Lei ha perfettamente ragione : il problema italiano non è solo la classe politico/burocratica . Sarebbe bello fosse così . Il vero problema siamo noi , un popppppppppolo con pochi pregi e tantissimi difetti . Il primo dei quali è quello rilevato da un sociologo osservatore americano negli anni quaranta : il familismo amorale che è la vera causa della presenza mafioso-camorristica in tutta la nostra società . Il caso del lombardo Bossi politicamente rovinato per ” sistemare ” due mogli e quattro figli è emblematico. D’altra parte basta leggere o rileggere I Promessi Sposi e il Gattopardo per capire che i nostri problemi sono nella nostra mentalità . La sua proposta sembra estrema ma non lo è. Solo che non riesco ad immaginare una classe dirigente straniera che abbia voglia di venire a sporcarsi le mani e a rovinarsi il fegato per governare un paese come il nostro, a meno che non abbia in mente di comportarsi come la nostra classe dirigente e cioè rubare il più possibile per se e per la propria famiglia più o meno allargata . L’altra soluzione, e cioè una dittatora vera ,non è praticabile almeno per il momento . Nel futuro più o meno prossimo non lo escludo affatto.

  22. Massimo74

    @Davide Gionco

    Conocsco benissimo i meccanismi che stanno alla base della creazione della moneta e proprio per questo affermo che è una cretinata dire che le banche centrali indebitano gli stati quando stampano moneta (così come è una cretinata dire che non può essere immessa nuova moneta in circolazione se non attraverso l’emissione da parte dello stato di nuove obbligazioni).
    La verità è che gli stati si trovano in deficit per il semplice fatto che ogni anno spendono più di quanto incassano e questo accade principalmente perchè la spesa pubblica, che è per i politici un mezzo attraverso il quale mantenere il proprio consenso elettorale, non solo non si riduce (a parte qualche rarissima eccezione come è accaduto nel 2010), ma continua a crescere ininterrotamente da 60 anni a questa parte.Chiaramente, quando le entrate non bastano a coprire le spese, ecco che lo stato per far fronte ai costi del suo apparato burocratico è costretto a finanziare il proprio deficit attraverso l’emissione di nuovi BTP.
    Non sono quindi le banche centrali che causano il debito pubblico, ma una classe politica cialtrona e corrotta che pur di non rinunciare ai propri privilegi e alle proprie clientele, negli ultimi 40 anni ha speso all’impazzata portando il paese sull’orlo della bancarotta.

  23. rccs

    Scusate l’OT, Davide Gionco, forse ci conosciamo? Nel 2004 lavoravi a Torino prima di trasferire l’ufficio a Moncalieri?

  24. Marco Tizzi

    @Massimo74
    Massimo, mi sembra un po’ semplicistica la tua visione del deficit pubblico.
    L’Euro è una moneta basata sul debito come tutte le altre: questo significa che la massa monetaria aumenta tramite il moltiplicatore monetario basato sulla riserva frazionaria.
    Il sistema è basato sul debito, perché la riserva frazionaria si applica ai debiti. C’è un piccolo problema: il sistema bancario crea moneta, ma chiede un interesse per farlo. E chi crea la moneta necessaria al pagamento di quell’interesse?
    La risposta è: nessuno. L’unico modo per far sì che il sistema bancario, nel suo complesso, riceva i soldi degli interessi è che questi vengano pagati con altri debiti, facendo continuare l’espansione.
    Questo è il “paradigma della crescita”: se non si cresce il sistema non riesce a ripagare i propri debiti perché non c’è abbastanza moneta in giro e collassa come un domino.
    In pratica è un immenso schema Ponzi, che può sopravvivere solo finché viene alimentato e sono i debiti che lo alimentano.

    Ora bisogna chiedersi: chi fa i debiti? In ogni sistema monetario possono farli solo tre soggetti: i privati, gli Stati o l’estero (tramite bilancia commerciale).

    E veniamo a noi: l’Euro è una moneta incasinata perché include molti Paesi e molto diversi, che hanno economie diverse e non c’è un vero mercato unico. Non c’è nemmeno una fiscalità unica. Questo crea il grande problema che alcuni Stati (al momento solo la Germania) non hanno problemi di crescita, mentre altri ce l’hanno eccome.
    In questi ultimi il bilancio netto dei debiti dei tre soggetti non è abbstanza indebitato per far continuare lo schema Ponzi, quindi si va verso la bancarotta. Pubblica o privata poco conta.
    Come si risolve sto problema?
    Se vogliamo rimanere in un sistema monetario basato sul debito – e al momento nessuno nemmeno propone in Europa un’alternativa – bisogna fare in modo che la somma dei tre soggetti si indebiti.
    Ma i privati non riescono a farlo perché le banche non si fidano di loro.
    Restano gli Stati e l’estero.
    Ma gli Stati in Europa non si possono più indebitare.
    Resta l’estero. Quindi la soluzione sembrerebbe aumentare le esportazioni.
    Ma a parte molte considerazioni monetarie ed economiche che si possono fare in merito all’export, una cosa è certa: non è possibile che l’economia mondiale si basi sull’export. Non si può essere tutti esportatori, ovviamente.
    Quindi sta diventando un gioco a somma-zero, che non può funzionare.

    In questo il deficit Statale può servire per far ripartire il carosello del debito: gli USA ci stanno mostrando come.
    Questo al di là dei discorsi sulla spesa pubblica: una politica espansiva si può fare anche solo semplicemente tagliando le tasse, non c’è bisogno di aumentare la spesa. O si possono tagliare le tasse più di quanto si taglino le spese.

    Questo per dire che, di suo, il deficit non è “male” o “bene”. E il debito pubblico non è mai “troppo” o “poco”.
    Dipende da che Stato sei e in che momento sei.

    P.S.
    da un punto di vista strettamente matematico ovviamente il fatto che l’espansione monetaria tramite riserva frazionaria non includa gli interessi, che però invece le banche vogliono, rende il sistema destinato comunque all’implosione, perché l’espansione della moneta è finita.
    Per questo gli Stati possono anche monetizzare il loro debito, per far sì che il gioco del debito possa continuare anche quando sembra che sia giunto al suo limite.
    Il fatto che l’Euro non abbia questa possibilità lo rende un sistema intrinsecamente instabile, nonostante quello che Prodi, Monti e compagnia bella ci hanno sempre raccontato.

  25. Michele

    condivido pienamente quanto esposto nell’articolo. A detta di colleghi che conoscono la realtà spagnola , la Spagna è anch’essa in recessione e moltissime aziende sono in fallimento. I fondamentali della Spagna sono , comunque, più sani dell’Italia( meno corruzione, debito pubblico decisamente inferiore, migliore modernizzazione dei servizi,etc). Accusare la Spagna di causare l’aumento dello spead da parte di Monti fa parte della ormai vetusta tecnica berlusconiana( dire che noi stiamo meglio e siamo migliori degli altri). Nel caso il Monti non fosse in grado di produrre le riforme , il rigore e ul risanamento della spesa pubblica , la lotta vera all’evasione, abbattere la corruzione ,sarebbe auspicabile si andasse subito alle elezioni , sperando in nuovi soggetti politici.

  26. Massimo74

    @Marco Tizzi

    Io sono contro la riserva frazionaria sui depositi a vista (che considero una vera e propria frode legalizzata) e sono anche a favore dell’abolizione delle banche centrali, ma la soluzione non può essere quella di portare la creazione della moneta in capo al ministero del tesoro,perchè questo ci porterebbe direttamente ad una situazione simile a quella della ex repubblica di Weimar (dove nel novembre del 1923 si arrivò addirittura a scambiare un dollaro americano per il controvalore di 4.200 miliardi di marchi!) o più recentemente a ciò che è accaduto nello Zimbabwe di Mugabe dove ormai la valuta nazionale è diventata carta straccia ed è stata sostituita de-facto dal dollaro americano.

  27. Marco Tizzi

    @Massimo74
    Non stavo dicendo che mi pace così 🙂
    Anzi, mi fa vomitare questo sistema, ad essere sinceri.
    E sono d’accordo che la visione MMT di dare il potere monetario ad Alfano, Bersani e Casini sia peggiorativa.

    Sto dicendo che al momento non ci sono nemmeno delle proposte sul tavolo per lavorare a riserva piena o comunque per cambiare in qualche modo questo sistema monetario.

    Quindi, oggi e in questo sistema, è necessario un tot di deficit per far riprendere il giro.
    Secondo me il modo più furbo per farlo sarebbe tagliare la tassazione.
    Ma piuttosto che morire così lentamente, inseguendo un pareggio di bilancio che mai arriverà, allora preferisco una sventagliata di moneta, magari secondaria.

  28. Davide Gionco

    @Massimo74
    Massimo,

    Marco Tizzi ha già perfettamente chiarito anche la mia posizione.
    Allo stato attuale la soluzione più semplice è lasciare correre il debito pubblico per rimettere in moto l’economia.

    L’unica soluzione a medio e lungo termine è una riforma complessiva del sistema finanziario, quantomeno a livello europeo, ma meglio se a livello mondiale.
    Io sono convinto che la soluzione sia un divieto assoluto alle banche di creare del denaro-di-fatto che è costituito dai crediti bancari, in quanto non lo creano secondo le esigenze dell’economia reale, ma secondo le (loro) esigenze di economia puramente finanziaria slegata dalla realtà.

    La proposta più interessante che conosco è simile all’approccio MMT, ma elimina completamente il concetto di debito nella creazione del denaro. Sono gli inglesi di Positive Money i quali propongono sostanzialmente l’abolizione della Banca Centrale e la creazione di una sorta di authority che determini ogni anno (o ogni trimestre) la quantità di nuovo denaro che è possibile creare.
    Questa quantità viene determinata dalla authority in modo da accompagnare il necessario sviluppo dell’economia fino alla piena occupazione e in modo da evitare eccessi di moneta in circolazione con conseguenti fenomeni inflattivi.

    Il nuovo denaro viene emesso come credito puro, senza registrare alcun debito. Quindi i titoli di stato verrebbero aboliti, non essendo più necessari.

    In pratica il Governo si ritroverebbe questo numero da utilizzare per i suoi bilanci di investimenti. La quantità di denaro consentita verrà stampata ed utilizzata secondo gli obiettivi politici prefissati. Nel caso in cui il numero fosse negativo (necessità di ridurre la quantità di denaro in circolazione) il Governo dovrà provvedere a dei tagli.

    Analogamente ad MMT, il governo non ha più bisogno di tassare i contribuenti per finanziare il proprio funzionamento.
    Infatti il denaro, che viene prodotto a costo zero, viene utilizzato per pagare beni e servizi che hanno un valore reale. La produzione di questi beni e servizi sarebbe il corrispettivo della “tassa in natura” pagata dalla società verso lo stato.
    Con i soldi guadagnati, i fornitori dello stato (dipendenti diretti o ditte appaltatrici) hanno diritto ad acquistare beni e servizi dal resto della società, che quindi provvede a mantenerli, pagando quindi indirettamente il proprio tributo “in natura”.

    Il sistema ben gestito consente di arrivare alla piena occupazione.

    Si tratta di una concezione finanziaria decisamente più intelligente di quella attuale, che invece lascia molte persone a casa senza lavoro, con gli altri che devono lavorare per mantenerli.

    Evidentemente neppure uno strumento finanziario del genere potrebbe salvarci se messo in mano alla nostra classe politica.
    Per questo non esistono scorciatoie: bisogna mandarli a casa e fare entrare al governo una nuova classe dirigente.

    Invito tutti ad interessarsi, perchè la società civile si sta muovendo, perchè la situazione è veramente insostenibile.
    Impegnamoci attivamente per questo cambiamento.

  29. Stefano

    …. ci stiamo ricadendo anche noi: mugugni digitali, discussioni del tutto teoriche, …
    Il problema è fare qualcosa di diverso per cambiare le cose: anche i mercati non hanno fiducia della politica attualmente seguita dal governo Monti (che tra l’altro altro non è che la sintesi di quanto di negativo c’è nelle – poche – linee politiche dei partiti esistenti) ma questo non muta nulla nella strategia del governo.
    Se siamo convinti che questi partiti e questa politica (tecnici compresi) sbaglino dobbiamo reagire con quelle che sono le regole: proporre agli Italiani una nuova Politica e cercare su questa di ottenere il voto appena ne capiterà l’occasione.
    Cosa servirebbe – se non attestare l’esistenza di un ulteriore e inutile tipo di mugugno, stavolta di tipo elettorale, non votare, votare bianco o nullo in qualsivoglia modalità ??
    Adesso basta, nuova Politica ..

  30. @Davide Gionco

    ma dico scherziamo…. la storia del signoraggio, della moneta privata della BCE posseduta da loschi privati che speculano…
    ma fatela finita con queste leggende da baraccone.

    lo stato e’ stra-indebitato e ha sperperato i soldi che ha preso.
    figurarsi se potesse stamparsi i soldi come faceva prima controllando la Banca d’Italia, l’inflazione sarebbe al 20000%

  31. geppo

    @Davide Gionco
    io credo sia giunta l’ora di smettere di fare le pecore.
    C O S A D O B B I A M O F A R E
    SINGOLARMENTE NON CONTIAMO NIENTE… MA TUTTI IN SIEME SIAMO UNA FORZA

  32. Alberto

    Questo documento è lo specchio della politica autoconservatrice di se stessa e spiega meglio di tante chiacchiere, il cancro e la saproficità del sistema partitico; questa gente, molla solo con la morte o con l’ arresto. Nel parlamento inglese, tanto per fare un esempio il parlamentare più anziano per legislature è Peter Tapsell, che ha 82 anni ed ha iniziato nel 1966, Andreotti, anni 93, che Dio lo conservi ancora a lungo, ha anzianità legislativa dal 1945, cioè 21 anni di più.

  33. edi zambelli

    Ma vi rendete conto che siamo governati da un burocrate che non ha mai provato neanche a gestire un negozio di frutta e verdura? Come puo essere collegato alla realtà un tizio che si è sempre nutrito alla greppia pubblica e che ha accumulato un capitale personale di oltre 11 milioni di euro senza nulla rischiare? Bisogna chiamare dei tagliatori di “teste” che riparametrino il numero dei dipendenti pubblici alle reali odierne
    necessità! Questo governo, nato come super partes, non farà niente del genere e l’Italia diventerà l’ultimo paese d’Europa (salvo che non arrivi la rivoluzione)

  34. Massimo74

    @Davide Gionco

    Ma chi ci garantisce che una classe politica che avesse la possibilità di accedere alla stamperia del denaro illimitatamente non finisca per abusare di tale opportunità facendoci fare la fine dello Zimbabwe?Te lo immagini uno come Scillipoti con la stampante a portata di mano?

  35. lionello ruggieri

    Mai venuta l’idea che lo spread non è l’effetto della situazione, ma la causa dello stesso cercata per giustificare certi provvedimenti governativi e certa politica?

  36. Davide Gionco

    @Massimo74
    Su questo sono d’accordissmo con te.
    Come ho già detto, non ci sono scorciatoie. L’unica strada è mandare a casa (e buona parte in prigione) l’attuale classe politica e metterci delle persone oneste e competenti, anche se non fossero professori dela Bocconi.

    Ma per salvarci dall’attuale crisi economica, è indispensabile riprenderci la sovranità monetaria. Diversamente verremo dissanguati, è una certezza matematica, come Marco Tizzi ha molto ben spiegato

  37. Alberto

    I peggiori in assoluto e stanno sempre meglio e comodamente in una botte di ferro e non si mozzicano tra loro; è questo status che deve essere assolutamente abbattuto se vogliamo vedere una buona politica.

    La Casta peggiora, ma ha le tasche sempre più piene. In sessant’anni, i nostri parlamentari sono diventati sempre meno preparati, istruiti e impegnati, ma non per questo più poveri. Il loro calo di qualità è stato inversamente proporzionale al loro reddito, che è invece cresciuto di oltre il 10% l’anno. Contro l’1,5%, ad esempio, dei loro colleghi Usa, rispetto ai quali guadagnano abbondantemente di più.

    Gli italiani sono gli onorevoli più pagati dell’Occidente: una busta di oltre 144 mila euro (più spese), contro gli 84.108 di un loro collega tedesco, gli 81.600 di un inglese, i 62.779 di un francese, i 35.051 di uno spagnolo e i 7.369 di un polacco, fanalino di coda delle indennità parlamentari in Europa.

    Onorevoli portafogli
    Entrare in Parlamento è un affare, secondo uno studio presentato a Gaeta al 10° convegno europeo della Fondazione Rodolfo DeBenedetti, titolato «Il mercato del lavoro dei politici», che ha analizzato le carriere degli uomini politici italiani a partire dal secondo Dopoguerra.

    Il neoeletto vede il suo reddito lievitare del 77% già nel primo anno di attività (rispetto all’anno precedente). E da questo momento in poi, può dormire tranquillo. Il suo reddito lordo dal 1948 al 2006 ha avuto un tasso di crescita medio annuo del 10% (l’indennità è agganciata alla retribuzione dei magistrati, che è saltata verso l’alto); dal 1985 al 2004 il suo reddito reale annuale è aumentato di 5-8 volte rispetto a quello di un operaio, di 3,8-6 rispetto a un impiegato, di 3-4 volte più d’un dirigente. Dalla fine degli Anni Novanta, inoltre, il 25% dei deputati guadagna un reddito extraparlamentare superiore a quello della maggioranza dei dirigenti.

    Un onorevole italiano mette in tasca un’indennità che, nel 2006, era superiore di 35 mila euro rispetto a quella dei suoi colleghi Usa. Eppure, nel 1948, i membri del Congresso degli Stati Uniti guadagnavano molto di più rispetto ai nostri. Il gap è stato colmato nel 1994: da allora, ci fanno un baffo. La spiegazione? Oltre al lievitare dell’indennità, anche la possibilità di cumulare a quest’ultima altri redditi (ma solo per i privati), che agli onorevoli statunitensi è negata. «E’ giusto che il cumulo venga eliminato», ha detto l’ex ministro dell’Interno, Giuliano Amato, per il quale è «inaccettabile» fare il parlamentare come scelta strumentale per rendere più redditizio il lavoro esterno.

    Politici di professione
    Altra garanzia di guadagno, è la durata della carriera politica. Quasi due deputati su tre restano in Parlamento per più d’una legislatura, uno su dieci per più di 20 anni. La durata media è di 10,6. Con eccezioni: domani Francesco Cossiga compie 50 anni di vita parlamentare. Uscire dall’emiciclo, però, non significa abbandonare la politica: vi resta uno su due. Solo il 6% va in pensione, mentre il 3% finisce in carcere.

    Più vecchi e meno istruiti
    I deputati della Prima Repubblica (1948/94) entravano in Parlamento con un’età media di 44,7 anni: nella Seconda di 48,1. Nella I Legislatura (1948/53) il 91,4% era laureato, nella XV (2006/08) solo il 64,6%. Negli Usa, la percentuale è invece aumentata, dall’88% al 94%.

    Qualità a picco
    Lo studio ha considerato il livello d’istruzione, il grado di assenteismo e l’abilità intrinseca di generare reddito nel mercato del lavoro. La combinazione di questi indicatori «mostra che il livello di qualità media dei politici era maggiore nella Prima Repubblica». I deputati, allora, erano più istruiti e più abili, mentre il grado d’impegno in aula è comparabile.

    Ciò è dovuto, secondo la ricerca, all’aumento del potere di selezione delle segreterie dei partiti, rispetto agli elettori. Segreterie che hanno portato in Parlamento, grazie al richiamo degli «stipendi» elevati, deputati sempre meno preparati. Per ridurre questo effetto di «selezione avversa», dice lo studio, si potrebbe adottare un sistema elettorale maggioritario puro, nonché eliminare il cumulo dei redditi e indicizzare l’indennità al tasso di crescita dell’economia. Ne guadagnerebbe anche l’impegno parlamentare, visto che ogni 10 mila euro di extra-reddito riduce dell’1% la partecipazione in aula.

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