18
Nov
2011

8 ragioni contro la patrimoniale

Dalla Cgil alla Confindustria, dalla sinistra radicale al Financial Times, l’ipotesi di un’imposta patrimoniale in Italia ha ottenuto crescenti e insospettate adesioni da parti sociali e commentatori solitamente molto distanti tra loro. Vi sono invece molte e valide ragioni contro la patrimoniale, le più rilevanti delle quali ho analizzato in dettaglio in un intervento sul Sussidiario, al quale rimando per chi volesse approfondire (*):

1 – Se costruita col vincolo dell’equità la patrimoniale non è praticabile, e, in conseguenza:

2 – Si può realizzare solo in maniera non equa. Inoltre:

3 – Non è risolutiva, né realizza miglioramenti significativi per i problemi della finanza pubblica.

4 – I vantaggi che apporterebbe alla finanza pubblica sono conseguibili con provvedimenti alternativi non dirompenti.

5 – La patrimoniale è recessiva.

6 – La patrimoniale aumenta l’incertezza e (probabilmente) anche lo spread.

7 – La patrimoniale distoglie da una corretta via di riforme.

8 – La patrimoniale ricapitalizza uno stato “good company” (per riaffidarlo a una classe politica tradizionalmente spendacciona), trasferendo la “bad company” ai contribuenti.

Rimando al Sussidiario per l’analisi dei singoli punti e riporto invece le osservazioni conclusive:

Una riforma basata su estese privatizzazioni avrebbe il vantaggio di sottrarre cospicue risorse a chi sinora ha effettuato scelte inefficienti senza subirne conseguenze (classe politica e dirigenza pubblica a essa sottoposta) e di ridarle ai cittadini i quali hanno un forte incentivo, l’interesse personale, a usarle in maniera corretta e a non sprecarle. I sostenitori della patrimoniale vanno invece nella direzione opposta: la “ricapitalizzazione” di una classe politica impreparata e inefficiente. Probabilmente senza rendersene conto stanno proponendo una “soluzione Alitalia” da applicarsi a tutto lo Stato attraverso la creazione di una “bad company” che verrebbe spalmata sui contribuenti attraverso la maxi-patrimoniale e di una “good company” che verrebbe riaffidata alla stessa classe politica. Non è difficile prevedere che l’aggettivo “good” sarebbe destinato a svanire in pochissimo tempo. Basta guardare agli effetti delle ricapitalizzazioni Alitalia attuate nel decennio 2000: dopo ognuna di esse la compagnia ha ripreso in maniera consistente ad aumentare le perdite.

Si può sostenere in conclusione che ricostituire uno Stato “good company” attraverso la patrimoniale sia come ricapitalizzare il figliol prodigo pensando che questa scelta possa essere un buon viatico sulla strada della frugalità e della parsimonia. E’ un errore intellettuale imperdonabile.

(*) Nel pezzo vi è in realtà una piccola licenza matematica dato che, essendo i primi due punti dell’elenco alternativi, le motivazioni totali contro la patrimoniale sono sette e non otto (ma direi più che sufficienti).

P.S.: Manuel Seri analizza efficacemente nel post precedente le conseguenze negative sul contribuente e l’iniquità del provvedimento. Purtroppo, se le mie considerazioni sono valide, esso non giova neppure alla finanza pubblica e anzi la danneggia. Si tratta allora di un ‘pessimo paretiano’, in cui tutti perdono, e ci troviamo in conseguenza nel quadrante degli stupidi di ‘Allegro ma non troppo’ di Carlo Cipolla? Può essere, non c’è da stupirsi e non sarebbe la prima volta (vedasi ad esempio il patriottico salvataggio di Alitalia). Però un candidato a guadagnarci c’è: le banche dalle quali lo stato ricomprerebbe con i proventi della patrimoniale i titoli pubblici che attualmente zavorrano il loro stato patrimoniale. Si tratterebbe in tal caso di un bel risultato: un regalo insperato ai c.d. poteri forti servito su un piatto d’argento dalla sinistra radicale in associazione con le parti sociali all’uopo coalizzate!

36 Responses

  1. Lucio

    Credo che levare le castagne dal fuoco per poi riconsegnare ai soliti noti la cassa sia veramente da ****ioni

  2. Condivido al 50%. Vale a dire sono assolutamente prioritarie:

    1) privatizzazioni (es. Sipra, visto che è difficile privatizzare tutta la Rai, Poste..) unite alle liberalizzazioni (altrimenti si finisce come nel “diario del saccheggio”, film di F. Pino Solanas sull’Argentina di Menem-De la Rua)
    2) Semplificazioni (per esempio, perchè le nostra auto devono avere sia Foglio complementare che Carta di circolazione? unificare PRA a Motorizzazione. Non “licenziare” i dipendenti del PRA, ma migliorare i servizi della Motorizzazione.)
    3) Aumentare gli “erogatori” dei servizi, dai Taxi alle scuole.
    4) Abolire i consigli di circoscrizione e le facilitazioni per Val d’Aoste e Bolzano (se vogliono andare in Francia/Sizzera o Austria/Tirolo indipendente… prego si accomodino pure!)
    Fatto cose ovvie di questo genere allora è meglio una patrimoniale che “teoricamente” dovrebbe colpire il reddito piuttosto che sacrifici “a caso”. (Esempio pensioni di anzianità, che se sei nato entro una certa data OK hai fortuna, se hai la sfiga di essere nato nella seconda metà degli anni 50 ed lavori dagli anni 80 hai sempre pagato il 33% (enorme, aliquota solo italiana e dagli anni 80 in poi) e noi hai puoi usufruire quello che chi non ha pagato così, ha usufruito.)
    — Perchè ICI e non si può “giocare” sull’IRPEF comunale?

  3. Marco

    Io sono anche d’accordo con questo ragionamento. Ma allora mi chiedo: perché il mio misero stipendio di 1500 deve essere tassato al 27% , ed i patrimoni non possono essere tassati perché sostanzialmente inutile? Allora facciamo sta patrimoniale e quello che si raccoglie lo usiamo per alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio. ok, è sicuramente poco liberale, però ho 30 anni, un contratto a tempo indeterminato, un mutuo e una moglie; vorrei fare un figlio ma ho paura di non arrivare a fine mese. io non voglio di più, non voglio privilegi, non voglio l’elemosina di stato e di nessun’altro. vorrei solo che lo stato togliesse le mani dalle mie tasche. serenamente, pacatamente.

  4. kasparek

    Allora, caro Marco, la risposta è meno spesa pubblica, e non derubare qualcun altro (i tuoi genitori, in linea di massima).

  5. Francesco P

    Il patrimonio dello stato “vendibile” è costituito in larga parte da immobili e terreni. Smobilizzando il patrimonio alienabile sarebbe possibile abbattere il debito pubblico del 30% in pochi anni in presenza di pareggio di bilancio ed a PIL costante.

    Scendendo dal 120 al 90% ci avvicineremmo ad una soglia di debito pubblico non ottimale, ma tollerabile e non recessiva. Sul tema segnalo questo studio della Banca dei Regolamenti Internazionali ( http://www.bis.org/publ/work352.pdf ). Attraverso un’analisi di tipo statistico, lo studio dimostra che il debito a moderati livelli è in grado di migliorare il welfare e la crescita. Lo studio individua delle soglie per il debito pubblico, corporale e dei privati oltre le quali l’effetto diventa negativo. Essendo uno studio statistico prescinde dai motivi per cui un soggetto pubblico, corporale o privato s’indebita. Noi sappiamo che indebitarsi per cose inutili ci lascia con il debito e gli interessi da rifondere e con un pugno di mosche in tasca.

    Per poter alienare beni pubblici è fondamentale trovare acquirenti. E’ lapalissiano che ostacoli burocratici, fiscali o derivanti dalla capacità di “blocco” di vari enti o gruppi di pressione possono far fallire il programma, lasciandoci nell’insostenibile situazione attuale.

    Il governo Monti deve mediare fra i diversi partiti proiettati in una campagna elettorale lunga 14 mesi. Per garantire la governabilità ed evitare il ripetersi della la rissa parlamentare, il Presidente del Consiglio deve mediare fra le differenti spinte corporative della politica, scegliendo percorsi non ottimali e dando un contentino alla destra ed uno alla sinistra. Solo attraverso questo tortuoso percorso potrà imporre una stretta sul bilancio tale da non farci fare la fine della Grecia.

    Finché non si aggredisce il nocciolo del problema, ovvero la ridondanza dei livelli decisionali e degli stipendi pubblici, non c’è soluzione che regga. La ridondanza delle amministrazioni e degli enti statali è strettamente connessa all’ipertrofia dei partiti, al loro moltiplicarsi ed alla loro litigiosità. E’ un fenomeno che si autoalimenta perché: più soldi da spendere –> più partitismo degradato, più partitismo degradato –> più spesa pubblica.

    Prodi due anni, Berlusconi tre e mezzo. Ma se andiamo indietro alla prima repubblica i governi duravano ancora meno. Monti sa che dovrà fare cose non in linea con la sua competenza economica per evitare un male peggiore: non completare il programma minimo concordato con l’UE.

  6. microalfa

    @ Francesco P

    Tutto giusto quanto dici, ma se il buongiorno – delle privatizzazioni – si vede dal mattino, non vedo molto ottimismo nel futuro. Porto un esempio.

    Il ministero dell’Agricoltura ha calcolato in 330.000 ha di terreno coltivabile di proprietà pubblica una possibile e veloce fonte di dismissione. Ora sappiamo che, malgrado la folle gestione della politica agricola comunitaria, nella nostra Italia prevalentemente montuosa o collinare, la terra coltivabile dovrebbe essere valorizzata come un metallo prezioso.
    Invece cosa ti inventano: un sistema bizantino di promozione dell’imprenditoria agricola giovanile cui trasferire i citati terreni, con clausole addirittura ridicole e visibilmente aggirabili anche a occhio da volponi e volpini.

    Morale della favola, l’aspettativa totale di introiti per tutto quel ben di Dio viene quantificato in 6 – sei – mld/euro. E stiamo parlando di una percentuale significativa del terreno totale coltivabile nel territorio, non di un’inezia insignificante.
    A momenti, a spanne, converrebbe affittarli, quei terreni in mano pubblica, a organizzazioni estere efficienti e a prezzi di mercato. Naturalmente in cambio di non rompere loro le scatole “all’italiana”, né prima né dopo.

  7. Andrea Chiari

    Il ragionamento non mi convince. In sostanza si dice: non facciamo la patrimoniale perchè non dobbiamo dare i soldi a una classe politica spendacciona. Affamare la bestia, insomma. E’ una posizione ideologica. Detto con linguaggio poco raffinato: non toccare i soldi ai ricchi (lo dicono anche i repubblicani negli USA). Credo invece che in momenti straordinari (con un fisco che storicamente è stato un colabrodo) si possa chiedere a chi più ha di contribuire al bene comune. Che l’intervento non sia risolutivo, che le maggiori entrate vadano gestite bene, che si debbano fare riforme strutturali, questo non è in contrasto con la patrimoniale. Sono obblighi evidenti su cui vigilare. La patrimoniale non può essere la scappatoia di chi non vuole riformare il sistema.

  8. Floriano

    Non si tratta di costituire una bad  company da lasciare ai contribuenti e di una good company da riconsegnare ai politici ma di riportare la situazione debitoria pubblica  in un ambito che ci consenta di evitare il default
    Perchè è giusta la patrimoniale:
    1. il patrimonio è ricchezza accumulata che non alimenta direttamene produzione e consumo, colpirla quindi non deprime il consumo e lo sviluppo
    2. qualsiasi intervento sia esso sul reddito, sui consumi o sul patrimonio ha una dose di iniquità
    3. la patrimoniale è il minore dei mali infatti l’accumulo di patrimonio può essere frutto di lavoro (ed in questo caso l’imposta è iniqua) o di eredità/donazione (in questo caso l’imposta è poco  iniqua) o di evasione/elusione (imposta equa)
    4. Colpire i redditi è altamente iniquo e deprimente i consumi (pagano sempre gli stessi e quelli che hanno ancora capacità di alimentare i consumi)
    5. Colpire il consumo è comunque iniquo verso tutti coloro che con basso reddito hanno elevati consumi (famiglie) 

  9. kasparek

    Non servono maggiori entrate.
    Servono minori spese: è proprio il punto di vista di base ad essere errato.
    Se si fanno le “riforme strutturali” giuste, peraltro, non c’è alcun bisogno di abolire la proprietà privata mediante la patrimoniale.

  10. Claudio Di Croce

    I sostenitori della patrimoniale e in generale di maggiori furti fiscali dalle tasche dei cittadini sono convinti che con questi furti si potrebbe continuare a fare l’allegra politica della spesa pubblica in modo da non toccare gli assurdi provilegi di cui tantissime categorie di cittadini si nutrono , dipendenti pubblici e loro collegati in testa
    Mi è piaciuta l’intervista di Passera ( ve le immaginate le battute dei sinistri di tutte le categorie se fosse stato un ministro berlusconiano , mentre invece adesso tutti zitti e in riga ) in cui ha detto che una forma di prelievo patrimoniale potrebbe essere fatta DOPO aver fatto le riforme che diminuiscano in modo sostanziale e strutturale la spesa pubblica arrivando a garantire il pareggio di bilancio. Io potrei accettare una forma di prelievo solo se questi soldi andassero a diminuire il debito pubblico e non potessero essere toccati in nessun modo dai politici di turno per continuare a comprare voti . Vedrei bene un c/c in cui accreditare questa somma e mostrare quanto debito pubblico si è estinto comprandolo sul mercato secondario e annullandolo. Il tutto fatto in modo che i cittadini possano controllare.

  11. ennio

    @Claudio Di Croce
    condivido in pieno !
    la patrimoniale ha senso solo dopo aver riformato il sistema,
    aver tagliato le unghie alla corruzione e allo spreco di impiegati pubblici inutili in enti inutili e non, che non fanno un c…o e prendono fior di stipendi
    e tutto quanto si ricava dalla patrimoniale deve servire solo ad abbattere il debito !!
    se non si riforma il sistema la patrimoniale serve solo a prendere un po di tempo prima del default !!

  12. romain

    sono d’accordo sui nove no alla patrimoniale, ma chiedo: d’accordo sul no alla patrimoniale, ma perchè si al ripristino dell’Ici sulla prima casa? l’Ici non è forse anch’essa una patrimoniale? e non era stata già abolita?

  13. pappacefal

    x ugo arrigo

    le privatizzazioni sono come la patrimoniale…se non peggio…
    perché a comprare saranno i soliti….

    e le concentrazioni di potere portano alla concentrazione di liquidità…
    la conseguenza è la rarefazione monetaria…che la massa povera sta subendo…

    la stagnazione è mancanza di liquidità…
    la gente non arriva a fine mese non per colpa dell’inflazione…che in realtà non c’è…

    ma per colpa di “rastrellatori” di moneta…
    così concentrati e quindi produttivi che di fatto fagocitano tutta la liquidità…

    persino le banche ufficiali sono state superate dal “banking shadow” ovvero da concentrazioni ancora più efficienti delle banche stesse…

    solo gli stati possono essere inefficienti e spendaccioni e quindi ridistribuire la liquidità agli strati bassi della società…come degli enormi ammortizzatori sociali…

    l’europa non potrà resistere alla richiesta di moneta e dovrà accettare l’emissione di eurobond….

    in caso contrario gli scioperi la paralizzeranno…

  14. pappacefal

    le privatizzazioni hanno senso solo se le aziende di stato diventano public company al 100%…in caso contrario sono dei furti e basta…

    furti da parte di chi ha raccolto tanta di quella liquidità truffando la gente e adesso deve trovare uno sfogo a questa liquidità…

    prima che crolli tutto….

  15. eleonora

    Sono, in parte d’accordo, sul no alla patrimoniale ma l’ICI sulla prima casa non è tollerabile.
    Il primo grande obiettivo è la drastica diminuzione della spesa della politica e degli sprechi, poi il controllo serio sulle banche(ma non saranno certo i componenti di questo governo tecnico a volerlo fare) poi si potrà chiedere qualcosa ai cittadini italiani senza che si sentano derubati.

  16. Alberto

    Caro professore io sono sempre d’ accordo con ciò che lei dice, ma stavolta mi permetto di dissentire, perchè i circa 10.000 MLD di patrimoni, immobiliari e non, sono l’ unica vera risorsa per trovare soldi veri, perchè con una pressione fiscale al 44% nel 2012, reale su chi è tassato, al 55%, che rende difficile consumare e trovare risorse proprie per le imprese oneste, io credo che sarà difficile andare a raschiare ancora qualcosa dal fondo del barile; soprattutto la tracciabilità del contante, è una misura depressiva e poco efficace per recuperare evasione, al fine di far convergere quel 55%>44%, meglio sarebbe il contrasto d’ interesse tra le parti.
    Ma arrivo alla mia proposta, patrimoniale si, ma detraendo ciò che viene pagato già sul reddito da utilizzo del patrimonio; mi spiego, se si possiede un patrimonio in case da 2 milioni di euro, e su tali case già si paga l’ irpef e la cedolare secca sugli affitti, allora, dalla patrimoniale si scalano detti importi, così credo si aumenterebbe anche l’ equità del prelievo fiscale e sicuramente sirenderebbero disponibili immobili in affitto per chi ne abbia bisogno e non trova.

  17. Axel

    La classe politica attuale ha delle enormi responsabilità per le mancate riforme, ma non per la spesa pubblica che in questi difficili anni è cresciuta meno che in altri paesi. Il fatto è che il grosso del debito è stato fatto 30 anni fa e per poterlo ridurre non potrà bastare la crescita asfittica dell’eurozona. Purtroppo, credo che la patrimoniale sia necessaria, anzi, per tornare ad un debito sul Pil almeno dell’80% bisognerà farne una ogni 5 anni.

  18. Roberto 51

    Caro professore,
    non sono d’accordo con il suo ragionamento perché vedo che il lavoro, il consumo e l’impresa sono tassati in modo selvaggio mentre il capitale sfugge a ogni forma di tassazione, sia perché può scappare più facilmente sia perché i suoi detentori hanno molte più armi per imporsi alla politica, e ne avranno sempre di più.
    In questo modo si deprime la voglia e l’entusiamo di lavorare e produrre mentre si incentiva la propensione all’accumulo e all’investimento puramente finanziario: perché dovrei darmi da fare a lavorare, inventare e produrre, rischiando i miei capitali, quando li posso tranquillamente tenere fermi in immobili di vario tipo o su strumenti di tipo finanziario, che nulla producono per nessuno, se non per i titolari del capitale investito?
    In conclusione ritengo che, fermo restando che è indispensabile ridurre i costi del pubblico, si debba ribilanciare il carico fiscale, spostandolo dal lavoro verso la rendita e l’accumulo.
    Il messaggio dovrebbe essere: caro cittadino, grazie alla tua bravura e fortuna hai accumulato un capitale, sappi che se lo investi e sarai ancora bravo e fortunato lo potrai incrementare ulteriormente, se lo tieni lì e pensi di viverci di rendita o speculazione, io te lo tasserò comunque e te lo eroderò inesorabilmente: muoviti, muovi i tuoi soldi o resterai al verde!
    Il motore dell’economia non sono i finanzieri ma gli imprenditori e i lavoratori, oggi francamente troppo tartassati dal fisco.

  19. a mio modesto avviso,prima si porta il deficit a zero tagliando la spesa pubblica ed abolendo i privilegi che hanno delegittimato la politica.
    a quel punto utile vendere il patrimonio pubblico per abbattere il debito e fare la patrimoniale e l’aumento iva per abbassare in cambio le tasse sul lavoro.
    in questo senso si sposterebbe la tassazione dal lavoro alle rendite(di tutti i tipi)ed ai consumi.
    anche perchè se non riparte il lavoro,quello vero di chi produce qualcosa di reale,non c’è futuro per questo paese.
    stefano

  20. microalfa

    @ Roberto 51

    Dal tuo ragionamento, formalmente corretto, manca un tassello fondamentale: lo sviluppo del tessuto economico si basa sul risparmio che si tramuta – direttamente o indirettamente – in investimenti produttivi. Senza i quali l’economia si contrae e muore.
    Il risparmio è uno stock o, in altri termini, capitale accumulato o reddito non consumato. Demonizzare quindi il patrimonio e, soprattutto, ritenerlo egoisticamente improduttivo è poco veritiero.
    Che l’imposizione fiscale sul lavoro sia da noi eccessivo è innegabile, ma d’altra parte pensare di colpire il patrimonio perché “crea solo rendite” risulta assolutamente non vero e controproducente.
    E tende a far dimenticare il tema principe del nostro Paese: la diminuzione drastica e improcrastinabile della faraonica spesa pubblica. Quella sì che crea “rendite” a non finire.

  21. Roberto 51

    @microalfa
    E’ ovvio che il primo problema è ridurre alla ragione una macchina statale impazzita.
    Io ho voluto ragionare dell’opportunità di spostare le tasse dal lavoro e dal consumo al capitale, perché in questi ultimi tempi anche il capitale è impazzito, sembra che l’unico scopo della finanza sia fare i soldi con i soldi, perdendo il significato da te giustamente indicato: tramutarsi in investimenti produttivi.
    Invece sembra che l’unico scopo dei soldi sia moltiplicarsi buttandosi di volta in volta a spolpare qualche osso, tipo “Independence day”, tanto per interderci.
    Mi ha insospettito una notizia di pochi giorni fa secondo la quale l’asta dei bund tedeschi, con rendimento zero virgola qualcosa, era andata deserta mentre quella dei tanto vituperati BOT italiani aveva avuto richieste superiori all’offerta. Questo vuol dire che lo spread è falso, che c’è un mercato finanziario che drena risorse dalle tasche dei cittadini (lavoratori, imprenditori, etc.) per incrementare ulteriormente capitali che hanno completamente perso la loro funzione.
    Comincio addirittura a pensare che ai cittadini di un paese convenga tassarsi per estinguere i debiti (o smettere di rimborsarli) e mettere in costituzione che nessun ente si può più indebitare a nessun titolo, così dei mercati finanziari si fa a meno per sempre, come faccio io a casa mia: se ho i soldi spendo, altrimenti no, ma debiti MAI!
    I mitici mercati finanziari sono some il lupo e l’agnello di Fedro, il lupo una scusa per mangiarsi l’agnello la trova sempre.

    Io poi avrei una domanda per il conduttore del blog: ma i soldi, oggi , cosa sono? cosa rappresentano? E non mi riferisco agli Euro, ma a tutte le monete: Dollari, Yen, Corone, etc.
    Una volta sulle carte da diecimila c’era scritto “pagabili a vista” da parte della banca centrale con le firme del cassiere e del governatore, oggi non c’è più scritto niente.
    Ripeto la domanda: a cosa corrispondono esattamente gli Euro che ho in tasca?

  22. Alberto

    Professore carissimo, una semplice riflessione: noi abbiamo un debito pubblico di 1930 MLD ed un PIL di circa 1600MLD, per arrivare al 70% come rapporto debito PIL, ed avvicinarci con questo valore ai parametri di stabilità, diciamo in 10 anni, l’obiettivo è 1100MLD circa di debito pubblico, cioè in 10 anni dovremo trovare 800 MLD. Mi pongo e le pongo una domanda, come ci arriviamo?
    -tagliando la spesa, si e di quanto/anno;
    -crescendo alla media del 2% annua, come, per aumentare il gettito?
    -arrivando a valori medi OECD come spesa pensionistica/PIL e cioè recuperando un paio di punti% di PIL;
    -riducendo di conseguenza la spesa per interessi sul debito;
    Io vedo al massimo 40/50MLD possibili all’ anno, a spanne, il resto dove lo troviamo?

  23. paolo

    patrimoniale: perchè se uno lavora guadagna paga le dovute tasse, acquista delle proprietà sulle quali paga ici e tasse tutti gli anni, deve ulteriormente pagare una patrimoniale; mentre se invece di acquistare immobili i suoi soldi li mette in un cassetto o in cassetta di sicurezza in banca: non rischia, non paga tasse non paga ici non paga patrimoniale
    Quante volte paghiamo sullo stesso risparmio? (tutte le volte che lo movimentiamo?)
    Perchè discriminare sul modo di risparmio?
    L’unica patrimoniale giusta è quella di far pagare chi non ha pagato.
    grazie

  24. Claudio Di Croce

    @paolo
    Concordo sui concetti ma c’è un problema : siamo quasi al fallimento dello Stato . In una spa se gli azionisti non vogliono che la società fallisca devono mettere mano al portafoglio e ricapitalizzare , pagando i debiti e ripartendo di nuovo. In uno Stato sono i cittadini che devono farlo ,in due modi : diminuendo le spese e aumentando le entrate . Cosa fare lo sappiamo tutti. L’abilità tecnico/politica di Monti sarà di farlo veramente con il voto del Parlamento . Speriamo in bene, perchè se fallisce anche lui ho paura che falliamo tutti , o quasi .

  25. gianni

    Mi piacere molto che Monti leggesse questo commento per evitare di fare delle fregnacce.
    L’Italia è l’unico paese, governato ed amministrato (sia a livelli elevati e fino a quelli più bassi, intendo fino al vigile urbano o all’impiegato dell’agenzia delle entrate) da gente che invidia il benessere degli altri.
    Quando tremonti è andato in europea magnificando la “risparmiosità” degli italiani ha posto le basi per mettercelo in quel posto.
    Non ha senso invidiare chi ha di più, salvo poi tartassarlo di tasse e poi contare sui suoi beni per garantire il debito comune.
    Chiariamoci, pensate che fare la patrimoniale creerà maggiore fiducia verso chi deve intraprendere nuove iniziative, produrre redditi, ricchezza e accantonare soldi.
    Sono tutte questioni che dovrebbero essere incentivate e non criminalizzate (sei ricco=sei evasore).
    Facciamo due conti.
    Ti compri una casa al mare.
    Ti tassano all’acquisto (11% registro), ti tassano sui servizi (immondizia, acqua, energia maggiorate), ti tassano con l’ici (non sei esentato ma anzi paghi con aliquota maggiorata), ti tassano con la plusvalenza se te la vendi, ora ti tassano con la patrimoniale. Ma quanti cazzo di soldi devi pagare per ogni 100 euro di patrimonio che ti crei comprando qualcosa, considerando che te lo sei comprato con redditi che hanno già subito imposte etc. etc.?
    Cari governanti e governati poi andate a lamentarvi se la gente si compra la casa al mare a Mentone (dove pure le tasse francesi sono salate), in Croazia, a Malta o in Turchia.
    Ultima questione: è ipocrita dire che circa il 10% degli italiani ha oltre il 50% della ricchezza. E’ vero matematicamente ma distorto e ipocrita.
    Di questo 10% solo l’un per cento ha più di 5 milioni; circa l’8% ha un patrimonio di circa 800 euro, cioè in fondo in fondo, per la maggior parte si tratta di un appartamento in una grande città e 30-40 mila euro in banca.
    E’ leale e sincero parlare di questa gente come di gente ricca? O piuttosto significa prendere per i fondelli i cittadini?
    Se quel tizio lì ora dovesse pagare il 2% di patrimoniale dovrebbe versare 8 mila euro e non è detto che se hai una casa simile (magari con mutuo) e le spese di una grande città (il condominio, la stessa ici, la scuola, la rata dell’auto, il mutuo), te la puoi permettere.
    E’evidente che se berlusconi (che sarebbe il principale destinatario della patrimoniale, cioè una legge fatta per fare dispetto a lui) ha un patrimonio di 10 miliardi, dovrebbe pagare 200 milioni l’anno cioè briciole rispetto alla sua liquidità, l’incidenza sarebbe diversa se hai 10 milioni di patrimonio e devi pagare 200 mila euro l’anno; in questo caso ti devi vendere il patrimonio per pagare l’imposta.

  26. TONY

    […]
    Un’imposta patrimoniale ha per definizione il suo imponibile nello stock di ricchezza anziché nel flusso di ricchezza rappresentato dal reddito. La ricchezza è costituita da differenti tipologie di asset:

    1) Immobili (terreni, abitazioni, uffici, negozi, stabilimenti produttivi);
    2) Valori mobiliari (depositi bancari, titoli pubblici, obbligazioni, azioni);
    3) Beni mobili registrati (auto, barche, aeromobili);
    4) Beni mobili di valore (preziosi, arredi, quadri, altre opere d’arte);
    5) Bisogna inoltre considerare i debiti, i quali rappresentano ricchezza di segno negativo.
    […]

    Perché mettere insieme abitazioni terreni, negozi, uffici e stabilimenti produttivi; e poi, i depositi bancari con le azioni; ma anche, auto con le barche?
    La più comica è prorio quella dei depositi bancari: secondo voi dovrebbero rappresentare lo stock di ricchezza e non un flusso. Stupido o vergognoso (da delinquenti alla “Bocconi”): scegliete voi.

    E tutta questa confusione sbagliata e fuorviante (demagogia allo stato puro) tra gli lo stock di ricchezza e il flusso (flussi storici accumulati e mai reinvestiti in attività produttive) di ricchezza per spiegare la premessa giusta: considerare il flusso di ricchezza anciché lo stock di ricchezza.

    I flussi accumulati e mai reinvestiti in attività produttive vanno tassati: è questa la giustizia sociale della quale si parla, o se volete, della redistribuzione del reddito, o se volete, del ritorno del plusvalore scippato,

    e non uno stabilimento produttivo, o la prima casa, o l’ufficio di lavoro, o il negozio delle PMI…

    I gioielli, le barche, i terreni, le seconde (terze…) case sfitte, depositi bancari, beni mobili di valore, non sono attività produttive e non generano flussi, ma SONO il risultato dei flussi, e come flussi vanno TASSATI.

    Inutile ricordarvi che data la premessa sbagliata, sarà sbagliata anche la conclusione, o comunque, il resto del testo non è considerevole di attenzione.

    Io mi fermo qui e vi mando

    Distinti saluti

    TONY (un economista qualunque, non della Bocconi)

    Ps: Poi, quello che farà Monti, è un altro discorso. Non lo sappiamo ancora. Quando presenterà gli interventi, giudicheremo quelli e non le intenzioni demagogiche e propagandistiche volte a persuadere erroneamente l’opinione pubblica.

  27. Alberto

    Leggo concetti finalmente precisi e dal mio punto di vista esatti; prendo lo spunto dalle tue considerazioni per fare ancora due strigate riflessioni riguardanti le future prossime mosse del governo che secondo me dovrebbero essere fatte;

    -pubblicizzare al massimo, e con numeri comprensibili per tutti, il percorso che l’ Italia deve fare, come importi e relative scadenze e con tutti i relativi controlli certificati di avanzamento del lavoro e su cui per primo si impegna questo governo, e le forze che lo appoggiano, per ridurre spesa e debito, almeno fino al 2013; ritengo che sia importante dare all’ esterno e quindi agli investitori la road-map per arrivare, con misure strutturali, alla riduzione del debito del 5% l’ anno, gettando le basi per il percorso decennale che porterà al rapporto debito/PIL al 70%.
    -Si dovrebbe contestualmente, a livello europeo, stabilire un sistema premiante automatico, che preveda l’ introduzione di eurobond, cui possa accedere a fine anno, il paese che realizzi quel percorso, in misura pari al doppio dell’ abbatimento del debito di quell’ anno e che scatta soltanto al livello minimo del 5%; cioè se l’ Italia nel 2012 taglia il debito del 5% si emettono eurobond per un importo del 10%. Si arriverebbe così automaticamente ed in modo progressivo anche all’ integrazione più spinta della comunità.
    Io credo che non ci siano alternative a questi passaggi e se non c’ è la capacità di guardare lontano e la forza per fare queste cose, allora siamo spacciati e soprattutto bisognerà fare queste cose subito, perchè la velocità della progressione verso la catastrofe, è ormai chiaro, è superiore alla velocità con cui attualmente si muovono i governi.

    @Claudio Di Croce

  28. Dan.Ca.

    Tassare un bene che non produce reddito è assurdo, perché si tratterebbe di un processo di puro depauperamento e come tale recessivo. Bisogna invece tassare il reddito che da quel patrimonio eventualmente si percepisce (cosa, fra l’altro, già prevista dal nostro ordinamento) contrastando il fenomeno dell’evasione fiscale.

  29. Guido

    @Alberto
    Caro Alberto, riprendo un tuo commento sulla tracciabilita’ dei contanti .
    Anche per me è una misura inefficace e depressiva dei consumi . Non capisco perchè non se ne parli.
    E’ la dimostrazione che l’amministrazione fiscale non ha la capacita’ , la volonta’ , la conoscenza , l’organizzazione per combattere l’evasione fiscale . E allora cosa fa , dice che : siccome non riesco a controllare se evadi le tasse allora ti rendo molto difficile spendere i soldi ” neri” che hai guadagnato .

    Preferisce , o meglio non è ingrado , di combattere l’evasione alla fonte e si concentra alla fase finale , quello della spesa.

    Ma come si fa a pensare una cosa del genere !

    Chi ha fatto e fa del nero cosa farà adesso che ha piu’ difficoltà a spenderlo ?
    Si redime e diventa improvvisamente un cittadino virtuoso pagando tutte le tasse ?
    Io credo proprio di no , piuttosto l’evasore se li tieni sotto il materasso .
    Vorrei sapere cosa ne pensano altri .

    Di sicuro io ci penserò due volte prima di fare spese che possano produrre controlli fiscali.
    Non per paura di controlli ( vivo di stipendio ) , ma perchè mi darebbe un fastidio enorme dover dimostrare , magari tra 2 o 3 anni , cercando gli estratti conto o richiedendo alla banca le contabili ,che i 5.000 euro spesi per il nuovo salotto provenivano dal mio conto corrente .
    Devo perdere tempo , soldi e ingoiare rabbia per dimostrare quello che lo stato non sa fare : trovare gli evasori .

    Perchè con una lotta all’evasione condotta da specialisti si possono recuperare abbastanza soldi per accantonare patrimoniali , ICI ed altro .

    Quando abitavo in Germania e acquistai un appartamento , ricevetti dopo due settimane una lettera della amministrazione delle finanze che mi chiedeva con quali fondi ( mutuo , bonifico , assegno ) avevo fatto il pagamento.
    E perchè in Italia non fanno così ?

    Perchè la guardia di finanza non richiede ai notai gli atti di compravendita di immobili negli ultimi 5 anni e poi manda una lettera del genere ?

    Di sicuro se l’evasione è molto alta la prima colpa è quella di noi italiani ma certo che l’amministrazione fiscale dà il suo contributo.

  30. Raffaele Mari

    E’ facile rispondere ad Arrigo punto per punto:
    1.E’ praticabile perché l’accumulazione della ricchezza da parte di una minoranza si è ottenuta sfruttando la capacità di tutta la popolazione di sostenere i costi dello stato ai quali quella minoranza non ha contribuito nella giusta misura assicurandosi un ingiusto profitto
    2. E’ forse stato equo, secondo Arrigo, accumulare ricchezze non proporzionalmente ri al sacrificio della comunità di cui è stato partecipe?
    3.E’ invece risolutiva se solo il ricavato serva ad abbattere il debito pubblico e in parte a rilanciare la ripresa economica (certo non deve servire per le spese correnti!)
    4. Quali sarebbero le soluzioni alternative? (Arrigo non ne fa menzione!)
    5. Non è vero che è recessiva se gli introiti servono per abbattere il debito pubblico (con abbassamento dei costi per interessi) e se viene usata per il rilancio delle attività produttive;
    6. Se venisse usata per abbassare il debito pubblico lo SPREAD si abbasserebbe di conseguenza (ma che ragionamento fa il sig.Arrigo?)
    7. Potrebbe essere vero se il governo Monti continuasse ad indebitarsi con la stessa progressività del governo Berlusconi (237.milioni/die) e non se diminuisse il debito pubblico. Inoltre le riforme dovre strutturali dovrebbero seguire la strada diretta già individuata dal Governo Monti;
    8. Quando si dovesse parlare di “bad company” basta riferirsi all’ Affair” Alitalia. Ma si riferisce sempre al governo Berlusconi.
    Per quanto concerne il cosidetto “regalo” alle Banche (seppure il sottoscritto non è certo vicino a tali istituzioni!) purtroppo in questo momento , se non si restituisse liquidità agli Istituti bancari (magari con vincoli severi sul loro comportamento) a risentirne è il tessuto imprenditoriale che è già allo stremo perchè tra privati (aziende) si sta verificando un rinvio dei pagamenti, lo Stato e gli Enti sono in ritardo di ben 730 (mediamente) giorni per saldare i debiti. Stringa le Banche e le aziende dove vanno a finire?
    Grazie per l’attenzione.
    Raffaele

Leave a Reply