23
Mar
2012

Strabismo di Stato

Nel guardare ai giochi d’azzardo, lo Stato sembra affetto da una grave forma di deviazione degli assi oculari, per la quale, nei panni dell’esattore, guarda da una prospettiva, e poi, nei panni del padre premuroso della salute dei suoi figli, guarda contemporaneamente da tutt’altra prospettiva.

In occasione di un convegno organizzato a Roma sul gioco d’azzardo, il ministro della salute Renato Balduzzi ha infatti annunciato di voler discutere con le regioni l’ipotesi di inserire la ludopatia – termine che, benché non riconosciuto scientificamente, indica in generale la dipendenza da gioco d’azzardo – all’interno dei livelli essenziali di assistenza.

In parole povere, la dipendenza da gioco sarà considerata una patologia degna di essere coperta dal servizio sanitario pubblico a spese dei contribuenti, per i quali la voce della sanità pubblica è una delle più cospicue voci di tassazione, coperta in particolare da IVA, accise, Irpef e addizionale Irpef.

fonte: Ministero della salute.

La proposta del ministro non è in realtà un’idea nuova: l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto il gioco d’azzardo patologico come un disturbo del comportamento, e non è certo la prima volta che si ipotizza di inserire tale forma di patologia tra i livelli essenziali di assistenza, equiparando i giocatori problematici ai tossico-alcoldipendenti ai fini dell’accesso diretto ai servizi e dell’esenzione del pagamento del ticket (v. da ultimo l’audizione dell’ Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio presso la Commissione affari sociali della camera dei deputati di mercoledì 7 marzo 2012).

Da un lato, dunque, lo Stato, nelle vesti di garante della salute pubblica e privata, impegna le sue risorse (rectius: le risorse dei suoi contribuenti) per curare il gioco d’azzardo come fosse una malattia.

D’altro lato, però, e contemporaneamente, lo Stato mira al gioco d’azzardo non come a una malattia, ma, al contrario, come un fenomeno benefico e munifico per le sue casse, come una gallina dalle uova d’oro che gli consente, ogni anno, di incrementare le entrate erariali, al punto tale che da aver adottato negli ultimi anni una politica di promozione e stimolo dell’attività di gioco, come nota anche la Corte dei conti (Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, Sezioni riunite in sede di controllo 2011).

I proventi delle attività di gioco, a parere della Corte, «hanno finito per assumere connotati di continuità e strutturalità, assicurando all’erario risorse rilevanti e crescenti». L’anno di svolta, prosegue la Corte, è stato il 2004: le entrate erariali da giochi sono raddoppiate in valore assoluto (da 3,5 a 7,3 miliardi) […] Negli anni successivi si è assistito, prima, ad un assestamento dei proventi netti su un livello più contenuto (meno di 6,2 miliardi nel 2005), e, poi, ad una ripresa ed alla ininterrotta continuazione della crescita fino agli 8,7 miliardi del 2010, in leggera flessione rispetto al 2009 (-0,7 per cento). I risultati in termini di entrate erariali sono stati resi possibili da un’ancora più sostenuta crescita della raccolta, che nel 2010 ha raggiunto i 61,5 miliardi, portando ad oltre 339 miliardi la raccolta del decennio 2001-2010: con un valore medio annuo (circa 34 miliardi) superiore di oltre il 140 per cento rispetto a quello registrato nel periodo 1996-2000. […] In definitiva, dall’analisi svolta emerge un quadro caratterizzato da due evidenze.  La prima, e più attuale, è quella di una fonte di entrata sostanzialmente affidabile, che sembra aver perduto la sua tradizionale connotazione di aleatorietà per acquistarne una di tendenza ad una progressiva e stabile crescita […] La seconda, a valenza prospettica, di una fonte di entrata che sta incontrando i primi limiti alla propria carica espansiva, non potendosi ipotizzare la continuazione di un’esponenziale dilatazione del mercato della raccolta.»

(cliccare sulle immagini per visualizzarle a dimensione intera)

Non sembra che occorrano altre parole a commento della incoerenza di Stato, che, ancora una volta e in maniera forse più lampante rispetto ad altri settori, si imbelletta da tutore della salute psicofisica dei propri contribuenti, facendo finta di dimenticare che è esso stesso a stimolare l’assuefazione al gioco per poter coprire le spese pubbliche tra cui, paradossalmente, rischia di finire anche la spesa per la cura da… dipendenza da gioco!

6 Responses

  1. Che dire, più malati da curare male, più entrate da spendere altrettanto male. Questo non è strabismo è una falsa cecità, peggiore dei finti cienchi che fottono lo stato. E la giostra gira, speriamo che ogni tanto sputi fuori quello giusto.

  2. Marco Tizzi

    Che scoperta! Alcool? Tabacco? L’unica che non fa male, Venere, è rimasta l’unica illegale (nella sua forma economica).

  3. Roberto Manzoni

    Le maxi penali per i concessionari New slot potranno essere saldate
    pagando tra il 10% e il 20% del danno quantificato, versando direttamente
    le somme ai Monopoli di Stato estinguendo i giudizi “ad ogni effetto
    civile e amministrativo”. Come spiega Agipronews, e’ quanto prevede un
    emendamento al Decreto fiscale presentato dai senatori del Pdl Anna
    Bonfrisco e Giuseppe Esposito. La norma potrebbe tamponare i possibili
    effetti negativi della sentenza emessa a febbraio dalla Corte dei Conti,
    che ha multato i dieci concessionari (2,5 miliardi complessivi, che
    scenderebbero considerevolmente a una cifra compresa tra i 250 e 500
    milioni di euro) consentendo, inoltre, di non subire la possibile non
    assegnazione delle prossime concessioni.

  4. Roberto Manzoni

    Attenzione la mula iniziale era di 98 MILIARDI di € poi ridottasi a 2,5 (commissione Monorchio caso stranissimo di imputato giudice, ma tant’è) ora siamo arrivati a 500 milioni ovvero 200 volte meno dell’accertato . ( GdF , Corte Conti e Cassazione . W l’ITAGLIA

  5. Indiano

    Esistono padri che ubriachi picchiamo moglie e figli, altri li violentano eppure tutti si definiscono buoni a modo loro.

    Drogati con moderazione. Eppure ormai inventano una nuova droga ogni settimana con tanto di pubblicità rovinando i dipendenti e le loro famiglie, prima campagne mediatiche per porre fine a questa dipendenza. Da quando la gestione è dello stato non c’è più alcun allarmismo, è tutto sotto controllo. Basta uno spot con : “fallo con moderazione” e tanti saluti.

    Anche il fumo uccide, ma lo stato ne consente la vendita. Perchè ? Ipocrisia pura !

  6. PAOLO URAS

    Era da tempo che volevo scrivere al Dr. Giannino per un’idea che mi ronza da un po’ nella testa, e il bellissimo articolo della Dr.sa Sileoni mi lancia un assist.

    Anche a seguito di una (sembra) sensibilità ai problemi causati dal gioco d’azzardo ultimamente manifestata dal Ministro Andrea Riccardi, vorrei fare una proposta per mettere un freno a quella che stà diventando una piaga sociale.

    Ormai non c’è quasi più strada che non abbia sostituito un’attività artigianale o commerciale con una sala di scommesse e slot-machines, e la televisione pubblica e privata fa continuamente pubblicità a lotterie e giochi online mettendosi l’anima in pace elargendo ipocriti consigli tipo “Gioca il giusto” o “Gioca senza esagerare” in realtà sperando di accalappiare più polli possibile.

    Non sono così ingenuo da illudermi di poter contrastare un fenomeno così vasto incoraggiato per primo dallo Stato, poi dalle varie mafie interessate, e in ultima analisi dalla perdita della speranza in un futuro migliore raggiunto solo con le proprie forze ed il proprio lavoro.

    Una cosa però si può e si deve fare, per cercare di salvare almeno quelli che non si sono fatti ancora intrappolare del tutto in questa spirale che può solo portare ad esiti tragici:

    OBBLIGARE PER LEGGE I GESTORI AD INFORMARE SU QUANTE POSSIBILITA’ DI VINCITA CI SONO SU OGNI TIPO DI GIOCATA.

    Se chi stà per giocare ad una lotteria sapesse in anticipo quante sono realmente le sue possibilità di vincita, potrebbe più coscientemente valutare l’inutilità di rischiare grosse somme per aumentare in modo infinitesimo le proprie chances di vincita.

    Solo per fare il caso del Superenalotto, fa un certo effetto sapere che ci sono 622.614.630 combinazioni possibili per centrare il 6, e che quindi ogni colonna giocata ha solo 0,000.000.001.610 possibilità di vincita.

    Come nel caso degli avvisi di pericolosità per la salute sui pacchetti di sigarette, la notifica al giocatore delle sue reali possibilità di vincita sia prima della giocata, sia stampata sul tagliando, sono un atto dovuto, se non per avere pari possibilità dato che il gestore è sempre notoriamente favorito, almeno per avere le stesse informazioni di partenza.

    Dr. Giannino, affido a Lei queste mie considerazioni sperando che le faccia proprie.
    Cordiali saluti a Lei e alla Dr.sa Sileoni.

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