Quei “capricci” liberisti di chi vuole lavorare di più. Ma non può—di Tommaso Alberini
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Tommaso Alberini.
Che le liberalizzazioni non piacciano già lo sapevamo. Basta annusare l’odor di stantio proveniente dal famigerato “ddl concorrenza”, da più di un anno e mezzo ristagnante sul fondo di quel frigorifero legislativo che è il Parlamento. Quando poi, per forza di calendarizzazione, si è dovuto votare la norma, la si è accoltellata di emendamenti fino a stravolgerne la coerenza giuridica. Non sorprende, perciò, che anche quest’anno l’Italia non si smuoverà più di tanto dai 67 punti che le sono stati assegnati dall’Indice delle liberalizzazioni 2015 dell’IBL.