Matteo Arpe e la scienza nuova
Matteo Arpe, l’ex amministratore delegato prodige di Capitalia allontanato poi dai soci e da Geronzi, ha illustrato ieri programmi e prospettive di Banca profilo, la piccola investment bank di cui la sua Sator ha rilevato il 55%, salvandola. Competenze taglienti ed ego all’altezza non mancano, all’ex giovane banchiere e alla sua squadra di fedelissimi. Ha puntato su tre concetti che, se perseguiti sul serio, nel mondo bancario italiano – e non solo – sarebbero pressoché rivoluzionari. Il primo è l’indipendenza “vera”, vantata rispetto a tutti gli altri soggetti. Bene: non resta che metterla alla prova dei fatti, rispetto ai soci noti di Sator, tra cui la fondazione MPS, Moratti, gli Angelini, i D’Amico, API holding, il gruppo Santarelli. Il secondo è la mancanza di conflitti d’interesse. Benissimo: e anche su questo vale quanto detto sopra, non si chiede di meglio e parleranno i fatti. Il terzo è, invece, singolare: “il valore del denaro dipende anche dai soggetti che lo detengono”, ha detto. È davvero un buon principio? No.











