3
Dic
2009

Creazionisti, evoluzionisti e mercatisti

Come dice Matt Ridley, in un articolo pubblicato su The Spectator, “se il mercato non ha bisogno di un pianificatore centrale, perché la vita dovrebbe necessitare di un artefice intelligente?”. Naturalmente si tratta di una semplificazione, ma fino a un certo punto. L’ordine spontaneo creato dal mercato ha molte analogie con quello che è il portato della selezione naturale, un modo di procedere per tentativi ed errori che spontaneamente e casulamente porta all’evoluzione biologica degli esseri umani. Ma se mercatisti e darwinisti dovrebbero andare a braccetto, perchè il più delle volte succede il contrario? Read More

2
Dic
2009

HHH e la proprietà privata, l’Africa e l’università italiana

Negli ultimi vent’anni, una delle tesi più discusse all’interno dei circoli libertari è quella formulata dallo studioso tedesco Hans-Hermann Hoppe (si vedano, ad esempio, i primi capitoli del volume Democrazia: il dio che ha fallito, edito da Liberilibri), secondo cui la monarchia sarebbe preferibile alla democrazia perché entro un sistema di alternanza le preferenze temporali dei governanti sono sempre “a breve termine” (il politico eletto cerca di sfruttare al massimo il suo momento), mentre se la successione è ereditaria diventa razionale, per il governante, preoccuparsi di arricchire il proprio Paese, così da lasciare ai figli una bella mucca da mungere. La prospettiva temporale, in questo caso, diventa “a lungo termine”. Read More

2
Dic
2009

United Against The State

Le idee hanno delle conseguenze. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. E così la politica americana ci sorprende ancora una volta. Se l’interventismo economico del governo è stato spesso decisivo per distinguere tra liberals e conservatori, oggi è l’invadenza dello Stato nel campo della legislazione penale a creare nuove alchimie. Impensabili fino a poco tempo fa. Libertari di destra e di sinistra insieme. Contro lo Stato. Read More

2
Dic
2009

Fiat, Termini, la politica e ciascuno al posto suo

Termini Imerese, addio all’auto. Con due anni di preavviso, certo. Ma Marchionne non si sposterà di un millimetro. Tre giorni prima di Natale, quando la Fiat illustrerà il suo piano aziendale, la chiusura dell’auto in Sicilia a fine 2011 sarà parola definitiva. Per chi ama il mercato, è bene che le aziende producano dove è più conveniente. E in Sicilia una “Y” costa alla Fiat mille euro in più che, non in Polonia, ma negli altri stabilimenti italiani. Tuttavia, come va affrontata la faccenda, quando l’intero settore dell’auto si è sostenuto quest’anno solo grazie agli incentivi pubblici? E quando un solo anno fa la Fiat per continuare a produrre a Termini aveva chiesto e ottenuto dalla politica 500 milioni – 500 mi-li-o-ni – di investimenti pubblici aggiuntivi nell’area, da aggiungere ad altri miliardi – in tre decenni – per un porto mai per altro terminato ed entrato in funzione? E quando la regione Sicilia dichiara di essere disposta a metterne sul tavolo altri 567 – 567, più dell’intero ammontare del credito d’imposta in ricerca all’intera industria italiana stanziato da governo nel 2009, che non ha aggiunto i 400 mil nominali e 250 di fatto attribuiti con la prassi medieval-finto-tecnologica del click day! – per difendere Termini, 1400 dipendenti e 700 di indotto?  Read More

2
Dic
2009

Gli yak in Italia c’erano anche prima di Zaia. Della Vedova testimone

In pompa magna, il ministro delle Politiche Agricole ha liberato 25 esemplari di yak – quegli enormi bovini tibetani – a Chies d’Alpago, nelle Dolomiti bellunesi, dove si crede che possano contribuire alla pulizie del sottobosco, mangiando piante ed arbusti che le mucche e le capre nostrane non gradiscono. Il Ministro si è forse reso conto che anche nel regno animale vi sono lavori che gli italiani rifiutano e che solo gli immigrati sono disposti a svolgere? Read More

1
Dic
2009

Petro-logia

Ho avuto modo di discutere del prezzo del petrolio in due seminari con Massimo Nicolazzi, autore del volume “Il prezzo del petrolio”. Le quattro conclusioni sono ricavate dalla lettura del libro e dalla discussione: 1) il petrolio è ancora la miglior energia di cui disponiamo; 2) il prezzo del petrolio ha un movimento “lungo” al rialzo; 3) il prezzo del petrolio è volatile, perché incerte sono le previsioni sul suo prezzo, sui tassi d’interesse e sui cambi. 4) il prezzo alto è “efficiente”. Accipicchia.

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