Ordinaria follia amministrativa
Se non fosse normale, sarebbe incredibile.
Nel Blog di Beppe Grillo, in un commento a un post di Eugenio Benetazzo, mi è capitato d’imbattermi in alcune considerazioni che rappresentano un concentrato delle molte banalità in tema di concorrenza e delocalizzazione. Le riassumo assai liberamente qui di seguito. Read More
Se non fosse normale, sarebbe incredibile.
Riceviamo dal Prof. Mario Unnia e volentieri pubblichiamo.
Quando ci lamentiano dello strapotere e dell’irresponsabilità della partitocrazia dovremmo ricordare che questo strapotere è ‘sancito’ in Costituzione. Sembra un paradosso, ma è così. C’è infatti l’articolo 67 Cost., un testo breve di sedici parole, che detta ‘Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato’. E’ proprio il caso di dire che il diavolo si nasconde in un particolare di un testo di ben 139 articoli, più 18 disposizioni transitorie e finali.
Il trasporto ferroviario sta conoscendo una grande evoluzione negli ultimi anni. Il completamento della linea ad alta velocità ha permesso di collegare Roma e Milano in meno di tre ore a partire dallo scorso dicembre.
È di ieri un articolo interessante comparso sul Corriere della Sera che analizza la situazione di Trenitalia e le problematiche riscontrate nel corso del primo mese e mezzo di attivazione del nuovo servizio ad alta velocità. Read More
In questi giorni il catalogo della IBL Libri, la casa editrice dell’Istituto Bruno Leoni che a breve festeggerà il suo primo compleanno, si arricchisce di due nuovi volumi. In linea con un filone tematico da sempre indagato con attenzione, i due saggi in questione vertono sulle alternative alla produzione di beni e servizi da parte dello Stato, attraverso reti decentrate, comunità contrattuali e associazioni volontarie. Read More
Riceviamo da Luca Fusari e volentieri pubblichiamo.
Oscar Giannino in conclusione di un recente articolo (Euro-dracma e mondo nuovo) su questo sito, sembra prefigurare-“invocare” l’intervento di Berlino per l’erogazione di denaro in favore della Grecia.
Non solo si prefigura come sottotraccia dell’articolo la proposta tremontiana di creazione di eurobonds comunitari e di un piano di salvataggio europeo per il bene della sostenibilità dell’unione monetaria, (e in seconda battuta per punire lo storico “patto della crostata” franco-tedesco). Read More
Sia perché il gap infrastrutturale italiano si fa più grande ogni giorno che passa. Sia perché da anni quella delle grandi opere è diventata una vera e propria ideologia. Sia perché, in un’ottica keynesiana o meno, gli investimenti infrastrutturali sono considerati una ghiotta occasione di sviluppo soprattutto in tempi di crisi. Sia, ultimissimamente, perché le recenti inchieste sugli appalti della protezione civile hanno fatto sorgere dubbi sull’opportunità di estendere il sistema dei commissariamenti oltre i casi di stretta emergenza. Fatto sta che la proposta di affidare a un commissario i principali porti italiani continua a far discutere.
Un greco – ci tiene a dirlo subito, mentre si mantiene anonimo – che sembrava lavorasse nientemeno che per la Goldman Sachs, ma poi è sembrato per una grande banca inglese, comunque ancora non si sa per chi – offre in un documento non proprio riservato, ma certamente non ufficiale, una visione appassionata della vicenda. Traduco l’essenziale del suo lungo lavoro. Nella vicenda greca nessuno è “buono” e nessuno è “cattivo”. Tutti sono entrambe le cose.
Giornalisticamente è stato uno scoop e non si discute, quello del New York Times. Quando il 14 febbraio Louise Story, Landon Thomas e Nelson Schwarz hanno rivelato che fino a poche settimane prima che la Grecia divenisse l’epicentro dell’eurodramma il presidente di Goldman Sachs, Gary Cohn, e un team dei suoi migliori liabilities arrangers trafficavano incessantemente con il Tesoro di Atene per mascherare decine di miliardi di euro di debito pubblico, in poche ore tutti i media mondiali rimbalzavano la storia in ogni schermo e pagina. Una storia che ci dice insieme delle vecchi ma persistenti strategie di Goldman e delle residue grandi banche d’affari anglosassoni, ma anche dei vizi dei governi. Perché, da quel punto di vista, i governi purtroppo sono più o meno sempre eguali, da secoli e millenni. Tendono a mascherare i deficit e debiti pubblici, e a ricercare il compiacente appoggio dei banchieri per riuscire nell’intento. Read More