150 anni. Chi fa la festa a chi
Entrate correnti delle amministrazioni pubbliche (1870-2008) in rapporto al Pil.
Fonte: 1870-1980: Tanzi e Schuknecht; 1981-2008: Istat.
Entrate correnti delle amministrazioni pubbliche (1870-2008) in rapporto al Pil.
Fonte: 1870-1980: Tanzi e Schuknecht; 1981-2008: Istat.
Il trasporto collettivo risulta competitivo rispetto a quello individuale solo per gli spostamenti diretti verso le zone centrali delle maggiori aree urbane. Ha senso allora investire ingenti risorse pubbliche per convincere un ristretto numero di automobilisti a salire sui mezzi pubblici? Forse sarebbe preferibile realizzare infrastrutture stradali sotterranee a pedaggio. Una soluzione più sostenibile in termini di finanza pubblica, vantaggiosa anche per l’ambiente.
Continua su lavoce.info
Da quando la scelta di “andare in borsa” (diciamolo meglio: di offrire a potenziali acquirenti quote della propria attività) può diventare motivo di polemica? Eppure su due quotidiani è uscito un appello dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti, l’Ucid, che invita a fermare la scelta della Kos, intenzionata a trovare nuove risorse attraverso il mercato azionario. La Kos è una società che fa capo alla Cir di Carlo De Benedetti e che possiede centri di assistenza e riabilitazione per anziani. Read More
Le polemiche sindacali sull’apertura degli esercizi commerciali il primo maggio sarebbero anche potute essere considerate prevedibili: in fondo, dare la possibilità di lavorare anziché manifestare in piazza nel giorno dell’identità sindacalista equivale ad aprire un varco simbolico alla libertà individuale di contrattazione giuslavoristica, quella libertà individuale che minaccia l’esistenza stessa dei sindacati, o quanto meno la missione che si sono scelti, che è quella di stabilire a priori il bene contrattuale dei lavoratori, facendo credere loro di fare meglio di quanto essi non sappiano fare da sé. Read More
Se fosse federalismo davvero, non ci sarebbero problemi. Ma siccome c’è da dubitare che sarà così (basti pensare alla questione dei “costi standard”), è normale che il ministro Renato Brunetta – nel corso di una recentissima intervista – rivendichi il merito di aver fatto “mettere due clausole nella legge per il federalismo: l’invarianza della pressione fiscale, che può solo diminuire, e quella per cui non può aumentare il personale. Il federalismo si deve compiere con lo stesso personale o con una sua riduzione. Il governo sarà molto vigile”.
Speriamo davvero, perché non solo è indispensabile che il prelievo non aumenti, ma pure è necessario che diminuisca. Lo sottolinea anche Victoria Curzon-Price in un IBL Occasional Paper (“Contro la tassazione progressiva e per una riduzione delle imposte”) pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni, nel quale si richiama l’urgenza di decise sforbiciate alla spesa pubblica e all’imposizione fiscale. Read More
Come spesso accade, e come troppo spesso ci si dimentica quando si affrontano le politiche pubbliche, la semplicità è il modo migliore per giudicare la bontà o meno di una scelta.
A proposito della cd. privatizzazione dell’acqua, la lettura di questo brano di Charles Murray, tratto da What it means to be a libertiarian, che a breve sarà disponibile anche in italiano, è appunto una di quelle occasioni in cui poche parole semplici sono molto più efficaci di tante welfariane previsioni e stime.
Di Luciano Lavecchia e Carlo Stagnaro
Le lobby ambientaliste hanno avuto, in Italia, un’influenza che va ben al di là del peso elettorale dei partiti “verdi”. Il loro maggior successo è stato la vittoria al referendum antinucleare del 1987, che ha sancito la fine di un’avventura tecnologica che aveva visto il nostro paese, per una volta, all’avanguardia, con ingenti costi economici e ambientali. Oggi la Terra Promessa sembra stare nelle energie rinnovabili, presentate come la panacea di ogni male: non solo energia pulita, a zero emissioni, ma anche un mezzo per spingere l’economia, anzi, la creazione di una “new new” economy (per non confonderla con la precedente “new” economy), detta, per l’appunto, “green economy”, alternativa e Pareto-superiore alla “vecchia” economy. Insomma, un gioco dove tutti hanno da guadagnarci, sia in termini di salute che ambientali, economici e occupazionali. Gli endorsement non mancano sia a sinistra che a destra, passando per il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e la Commissione Europea. Eppure, il sospetto che non siano tutte rose e fiori, che ci siano delle insidie dietro l’angolo e’ molto concreto. Un nostro studio prova a fare ordine. Read More
ra senza alternative, il varo della terza versione degli aiuti Grecia in due mesi, dopo che il mercato aveva travolto come non credibili le prime due promesse. Le ragioni del ritardo stanno anche nelle cifre. Dai 30 miliardi iniziali e dai 45 successivi, siamo arrivati a 110 miliardi di euro, 80 dall’Europa e 30 dal Fondo Monetario Internazionale. Dunque il mercato aveva ragione a diffidare. Basterà? Pare improbabile. Come Martin Feldstein, Luigi Zingales e diversi altri, penso che in ogni caso sarà necessaria una forma di soft default, cioè una ridefinizione delle scadenze del debito greco, auspicabilmente su base volontaria e sotto l’egida del FMI. Ciò porterà a perdite dei creditori, a cominciare dalle banche greche ovviamente, e poi di quelle tedesche e francesi e a seguire. Se mancherà tale ristrutturazione, e tutto sarà affidato al taglio di 10 punti di pil di deficit pubblico greco entro il 2014, l’effetto sarà di una decrescita del Pil ellenico di 4 o 5 punti per effetto dei tagli draconiani al bilancio pubblico decisi ieri e attuati tutti in un colpo, e per diversi anni avrà comunque l’effetto di accrescerne il debito pubblico sul Pil. Che cosa insegna la crisi greca? Tanto altro. Anche all’Italia, che chissà se vorrà tenerne conto. Read More