Abolire gli ordini professionali: se non ora quando?
Nella giornata di ieri, 30 giugno 2011, è apparsa e una proposta di legge delega volta a riformare gli ordini professionali da far venire la pelle d’oca alle lobby degli avvocati e dei commercialisti. La paura non deve essere durata molto poiché la proposta è scomparsa nella seduta fiume in cui sono state annunciate le varie misure di austerità finanziaria. Questo residuo del corporativismo fascista che tramanda le “libere” professioni di padre in figlio è una delle leggi più schifose e indegne di un paese civile. Perpetua la riproduzione genetica di una casta, impedisce la concorrenza a favore dei consumatori ma soprattutto è una vera e propria umiliazione per le nuove generazioni. Insegna loro che esistono attività di serie A ed attività di serie B, frustra lo spirito dei più intraprendenti e li educa da subito ad accettare una realtà in cui se non hai le relazioni giuste devi essere pronto a passare per le forche caudine per entrare eventualmente nell’olimpo degli eletti. Uccide la legittima aspirazione di un ventenne di provare a fare le scarpe all’establishment consolidato, mettendolo così al riparo dalle pressioni concorrenziali provenienti dal basso.