10
Dic
2011

Manovra Monti: lo scudo fiscale tra inaffidabilità e incertezza

La manovra Monti applica un’imposta dell’1,5% sulle attività finanziarie e patrimoniali che sono state oggetto di rimpatrio o regolarizzazioni in occasione dello “scudo fiscale” del 2009, la cui memoria è ancora viva nella mente degli italiani, e di un assai precedente condono fiscale di attività estere contenuto nel decreto legge n. 350/2001, approvato in vista dell’introduzione dell’euro. L’imposta straordinaria sarà pagata anche per le attività che, già richiamate in patria, sono state dismesse o prelevate, pur parzialmente, dal rapporto di deposito, amministrazione o gestione acceso per effetto della procedura di emersione (ovvero sono state affidate a un intermediario diverso da quello che ha proceduto al pagamento della prima imposta straordinaria).

Questa operazione potrebbe essere pericolosa, sia nella prospettiva della finanza pubblica che in quella dello Stato di diritto.

Quanto al primo profilo, aggiungere una nuova imposta straordinaria su beni che sono stati oggetto di rimpatrio o regolarizzazione sul presupposto che i titolari avessero potuto sanare, una volta per tutte e con la prima imposta, il rapporto tributario con lo Stato equivale a lanciare un monito, alla prossima occasione di condono, a non fidarsi della parola data. Se dovrà mai esserci l’esigenza di un nuovo scudo fiscale, chi potrà beneficiarne, dopo lo scotto di questa seconda imposta inattesa, ci penserà due volte prima di usufruirne. Per le finanze pubbliche, ciò vuol dire che sarà difficile poter fare affidamento sulla tattica dello scudo per rimpinguare, in futuro, le casse dello Stato.

Quanto al secondo profilo, la medesima smentita dello Stato circa il fatto che le attività in esame sarebbero rimaste al riparo da ulteriori controlli e pretese è una preoccupante violazione di almeno tre principi tipici di uno Stato di diritto.

Il principio del legittimo affidamento, in primo luogo, che dovrebbe tutelare l’interesse dei cittadini a che una situazione giuridica generata da un comportamento della pubblica amministrazione non venga messa in discussione dall’amministrazione stessa, e che dovrebbe dunque consentire loro di confidare nelle conseguenze attese dal comportamento tenuto o promesso.

In secondo luogo, il principio, simile, della certezza del diritto, per cui data una certa regola le conseguenze che ne deriveranno non saranno messe facilmente in discussione da una regola successiva. Difatti, i contribuenti “ravveduti” confidavano che in cambio di un’imposta straordinaria sarebbero stati esentati da successive verifiche fiscali, e si era garantito altresì l’anonimato, sfruttando gli intermediari abilitati come sostituti di imposta. Stesso ruolo di intermediazione tali soggetti lo avranno anche in questo caso, ma essi dovranno segnalare all’agenzia delle entrate – con buona pace dunque della riservatezza promessa – i contribuenti nei confronti dei quali non è stata applicata e versata l’imposta a causa dell’intervenuta cessazione del rapporto di deposito, amministrazione o gestione delle attività rimpatriate o regolarizzate o, comunque, per non aver ricevuto la provvista.

Una maggiore attenzione al principio di legittimo affidamento, di certezza del diritto e insieme di tutela della riservatezza promessa avrebbe dovuto, nel caso in esame, portare a ritenere che se lo Stato, in precedenti occasioni legislative, ha garantito di restare soddisfatto per il futuro dalle imposte straordinarie applicate ai capitali rientrati o regolarizzati, nulla potrebbe più pretendere dal medesimo presupposto di imposta.

Un terzo principio in odore di violazione è quello dell’irretroattività delle norme, principio valido in generale e, per di più, espressamente nel diritto tributario. Si obietterà che, come più volte la giurisprudenza ha avuto modo di dire, l’irretroattività non è un principio assoluto, ma può piegarsi alle esigenze del legislatore tributario, come spesso in effetti avviene. Tuttavia, la medesima giurisprudenza che ha avallato l’uso di norme retroattive in campo tributario ha anche sottolineato che ciò che resta intangibile è la capacità contributiva: non possono dunque darsi norme che impongono nuovi tributi con effetti retroattivi se il presupposto dell’imposta risale così indietro nel tempo da non esservi più la garanzia che la capacità contributiva del soggetto passivo di imposta sia invariata.

Orbene, l’applicazione dell’imposta straordinaria su attività che sono state oggetto dello scudo fiscale del 2001 risale negli effetti a ben dieci anni fa, senza tenere in conto che, nel frattempo, la situazione economica del soggetto titolare dell’attività può essere cambiata, i beni possono essere stati trasferiti, ereditati, giocati, persi, sottoposti a fallimento, etc.

Pare che in Parlamento ci siano voci di insoddisfazione per questa norma, non, tuttavia, per i profili qui segnalati, quanto piuttosto perché l’imposta si stima troppo bassa. A nostro avviso, se il Parlamento decidesse di mettere in discussione l’articolo qui analizzato, i motivi dovrebbero essere al contrario quelli più intimi e propri dello Stato di diritto, e non il quantum di introito che lo Stato potrà guadagnarci sopra.

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29 Responses

  1. lodovico berardi

    L’erticolista ha pienamente ragione. Lo Stato non può mancare di parola in modo così
    palese e sfacciato nei confronti di chi ha avuto fiducia sulla sua correttezza quando ha
    proposto un rientro “tombale”. Se un 1,5 % rimane ingiusto, è comunque tollerabile,in
    considerazione della situazione d’emergenza : un “invito” ad eser solidali., più che un obbligo.
    Spero che il governo si ravveda in tempo: per conto mio, se avrò nel prossimo fututro altri capitali da gestire dò sin d’ora la mia parola che li porterò fuori dall’Italia, almeno sino a quando non sarà radicalmente cambiata tutta la classe politica e i partiti oggi al
    potere: nessuno, neppure “riciclato” e neppure parente degli attuali disonorevoli onorevoli. Sperando che questo profondo senso di schifo possa pervenire ai protagonisti nei vari palazzi, cordilai saluti.

    Loovico berardi

  2. sandrotenti

    Io credo che stiamo rasentando la follia,la vicenda degli scudi fiscali ha del grottesco in quanto significa abiurare allo stato di diritto e aperta la porta nessuno sa dove si puo’ arrivare.inoltre viene spontaneo chiedersi perché si pensa solo agli evasori scudati e non a tutti i cittadini che hanno condonato in altra forma nel decennio ?..roba da pazzi!!
    sulla stampa e sul web si assiste ogni ora a ipotesi di ritocco della manovra e in tutti i caso la copertura finanziaria verra’ dallo scudo .gira il totoaliquote 3% 5% 10% di Pietro e 20% ipotesi evasione IVA.
    Auto di lusso Ferrari 360 del 2001 valore 40.000 bollo finale 2500/3000 euro 7-8% annuo: invendibile e quindi esproprio di fatto.
    Nemmeno i comunisti stalinisti avrebbero avuto maggiore livida rabbia e furore cieco.
    Non era meglio una patrimoniale con base case terreni auto barche aerei titoli mobiliari con una franchigia di 500000/800000 per tutti.
    Infine,lo dico da aderente Pdl e da benestante che avrebbe pagato la patrimoniale,dove sono i Sigg Berlusconi e Tremonti alla cui parola di Capo del Governo e Ministro gli italiani hanno creduto,loro era la mano scellerata che ha stretto quella del gli evasori.
    Infine sbaglio o no ma ricordo che la legge fu approvata dal Parlamento e promulgata dal Presidente della repubblica.
    Facciamo una patrimoniale seria su tutte le voci economiche di cui lo stato ha la mappatura, allora saremo seri.
    sandrotenti

  3. Siamo alla caccia dell’untore: non l’evasore ma lo scudato.infatti ,dato atto che lo Stato ha deciso di agire come un truffatore e di buttare alle ortiche lo STATO DI DIRITTO non comprendo perche’ siano graziati i condonati 2002 e gli evasori sugli immobili condonati in questi 10 anni.
    Nessuna giusta causa per quanto nobile,e questa non lo e’ ,puo’ giustificare abiurare al concetto di stato e misconoscer la parola di un Capo del Governo,Berlusconi,di un Parlamento,lo stesso di oggi,che ha fatto una legge nel 2009 e del Presidente della Repubblica,lo stesso di oggi,che l’ha promulgata.
    Ma Berlusconi,lo dico da iscritto al Pdl,non si rende conto che con questa norma viene ad essere ridicolizzato come statista e come uomo di fronte a tutto il paese?
    Io sono un benestante di 60 anni e rifiuto una patrimoniale a brandelli dove ognuno va a vedere se ci cade dentro con la barca,l’auto di lusso o altro indicatore di “lusso” perché le tasse sono in primis obblighi personali e non di categorie artefatte e confezionate su presupposti tali da far impallidire anche Carlo Marx.
    Si faccia una patrimoniale seria almeno.lo Stato ha in mano tutti gli elementi della nostra ricchezza,mobiliare e immobiliare,ponga una franchigia sensata e poi immediatamente controlli tutti i contribuenti che dichiarano meno di 20/25000 euro lordi ed in presenza di indici di anomalia ne chieda conto.
    Io pagherei sicuramente con questa patrimoniale ma e’ giusto, ed essa rispetterebbe il diritto.
    E pagherebbero anche gli scudati perché in qualche forma la loro ricchezza emergerebbe.
    Sandro Tenti

  4. giovanni

    Caro Giannino
    sono totalmente in accordo con la prima parte del suo ragionamento e totalmente in disaccordo sulle conclusioni. Secondo me è fondamentale che lo stato si rimangi la parola data, proprio perché in futuro nessun politico potrà più immaginare di riproporre un condono perché nessun evasore si fiderebbe.

  5. giovanni

    Cara Sileoni
    sono totalmente in accordo con la prima parte del suo ragionamento e totalmente in disaccordo sulle conclusioni. Secondo me è fondamentale che lo stato si rimangi la parola data, proprio perché in futuro nessun politico potrà più immaginare di riproporre un condono perché nessun evasore si fiderebbe.

  6. Claudio Di Croce

    Che nessuno si potrà più fidare di una stato che si rimangia quanto scritto su una legge è assodato . Sto pensando come mai questo stato etico e virtuoso non si rimangia anche quanto promesso e garantito a spese dei contribuenti ai pentiti assassini che hanno denunciato i loro colleghi mafiosi o camorristi . Voi cosa dite ? sarebbe giusto ? così nessun politico potrà immaginare di riproporre tali promesse .
    Mi sto mettendo nei panni di un investitore estero a cui lo stato promette con una legge agevolazioni fiscali per un investimento in Italia. Come pensate si comporterà ? Farà affidamento su una legge di questo stato ?

  7. gianni

    giovanni :
    Caro Giannino
    sono totalmente in accordo con la prima parte del suo ragionamento e totalmente in disaccordo sulle conclusioni. Secondo me è fondamentale che lo stato si rimangi la parola data, proprio perché in futuro nessun politico potrà più immaginare di riproporre un condono perché nessun evasore si fiderebbe.

    Giovanni la conclusione di Claudio è più convincente.
    Nessuno degli scudati protesterà fidati. Non ci saranno manifestazioni di piazza.
    Il problema è che la prossima volta che lo stato andrà dai cittadini a chiedere il supporto, non lo avrà.
    Figurati un nuovo investitore.
    Se vale questo principio allora perchè non revochiamo tutti i condoni fatti negli ultimi 20 anni, perchè non espropriamo i beni tuoi o miei, perchè non invadiamo la Svizzera o un bel blitz dei nocs alle isole Cayman?
    Non siamo l’Iran.
    Lo stato (cioè noi tutti) può fare dei provvedimenti che devono essere condivisi dalla gente e non basta il 51%, perchè se solo un 49% non li condivide, la regola non funziona.
    Te lo dice uno che sorride al pensiero che c’è gente con i capitali all’estero che deve vivere la propria ricchezza in modo nascosto.
    Che poi aliquota e modalità per lo scudo non fossero condivisibili e hanno fatto si che lo stato si calasse le braghe è vero…ma ti invito a riflettere sul fatto che al momento di fare lo scudo fiscale, il precedente governo ha fatto questo ragionamento: siamo disposti a perdere qualcosa perchè confidiamo nel senso di collaborazione di questi ricconi che, facendo rientrare i capitali, aiuteranno il sistema bancario (sistema che ha beneficiato alla grande in termini di finanziarizzazione e di commissioni).
    Io al loro posto avrei detto, estremizzo!, scudate gratis, ma attenti: chi viene beccato con soldi all’estero detenuti illegalmente, paga con reclusione da 10 a 15 anni, DA OGGI.
    Mentre invece alzare l’aliquota o rendere più difficoltoso il discorso avrebbe creato l’effetto contrario e cioè che i capitali rientrati sono soltanto il 20 per cento del totale che è rimasto fuori.

  8. Andrea

    Appartengo ad un esiguo gruppo sociale che viene identificato, in giorni come questi, come portatore di un delitto tanto nefando da non meritare difesa e rappresentanza. Sono uno di coloro che hanno “usufruito” dello scudo fiscale 2001. Mi rendo conto di trovarmi in compagnia di una umanità discutibile, ma anche di un numero non indifferente di persone oneste e senza scelta. Penso ai frontalieri che hanno dovuto scudare i loro risparmi già passati attraverso le maglie del fisco locale per riportarseli a casa. Penso a tutti coloro che hanno comunque guadagnato denaro all’estero con attività lecite e che alla fine hanno abbozzato e pagato l’obolo allo stato italiano per poterne usufruire al ritorno in patria. Ma penso anche, e non è una mera provocazione, a chi ha stipulato a condizioni precise un patto con lo Stato che gli consentiva di rimpatriare i proventi dell’evasione fiscale. Uno stato di diritto è uno stato adulto, consapevole di quello che fa e soprattutto del fatto che il principio di lealtà non può mai essere violato, perché struttura portante della tenuta delle istituzioni.
    Dopo aver operato per anni come imprenditore in un paese europeo del quale ero residente e aver investendo gli utili della mia attività in prodotti finanziari, sono tornato ad operare permanentemente in Italia, lasciando buona parte dei miei investimenti all’estero. Col senno di poi devo dire di aver fatto malissimo a tornare, forse perché, viziato com’ero da un sistema-paese efficiente e premiante, non sono mai più riuscito ad adattarmi alla situazione locale: l’Italia è fondamentalmente un atto di fede. Fatto sta che dopo una ventina d’anni passati all’insegna di uno standard imprenditoriale non appagante, nel 2001 sono stato costretto a rifinanziare la mia attività che versava in cattive condizioni – e la mia famiglia che necessitava di sostentamento – con le risorse lasciate all’estero, e ad accettare il patto con lo stato che mi consentiva di farle rientrare a condizioni onerose. Dieci anni dopo, quando ormai purtroppo i miei risparmi di una vita (non ho pensioni) sono stati definitivamente bruciati cercando di far sopravvivere un’impresa che ora devo liquidare, il governo liberal-confessionale del Prof. Monti, per ragioni da stato etico, si ricorda di quanto successo dieci anni prima e mi richiede un nuovo pesantissimo obolo sui “valori scudati” che non ho più, richiesta che ovviamente non potrò mai soddisfare e che mi lascia in uno stato di prostrazione assoluta.
    Ad oggi poche voci si sono levate per avanzare dubbi su di un’operazione così sleale e insensata prima che anticostituzionale. Sono intervenuti essenzialmente alcuni tecnici istituzionali per rimproverare il governo di non aver formulato il provvedimento in maniera più efficace, e molti politici di ogni schieramento a suggerire di inasprirlo. Visto che il governo considera la via percorribile, tanto vale percorrerla sino in fondo: nessuno dei reprobi avrà mai il coraggio di protestare e nessun movimento mai entrerà in agitazione per loro.
    Anche chi ha affrontato correttamente gli aspetti giuridici del provvedimento, rilevando il vulnus insanabile allo stato di diritto, la violazione del principio di lealtà, la disparità di trattamento con altri reprobi più socialmente “nobili e sensibili” anche se con le mani sporche di sangue (nessuna imposta straordinaria per i pentiti di mafia a del terrorismo?), la caduta irrimediabile della credibilità del paese agli occhi degli investitori stranieri, etc., non ha mai toccato un altro punto essenziale della vicenda: coloro che hanno usufruito dello scudo sono tutti evasori e spregevoli malavitosi, tanto da meritarsi qualsiasi violazione dei principi fondanti di una società di diritto? Basta rispondere a questa domanda per capire lo spirito dei tempi e il desiderio di esorcismi, spirito non dissimile da quello che informava la Milano della peste manzoniana. Torturati e annientati fisicamente gli untori, il morbo scompare per incanto. Torturati e annientati fisicamente gli evasori, la recessione si dissolve e tutti ritorniamo a vivere al di sopra dei nostri mezzi come in prima.

  9. alberto

    Bel Paese questo, dove i commercialisti sono considerati “il partito degli evasori” (On.Ferrero alla Sette del 10-12-11) e lo Stato non mantiene gli accordi presi con i propri “cittadini” (ma più correttamente si dovrebbero chiamare “sudditi”). E’ a dir poco inac-
    cettabile l’affermazione che “tutti gli accordi si possono rivedere” : basti pensare cosa significherebbe questo assioma se fatto al contrario, ossia se il cittadino singolo potesse mettere in discussione, da singolo, di ogni singola legge emessa da uno Stato. Una gran parte delle operazioni scudate riguardavano piccoli imprenditori che hanno voluto in questo modo regolarizzare posizioni non di frode fiscale ma solo di “protezione del capitale”. Sarà certo un precededente che resterà nella memoria di tutti gli scudati, che ben si guarderanno di fare accordi successivi con lo Stato : c’è già chi si stà rivoltando e recupera il “maltolto” lasciando deliberatamente fallire le proprie imprese, di fatto quindi non pagando le tasse e le altre ritenute dei dipendenti (Inps compresa) per poi trasferirsi all’estero, azienda compresa.
    Questa operazione fiscale lascerà il segno e sicuramente porterà molto lavoro, ma non certo agli italiani, ma agli svizzeri, ai panamensi o negli altri Paesi off-shore.

  10. PIERO

    @alberto
    quanto eplicitato , mi trova pienamente d’accordo. Un decreto di questo tipo non
    fara’ altro che infiammare un esportazione di capitali in ,capitali che non torneranno piu’ , proprio in un momento come questo in cui le banche hanno assoluto bisogno di liquidita’ poiche’ di
    questo Stato che si rimangia cio’ che in precedenza aveva legiferato, non merita
    alcuna fiducia. ,Soprattutto a livello internazionale, verremo visti non molto diversi
    da certi Stati Sudamericani , con un enorme tasso di sfiducia, che ci fara’ diventare
    un paese dal quale stare assolutamente alla larga.

  11. Roberto 51

    Bell’articolo, molto dotto e “in punta di diritto”.
    Solo un piccolo appunto a questo blog: perché quando lo stato viene meno ai contratti che ha siglato con i suoi cittadini, in qualità di lavoratori o imprenditori, e cambia le regole in corsa, magari a 1 cm. dal traguardo, invece va tutto bene?
    Mi sembra che tutti siamo preda della “auri sacra fames” di virgliana memoria: il capitale e la sua rendita sono sacri e vanno onorati e rispettati, mentre il lavoro e le persone possono tranquillamente essere taglieggiati e ingannati!
    Occhio che Polimestore ha fatto una brutta fine!

  12. Rapetti

    Insomma, non capisco come non si possa vedere quello che é davanti agli occhi. Nel 2002, invece dei soldi, ci hanno rifilato carta straccia al posto, ricordiamolo, delle nostre monete nazionali, garantite perlomeno dalle rispettive banche centrali delle varie nazioni aderenti alla moneta unica.
    Ora, ci vengono a dire che la moneta che ci hanno rifilato potrebbe scomparire. O io sono sordo e ceco o altri, invece, non sentono e non vedono.
    Ma se é come la penso io, come vogliamo chiamarla l’operazione euro? Dico, avete un nome appropriato? Lei, Giannino, ce l’ha un’idea di come stanno le cose?

  13. Rapetti

    E nessuno si illuda, siamo infilati dentro una recessione epocale. Tutti sacrifici che dovremo fare non serviranno a nulla. Faccio una previsione, tra un anno avremo minimo un venti percento di disoccupazione.

  14. Claudio Di Croce

    @Roberto 51
    Senza il capitale e senza persone che lo vogliano rischiare facendo impresa cosa fanno gli aspiranti lavoratori ? o la vera alternativa è di nuovo lo stato capitalista , tipo URSS ?o ,come io credo, la ex DDR ?

  15. Sandro

    Chiedo scusa a Andrea (lettera del 11 12) da Italiano per questa schifezza della ritarda ione degli scudi fiscali.ho amici imprenditori che,scudatori o meno, prenderanno decisioni circa le loro aziende medio piccole che traballano dimenticate dallo stato. Decisioni di chiudere e quindi alimentare la disoccupazione : quasi nessuno non ha fatto almeno un condono, e ora chi e’ più sicuro di aver chiuso con il fisco versando a suo tempo l’obolo richiesto.
    Io ho tutto investito, cifra ragguardevole in titoli di stato scad. 2034-2040 con una perdita media di 14 punti ma creoi che se vedrò lo stato tradire la parola data con gli scudi non potrò fidarmi di gente così priva del senso dello stato che non saprà per incapacità congenita contribuire a salvare euro e Italia.venderò tutto ed investirò 1/3 in dollari 1/3 in fr. Svizzeri e l’ultimo in altre valute.
    Per inciso leggo sui giornali via web che il governo pensa di dare agli scudati un alternativa alla nuova
    va tassa investendo in btp 10 anni al 2-3% l’importo scudati.e se una li ha spesi ? si spara?
    CHE FESSERIA!!!
    Vergogna!’!!!!!!!
    …..e il Cavaliere su fa sputare in faccia dal governo e lo vota!!!!

  16. vittorinofilippi

    questa legge del 2003,e votata dalla maggioranza,la ritengo una furbata all’Italiana i mie risparmi di una vita,56 anni di lavoro,e soldi che pagarono le tasse,li ho fatti rientrare perchè la mia pensione dopo trentacinque anni e cinque mesi di lavoro versati i contributi i.n.p.s.mi dovevano aiutare a vivere dignitosamente, questi tecnici con 758euro al mese li vorrei vedere come se la cavano, non potevano ridurre a 400 i deputati e senatori visto che nella pubblica amminastrazione si può ridurre di un milione i dipendeti pubblici,e sedici regioni che producono il trenta per cento del pil cosa ne facciamo? è facile trovare i soliti noti polentoni vedi pri casa.

  17. vittorinofilippi

    questa legge del 2003,e votata dalla maggioranza,la ritengo una furbata all’Italiana i mie risparmi di una vita,56 anni di lavoro,e soldi che pagarono le tasse,li ho fatti rientrare perchè la mia pensione dopo trentacinque anni e cinque mesi di lavoro versati i contributi i.n.p.s.mi dovevano aiutare a vivere dignitosamente, questi tecnici con 758euro al mese li vorrei vedere come se la cavano, non potevano ridurre a 400 i deputati e senatori visto che nella pubblica amminastrazione si può ridurre di un milione i dipendeti pubblici,e sedici regioni che producono il trenta per cento del pil cosa ne facciamo? è facile trovare i soliti noti polentoni vedi pri casa.età 81 anni

  18. vittorinofilippi

    se volete di argomenti ne ho da vendere dal 1941 fino al 1997,nel 1947la mia generazione classe 1930, chi tornava dal secondo conflitto mondiale 1910 e1925 la casa èra il bene di qui tutti miravano e costo anni di sacrifici e di rinuncie per 80% degli Italiani del nord e qualcuno pure la vita,siete fortunati che tanti sono scomparsi, ma ora mi direbbero avevi ragione vittorino questi ci hanno succhiato il sangue,sono peggio dei Tedeschi quando eravamo prigionieri,il debito pubblico chi la fatto gli Italiani,ma quali di questi?vi ricordo che nel 1962 il debito pubblico èra appena il 10%?

  19. Claudio Di Croce

    @vittorinofilippi
    Un governo di dipendenti pubblici – e i professori universitari non sono certo dei migliori , basta pensare a che infimo livello internazionale sono le nostre università- non farà mai fare alla casta a cui appartengono sacrifici . Almeno il 30% dei dipendenti pubblici sono inutili e i primi che lo sanno sono i loro colleghi .Le regioni servono solo ai politici e ai dipendenti . Le province idem : Se ci fossero comuni di dimensioni adeguate e coordinati tra loro con una amministrazione centrale efficente sarebbe più che sufficente . E cosa dire della corruzione ? Tutti sappiamo che più vasto è il settore pubblico e maggiore è la corruzione . Pensate che potere avranno i finanzieri , i dipendenti degli uffici finanziari, i poliziotti, i giudici ecc..sulla vita di tutti noi. Stiamo diventati uno stato di polizia , tipo ex DDR .

  20. rita

    Chi ha fatto lo scudo non sempre è un’evasore. Un’esempio: il mio caso (nata all’estero e sposata in Italia): avendo avuto in passato in donazione una casetta estiva dai genitori e una piccola somma di denaro in eredità (tutto tassato regolarmente in quel paese estero) e non avendoli messi in dichiarazione di redditi, avevo scelto di fare lo scudo fiscale. Non avevo esportato alcun denaro, in quanto erano risparmi di miei genitori esteri, ma l’Agenzia di Entrate nei loro numerosi chiarimenti affermavano che lo scudo era la soluzione giusta per mettermi in regola per sempre. Mi ero fidata. Ora dovrò continuare a pagare fino all’infinito….. è assurdo. Chi mi difende? Dove è il Sig. Tremonti ?? La legge dello scudo era sua. PERCHè I SIGG.RI SINDATI E SIG. BERSANI NON DIFENDONO ANCHE ME? Lo stato italiano mi paga una pensione sotto 800 euro per vari decenni di lavoro che ho fatto in Italia. Non ho più neanche le lacrime di Fornero da versare. E lasciare perdere l’anonimato? A questo punto non mi fido proprio.

  21. Tex

    Lo stato ed in particolare il fisco ha perso la credibilità, i capitali e le imprese avranno un forte incentivo a lasciare l’Italia. Uno stato serio non si rimangia gli accordi, sarebbe come ridefinire la pena ridotta per un patteggiamento a un carcerato “per decreto a far data dal decreto la pena per il reato x passa da 10 a 20 anni con pena già esecutiva” o negare un piano di protezione ai pentiti di mafia che pur avendo ucciso sono liberi, protetti e pagati dallo stato. L’Italia non e’ un paese serio in quanto non mantiene la parola data.

  22. Filippo Airoldi

    Tassare i capitali scudati e’ stato un grosso errore che ricadrà sui governi futuri.Da bocconiano mi dispiace che sia stato un altro bocconiano ad azzerare l’affidabilità dello Stato Italiano.

  23. pf

    Neanche ai tempi di Stalin succedeva che lo stato si rimangiasse accordi fatti 10 anni prima. Ma qui ormai siamo mal messi, con pensionati baby (da quando aveva 44 anni…) che tuonano in parlamento per salassare gli scudati, vero Di Pietro? E anche Tosi della Lega, ancora stamane su Omnibus, ce l’aveva con gli scudati che, per la maggior parte era gente che negli anni 70, per paura di una guerra civile aveva portato in svizzera parte dei risparmi guadagnati e tassati legalmente.

  24. Gigi

    Incredibile!
    Cercano di evitare la futura evasione, ma l’ effetto di quanto sopra scritto indurrà tutti quelli che ne hanno facoltà, a proteggere i loro capitali all’ estero.
    W l’ Italia!

  25. AM

    Il parere mi pare eccellente, ma lo Stato può fare quello che vuole, anche se in seguito si accorgerà di aver commesso uno sbaglio perdendo di credibilità. A questo punto tuttavia, persa la faccia, non capisco perchè il governo non pensi a una piccola tassa di solidarietà da applicare a tutti coloro che nell’ultimo ventennio hanno aderito a condoni fiscali e e a condoni per abusi edilizi. Questa strana dimanticanza fa sorgere qualche dubbio sui comportamenti del passato nei rapporti col fisco o con l’edilizia di personaggi importanti.

  26. elisabeth

    @rita
    Buongiorno Rita,
    Mi trovo nella tua identica situazione, anche io sono straniera e sposata con un italiano. Ho ereditato la mia parte dei risparmi dei miei genitori ed ho pagato come te le tasse di successione nel paese di origine (se non erro del 27-30%! ).
    Non mi considero un evasore perche non ho portato fuori dall’Italia dei capitali per non pagare le tasse però ho deciso lo stesso anch’io di aderire allo scudo 2001-2002.
    Che cosa possiamo fare?

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