Il FOIA alla prova del Covid-19
Nel gennaio 2016 pubblicai per l’Istituto Bruno Leoni un primo commento alla bozza del decreto cosiddetto FOIA (Freedom of Information Act, d.lgs. n. 97/2016, che modifica il d.lgs. n. 33/2013, decreto cosiddetto Trasparenza), dal titolo inquietante: «Foia italiano: solo una “farsa”?». Ebbi poi l’onore che quel mio scritto fosse in buona parte incorporato nel parere reso dal Consiglio di Stato su tale bozza di decreto. Ebbene, l’inquietante domanda – confermata dopo il testo definitivo del decreto stesso, rafforzata con le Linee Guida dell’Anac e rimasta attuale negli anni in ragione dei molti casi di trasparenza negata – oggi torna a riproporsi. Infatti, si ha notizia del rigetto di istanze di accesso civico generalizzato, rivolte ad attori istituzionali al fine di conoscere dati e documenti riguardanti decisioni adottate per lo stato di emergenza.




















