“Giuristocrazia”- Brno chiama, Strasburgo risponde
Ran Hirschl, professore all’università di Toronto, ha rilanciato nell’ambito del dibattito accademico il termine “Juristocracy”.
In soldoni per il professore di Toronto sono sempre più spesso i giudici, a dispetto del potere legislativo, a prendere decisioni importanti. Sulle tematiche che scottano i costri di transazione per i politici sono troppo alti. Il decisionismo in termini di consenso non paga. Non aggrega consensi. Così, scrive Hirschl:
transfers to the courts of contested political hot potatoes offers a convenient retreat for politicians who have been unwilling or unable to settle contentious public disputes in the political sphere. It may also offer refuge for politicians seeking to avoid difficult no win decisions and or avoid the collaps of deadlocked or fragile governing coalitions.
In poche ore due decisioni fondamentali. La corte costituzionale ceca accende la luce verde per la ratifica del Trattato di Lisbona, la Corte di Strasburgo decide sul crocifisso nelle scuole pubbliche. Quando la politica langue, quando le classi dirigenti non hanno coraggio i giudici decidono. Sappiatelo.
Un piccolo appello: Hirschl andrebbe tradotto in italiano.