4
Giu
2010

No allo sciopero dei magistrati per gli aumenti automatici

Questa opinione è solo mia personale, e non impegna alcun altro di coloro che scrivono per Chicago-blog. Sono assolutamente senza parole, di fronte allo sciopero dei magistrati a difesa del portafoglio. “A pensare male si fa peccato, ma forse c’è da leggere nella manovra una particolare volontà di punire i magistrati italiani”. Lo ha detto Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm, annunciando che i magistrati italiani si apprestano allo sciopero, contro le misure annunciate dal governo. I magistrati “vogliono fare la loro parte in un momento così difficile per il Paese”, dicono, ma denunciano il contenimento degli aumenti retributivi disposto ai loro danni come discriminatorio e, dunque, punitivo. Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, Cascini ha aggiunto di ritenere che deve trattarsi di una rappresaglia per l’opposizione che i magistrati riservano alle riforme dell’ordinamento e delle procedure sostenute dal governo. A me il ragionamento politico non interessa e sembra ancor più improprio, ciò che conta sono i numeri. Read More

4
Giu
2010

Shit happens

Nove scienziati della Commissione grandi rischi sono indagati dalla procura dell’Aquila per omicidio colposo, in quanto avrebbero sottovalutato il rischio sismico nei giorni precedenti il disastroso terremoto del 6 aprile 2009. Pochi giorni fa, il presidente americano, Barack “tappate quel maledetto buco” Obama, ha licenziato Elizabeth Birnbaum, capo del Minerals Management Service, e annunciato una moratoria sull’offshore drilling nel Golfo del Messico. Un comune denominatore unisce queste due notizie, e tante altre simili che riguardano incidenti meno tragici. E’ la presunzione che per tutto si possa trovare sempre un responsabile, una testa da far rotolare, una soluzione. E’ la consolante illusione che tutto possa andare bene sempre, se abbiamo le leggi giuste. Purtroppo ho una brutta notizia: l’ultima volta che ho controllato, l’uomo era stato scacciato dal giardino dell’Eden e non gli era più stato permesso di farvi ritorno.

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3
Giu
2010

Piccolo Guinness dell’oppressione fiscale

Ecco come 100 euro spesi da un’impresa per un lavoratore con remunerazione pari alla media si ripartiscono tra prelievo fiscale e ‘residuo’ a favore del lavoratore:

   100,0      Valore aggiunto d’impresa destinato al fattore lavoro

–     4,8      Irap

–   22,7      Oneri sociali a carico del datore

–     6,7      Oneri sociali a carico del lavoratore

=  65,8      Remunerazione lorda

–   13,3      Irpef

–     1,4      Addizionali Irpef

=  51,0      Reddito disponibile

–   11,0     Imposte sui consumi (con aliquote legali e ipotizzando che tutto il reddito disp. sia speso)

40,0     ‘Residuo’ per il lavoratore

    60,0      Pressione fiscale complessiva

Note: (1) Il calcolo precedente include aliquote Irap e addizionali Irpef massime. Nell’ipotesi di aliquote Irap e addizionali Irpef minime la ripartizione dei 100 euro iniziali tra fisco e lavoratore diventa la seguente: Fisco 58,7, lavoratore 41,3. (2) Il calcolo precedente ipotizza che tutto il reddito sia consumato. Per ogni 10% di reddito  risparmiato la voce ‘imposte sui consumi’ di riduce di 1,1. (3) La pressione fiscale calcolata nella tabella è il valore ex ante atteso applicando la legislazione fiscale e non considera pertanto il fenomeno dell’evasione fiscale. Per contro i dati sulla pressione fiscale di fonte Istat ed Eurostat mettono a rapporto il gettito effettivo delle imposte col Pil (e, nel caso di Eurostat, anche il gettito delle imposte che gravano sul lavoro rispetto ai redditi totali da lavoro risultanti dalla contabilità nazionale). In questi casi il numeratore dei rapporti si abbassa per il fenomeno dell’evasione.

3
Giu
2010

Repubblica, Silvio e l’evasione

Ci vado piatto: sulla presunta giustificazione dell’evasione fiscale, tra Repubblica e Berlusconi, io sto con Berlusconi.  Per una ragione molto diversa da quella che Repubblica tende a identificare nelle frasi del premier, però. E continuando ad avere grande rispetto per Massimo Giannini, il vicedirettore di Repubblica le cui frasi a ballarò hanno ingenerato la polemica e la telefonata del premier. Per Giannini ho stima e amicizia. Da anni, può capitare di non essere d’accordo. Ma è sempre stimolante e documentato. Su mercato e concorrenza, la pensa molto più similmente a noi di quanto capiti con autorevoli colleghi del Corriere, per limitarsi a un punto essenziale. Su tasse e politica, però, la linea di Repubblica è la linea di Repubblica. Ed è una linea che trovo sbagliata, in quanto profondamente diseducativa. Anche quando si applica – per prevalenti ragioni di polemica politica, rispetto al merito – a Silvio Berlusconi, il nemico numero uno da sempre del quotidiano di largo Fochetti. Read More

2
Giu
2010

L’allarme rosso che nessuno vuol vedere

La politica italiana si balocca in telefonate televisive su chi è più popolare, e polemiche su Maroni a Varese.  Al più, si occupa ma solo incidentalmente della prima sveglia venutaci dal FMI, per il quale le stime del governo sulla crescita potrebbero rivelarsi ottimiste – malgrado i due primi trimestri abbiano accumulato già una crescita tendenziale annuale di O,6 punti di PIL  – e dunque occorrerebbe una nuova manovra correttiva per scendere davvero al 2,75% di PIl di deficit pubblico al 2012, una manovra di almeno altro mezzo punto rispetto all’1,& proposto dal governo. Ma l’allarme rosso non è rappresentato da questa notizia, bensì dalla caduta libera che i titoli decennali pubblici italiani stano mettendo a segno da 5 sedute a questa parte. Oggi siamo arrivati a 160 punti di spread sul BTP, peggio che nel giorno più rovente precedente l’eurosalvagente di tre settimane fa, e il CDS sull’Italia ha toccato quota 270, a un sofffio dal Portogallo: è evidente che i mercati interpretano gli acquisti della BCE sui mercati, riservati sino a oggi ai titoli greci, portoghesi e irlandesi, come non confacenti al nostro rischio, in via per questo di rapido deterioramento. La politica italiana dovrebbe capire che, se si mette così, nel giro di qualche giorno andrebbe a farsi benedire ogni chiacchiera sull’ottimismo, e sulla nostra salute relativa rispetto ai Paesi che hanno fatto più deficit nell’ultimo biennio. Viene da piangere. Sullo sfondo, una batteria di commenti ai quali ci allineiamo.  Tutti improntati al pessimismo.  Read More

2
Giu
2010

Il crepuscolo del welfare

Riceviamo da Silvano Fait (IHC) e volentieri pubblichiamo.

“La dottrina della necessità di una rete di sicurezza per raccogliere chi cade è svuotata di significato dalla dottrina che attribuisce una giusta partecipazione anche a coloro che sanno benissimo sostenersi da soli.” (The Economist, 15 marzo 1958)

Il Welfare State, nei termini in cui è stato concepito fino ad ora, sta rapidamente raggiungendo il traguardo oltrepassato il quale non sarà più in grado di fronteggiare gli impegni presi con i cittadini e, volente o nolente, sarà costretto a ridiscutere i termini dei benefici già accordati. Questo sia in fatto di pensioni, di sanità che di istruzione (cfr. W. Buiter circa le Unfunded Social Securities Liabilities). Il processo di costruzione dello stato sociale si è sempre basato sul presupposto che qualsiasi intervento da parte dello stato all’interno dell’ordine sociale spontaneo abbia delle ripercussioni di carattere economico senza per questo arrivare ad intaccare quegli aspetti di ordine morale che stanno alla base del progresso di una popolazione. Purtroppo invece, Read More

2
Giu
2010

Spese inutili (Piccolo dizionario della manovra)

Spese inutili. Spese che non servono ai politici.

Spese per 232 enti culturali=inutili; spese per 110 province=utilissime, producono infatti 4200 posti a sedere per politici con ‘appena’ 16,5 miliardi di oneri per il contribuente e un costo medio per poltrona di ‘soli’ 3.938.571,43 euro annui . Si comprendono le ragioni della miracolosa moltiplicazione delle province in questi anni …

1
Giu
2010

L’esito inevitabile

Pubblicata ieri dalla Banca centrale europea la semestrale Financial Stability Review, in cui si evidenzia il timore dell’istituto di Francoforte per lo stato delle banche europee, che rischiano un effetto-contagio dalla crisi di debito della regione. Considerando le svalutazioni e gli accantonamenti già contabilizzati, mancano all’appello almeno altri 195 miliardi di euro, di cui 90 quest’anno. Di rilievo il fatto che queste stime prescindono da effetti di retroazione, come ad esempio la ricaduta in recessione di Eurolandia a seguito di manovre di consolidamento fiscale, che causerà un aumento di crediti inesigibili.

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1
Giu
2010

La frittura e l’ordine spontaneo

Tra i balenieri più seri e onorati si fanno sempre, in verità, concessioni nei casi speciali in cui sarebbe una grossa ingiustizia morale il fatto che una parte pretendesse il possesso di una balena cacciata o uccisa in precedenza da altri. Herman Melville, Moby Dick, p.486

La decisione dell’Unione Europea di vietare con regolamento (direttamente applicabile nei diversi Stati membri) il consumo di frittura di pesce ha sollevato un vespaio di critiche da parte dei pescatori e dei tanti cittadini comuni che amano gustare una pietanza così prelibata.

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