6
Mag
2011

Nel mondo, un’Era d’Oro e 9 ninja. E noi?

Abbiamo eliminato  Osama e le commodities da aprile scendono di prezzo, dopo mesi di segno contrario. Negli Usa l’economia cresce meno del 2%, poco per riassorbire i disoccupati. L’Europa continua a interrogarsi sull’eurodebito da ristrutturare e sul ruolo delle banche che scommettono sui CDS e così alzano gli spreads dei titoli pubblici. Nel mondo avanzato, le opinioni pubbliche continuano a rispondere con pessimismo ai sondaggi: non ritengono finita la crisi. Molti continuano a incolpare la globalizzazione. Ecco perché è salutare, che studiosi seri con metodica analisi sgombrino molti dei fumi che aleggiano. Nel mondo, non solo non c’è crisi ma si afferma un’Epoca d’Oro. Durerà decenni. Non ne siamo noi i protagonisti, ma impegnandoci ne saremo beneficiari eccome. Read More

6
Mag
2011

Saltato il pacchetto Banca Italia: la colpa di ABI e Governo

Attenzione! Pochi minuti fa, nel quotidiano “versione di Oscar” su Radio24, ho commesso un grave errore, che intendo riparare subito. Si riferisce, tra l’altro, a un punto tra i più attesi del Decreto Sviluppo varato ieri dal Governo: i nuovi poteri attribuiti alla Banca d’Italia in materia di facoltà di diniego alle remunerazioni concesse ai managers bancari e ai dividendi agli azionisti. Nel testo entrato in Consiglio dei Ministri questi poteri erano previsti, e si trattava di un fortissimo potenziamento delle “unghie” del regolatore sugli isituti di credito. Nel testo finale approvato, invece, l’intero pacchetto – BancaItalia- è saltato. Stamane, per mio errore, ho chiesto ai miei ospiti giudizi su questo punto del decreto che mi sembrava tra i più pregevoli: ho sbagliato, correggo. E l’interrogativo a questo punto diventa un altro: chi e perchè ha fatto saltare all’ultimo momento queste misure opportune e conferma di una ritrovata e positiva unità d’intenti tra Tesoro e Banca Italia? Read More

5
Mag
2011

Tra default e illazioni: ma se il prossimo fosse la Francia?

L’avete sentito tutti: il Portogallo è praticamente fallito, e per questo ha chiesto l’aiuto della UE; anzi no, ve la dico in un modo diverso: il Portogallo ha dichiarato un default tecnico in quanto ha richiesto formalmente soccorso finanziario alla UE. Bel lavoro.

Con il Portogallo siamo a tre, nell’ordine: Grecia, Irlanda, Portogallo. Il gruppo dei GIP, anzi dei PIG (in inglese: maiale) cui manca la S della Spagna per formare il famoso gruppo dei PIGS (i famosi “maiali”). Ma da qualche parte si legge anche l’acronimo PIIGS che dovrebbe comprendere l’Italia (alcuni in realtà ci mettono dentro l’Inghilterra, che è nella UE ma non nella UEM e che va sì male non è veramente arrivata ad un default).

Oggi voglio fare solo una velocissima riflessione sul caso portoghese, e poi ribadire un concetto e l’annessa Default List già esposti più di un anno fa. Read More

4
Mag
2011

Efficienza e concorrenza nella gestione dei servizi idrici – di Franco Debenedetti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la relazione trasmessa da Franco Debenedetti alla tavola rotonda “Acqua: un bene pubblico. Efficienza e concorrenza nella gestione dei servizi idrici”, Martedì 3 maggio 2011, ore 17:00. Roma, Sala delle Conferenze di Palazzo Marini, via del Pozzetto, 158
Ne hanno discusso: Raffaele Bonanni, Franco Debenedetti, Enrico Letta, Andrea Ronchi, Mario Valducci.
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4
Mag
2011

Gli incentivi alle rinnovabili. Merito e metodo di un taglio necessario

Questa mattina ho avuto la fortuna di moderare (assieme alla bravissima Laura La Posta del Sole 24 Ore) il “forum tra le istituzioni e le associazioni dei produttori” di energia rinnovabile, presso il Solarexpo di Verona. E’ stata, per me, un’esperienza molto utile e interessante, che mi ha rivelato una serie di questioni che in precedenza non avevo colto fino in fondo. Ma partiamo dalle note di colore.

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2
Mag
2011

Carburanti e finanziamento della cultura: quanto sono aumentate le accise?

Articolo scritto da Filippo Cavazzoni e Carlo Stagnaro

La critica di Carlo Fontana al nostro studio sull’aumento dell’accisa sui carburanti per finanziare la cultura ci offre l’opportunità per tornare sul tema, a poco più di un mese dall’approvazione del decreto. Come abbiamo ribadito in più sedi, il provvedimento del Governo ci è parso discutibile sotto diversi punti di vista. Per riassumere e sintetizzare riportiamo un passaggio della lettera pubblicata sul Corriere della Sera di ieri: Read More

29
Apr
2011

La petizione dei fabbricanti di pannelli

Uno dei testi più forti della storia del liberalismo è la “Petizione dei fabbricanti di candele“, con la quale Frédéric Bastiat ridicolizza gli argomenti protezionistici attraverso l’immaginaria lamentela, appunto, dei produttori di candele contro la concorrenza sleale del sole. Se Bastiat vivesse oggi in Italia, scriverebbe la petizione dei fabbricanti di pannelli fotovoltaici.

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29
Apr
2011

Auto, che cosa insegna Shanghai a Fiat-Chrysler

I Saloni Internazionali dell’Auto a New York e Shanghai in contemporanea offrono una una nuova efficace istantanea del mondo nuovo disegnato dalla crisi mondiale. Il mercato americano ha perso il primato mondiale ma ne ha almeno approfittato per una colossale – e rapida, per i tempi industriali, grazie ai miliardi del contribuente già sulla via del ritorno nelle casse pubbliche – ristrutturazione del suo eccesso di capacità produttiva. Ma con tutto il rispetto per lui è a Shanghai il focus dell’attenzione e del meglio delle proposte delle case mondiali. Non solo perché New York ha sempre un po’ stentato, di fronte all’ovvio primato in America del Salone di Detroit. Ma, con tutto il rispetto per la Bibbia del giornalismo automobilistico cioè Automotive News per la quale è come se si tenessero in contemporanea la 24 ore di Le Mans e le 500 miglia di Indianapolis, non è affatto così. E’ la Cina e non l’America la Mecca dell’auto, dalla crisi e per gli anni a venire. L’Europa, beh, è solo una sigla in crisi tranne la forza delle case tedesche. Dovremmo aver chiaro in mente questo mondo nuovo, per comprendere – e tifare – invece di ostacolare il tentativo Fiat-Chrysler di Marchionne. Con tutti i difetti di unire insieme due aziende che erano – e restano – short di modelli e investimenti e sono assenti da Cina (e India e Russia), è l’unica possibilità per tentare di stare in scia e rilanciare, invece di chiudere.  Read More