30
Gen
2012

Ancora Grecia, i mille paradossi e l’exit che serve all’Italia

Dal prossimo numero di Tempi

Ccelebiamo il diciassettesimo vertice europeo dedicato alla sostenibilità dell’eurodebito, dall’inizio della crisi greca cioè in 24 mesi. E ancora una volta la crisi greca è al centro del confronto. Alcuni mi criticano perché da mesi inizio tutte le mattine la mia trasmissione a Radio24 con The End dei Doors, quella in apertura di Apocalypse Now, fantastico film non di guerra ma dello sgretolarsi delle convinzioni occidentali. Ebbene la copertina ultima dell’Economist mi ha dato ancora una volta ragione, col titolo Acropolis Now e gli elicotteri di Apocalypse incomenti sul Partenone. La cosa peggiore è che a questo vertice si è giunti riuscendo ancora una volta a incattivire ulteriormente opinioni pubbliche già tanto provate. Perché la richiesta tedesca di un vero e proprio commissariamento della Grecia con un bilancio pubblico scritto a Bruxelles e Berlino, – richiesta non ufficiale ma avanzata sui media da autorevoli membri della coalizione di governo tanto della Cdu-Csu che del Fdp – ha suscitato reazioni ufficiali e ufficiose greche ormai assolutamente esasperate, con le maggiori testate d’informazione giunte ormai a evocare l’ombra di un nuovo Gauleiter germanico come quando davanti all’Eretteo si pavoneggiavano azzimati ufficiali della Wehrmacht e della Luftwaffe. Il cumulo di paradossi e contraddizioni del procedere a zigzag delle classi dirigenti europee sembra non avere mai fine. Ecco perché secondo me l’Italia dovrebbe costruirsi un exit strategy “sua”, in ogni caso. Read More

30
Gen
2012

Fanno i dirigisti e le chiamano liberalizzazioni

Qualunque individuo, se vuole tagliare il debito, deve rinunciare a una parte dei suoi attivi patrimoniali. Chi riduce la propria esposizione debitoria deve ritrovarsi patrimonialmente più povero. Con un’eccezione: lo Stato italiano, che sembra intenzionato a scendere nelle classifiche dei paesi più indebitati attraverso i giochi di prestigio. Il trucco consiste nella cessione delle partecipazioni del Tesoro alla Cassa depositi e prestiti (che è del Tesoro al 70 per cento). Il progetto è stato rivelato alcuni giorni fa da Massimo Mucchetti, che oggi torna sul tema rispondendo anche, indirettamente, ad alcune mie critiche.

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30
Gen
2012

Semplificare non basta

Il decreto sulle semplificazioni discusso venerdì in Consiglio dei ministri è la terza tappa delle riforme proposte dal governo Monti per rilanciare il sistema economico italiano.

Non è una novità che la burocrazia sia un costo di denaro e di tempo per i cittadini e le imprese. Considerando, come si dice, che il tempo è denaro, si spiegano le stime governative di forte risparmio che un alleggerimento degli oneri amministrativi nei più disparati settori del vivere sociale produrrà.

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30
Gen
2012

Alle farmacie sarebbe convenuta la fascia C invece delle misure approvate? – di Fabrizio Gianfrate

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Fabrizio Gianfrate.

Rispetto a quanto approvato, alle farmacie è convenuto di più quanto approvato nel decreto sulle liberalizzazioni o, come originariamente previsto e da esse fortemente osteggiato e rifiutato, l’allargamento della distribuzione a GDO e parafarmacie anche dei farmaci di fascia C con obbligo di ricetta?

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30
Gen
2012

Hazlitt. Capitolo 17 – Il controllo statale dei prezzi

A giudizio di Hazlitt, è più che legittimo preoccuparsi che i ceti più poveri possano accedere ai beni essenziali e che quindi non costino troppo, ma la soluzione garantita dal controllo dei prezzi è fallimentare e controproducente.

Dapprima egli spiega che alla base di tutto c’è una falsa assunzione, la quale fraintende il senso delle relazioni tra bisogni, potere d’acquisto e prezzi; quindi egli mostra come non sia possibile fissare prezzi massimi per determinate merci senza che si verifichino due conseguenze. La prima è che la domanda di tali beni aumenta; la seconda è che diminuisce l’offerta, perché l’abbassamento dei prezzi riduce o annulla il margine del profitto, fino a quando i produttori marginali smettono di lavorare e sono portati al fallimento. Read More

29
Gen
2012

Hazlitt. Capitolo 16 – La “stabilizzazione dei prezzi”

Nonostante l’esperienza continui a dimostrare quanto sia fallimentare il controllo dei prezzi – e Hazlitt non manca di offrire esempi storici al riguardo – i regolatori statali continuano a ritenere necessario un intervento pubblico volto a stabilizzare l’economia. A loro giudizio, .la libera concorrenza è radicalmente sbagliata, in quanto è guidata dalla “cieca” legge della domanda e dell’offerta. In realtà, tutto viene realizzato in modo assai più efficiente dall’iniziativa privata, con meno danni per tutti. Read More

28
Gen
2012

Altro che liberalizzazioni! Le mani del governo nei contratti agroalimentari

Abbiamo più volte sottolineato, nei post del chicago blog dedicati al decreto legge “cresci Italia”, che questo sia solo in parte un provvedimento di liberalizzazioni, smentendo le aspettative iniziali e le formule correnti con cui viene chiamato.

Esso contiene, infatti, misure molto diverse tra loro, che vanno da una effettiva liberalizzazione a forme di vera e propria regolazione delle dinamiche contrattuali, che hanno sicuramente un verso opposto rispetto alla regola generale del diritto di libertà economica e di contratto.

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28
Gen
2012

Hazlitt. Capitolo 15 – Come opera il sistema dei prezzi

Gli economisti e i filosofi che predicano la “produzione in rapporto all’utilità e non al guadagno”, denunciando i “vizi” del sistema dei prezzi, vorrebbero che l’iniziativa privata non si esprimesse liberamente nel mercato ricercando gli investimenti più profittevoli, ma che si realizzasse la “piena capacità produttiva dei moderni mezzi tecnici”. Nel modello da loro auspicato, le industrie dovrebbero produrre anche in perdita al fine di soddisfare la domanda – di qualsiasi entità sia – e al fine di preservare l’occupazione. Read More

27
Gen
2012

Politica negli aeroporti. Si prega di scendere.

A volte la politica sembra non solo essere fuori dal mondo, ma sembra non riuscire neanche a guardare in faccia una realtà, pur scomoda, ma troppo evidente da essere nascosta.

Stiamo parlando dell’aeroporto Catullo di Verona e della difesa strenua della proprietà pubblica da parte del presidente della Provincia di Verona Giovanni Miozzi. Dopo le affermazioni che “l’arrivo dei privati sarebbe positivo solo se pilotato dalla politica” e dopo aver mostrato soddisfazione “per il lavoro fatto nello scalo di Villafranca”, la mia sete di abolizione delle Province è ancora più forte.

Partiamo da una tabella, semplice semplice, con dei dati di Assaeroporti e non dell’Istituto Bruno Leoni.

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