27
Mar
2012

Stagione delle riforme: già finita?

Da Tempi

Se nel suo tour in Asia il premier Monti ha dovuto iniziare ad affermare “nel caso in cui il Paese non fosse pronto, possiamo anche andarcene”, se Pierferdinando Casini sin da domenica scorsa ha lanciato l’allarme crisi di governo possibile, è il segno che sulla riforma del mercato del lavoro qualcosa di rilevante si è inceppato, nel meccanismo sin qui quasi perfetto che rendeva il governo di emergenza padrone dell’agenda nazionale. Dico “quasi” perfetto perché una prima avvisaglia c’era stata sul decreto liberalizzazioni, di molto modificato in parlamento. Ma, si sa, le liberalizzazioni fanno molto parlare noi tifosi del mercato, purtroppo non colpiscono molto l’immaginario popolare. Cosa tutt’affatto diversa è la questione dell’articolo 18 e della minor rigidità in uscita dal mercato del lavoro, dopo 40 e più anni di immobilismo conservativo. Read More

27
Mar
2012

Spending review & mental review

In un recente post Alberto Mingardi ha svolto una riflessione sulle proposte di legge più pazze dell’anno selezionate da Silvio Boccalatte. Dopo aver commentato le bizzarre richieste di regolamentazione di professioni ed esercizi, Mingardi ha concluso affermando che la deriva pianificatrice della Repubblica italiana rischia di arrivare al punto di compromettere lo stato mentale dei suoi cittadini.

Il tema classico del liberalismo sul rapporto tra Stato e individuo ha per davvero un aspetto psicologico fondamentale. Read More

26
Mar
2012

2000 miliardi di debito pubblico. Alcuni chiarimenti

Sabato 24 marzo, il quotidiano “Repubblica” ha pubblicato un articolo che ipotizza, sulla base del nostro contatore, che lo stock del debito pubblico raggiungerà la cifra record di 2000 miliardi di euro il prossimo 28 aprile. In realtà, è assai improbabile che ciò si verifichi.

L’orologio rappresenta un tentativo di stimare il debito, in tempo reale, alla luce degli andamenti mensili osservati negli ultimi dieci anni. L’ipotesi di fondo è che, in media, il paese continuerà a emettere o ripagare titoli di debito nel futuro come ha fatto nel passato.

Le nostre stime vengono costantemente allineare ai dati forniti da Bankitalia su base mensile. Nel primo anno e mezzo di attività abbiamo riscontrato una buona aderenza delle nostre stime ai valori effettivamente osservati, con una lieve tendenza a sottostimare il debito.

L’orologio, tuttavia, ha una funzione indicativa, e non pretende di avere un valore previsivo. Pertanto, rispetto all’ipotesi del quotidiano di Largo Fochetti, sulla base degli andamenti storici non crediamo probabile che si raggiungano i 2000 miliardi già a fine aprile, o comunque nella prima metà dell’anno. Infatti, la velocità di crescita dell’indebitamento è tipicamente più pronunciata nel primo che nel secondo trimestre.

È plausibile, dunque, che il tetto dei 2000 miliardi sarà infranto tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, a meno di aggiustamenti molto significativi nei saldi del bilancio pubblico.

24
Mar
2012

Hayek e la regressione del Diritto – di Gerardo Coco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.

Per ricordare il ventennale della morte di Friedrich August Hayek, su questo blog sono state fatte illuminanti considerazioni. Qui vorrei ricollegarmi a quelle di Serena Sileoni.

Ma innanzi tutto una domanda: perché le penetranti idee di Hayek e quelle del suo maestro Mises non sono mai entrate nella “cassetta degli attrezzi” degli economisti ufficiali? Perché lo statalismo, come dottrina dominante, non può tollerare l’esistenza di veri economisti. Read More

23
Mar
2012

Hayek letto da un bambino

Ormai il primo compleanno si avvicina. E Nicolò ha intensificato le sue letture: sente dire che prima o poi gli toccherà andare all’asilo nido, e  non vorrebbe fare la figura dell’ignorante con i suoi prossimi compagni di scuola. Le sue letture sono ovviamente disordinate, da autodidatta. Confida di metter ordine nelle sue conoscenze quando avrà una maestra – o un improbabile maestro – che saprà sicuramente dargli i consigli giusti. Per intanto, legge quel che gli capita, ricavandone un piacere alterno. Ma in questi giorni ha trovato per casa un po’ di libri di un signore morto giusto venti anni fa: Friederich August von Hayek. Li ha trovati molto interessanti, e per vari aspetti anche di attualità. Lo hanno fra l’altro aiutato a capire perché una domanda che sente continuamente in questi giorni gli sembra stupida. Read More

23
Mar
2012

Strabismo di Stato

Nel guardare ai giochi d’azzardo, lo Stato sembra affetto da una grave forma di deviazione degli assi oculari, per la quale, nei panni dell’esattore, guarda da una prospettiva, e poi, nei panni del padre premuroso della salute dei suoi figli, guarda contemporaneamente da tutt’altra prospettiva.

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23
Mar
2012

Il pregiudizio anti-hayekiano dei figli di Hayek

È bizzarro quanto innegabile che per molti, tra noialtri talebani del mercato, i testi di Hayek siano sacri, ma non così sacri. Hayek non è sexy; Hayek si ama coi “sì, però…”. Hayek non appassiona perché non ha la coerenza di Mises, il coraggio di Leoni, il radicalismo di Rothbard, il sapore pop di Friedman.

Sarebbe risibile porre in discussione la rilevanza dell’opera di un pensatore che, non pago dei propri contributi alle scienze economiche, peraltro sufficienti a garantirgli un premio Nobel, ha arricchito di riflessioni seminali campi vasti e diversi come la teoria politica, la filosofia del diritto, l’epistemologia, la storia delle idee, e persino la psicologia.

Allora le riserve sul conto di Hayek vanno cercate altrove che nelle pur fondate critiche ad un liberalismo con avvertenze. Forse nel fatto che Hayek sia riuscito a manifestare la propria importanza anche oltre il recinto di un movimento che nei decenni ha imparato a coltivare la propria marginalità come un fiore raro. È, banalmente, la diffidenza di Paperino per Gastone.

Quel che Hayek ha capito – e che i suoi figliocci non hanno saputo valorizzare – è che nel gioco degli intellettuali la tattica conta quanto il talento e le regole quanto il pallone. È comprensibile che l’Hayek che fonda la Mont Pelerin Society ci affascini meno del Mises che di fronte ai suoi membri sbraita: “you bunch of socialists!”. Ma proprio quell’Hayek – quello che ha capito il valore dell’organizzazione, quello che ci ha mostrato che il pensiero non cammina da solo, quello che ha ispirato Antony Fisher a farsi imprenditore di idee – è la nostra unica speranza di sfuggire all’irrilevanza.

Se oggi il movimento variopinto dei liberisti è più forte, lo deve in massima parte ad Hayek. Caro Friedrich, ti vogliamo bene, e scusa se non te l’abbiamo detto abbastanza.

23
Mar
2012

Hayek, l’ordine spontaneo, il diritto

Ho letto Hayek, come molti immagino, da autodidatta. Nei corsi di giurisprudenza, almeno in quelli che ho frequentato io, i suoi scritti non circolavano. Non so, quindi, quanto io possa aver capito del suo pensiero, quanto possa averlo correttamente interpretato. Resta però un insegnamento di fondo, o meglio una sintonia di fondo sull’idea che Hayek aveva di ordine spontaneo, applicato al diritto. Read More