9
Apr
2013

Grazie, signora Thatcher — di Andrea Battista

Da quando le sue condizioni di salute si andavano progressivamente aggravando, mi chiedevo quali reazioni avrebbe scatenato la morte di Lady Margaret Thatcher, già per 11 anni primo ministro di Sua Maestà britannica. Come lo erano stati William Ewart Gladstone e  Winston Churchill.

Nel mondo, non pare sfuggire che la storia ha chiuso definitivamente un altro capitolo. Un capitolo di sviluppo e di progresso, con tutti i limiti e le contraddizioni delle vicende umane, segnato dalla disfatta dell’impero del Male.

Disfatta di cui scompare l’ultima vera e forse in questo sottovalutata protagonista, dopo Ronald Reagan e Giovanni Paolo II.

Forse per questo anche Barack Obama non può fare a meno di rendere omaggio ad “una paladina della libertà”.

Da noi però si ricordano ancora sopratutto il ritratto che ne facevano i media nostrani, trasformando la figlia del droghiere di Grantham in una sorta di mostro guerrafondaio o di selvaggia liberista.

O si hanno nelle orecchie i luoghi comuni che ancora infarciscono i commenti a caldo, dove sembrerebbe che la baronessa sia la vera responsabile della crisi globale in cui siamo immersi, scoppiata dopo oltre 15 anni dalla sua uscita da Downing Street.

Anche di tali sciocchezze si è negli anni alimentato e tutt’ora si nutre il declino italiano ed europeo.

Ma questa dopo tutto è solo cronaca. Ora è il momento della storia.

Se la storia è maestra di qualche cosa, Lady Thatcher ci ha insegnato che nulla è mai definitivamente perduto se si hanno la forza ed il coraggio di sconfiggere le idee sbagliate, anche se maggioritarie, ed il politicamente corretto.

Fin troppo facile accostare la Gran Bretagna degli anni ’70 all’Italia di oggi. Aldilà delle differenze di contesto macroeconomico e politico,  il senso di inevitabile declino e lo statalismo dilagante accomunano questi due mondi così lontani nel tempo e nello spazio. Indiscutibili, l’uno e l’altro.

Le  politiche di Lady Thatcher  sono tutt’ora per molti un grande esempio ispiratore.

Il grazie che, inglesi e non, dobbiamo a  Margaret  Thatcher è forse per qualcosa di più duraturo.

Il suo esempio ha reso semplicemente ridicoli gli alibi di tutti i benpensanti e  politicanti ai quattro angoli del globo.

Determinazione e tenacia, pragmatismo nutrito di idee e di cultura, ricerca del consenso come affermazione di una visione di lungo periodo.

Per tutto questo, estimatori ed avversari la ricorderanno a lungo, Lady Margaret.

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4 Responses

  1. Giordano

    E sopratutto Lady Thatcher fu contraria all’Unione Europea. Avessimo avuta noi una Thatcher (invece del duo di Piadena Berlusconi/Prodi) adesso saremmo un una situazione meno catastrofica. Ma ogni popolo (e gli inglesi lo sono molto) ha i leader che si merita…… Chissà se effettivamente si può rimediare agli errori passati, anche grossi, anche politicamente corretti. Chissà se l’euro-ostilità troverà da noi dei portavoce meno tonti….

  2. francine

    @guido cacciari
    Non si liberarera’ tanto facilmente del Mortadella..pare che lo vogliano Presidente della Repubblica.Io lo candiderei al Nobel per l’economia memore del suo uso del famigerato “tesoretto”..Viva la politica economica italiana e i suoi campioni!!!

  3. Mariotti Claudio

    Da EUROSCHIAVI : Dichiarando falsamente di voler combattere l’inflazione, quel governo prese una serie di misure altamente inflative dei prezzi : aumento fortemente il tasso primario di sconto, la tassazione sui carburanti, e alzò l’IVA dall’8 al 15 %. Per conseguenza crebbe il costo della vita, aumentò il livello assoluto dei prezzi, che non scese mai, anzi continuò ad ascendere.brevemente il 66 % di rincaro in 4 anni. E questo con un governo che dichiarava che faceva di tutto per ridurre l’inflazione. Forse i suoi scopi veri non erano quelli dichiarati. Parlate del dominio delle Banche , del signoraggio primario e secondario , parlate di EUROSCHIAVI !!!!

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