3
Lug
2012

Perché penso che balleremo ancora: lo scudo è fallato

Cerco qui di spiegare perché, malgrado l’euroconsiglio europeo del 28 giugno scorso, personalmente mi aspetto comunque un attacco dei mercati internazionali allo spread italiano. Monti ha appena finito di illustrare al Senato italiano la posizione tenuta e ciò che si è ottenuto all’eurovertice, e al di là della dichiarazione “ora gli eurobond non sono più un tabù”, ha prudentemente definito “una riserva d’attesa” quella ottenuta da Italia e Spagna sullo scudo anti spread. Copme si capisce benissimo, una riserva d’attesa significa che lo scudo non c’è.  Non si tratta di criticare Monti per come si è comportato al vertice, altrove ho già scritto l’indomani che ha coraggiosamente giocato una carta assai rischiosa e di solito negata all’Italia, il veto in caso di mancato recepimento di un principio che riguarda il nostro interesse nazionale. Solo con una forte credibilità europea e internazionale Monti poteva assumere una posizione tanto rischiosa e aliena dalla tradizione italiana, e solo scommettendo davvero che Spagna e Francia ci avrebbero seguito il rischio diventava ragionevole, cioè elevato ma mettendo in conto che Berlino alla fine non potesse che cedere. Ma lo scudo non c’è. E non perché Finlandia e Olanda hanno detto no, ieri.

Di fatto, quando la Spagna nella nottata decisiva si è unita al nostro veto, si era di fatto assicurata tutto ciò che il premier Rajoy aveva chiesto, e cioè che il sostegno europeo alle banche spagnole non configurasse aumento del debito pubblico nazionale, e che l’Efsf-Esm perdesse la seniority di cui in teoria gode appostandosi nei debiti corporate o sovrani, perché in quel caso l’effetto – a fronte di rischi di solvibilità persistenti – è di far scappare gli altri creditori su equity e bonds, visto che la seniority europubblica costituisce titolo preferenziale a recuperare almeno parte del proprio capitale prestato.

Analogamente, nel bilaterale Merkel-Hollande che aveva preceduto l’eurovertice di due giorni, il presidente francese abilmente aveva dato l’impressione alla Germania di non essere poi così disposto a seguire a spada tratta l’Italia, nella nostra richiesta di un meccanismo automatico salva-spread per i Paesi più virtuosi sulla finanza pubblica: cioè solo per noi italiani,visto che l’anno prossimo dovremmo essere prossimi a registrare un avanzo primario, avendo in questi anni fatto meno deficit pubblico di tutti gli altri tranne i tedeschi.

Ma poi, nelle ore decisive al tavolo degli sherpa, la Spagna si è unita al veto italiano e la Francia, pur senza veto, è rimasta spalla a spalla sulla posizione italo-spagnola. Di fatto, politicamente Angela Merkel non ha ritenuto di mobilitare, a quel tavolo, i Paesi che condividono la posizione di rigore tedesco, cioè Olanda, Finlandia e Austria. La risposta alla domanda “come mai?” contiene, a mio giudizio, la spiegazione del perché dobbiamo comunque aspettarci tra luglio e agosto una nuova ascesa dello spread italiano.

I mercati hanno capito benissimo che la pretesa capitolazione tedesca non è stata affatto tale. O meglio, politicamente è vero che si è messo in moto un processo di cui la nuova Francia socialista è pivot, e che tira dalla parte opposta del puro rigore la posizione tedesca sin qui dominante, ma con grande attenzione a non strappare mai la corda. Tuttavia quel che conta davvero per i mercati sta nel dettaglio tecnico, e su questo la Germania è stata accorta. L’ESM non ha ottenuto la licenza bancaria che l’Italia chiedeva nella sua prima proposta. Se avesse licenza bancaria, il fondo di stabilizzazione europeo avrebbe accesso diretto alla liquidità Bce, e quello sarebbe un modo per aggirare sia i limiti della propria dotazione finanziaria, sia il divieto di monetizzazione del debito pubblico.

Tutto dipende a questo punto da come il 9 luglio l’Eurogruppo scriverà nero su bianco le regole attuative del principio salva-spread politicamente convenuto nelle prime ore del 29 giugno. Se la BCE – definita attuatore tecnico dell’intervento di acquisto sul mercato secondario dei titoli sovrani sotto attacco – potrà intervenire a sessione di mercato aperta avendo come unico limite la dotazione totale nota dell’ESM, questo alzerebbe di molto il selling necessario a determinare per lo spread italiano il superamento stabile di quota 500 punti base. Se al contrario passerà – come i tedeschi oggi dicono – la regola che BCE potrà operare solo a seguito di richiesta formale avanzata all’ESM dal Paese interessato e votata in quella sede, e se a quel punto potrà farlo solo per soglie di spread predeterminate ed entro un range limitato di risorse impiegate, allora è ovvio che cosa succederà. Il mercato testerà inevitabilmente – con tutta la forza del caso – la reattività temporale del salva-spread, e la sua concreta disponibilità oltre che prontezza nell’impiegare tutte le risorse finanziarie atte a respingere e piegare l’attacco.

È esattamente quel che mi aspetto. In una contingenza in cui il prevedibile rally di Borsa Usa – statisticamente molto probabile nel trimestre pre elettorale di un incumbent in vantaggio nei sondaggi al secondo mandato – potrebbe anche cedere il passo all’effetto di una permanenza irrisolta dell’eurocrisi, e cioè il sostegno a quel punto del grande capitale americano verso Mitt Romney come l’unica possibilità, a quel punto, per evitare una crisi americana ancora peggiore.

Conclusione: inutile prendersela con gli altri. La via per costruire mercati e politica uniti in Europa è molto lunga ancora, e del resto la FED nacque nel 1913 mentre la Dichiarazione d’Indipendenza americana era del 1776. Ma nel frattempo l’Italia deve risolvere il suo problema, che l’euro sia cooperativo o no. Il debito pubblico si può e si deve abbattere di 30 punti buoni di Pil e anche di più dismettendo patrimonio pubblico, non alzando le tasse. Mentre nel conto economico pubblico occorrono forze politiche capaci di individuare e perseguire l’obiettivo di tagliare 7-8 punti diPil di spesa corrente per meno tasse a deficit azzerato. Si può fare. Altrimenti ancora più imprese sul mercato domesticvo morranno. E molte più di oggi tra quelle che lavorano per l’estero andranno all’estero per restarci.

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19 Responses

  1. Francesco P

    L’incapacità di tagliare la spesa pubblica è l’elemento che sta facendo riflettere alcuni partner europei e i mercati finanziari. Senza tagli alla spesa pubblica la vittoria di Monti è effimera; quando si tratta di salvare una nazione dal default vale lo spirito degli esploratori incappati nelle sabbie mobili: se il membro caduto vuole venire fuori i compagni gli danno il bastone per aiutarlo, ma se cerca di tirare a fondo gli altri allora lo lasciano annegare immediatamente. Non ci può essere un’altra Grecia, aiutata anche quando non merita.

    Il 9 luglio è vicino. Gli scettici fanno già pretattica. Come saranno scritte le regole operative dipende dall’Italia; l’Italia vuole uscire dalle sabbie mobili oppure dimostreremo per l’ennesima volta che la Camusso e i burosauri contano più del governo?

  2. Vulka

    Veramente là è tutto fallato..! E questo ormai dura da anni…
    C’è ora solo da chiedersi: quanto andrà ancora avanti? Mr Jacques Fresco (Zeitgeist) nel 2°suo film inizia dicendo “All this shit has to end”…e poi spiegano gli sporchi giochi …

    Questa crisi non esiste, cioé è stata prestudiata per poter arrivare questa situazione; purtroppo per quel che ho notato non è finita, e stanno muovendo in evidente senso di dittatura. Le mando un link da vedere perché mostra un certto pensiero contorto… come fa tale persona ad essere là?

    http://www.carmillaonline.com/archives/2012/07/004358print.html

  3. Vincenzo Criscione

    Da un abusivo pseudotecnico non eletto che fa solo ed esclusivamente gli interessi delle banche con il sangue dei cittadini (e sono i fatti a dimostrarlo) qualunque cosa faccia la fa sempre negli interessi di altri, che non sono i cittadini!
    Aspetto ancora che qualche “bravo giornalista” chieda al sig. monti dov’è lo sviluppo in tutto quel che ha fatto e in tutto quello che prevede di fare…
    Attenzione “i scecchi volanu!” (i somari volano!)

  4. random

    Le imprese che se ne vanno all’estero sono la realizzazione della Rivolta di Atlante.
    Mi pare il modo più efficace per invertire la tendenza all’ipertassazione imposta dal parassita pianificatore centrale.

  5. stefano

    Lato positivo: saranno gli spread ad occuparsi della nostra metastasi burocratica.
    Lato negativo: l’Europa a pagamento collassa nella sua assurda pochezza.
    La perfetta Finlandia condivide con l’imperfetta Grecia un dato su tutti: la popolazione nulla in termini statistici. Parliamo di piccole enclave, insignificanti in comparazione alla popolazione dei cosiddetti piigs.
    Centinaia di milioni di persone devono sottostare al giogo di comunita insignificanti in termini quantitativi, nel bene e nel male. Appatentemente ci piace cosi…
    Questo cortocircuito condanna l’Europa ad un asintoto senza soluzione, al di la delle opportunissime critiche sugli stati post-socialisti, la pochezza della questione e delle forze in campo ci spiega il novecento europeo come meglio non si potrebbe. Il re finalmente nudo, Europa aborto completo, tedeschi efficienti ma leader del nulla. Come nel novecento. Leggere “il mistero del consenso” per capire il target della bild.

    Oscar sei un mito ma ricordati che poco piu di mezzo secolo fa, gli uomini “liberi” come te li bruciavano vivi. I tuoi amici tedeschi. Never forget . Italia come la Svizzera, Europa fuck off.

  6. adriano q

    Se la credibilità europea e internazionale si basa sull’abuso di chi non ha un mandato popolare,preferisco farne a meno.Il principio di rappresentanza dovrebbe essere intoccabile altrimenti cominciamo a cambiare i nomi della democrazia.Il creditore ha la facoltà di pretendere il rimborso.Se il debitore non è in grado di soddisfare la richiesta è insolvente.Con l’euro l’Italia è,a mio avviso,teoricamente insolvente perchè ha rinunciato alla sovranità.Stampare moneta può non piacere ma in questo caso,a mio avviso, è l’unica soluzione.Chi sottoscrive titoli valuta il sistema paese ed il rischio di perdita di quanto investito.Se si è potenzialmente insolventi non si può pretendere credito.Abbattere il debito con dismissioni e risparmi di spesa migliora la prima condizione ma lascia invariata la seconda.Se si vuole evitare di essere insolventi,senza la possibilità di stampa,non basta abbattere bisogna eliminare.Chi si oppone alla creazione di moneta propone quindi un sistema senza debito.Per sapere come si fa e come si vive consultare le comunità Hamish.

  7. Claudio Di Croce

    Io non ho ancora capito cosa concretamente ha ottenuto il nostro caro leader .Mi pare che il famoso spread è rimasto fermo ai livelli di SB , i famosi eurobond non ci sono e non ci saranno , lo scudo antispread , non ho capito cosa servirà .
    Sul fronte interno il nostro caro leader ha imbrogliato dicendo che avrebbe privatizzato e l’unica cosa che ha fatto è stato il passaggio della SNAM pubblica alla CDP ancora più pubblica. Sui famosi tagli annunciati alla spesa pubblica – che sono meno dell’1% del totale – è iniziata una manfrina che si tradurrà in una pagliacciata all’italiana con i sindacati , appoggiati da quasi tutti i partiti che hanno gli elettori nel mondo pubblico – PD , UDC ,FLI in testa che menifesteranno in piazza e finirà in nulla .
    Non capisco cosa faccia un serio professionista come Bindi a rimanere in mezzo a quella massa di burocrati iperpagati, presuntuosi, ignoranti che compongono il governo.

  8. ermelindo

    La segue da tempo e con molta attenzione. Le vanno i miei migliori complimenti. Ma non crede ora che dopo la fase della denuncia sia arrivata la fase dell’azione con la creazione di un partito politico o movimento politico di riferimento

  9. Alberto

    Chi è Bindi? Forse è Bondi? Bindi, Bondi, Bendi, Bandi, magari facciamo un pokerino! Io anche critico le mancate azioni di Monti, che fra l’ altro dovevano essere fatte già a novembre e dicembre ma lo spread da allora è rimasto sempre almeno 100 punti sotto i 575 massimi di Berlusconi di novembre 2011 (vedi 52-week range di Bloomberg) @Claudio Di Croce

  10. Claudio Di Croce

    Chiedo scusa profondamente a BONDI : avere sbagliato il suo nome con quello della piduina vergine ex democristiana con bellissimo appartamento a Roma pagato dai contribuenti è imperdonabile .

  11. lionello ruggieri

    Bravissimo a spiegrci quello che sapevamo tutti, specie Monti, e a dimenticare che la difesa è cmq momentanea e solo in caso di necessità provvisoria. se si verificherà

  12. Fiorani Gianni

    Dopo una lunga giornata di lavoro mia, i vari tiggì spasndevano entusiasmo a piene mani….sospetto! Inutile cercare di capire qualcosa dal chiacchiericcio spacciato per informazione.

    Cosa ha vinto Monti? Niente, ma le metafore sportive di ex liceali asserviti imperversano. E con loro il metodo Goebbels. Il vero padre dell’odierna comunicazione.

  13. Claudio Di Croce

    Ieri un’altra pagliacciata : il nostro caro leader afferma che l’Italia farà da sola , non ha bisogno di alcun aiuto . E allora che significato hanno le lodi sperticate dei giornali ” indipendenti ” al nostro caro leader perchè ha picchiato i pugni sul tavolo in Europa ottenendo lo ” scudo ” antispread ? Cosa falsa perchè questo” scudo” in realtà non esiste , difatti lo spread è rimasto ai livelli altissimi di prima della riunione europea ” vinta ” dal nostro caro leader. Mi fanno inoltre un pò pena le sue lamentele sulla mancata accoglienza entusiastica da parte dei giornali amici alla finta riforma del mercato del lavoro , definita da un imprenditore vero – non un burocrate o un professore – una ” boiata ” alla Fantozzi .

  14. L'antistupido

    La pagliacciata più grande è stata consumata ieri in prima serata al teatro di Porta a Porta. Capocomico, as usual, il plasticista di Cogne. Comunque, balleremo ancora parecchio e non conviene ai tecnocrati italiani ed europei, tornare a spread troppo bassi, di questi tempi. C’ è ancora tempo da spendere per ridurre sul lastrico le famiglie e le imprese del Bel Paese. @Claudio Di Croce

  15. E’ sicuro che balleremo ancora in quanto ormai siamo andando verso il default la riduzione del PIL sta accelerando e gli aumenti delle imposte creano solo una riduzione di introiti al fisco. Ormai l’economia italiana e le finanze dello stato sono entrate in un loop a feedback negativo. La cosa più incredibile è che con tutti gli indicatori mondiali come http://data.worldbank.org/indicator/IC.BUS.EASE.XQ e http://www.heritage.org/index/ranking che ci mostrano cosa c’è che non va con l’Italia i nostri governanti non ci fanno caso e tengono le cose come sono. Si potrebbe fare molto per migliorare i nostri ranking, rendendo l’Italia più competitiva e quindi promuovendo l’imprenditoria e la creazione di posti di lavoro senza costi alle finanze pubbliche. Ovviamente i nostri governanti preferiscono tenerci SUDDITI al costo di far fallire il paese.

  16. Giorgio

    Caro Giannino, mi sembra di aver capito che lei intende formare un suo partito e presentarsi alle prossime elezioni. Se la notizia è vera gradirei conoscere il suo programma politico. Grazie

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