26
Feb
2011

La Libia e noi / 1. Il petrolio

Negli ultimi giorni si sono lette cose molto allarmistiche sui potenziali effetti dei disordini libici sul nostro paese. Credo che si siano ampiamente sopravvalutati gli aspetti di “sicurezza energetica” per il nostro paese – che per ragioni in parte strutturali, in parte congiunturali non mi pare debba temere granché – e si siano forse sottovalutate le possibili conseguenze di ordine più generale. Su quest’ultimo aspetto rimando a Massimo Nicolazzi, che è intervenuto sul sito di Limes. Vorrei, invece, soffermarmi sul rapporto tra Italia e Libia, con una precisazione: come ho scritto su Quotidiano energia, non mi interessano gli impatti sulle aziende italiane che hanno interessi in Libia. Questi sono affari loro e dei loro azionisti (mi spiace solo di essere costretto, in quanto contribuente, a essere azionista di alcune di loro). Mi interessa, invece, riflettere sulla sicurezza energetica italiana. Lo farò in due post: in questo, dopo una premessa generale, parlerò del petrolio. Nel prossimo del gas.

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25
Feb
2011

La religione dell’antitrust – Recensione di Emanuela Mirabelli

Emanuela Mirabelli recensisce La religione dell’antitrust. Riti e pratiche della politica della concorrenza, di Edwin S. Rockefeller (IBL Libri, 2011).

L’antitrust può essere definito come un insieme intricato di nozioni economiche e giuridiche, convinzioni e supposizioni. O meglio, si può affermare che l’antitrust non è definibile, in quanto nessuna delle disposizioni normative in materia è in grado di spiegare puntualmente di che cosa si tratta. È proprio ciò che sostiene Edwin Rockefeller nel libro La religione dell’antitrust. Riti e pratiche della politica della concorrenza (IBL Libri, 2011), ultima uscita della casa editrice dell’Istituto Bruno Leoni. Read More

24
Feb
2011

Piccole riflessioni sulla giustizia (parte II)

E’ una grande sfortuna che in questo paese non si possa riflettere senza finire in caciara politica sul perché vi siano delle buone ragioni affinché pubblica accusa e magistratura giudicante abbiano un maggior livello di separazione. E che tale separazione, con lo scopo di garantire sia l’indipendenza dell’inquirente che quella del giudice, rafforzi l’autonomia di entrambe evitando reciproche commistioni. Nel valutare l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche nel dibattito attuale non si discerne minimamente gli strumenti di indagine da quelli di cattura. Difficile essere contrari all’utilizzo di tali mezzi per la ricerca di un latitante o di un pregiudicato. Ma la situazione è ben diversa ex ante, in fase di indagine, quando la presunzione di innocenza prevale ed è lo Stato a dover giustificare il perché delle proprie azioni. La fattispecie non è molto dissimile dalla violazione della corrispondenza privata, la cui segretezza è tutelata dalla carta costituzionale e la cui violazione è sottoposta appunto a riserva di legge. Al contrario di adesso, nel 1973 fu il Tribunale di Bolzano a sottoporre lo strumento dell’intercettazione telefonica a giudizio di legittimità presso la Corte Costituzionale mentre la Presidenza del Consiglio tramite l’Avvocatura dello Stato si esprimeva in suo favore sulla base di considerazioni per altro prettamente utilitaristiche (ironia della sorte, l’indagine aveva come ipotesi di reato l’esercizio della prostituzione in un albergo privato…). Questo semplicemente per ricordare che argomenti quali la definizione operativa del come e quando lo stato può intercettare così come quale peso attribuire in sede processuale a dichiarazioni verbali estrapolate da conversazioni private siano rilevanti per un liberale a prescindere e nonostante la situazione attuale.

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23
Feb
2011

Beni culturali: cercasi “ricetta Italia”

L’Istituto Bruno Leoni, in collaborazione con Confcultura, ha organizzato l’incontro su “Quale governance per i beni culturali?”, a cui ha fatto da premessa il briefing paper: “Pompei. Il ruolo degli incentivi per una buona gestione del patrimonio culturale”, presentato dagli autori Filippo Cavazzoni (IBL) e Martha Friel (IULM). Read More

22
Feb
2011

Piccole riflessioni sulla giustizia (parte I)

E’ un vera sciagura per questo paese che non si possa avviare un discorso serio sull’amministrazione della giustizia, sui poteri dello Stato e sui diritti del cittadino senza scadere inevitabilmente nel ciarpame della politica da avanspettacolo. Questo per due ordini di ragioni: la particolare importanza del tema e le differenti concezioni dello Stato e del potere politico soggiacenti alle discussioni sul ruolo della sfera pubblica.

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22
Feb
2011

Borsa chiusa. L’alternativa: o è grave, o è gravissimo

Stamane la Borsa italiana non ha avviato le sue operazioni di contrattazione. Uno scarno comunicato ha informato che sussiterebbero “problemi tecnici” non meglio identificati, e in via di accertamento. Ma è stato comunicato altresì che si ignora per quanto potrebbe durare la chiusura.  Per carità, il diavolo si nasconde sempre nella complessità. Ma è molto grave che la cosa avvenga oggi, e che non se se sappia di più. Non fateci pensar male. Cioè che si tratti di un escamotage per impedire o dilazionare l’effetto sui tanti titoli – Eni, Unicredit, Impregilo, Finmeccanica –  toccati e coinvolti dalle vicende libiche. ieri la Borsa italiana è quella che più ha perso, per l’esposizione nazionale al Gheddafi System. Non è che i mercati si possano tenere aperti solo i giorni in cui brilla il sole. Così, si tagliano le mani a tutti coloro che legittimamente opererebbero sui nuovi prezzi in via di formazione. Se guasto è, bisogna saperlo con precisione e con tempi affidabili di riavvio. Se guasto non dovesse essere, sarebbe uno scandalo gravissimo, una ferita alle regole elementari del mercato stesso e, prima di tutto, alla libertà senza della quale il mercato non esiste. Ogni eventuale accostamento  alle interruzioni automatiche alla trattazione in caso di crollo dei prezzi per eccesso di High Frequency Trading- le vendite automatiche disposte dai computer per soglia abbattuta di prezzo di resistenza – non ha infatti alcuna logica. Ripeto: quando i regimi crollano e rischi e convenienze economiche e finanziarie si riallenano drasticamente, il mercato deve eessere lasciato proprio allora assolutamente libero di valutarle e prezzarle. Ci mancherebbe solo che lo Stato si metta di mezzo, perché sono grandi gruppi pubblici e grandi banche a esserne investite.

20
Feb
2011

Prezzi contro tasse 2 a 0

Volendo fare un’ipersintesi dei nostri sistemi economici sviluppati, basati sulla compresenza di economia di mercato e di economia di stato, possiamo osservare che essi impiegano una moltitudine di organizzazioni private e una molteplicità di organizzazioni pubbliche. Le prime hanno tre caratteristiche fondamentali:

  1. la proprietà privata;
  2. l’uso del sistema dei prezzi;
  3. la concorrenza. Read More
19
Feb
2011

Il G20 di Sarkò: Tobin tax resta fumo, Cina blandita, ma c’è un assist all’Italia

L’esordio della presidenza francese del G20, di cui già più volte ci siamo occupati, inizia con un triplice bilancio. Restano chiacchiere,  le proposte di Sarkozy che eccitano coloro che vogliono mettere il bavaglio al mercato cattivo in nome della “santa lotta alla speculazione”. La Cina vince su yuan e riserve valutarie. Tremonti porta a casa un bel risultato, ed è più forte nell’euroarea, al tavolo del nuovo patto di stabilità che dovrebbe chiudersi entro aprile,  dove lo stesso argomento “italiano” assunto oggi dal G20 sinora non è passato. Vediamo meglio. Read More