La riforma incompiuta dei servizi pubblici locali
Nell’articolo 4 del Dl 138/2011 è contenuta la riforma dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, nel rispetto dell’esito referendario e delle norme europee. In particolare, è previsto che gli enti locali aprano al mercato concorrenziale la gestione di tali servizi, impedendone la cessione nei casi in cui le analisi di mercato, da svolgersi obbligatoriamente entro un anno, mostrino che la libera iniziativa economica privata non sia compatibile con l’universalità di accesso del servizio. In quest’ultimo caso l’ente locale dovrebbe indicare i motivi per cui il sistema concorrenziale non porterebbe benefici e la gestione continuerebbe a rimanere completamente in mano pubblica. Il conferimento del servizio, compatibilmente con i principi del Trattato UE, dovrebbe dunque avvenire tramite procedure competitive ad evidenza pubblica, a cui possono partecipare anche le società interamente pubbliche, nel rispetto “dei principi di economicità, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità e degli standard qualitativi, quantitativi, ambientali, di equa distribuzione sul territorio e di sicurezza definiti dalla legge, ove esistente, dalla competente autorità di settore o, in mancanza di essa, dagli enti affidanti”.