8
Nov
2011

Oro alla patria? no grazie, ecco perché

Ma è davvero appropriato e giusto, chiedere che gli italiani mostrino il loro patriottismo correndo a sottoscrivere titoli del debito pubblico? L’appello lanciato da Giuliano Melani sul Corriere della sera ha fatto proseliti. E’ piaciuto alle grandi banche italiane, che hanno annunciato che rinunceranno alle commissioni sui titoli in occasione di un vero e proprio BTp Day. E’ è stata rilanciata da organi di stampa nel Nordest e molti presidenti di Unioni territoriali di Confindustria del Veneto hanno sottoscritto, tra il plauso di esponenti politici. Mi rendo conto che è assai scivoloso, rompere il coro pressoché unanime di consensi che si è levato in favore dell’iniziativa. Eppure penso sia giusto farlo. Read More

8
Nov
2011

L’Opera al cinema: diffondere cultura e fare quattrini

Ignaro della durata del Siegfried ho accettato l’invito a prendere parte a questo bellissimo esperimento sbarcato quest’anno anche in Italia: la programmazione del Metropolitan Opera di New York in HD in diversi cinema del nostro Paese. Contenuti del Met e distribuzione di Nexo Digital.
Oltre a ignorare la durata dell’opera (5 ore e 30 minuti!) le mie conoscenze su Richard Wagner erano molto limitate. Per me Wagner è: il protagonista di una splendida battuta pronunciata in un film di Woody Allen (“Quando vado all’Opera a vedere Wagner proprio non ce la faccio: dopo 10 minuti mi viene voglia di invadere la Polonia”) e l’autore de “La cavalcata delle Valchirie”, musica che accompagna l’arrivo degli elicotteri in “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola.
Detto questo, sulla qualità della produzione mi limito a riportare i giudizi dei presenti in sala: superba, straordinaria, ecc. Per quanto mi riguarda, invece, sposterei l’attenzione non su considerazioni di carattere “estetico” (che lascio per mia incompetenza ai musicologi) ma sull’evento in sé. Da alcuni anni il Met ha chiuso accordi per proiettare in diversi Paesi la propria programmazione. In totale 54 Paesi. I cinema nel mondo che ieri hanno proiettato il Siegfried sono stati 1600, di cui 40 in Italia. Una platea incredibile… Read More

4
Nov
2011

Arriva pure il Fmi, il governo non lo sa. Anche a noi tocca decidere

Mi sono astenuto dal seguire sul blog giorno per giorno l’andamento “obbligato” della perdita di credibilità italiana, l’ho fatto ogni giorno su radio24. Alla componente di credibilità soggettiva – che riguarda personalmente Berlusconi in maniera crescente da due anni a questa parte, ed è irreversibile a mio giudizio da tempo – si è aggiunta in sede internazionale e in maniera conclamata da luglio quella oggettiva, che riguarda la politica economica del governo. E’ una perdita di credibilità che investe Berlusconi e Tremonti insieme, anzi aben guardare dovrebbe riguardare  più il secondo del primo.

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3
Nov
2011

Il denaro a nudo – di Gerardo Coco

Gli ultimi quarant’anni anni sono storia di crisi finanziarie succedutesi con sempre maggiore frequenza ed intensità, iniziate dopo il crollo dell’ordine monetario stabilito a Bretton Wood alla fine della seconda guerra mondiale. Quest’ordine era basato sulla convertibilità del dollaro in oro e nelle valute dei maggiori paesi industriali secondo cambi fissi. Il sistema si disintegrò per il deliberato default degli Stati Uniti. Quando i paesi partner, allertati dalla progressiva svalutazione della valuta americana dovuta al crescente indebitamento ne chiesero la conversione in oro, gli USA
risolsero unilateralmente l’accordo dichiarando il dollaro inconvertibile. Da un “sabotaggio” come questo non poteva svilupparsi un mondo sano. La fine del sistema di Bretton Woods spegneva per sempre la stella polare dell’attività finanziaria e creditizia mondiale e da quel momento le principali valute svincolate dalla disciplina del sistema aureo cominciarono a circolare come una muta di cani sciolti creando il marasma degli squilibri globali, della spesa incontrollata, delle perturbazioni, svalutazioni e del debito esponenziale.
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3
Nov
2011

Sberleffi alla francese – di Angelo Spena

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Angelo Spena.

Ma ve lo immaginate un Mitterrand, un Giscard d’Estaing, un De Villepin dinoccolarsi facendo le boccacce, come le marionette sui palchetti improvvisati per i bambini nel parco del Gianicolo? Fossi un cittadino francese proverei empatia per gli italiani per la semplice ragione che risulta evidente che siamo sulla stessa barca, e non intendo solo quella della crisi economica. Read More

2
Nov
2011

Licenziamenti facili e articolo 18

La norma che faciliterà i licenziamenti non è ancora stata scritta, ma solo annunciata. Non si sa quindi come sarà tradotta in legge ed è prematuro qualsiasi commento; si tratterebbe di un puro processo alle intenzioni. Tuttavia, sembrano condivisili le paure che tale misura, se concepita come facilità di licenziare nelle sole situazioni di crisi, si tradurrebbe nel breve termine in un aumento della disoccupazione e non in una maggiore propensione degli imprenditori all’assunzione (Non si può negare l’utilità di questa misura, ma rispetto a finalità altre dalla creazione di nuovi posti di lavoro. Piuttosto, sarebbe utile ad evitare quei fallimenti causati anche dall’obbligo di versare l’Irap, poiché questo permane anche nei momenti di sofferenza dell’impresa. Nel calcolo della base imponibile dell’Irap rientra parzialmente anche il costo del lavoro e, pertanto, maggiore è il numero dei lavoratori e più alto sarà il valore dell’imposta da versare; consentendo all’impresa di ridurre il numero dei lavoratori durante la crisi, ne conseguirà una diminuzione dell’imposta dovuta). Read More