5
Nov
2015

La Mosca al naso e le riforme virtuali—di Gemma Mantovani

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gemma Mantovani.

Zzz quel sibilo noioso, insistente, e poi sembra che smetta, forse è uscita dalla stanza, invece no zzz è sempre lì e ti si posa sul naso, e la scacci ma lei è ancora lì. Ma la mosca in questo caso è una legge. Insopportabile come una mosca vera. La legge n. 252 del 1974, meglio conosciuta come “legge Mosca”: “Regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela e rappresentanza della cooperazione”. Una delle leggi più dispendiose e deleterie in tema di privilegi assegnati a politici e sindacalisti.
Giovanni Mosca, padre della legge, una volta intervistato disse: “La legge era giusta, non mi sono mai pentito. Calcolammo allora che in Italia ci fossero circa 7-8000 persone in questa situazione. All’inizio quasi la metà delle domande fu bocciata. La legge doveva durare solo due anni e invece fu prorogata per altri 20 anni”. Questa legge alla fine ha permesso a circa 40.000 persone di beneficiare di “contributi figurativi” a carico dell’INPS, per quanto? Si dice tra i 12 ed i 14 miliardi di euro. O forse di più. Lo scopo della legge era riscattare a costo zero gli anni trascorsi nel partito o nel sindacato pagati in nero o non pagati perché in regime di volontariato. Perciò decine di migliaia di funzionari ex PCI, ex DC, socialisti, sindacalisti Cgil, Cisl e Uil, hanno potuto beneficiare, senza diritto, di pensioni agevolate, del riconoscimento “gratuito” degli anni di distacco presso il partito o sindacato oltre agli anni della formazione. Per avere i benefici di legge era sufficiente una dichiarazione in carta semplice del sindacato o del partito ed il gioco era fatto, tanti anni di “lavoro” dichiarati, presi per veri e laute pensioni garantite. In molti casi venivano dichiarati anni, persino decenni, fasulli oppure lavorati in maniera non continuativa. Vi furono indagini di alcune procure e venne ipotizzato il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Ma il procuratore più meticoloso e attivo che chiese i dati all’INPS, anzi ,chiese il sequestro di tutte le posizioni coinvolte dei partiti e sindacati presso l’INPS, fu immediatamente dopo indagato da un’altra procura, per presunte personali amicizie con personaggi all’epoca coinvolti in mani pulite. E fu naturalmente immediatamente sospeso dal CSM. Fatto sta che la vicenda finì per lo più sotto silenzio. Si tratta di fatti e notizie facilmente reperibili dai giornali dell’epoca, grazie al web e grazie a chi sempre sul web ha documentato, per quanto abbia potuto, il caso della “legge Mosca”.
Sembra che il governo voglia mettere da parte, congelare definitivamente il kit di proposte di riforma delle pensioni presentato dal Presidente INPS Tito Boeri. Perché “Politicamente impraticabile: esiste una platea di persone che ne subirebbe un contraccolpo”. Davvero surreali le parole ufficiali del governo. Certamente subirebbe un duro contraccolpo quella categoria di privilegiati, categoria peggiore per chi da liberale identifica nelle posizioni di privilegio la tomba del liberalismo. E chi sostiene i privilegi ed i privilegiati è nemico giurato delle libertà. Certo i privilegiati votano ed il loro voto, si sa, vale doppio o forse triplo: ma allora sorge il dubbio che poco conti l’abuso di questa legge perpetrato per anni ai danni dei cittadini di oggi e soprattutto di domani; conta, invece, la sua formidabile potenza di arma micidiale di consenso e di assenso al mantenimento della “tirannide dello status quo”. Perché la riforma del sistema pensionistico si è già realizzata, nel mondo virtuale ed onirico del Premier dove tutto è in potenza e dunque eternamente possibile. Ora c’è la nuova riforma virtuale delle regioni. La creazione attraverso le illusioni oniriche è un processo potenzialmente infinito. Ma questo non è un romanzo di Borges: è la dannata realtà. Tutti zitti, allora? Anzi, tutti zitti e mosca?

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3 Responses

  1. FR Roberto

    Dovrebbero prevalere i criteri di giustizia e di equità.
    Chi andrà in pensione con il sistema contributivo, riceverà una pensione irrisoria, in parte per il meccanismo implicito in tale sistema, e in parte perché molti degli attuali lavoratori si presenteranno alla data di pensionamento con un percorso lavorativo discontinuo, caratterizzato da salari bassi.
    Chi oggi incassa laute pensioni senza aver versato adeguati contributi (per buona parte di chi ha potuto approfittare del sistema retributivo è così), dovrebbe avere la dignità di pensare alle generazioni future, e fare qualche sacrificio.
    Oppure le generazioni più giovani dovrebbero coalizzarsi per votare chi promette una riforma pensionistica a loro favorevole.
    Ormai siamo alla guerra tra le generazioni.

  2. Anonimo

    L’unica cura può essere solo uno sciopero fiscale ad oltranza: o le cose cambiano oppure si và avanti, e sarà difficile una volta iniziato lo sciopero fermarsi, la bestia morirà di fame e io sarò finalmente orgoglioso di essere Italiano.

  3. Andrea D.

    Basta dare un’occhiata al bilancio dell’INPS e alla situazione patrimoniale delle varie gestioni per capire che le pensioni delle future generazioni sono appese a un filo. L’INPS è un enorme schema Ponzi e paga le pensioni attuali con i contributi dei lavoratori attuali, non c’è alcun accantonamento e investimento per il futuro. La gestione dei lavoratori dipendenti, ancor più dopo l’accorpamento dei dipendenti pubblici, è una voragine senza fondo. I lavoratori di oggi, le nuove generazioni, percepiranno pensioni molto più basse del dovuto perché una fetta dei lori contributi è andata a coprire i disavanzi passati. Insomma, li chiamano contributi previdenziali, ma per una parte non irrisoria sono tasse. Azzerare i privilegi, che nulla hanno a che fare con i diritti acquisiti, che sono cosa diversa, di pensionati che percepiscono cifre totalmente scollegate dai loro versamenti sarebbe il minimo, chiedere indietro quanto indebitamente versato, almeno entro certi limiti, sarebbe l’ideale, ma non verrà mai attuato! Boeri, da economista, dovrebbe proporre una riforma tecnica, asettica, sulla base di un principio di equità e non fare il politico e proporre riforme rabberciate che aggiungono ingiustizia all’ingiustizia (che stia pensando di candidarsi?).

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