6
Mar
2015

730 precompilato: cui prodest?—di Raffaele Fiume

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Raffaele Fiume.
A partire da quest’anno debutta il 730 precompilato.
Il Governo ha presentato questa novità con grande enfasi, inquadrandolo nella prospettiva della semplificazione e del risparmio.
Ma risparmio e semplificazione per chi?

Il contribuente?

Il modello 730 di per sé è uno strumento di grande efficacia. Lavoratori dipendenti e pensionati, che costituiscono la gran parte dei contribuenti, lo compilano con l’aiuto di un CAF o di un Dottore commercialista e vedono liquidarsi la propria posizione fiscale (anche con rimborsi!!) entro pochi mesi. Il tutto ad un costo quasi sempre inferiore ai 100 euro.

A partire da quest’anno, i contribuenti che sanno accedere ad Internet (in Italia non andrebbe mai dimenticato il digital divide) potranno ottenere il 730 già precompilato, con solo una parte degli oneri deducibili e detraibili. A questo punto, potranno scegliere se confermare il modello, rinunciando ad ulteriori deduzioni e detrazioni e quindi pagando più tasse, o se recarsi da un CAF o da un Dottore commercialista per integrare il modello con i dati mancanti; in quest’ultimo caso, ovviamente, dovranno pagare in ogni caso un onorario. Quest’onorario molto probabilmente sarà più elevato rispetto agli anni precedenti perché i Dottori commercialisti saranno obbligati a sottoscrivere polizze professionali specifiche e, in virtù di una norma quasi certamente incostituzionale, risponderanno personalmente dei tributi non dichiarati dai contribuenti.

Il risultato di questa opzione sarà che chi ha poche integrazioni da fare non le farà, per risparmiare denaro e/o tempo, e pagherà più tasse del dovuto. Nel frattempo, però, avrà impiegato il suo tempo a registrarsi sul sito dell’Agenzia delle entrate, scaricare il modello, esaminarlo e riscontrarlo con i documenti in suo possesso.
Risparmio e semplificazione?

E le imprese?

Il consueto processo di produzione dei CUD e delle certificazioni delle ritenute ai professionisti è stato aggravato da un nuovo onere amministrativo, quello di comunicare (con nuovi modelli!) telematicamente i dati all’Agenzia delle entrate, con una dichiarazione per cui, a differenza delle altre, non è prevista alcuna forma di ravvedimento, mentre è prevista una sanzione di 100 euro per ciascuna certificazione individuale errata.

Analogo è l’onere delle farmacie e di altri soggetti affini, che devono trasmettere telematicamente i dati di ciascuno scontrino fiscale, sempre per consentire l’automazione della produzione dei 730.
Risparmio e semplificazione?

Valeva la pena di modificare uno strumento fiscale già molto efficace e a spese di maggiori oneri amministrativi per i datori di lavoro e per molti dettaglianti? Chi ne trae benefici?
A ben vedere, l’unico soggetto che veramente si avvantaggia di questo processo è lo Stato, che riceve a costo zero una grande mole di dati informatizzati con molti mesi di anticipo rispetto al vecchio 770 (che non è abolito!) e che riceverà, molto probabilmente, maggiori versamenti di tributi dalla categoria di contribuenti già più tartassata dal fisco.

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6 Responses

  1. Roberto

    Della serie: qualunque cosa non va mai bene! Persone come Lei, sono una palla al piede della Società. Niente di perdonale ovviamente. Cordialità.

  2. E’ una prima volta, aspettiamo prima di giudicare. Speriamo che l’anno prossimo migliori ancora, certo, se mai si comincia a fare nulla..
    Intanto bisogna rimarcare che non ho ancora letto di mega appalti al di fuori dell’agenzia per la realizzazione dell’opera.
    Sono invece d’accordo che l’omissione del cliente non debba essere colpa del caf.

  3. mattia

    @roberto
    della serie: la mamma dei pirla è sempre in cinta.
    Hai letto almeno l’articolo? Conosci almeno un po’ la materia? di grazia: mi dici quali errori riporta?
    ricordati che la vera ‘casta’ sono quelli come te. quando questo paese finalmente sarà dichiarato fallito (perchè lo è già), io sarò lì a ridere in faccia a quelli come te. della serie: raglia raglia povera itaglia…

  4. Ornella

    Dissento da Roberto e sono assolutamente d’accordo con quanto esposto nell’articolo.

  5. gianni

    L’articolo contiene un’imprecisione: nel caso di 730 semplice, il contribuente con “abilità telematica” potrà modificare e/o integrare quanto riportato nel modello precompilato ed ha tempo fino al 7 luglio per approvarlo e contestualmente inviarlo con le eventual correzioni all’Agenza delle Entrate.
    Ma… c’è un ma: quanto sopra non si potrà più fare nel caso di dichiarazione congiunta: in tal caso ci si dovrà rivolgere per forza ad un CAF oppure ad un commercialista! Poiché con la dichiarazione congiunta era l’azienda del dichiarante ad accreditare direttamente in busta paga l’eventuale liquidazione anche per il coniuge (per esempio pensionato o disoccupato), ne deriva che da quest’anno tale azienda risparmierà un po’ di quattrini a luglio, se non vado errato. Nel complesso, se gli importi da liquidare sono di modesta entità e dello stesso ordine di grandezza del costo del CAF/commercialista, si rinuncerà a richiederli.
    Comunque per principio, fossero anche pochi centesimi, li chiederò eccome!

  6. claudio

    senza intento polemico, ma…. praticamente in ogni luogo ti tocca dichiarare il tuo codice fiscale, quindi lo Stato sa benissimo quali spese potrebbe detrarti senza che tu debba dichiararlo. al limite lo togli tu.
    l’idea è buona, ma siamo ben lontani dal livello di servizio al cittadino che uno stato corretto dovrebbe offrire (per esempio, lo scarico di tutte le spese e l’assistenza personale e gratuita da parte degli impiegati del fisco).

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