17
Feb
2012

Ryanair e la competitività italiana

L’Italia è il paese nel quale si registra una delle pressioni fiscali più opprimenti d’Europa. Quasi il 47 per cento, ma l’Istat contabilizza anche il nero. È facile dunque comprendere che il 55 per cento di pressione fiscale complessivo è difficilmente digeribile da parte delle imprese e dei contribuenti tutti.

Secondo stima della Banca Mondiale, nel complesso le aziende pagano quasi il 70 per cento in tasse dei loro profitti.

Come fanno a sopravvivere o reinvestire?

Il problema è davvero grave e non è allora un caso che l’Italia sia caduta in recessione prima degli altri nel secondo semestre dello scorso anno. La Germania, così come la Spagna e l’Europa dell’Euro hanno registrato dati per i quali la recessione non sia ancora conclamata (ci vogliono infatti due trimestri consecutivi di caduta del PIL).

Il dato è peggiore se andiamo a vedere il dato dell’ultimo trimestre rispetto allo stesso trimestre del 2010. L’Italia ha un livello inferiore di 0,5 punti percentuali, mentre la Germania sale del 2 per cento, la Francia dell’1,4 per cento e anche la tanto bistrattata Spagna cresce di un debole 0,3 per cento.

Nonostante questo, la riforma del lavoro della Spagna guidata da Mariano Rajoy è un passo in avanti, mentre in Italia si litiga ancora sull’articolo 18. La mancanza di flessibilità in uscita comporta dei costi, ma è anche un disincentivo per le imprese che vogliano investire nel nostro paese (è solo uno dei tanti).

Per questa ragione torno al caso Ryanair commentato pochi giorni fa su queste colonne.

Se Ryanair ha dei dipendenti lato aria che hanno contratto irlandese devono essere assoggettati ad un contratto e relativi oneri italiani? Le hostess e i piloti hanno siglato un contratto di diritto irlandese e se l’Unione Europea esiste ancora, come dipendenti irlandesi devono essere considerati.

Certo i sindacati italiani così facendo perdono ogni potere ed è forse proprio questo che spaventa maggiormente le categorie sindacali che sono state le prime a difendere lavoratori non iscritti al sindacato. Un eccesso di difesa o meglio ancora, una volontà di mantenere un certo potere contrattuale che Ryanair fa venire meno loro.

Bisogna allora fare come la Francia che ha obbligato Ryanair ad assumere secondo diritto francese?

Si sono visti i risultati. Non si difende il campione nazionale (Air France è in forte perdita da ormai un triennio al netto della vendita di Amadeus) e non si difende il consumatore. Negli ultimi anni l’Italia ha superato la Francia per numero di passeggeri trasportati nel mercato liberalizzato (domestico ed intra-europeo).

Diverso è il discorso per i dipendenti lato terra, ma Ryanair di solito acquista dei servizi da altre società e non ha dipendenti in aeroporto (outsourcing).

Cosa fare dunque? Siccome la competizione fiscale tra paesi è utile, è bene che l’Italia agisca velocemente con questa leva anche nel settore aereo (è solo uno dei tanti).

È dunque necessario andare verso:

–         un abbassamento della tassazione nel settore aereo (da ultimo è stato introdotto l’ETS che è di fatto un’ulteriore tassa)

–         favorire gli investimenti delle compagnie aeree che vogliono investire in Italia

–         tagliare drasticamente gli oneri contributivi che pesano troppo pesantemente sulle compagnie aeree con sede in Italia.

Queste tre manovre aiuteranno a far crescere il mercato aereo italiano che con la recessione in arrivo vedrà una diminuzione dei passeggeri nel corso del 2012.

È vero, esiste un problema nel settore aereo ed è quello dell’eccessiva tassazione italiana.

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8 Responses

  1. mario

    Solo un appunto sui lavoratori (lato aria).
    Questi dipendenti lavorano a bordo degli aerei Rayanair e mi risulta che, essendo immatricolari EI (irlanda) essi in ogni caso, secondo diritto, siano a tutti gli effetti TERRITORIO IRLANDESE.
    Andate avanti voi che a me scappa da ridere.

  2. claudio

    L’ISTAT dice 55%. La Banca Mondiale 70. Autogrill, un “bar” in cui si battono tutti gli scontrini, supera il 74%. Chi mai è disposto a investire e lavorare quando sa che tre quarti del frutto proprio lavoro verrà divorato dai parassiti?
    La domanda non è: come mai siamo entrati in recessione.
    La domanda è: come facciamo a stare ancora in piedi…

  3. Stefano Nobile

    @claudio
    super mega quotone galattico.
    Secondo me l’Italia raggiungerà e supererà la Grecia in un amen: appena comincia a venire giù il carrozzone qui saranno rogne in tempo zero.
    E prepariamoci a un periodo di dittatura conclamata.
    Il nostro Paese è un animale pieno di parassiti, al cui comando ci sono i parassiti più grossi. Non c’è nulla da fare, l’unica cosa per eliminare le zecche è la morte dell’animale.
    Perché di loro sponte mica se ne andranno, state sicuri.

  4. armando

    Non è solo la tassazione.
    È anche il fatto che non abbiamo più voglia di impegnarci.
    Tutti questi anni passati a sperare che qualcosa cambi e, adesso che qualcosa è cambiato, ci accorgiamo che non c’è modo di uscire da questa gestione statale. Anzi, tutto peggiora.
    Alcuni dicono: ma non è colpa del monti!
    Allora vada a casa.
    Il monti, avrebbe dovuto portare la responsabilità penale a quei politici che usano male i soldi delle tasse.
    Non chiedete a me come, il professorone è lui.
    Io non arrivo nemmeno a trentamila euro all’anno, lui li prende in un mese di pensione….
    Poi, dopo questo, avrebbe potuto fare tante cose.
    Anche aumentare le tasse.
    Ma in teoria i soldi dovrebbero essere spesi molto meglio e quindi gli aumenti sarebbero stati accettabili.
    Così no!
    http://www48.jimdo.com/app/s6a89a2728700d0c4/pd62489dccc8f263e/

  5. LucaS

    Fantastico! Quella mafia legalizzata chiamata sindacati dopo aver fatto fallire Alitalia adesso cercano di far fallire anche Ryanair… sono la nostra principale disgrazia nazionale! La cosa migliore sarebbe che fossero proprio i dipendenti Ryanair ad allontanare il sindacato che per loro può comportare solo problemi visto che l’unica cosa che interessa ai sindacati è tutelare quegli incapaci di Alitalia non certo i produttivi dipendenti di Ryanair! Ma la gente incredibilmente continua non solo ad ascoltarli (cosa già di per se dannosa e controproducente) ma addirittura a concertare tutto con sti quà… come se il derubato anzichè sparare al ladro dovesse “concertare” col ladro… allucinante! Chiamatemi pazzo ma io questa cosa non riuscirò mai a capirla! Prima aboliamo per legge i sindacati e meglio è per tutti (in primis i lavoratori che, affetti da sindrome di Stoccolma, si illudono di essere tutelati dai sindacati)!

  6. claudio

    @LucaS
    Non credo che i sindacati siano una mafia “legalizzata”.
    Secondo me sindacati e partiti sono una vera cupola mafiosa, sotto il profilo tecnico-legale si tratta di una associazione a delinquere a tutti gli effetti, e lo è proprio in base a quelle stesse leggi che essi stessi promulgano.
    D’altro canto i vertici della magistratura sono conniventi e la grande editoria è fiancheggiatrice.

  7. Pietro

    Sarebbe anche opportuno informarsi a quanto ammonta il contributo della Regione Puglia a favore della compagnia aerea Ryanair, ci sarebbe da discutere!

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