24
Giu
2016

Riforma della previdenza: chi paga il conto dell’assicurazione? – di Bruno Loffredo

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Bruno Loffredo.

L’ennesimo intervento fatto sulla Previdenza volto a garantire un po’ di flessibilità in uscita, si configura come un prestito che i futuri pensionati dovranno rimborsare nei decenni successivi a fronte di un anticipo di qualche anno della futura quiescenza.
Tuttavia, quello che balza agli occhi, ma fino ad oggi poco approfondito è l’aspetto attuariale-assicurativo della operazione. Si dice che chi andrà in pensione in maniera anticipata avrà una copertura assicurativa che in caso di decesso interverrà nel versare alla Banca (Assicurazione) la parte del Prestito ancora non pagato. Alcune domande sorgono immediate:
1) se un pensionando al momento del ritiro del lavoro presenta una grave malattia o una patologia cronica, come si comporterà l’Assicurazione (Banca) al momento della stipula? Assicurerà lo stesso il pensionato? (Meccanismo di Selezione Avversa)
2) fino ad oggi le compagnie Assicurative/Bancarie prevedono generalmente come età massima assicurabile i 75 anni, trattandosi di coperture assicurative che supereranno gli 80 anni, cosa implicherà questa nuova variazione?
3) trattandosi di soggetti che presentano una probabilità di decesso non piccola e via via rapidamente crescente, chi paga il conto dell’assicurazione sulla vita?
Il costo di una assicurazione sulla vita dipende da due fattori: le probabilità di decesso nel corso del contratto e il tasso di sconto. Questo ultimo per semplicità può essere immaginato come il “contrario” del tasso di interesse, ovvero la Compagnia si impegna a garantire sin dal primo giorno una copertura sulla vita, “scontando” quindi i soldi che riceverà in futuro. Se i tassi di interesse di riferimento attualmente sono molto bassi e quindi per certi versi possono essere trascurabili (nel momento in cui scrivo il tasso decennale è sotto il due per cento), di sicuro non possono essere trascurate le probabilità di decesso.
Avvalendosi di una tavola di mortalità (si veda demo.istat.it) si scopre che la probabilità di decesso per un 63enne è di circa l’1%, mentre per un 83enne schizza intorno al 7%.
Per calcolare il premio assicurativo e cercare di non entrare troppo in calcoli tecnici, ho semplificato il quadro immaginando un prestito di 1000 mensili (12.000 € annui), con 3 anni di anticipo, pagabili in 20 anni, trascurando gli interessi, visto che ancora non è ben chiaro se il mutuo è rate costanti o capitali costanti e quale tasso di interesse venga applicato.
Procedendo sempre in maniera molto semplificata da un punto di vista del calcolo attuariale-assicurativo, si tratta di una polizza caso morte a capitale decrescente per il numero di anni di contratto del mutuo. La Compagnia assicurativa si impegna, quindi, dal primo momento a pagare un Capitale di 36.000€, che poi diventano 34.200€ nel secondo, e via via fino ad arrivare a 1800€ nell’ultimo anno di contratto. Combinando insieme anno per anno i capitali assicurati insieme alle probabilità di decesso si ottiene la cifra di 6963,00€, cifra che scenderebbe a 5142,00€ se l’anticipo pensionistico fosse di 2 anni e quindi con un prestito di 24.000 €.
Tali cifre, che rappresentano tecnicamente il Premio Unico Puro (cioè il premio pagabile in una unica soluzione al momento della partenza del contratto), come abbiamo visto sono calcolate con criteri molto favorevoli, oltre ad immaginare un tasso di interesse nullo, non tengono conto di un eventuale “peggioramento” delle tavole di mortalità, dei caricamenti per spese di gestione, delle spese per interessi del pagamento del premio assicurativo rateizzato negli anni successivi, ecc.

Chiudo questo breve articolo facendo presente che per un meccanismo tecnico-attuariale, un po’ complesso, che qui non sto a spiegare nei dettagli perché sennò annoierei il Lettore, cioè l’esigenza di non essere mai sotto-assicurato e quindi di non avere una “riserva negativa” per le Compagnie verso l’assicurato nel singolo contratto; nel caso di assicurazioni caso-morte con capitali di rischio decrescente il periodo di pagamento del premio è inferiore al periodo di assicurazione.
Quindi può capitare che il periodo di garanzia (assicurazione) può essere di 20 anni a fronte di un pagamento nei primi 15, o di 10 anni con un pagamento nei primi 7.
Come ripeto qui sotto: non si tratta di avidità delle Compagnie Assicurative ma è un meccanismo tecnico che impone alle stesse di non essere mai per un calcolo probabilistico-attuariale sotto-assicurati.
Le cifre molto prudenziali indicate nell’esempio sopra andrebbero quindi versate non in 20 anni ma in 15, con un aggravio delle stesse.
Come si può capire un anticipo pensionistico potrebbe essere molto oneroso anche da un punto di vista assicurativo.

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