Non è il protezionismo che ci salverà dalla crisi economica
Riceviamo da Lorenzo Guggiari e volentieri pubblichiamo:
In questo periodo in cui i governi stanno approfittando della crisi globale per tornare a politiche protezioniste e neo-keynesiane una boccata d’ossigeno arriva dal Brasile. Per quanto possa sembrare strano la resistenza ad un provvedimento di chiaro stampo dirigista è arrivato proprio da quel ceto produttivo che nel resto del mondo continua a chiedere protezionismo e assistenzialismo.
Nonostante i fatti risalgano alla fine di gennaio vale la pena illustrare quanto è accaduto. Il governo brasiliano – preoccupato dal deficit della bilancia commerciale dopo otto anni di attivo – ha deciso di ampliare la licenza preventiva di importazione, estendendola a 17 settori che rappresentano circa il 60%-70% delle importazioni. Praticamente si tratta di una barriera informale alle importazioni dove viene valutata ogni singola richiesta prima di permettere l’entrata della merce nel paese. Da sempre Il Brasile applica questa licenza per alcuni prodotti ritenuti pericolosi o soggetti a misure di difesa contro il dumping commerciale e che rappresentano circa il 10% delle importazioni totali. Per il restante 90% gli importatori ottengono l’autorizzazione automaticamente attraverso internet.