25
Mag
2010

Raschiando il barile tedesco…

Nel marasma finanziario che, per la seconda volta in pochi anni, sta mandando sottosopra gli ambiziosi piani riformatori dell’esecutivo tedesco, c’è, a dire il vero, ancora spazio per l’approvazione di qualche provvedimento – in versione liofilizzata, ma pur sempre- condivisibile. Mi riferisco al taglio delle sovvenzioni alle lobby del solare (-16%) e all’accorciamento del servizio militare/civile da nove a sei mesi. Entrambe le misure, previste dal patto di coalizione siglato nell’ottobre scorso, sono un compromesso tra liberali e democristiani. Nonostante l’annacquamento rimangono però una buona cosa. Ecco perché. Read More

24
Mag
2010

Il mercato e Guido Rossi

Lo scudetto 2006 di calciopoli, lo swap Ifil-banche, le frodi fiscali di Telecom Sparkle. Non c’è vicenda discussa, nell’Olimpo della banca e finanza, in cui manchi da 30 anni il suo zampino.  Ne ha viste e fatte più di Bertoldo, ma lui sopravvive alle tempeste, gli altri ci rimettono le penne. E’ Guido Rossi. Read More

22
Mag
2010

L’Eutopia

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gerardo Coco:

L’euro avrebbe dovuto essere l’erede del marco tedesco. Dopo il salvataggio da un trilione di usd della Grecia, si è guadagnato una reputazione da dracma greca. Chi aveva capito cosa sarebbe stata l’Europa non si stupito più di tanto di quello che sta accadendo e sa che il peggio deve ancora arrivare. Quando i malati sono “terminali” sappiamo che moriranno, ma non sappiamo esattamente quando.

Il dollaro non sta meglio dell’euro.

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21
Mag
2010

Lettera aperta al Corriere della sera contro il populismo economico

di Franco Debenedetti, Oscar Giannino, Antonio Martino, Alberto Mingardi, Roberto Perotti, Nicola Rossi, Paolo Savona, Vito Tanzi

Caro Direttore, nei momenti di grande incertezza, il ruolo dell’informazione è assai delicato. Se gli economisti rischiano spesso di essere i consiglieri del principe, estendere i rudimenti della cultura economica e finanziaria costituisce condizione per un dibattito pubblico più consapevole. Additare untori e alimentare spauracchi (come è stato fatto nelle ultime settimane) suscita gli istinti peggiori, confonde la cause della crisi, nasconde le responsabilità vere. Per questo motivo, oggi la stampa indipendente ha innanzi a sé una missione davvero cruciale. Per assolverla appieno, nell’interesse del lettore e dell’elettore, riteniamo importante richiamare l’attenzione su alcuni dati di realtà. Read More

21
Mag
2010

La via cinese alla disintermediazione bancaria

Per la serie Markets in everything, Gillian Tett sul Financial Times segnala che in Cina, in presenza di restrizioni al credito imposte dalle autorità monetarie, si è sviluppata una singolare forma di credito, chiamato minjian jeidai, che consente alle aziende di indebitarsi a breve termine da famiglie benestanti, attraverso l’azione di broker estemporanei muniti di telefono cellulare.

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21
Mag
2010

Quello che Deepwater Horizon insegna agli ambientalisti (e agli altri)

Il disastro della Deepwater Horizon, la piattaforma della compagnia eco-petrolifera Bp che dal 20 aprile ha iniziato a disperdere greggio nel mare, insegna molte cose. Ma ne insegna una in particolare, che gli ambientalisti – anziché baloccarsi col cattivo tempo tra cent’anni – dovrebbero prendere sul serio. Insegna che i sussidi creano sempre distorsioni, e che le distorsioni hanno sempre conseguenze (anche ambientali) negative, nel lungo termine. Insegna, quindi, che una buona battaglia è quella per l’abolizione dei sussidi di vario tipo alle compagnie petrolifere (oltre che alle fonti rinnovabili).

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20
Mag
2010

Il “knowledge problem” riguarda tutti: anche l’Enac

Secondo Vito Riggio, presidente dell’Enac, nuovi aeroporti “non sono assolutamente necessari”.

Nessuno è in grado di sapere se questo sia vero o falso, ma proprio per questa ragione una simile decisione non può essere presa da una qualsivoglia autorità. Può darsi che Riggio abbia ragione (improbabile, ma prendiamolo per buono), ma certo egli non deve avere la facoltà di impedire ad imprenditori eventualmente malaccorti, e comunque destinati a pagare di tasca loro, di sbagliare. Nessuno è in grado di dire se i panettieri in Italia sono troppi o troppo pochi, ma il problema è che in una società seria nessuno si pone mai questi problemi. Read More

19
Mag
2010

Lotta all’evasione, saggia Bankitalia

In questi giorni sto trascurando il blog perché oberato, e me ne scuso con voi tutti. Tra euro che conferma tutti i nostri giudizi sul fatto che il mercato sia saggio nel giudicare inadeguate sin qui spacciate come scudo di salvezza, e misure annunciate dal governo italiano, moltissimo c’è da dire, opinare e, purtroppo, preoccuparsi. Segnalo al volo però una perla di saggezza, ora che anche il governo si accinge a fare della lotta all’evasione un capitolo essenziale del giro di vite ai conti italiani. In Banca d’Italia c’è chi condivide il nostro approccuio, per il quale gli italiani non sono affatto afflitti da tare ataviche antisociali da eccesso di Guicciardini letto in gioventù, bensì hanno un elevato livello di economia nera ed evasione che si spiega anche – dico apposta “anche”, evitiamo polemiche inutili per favore – semplicemente perché da noi il prelievo è elevatissimo, cresciuto di quasi venti punti di Pil in meno di vent’anni tra gli anni 70 e 90, nonché a fronte della bassissima qualità ed efficienza della spesa pubblica e dei servizi offerti. Leggete questo bel paper di Guglielmo  Barone e Sauro Mocetti. Read More

19
Mag
2010

Semel in anno, viva Sergio Romano

L’ambasciatore Romano non è quel che si dice un liberista selvaggio. Tutt’altro. Ed è anche immaginabile che il suo marcato antiamericanismo (che sfocia in articoli che sono una mistura, mai prevedibile nelle dosi, di pregiudizi antiUsa e invece solido realismo politico) gli frutti più di un’antipatia fra i lettori di questo blog. Però oggi nella pagina delle lettere del Corriere Romano ha dato prova di grande equilibrio e di saggezza. Una bella lezione sul registro che dovrebbe tenere un quotidiano che voglia veramente essere la voce autorevole della classe dirigente di un Paese.
Rispondendo alla lettera di un lettore che definiva la speculazione “una sorta di giudice saggio delle economie mondiali”, Romano si è distinto dal coro di quelli che giocano con metafore improprio, per seminare panico e nostalgia per lo Stato massimo nei lettori. Read More