Ecco perché il tempo della riforma fiscale è… ora!
Abbiamo più volte scritto e ripetuto su questo blog che dilazionare la riforma fiscale con la giustificazione dei saldi pubblici da garantire in tempi di crisi internazionale come causa impediente è un errore. Un errore grave. La riforma fiscale va fatta ora, esattamente per la ragione che viene citata dai suoi nemici come impossibilitante. Va fatta ora a maggior ragione per un Paese come l’Italia, il cui PIL è cresciuto tra il 1997 e il 2007 dell’1,4% l’anno contro il 2,5% dell’eurozona e il 3% degli USA, con l’effetto di aver patito un calo del reddito per abitante di 7 punti rispetto alla media dell’euroarea. E a maggior ragione ancora in tempi in cui esplode sui mercati la crisi di sostenibilità dei debiti sovrani. Perché i mercati danno il loro voto sulla base non solo del taglio di spesa con il quale si contiene il debito tendenziale, in una situazione nella quale in assenza di interventi correttivi il debito dei Paesi industrializzati andrebbe a fine 2014 al 110% del loro PIL. Ma esprimono il loro giudizio paritariamente anche sulla base della crescita attesa delle diverse economie, perché aumentando il denominatore la proporzione della spesa pubblica e del deficit aggiuntivo diminuisce.