20
Gen
2011

Education and the Quality of Human Capital. Liveblogging

“If wishes were horses, beggars would ride” recita una nursery rhyme inglese, per indicare quanto  sia sconveniente confidare nelle mere speranze. Tuttavia, se i buoni propositi germogliano in posti dove anche solo la noiosa routine è la più auspicabile delle chimere, benvengano carovane di destrieri.

Una delle maggiori sfide per i Paesi in via di sviluppo o developing countries, che dir si voglia, è la creazione di un sistema di istruzione adeguato a valorizzare il capitale umano e in questa senso un ruolo rilevante nell’andare incontro alle famiglie e ai giovani discenti,  può giocarlo l’offerta privata.

Della rivoluzione portata dalle scuole private a basso costo nei Paesi in via di sviluppo, si parlerà tra poco durante il workshop “Education and the Quality of Human Capital – What Role Does The Private Sector Play “, organizzato dall’Istituto Bruno Leoni e dalla Fondazione Milano per Expo 2015.

Relatore principale dell’incontro sarà James Tooley (Professore di Education Policy presso la Newcastle University, England e autore di The Beautiful TreeA personal journey into how the world’s poorest people are educating themselves). Prenderanno parte al confronto anche Franklin Cudjoe (Presidente, IMANI) e don Carlo d’Imporzano (fondatore, Monserrate).

Con l’intento di cogliere questa preziosa occasione di riflessione, abbiamo deciso di seguire in tempo reale l’incontro. Dalla sala “Il Teatrino” di Palazzo Visconti a Milano, il liveblogging dell’evento.

18.27 – Semplici interrogativi stimolano la riflessione e la parola passa al pubblico che interviene con alcune domande…

18.20 – Ma quanti sono realmente impegnati in questa crescita?

18.18 – Cudjoe cita Friedman il quale sostiene che la vera rivoluzione si attua attraverso l’istruzione e la crescita – e per questo fu sempre un grande paladino della school choice, della libertà per le famiglie di scegliere la scuola dei propri figli.

18.10 – Cudjoe riprende le fila del discorso di J. Tooley e Don Carlo d’Imporzano sulle differenze tra scuola pubblica e scuola privata, sulla proprietà e la gestione delle stesse nei paesi in via di sviluppo

18.06 – La parola passa nuovamente ad A. Mingardi che introduce il fondatore di IMANI, Franklin Cudjoe

18.00 – Volgendo al termine del suo intervento, Don Carlo ricorda come, in tema di istruzione e non solo, l’insegnamento, non è presunzione di conoscenza, ma bidirezionalità.

17.52 – La sua esperienza in Sud America, insegna come le State school non hanno nè riflettono negli insegnamenti un’identità solida. Bisognerebbe, invece, arrivare a un livello tale per cui tutti i tipi di istruzione raggiungano un livello soddisfacente.

17.46 -Don Carlo ricorda la differenza tra “scuola pubblica” e “scuola privata” o, in inglese, tra: “Public school”, “State school”, “Private school”

17.44 – Alberto Mingardi introduce don Carlo d’Imporzano (fondatore, Monserrate).

17.41 – Termina l’intervento di J. Tooley con alcune immagini toccanti…

17.37 – 1 Cedi al giorno basta per un pasto, il trasporto, l’uniforme, i testi e l’assicurazione

17.32 – Le previsioni fanno pensare alla possibilità di perpetuare la presenza di scuole private low cost e di espanderle. Le stesse diventano un’alternativa più efficiente alle Government School o alla totale assenza di istruzione per le famiglie meno abbienti

17.29 – I risultati dei test condotti dai team di Tooley dimostrano  come nelle scuole private i livelli di apprendimento siano più alti

17.26 – Dal 2003 al 2007, c’è stato un incremento del 130% di giovani studenti nelle scuole private

17.23 – Alcuni dati relativi alla regione di Lagos, Nigeria, % di alunni: scuole pubbliche 26%, private non riconosciute 33%,  private riconosciute 41%

17.18 – Un viaggio lungo diversi continenti che ha confermato la presenza e l’utilità di scuole private a basso costo per garantire l’istruzione per tutti. Emozionanti contributi video.

17.14 – La parola passa a James Tooley che subito inizia ad affascinare i presenti col racconto del suo viaggio  “into how the world’s poorest people are educating themselves”

17.09 – Mingardi cita E. G. West, importante studioso di Adam Smith, il cui Education and the State, pubblicato nel 1965 dall’Istitute of Economic Affairs fece riscoprire al mondo il fatto che, prima dell’avvento dell’educazione di Stato, i più poveri sapevano risparmiare ed investire per l’istruzione dei figli

17.02 – Diana Bracco presenta il tema dell’incontro che rientra negli intenti di promozione delle eccellenze della Fondazione

17. 00 – Alberto Mingardi (Direttore Generale Istituto Bruno Leoni) prende per primo la parola e introduce la Dott.ssa Diana Bracco, Presidente Fondazione Milano per Expo 2015

16.46 – La sala è piena e pronta per il workshop. James Tooley, Franklin Cudjoe e don Carlo d’Imporzano già presenti sono in procinto di salutare i presenti…

20
Gen
2011

Ma allora il tetto ai debiti in Costituzione funziona?

Qualche settimana fa, dalle colonne di Libertiamo manifestavo scetticismo sull’operazione, pur razionale e ammirevole, di mettere un cap all’indebitamento direttamente in Costituzione.

Il sospetto è che, tra una tassa sulle compagnie aeree e un balzello sulle società energetiche, il governo stia facendo puro maquillage e sia pronto a passare la patata bollente del debito al governo successivo, che, viste le indagini demoscopiche più recenti, sarà probabilmente di colore opposto. Non per nulla il Ministro dell’Economia Brüderle ha parlato di un indebitamento zero tra il 2014 e il 2015, quando ormai la legislatura sarà scaduta da un pezzo. Ma se fossimo nel ticket rosso-verde non ci preoccuperemmo troppo. Pur credendo, come Oscar Giannino, che il freno ai debiti sia un pungolo necessario per una classe politica ovunque spendacciona, c’è da essere assai realisti in merito ai suoi effetti sostanziali. Qui, come altrove, vale quanto scriveva Anthony De Jasay, ossia che «una Costituzione è come una cintura di castità di cui il legislatore ha la chiave». E in effetti basta leggere il nuovo comma 2 dell’articolo 115 della Legge fondamentale per comprendere come esso ammetta margini di interpretazione davvero generosi ovvero non inibisca affatto politiche economiche anticicliche. In caso di “catastrofi naturali” o “situazioni di emergenza” è sufficiente una risoluzione della maggioranza dei componenti del Bundestag per derogare alla norma costituzionale.

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18
Gen
2011

Il debito americano, il declino e la Cina

La visita del presidente cinese Hu Jintao a Washington domani non poteva avvenire con una premessa più chiara, visto che in un’intervista scritta al Wall Street Journal di ieri ha annunciato con tagliente durezza che l’era di un sistema monetario mondiale dominato dal dollaro “appartiene al passato”. E’ un giudizio che ha seguito solo di pochi giorni il monito di Moody’s e Standard&Poor’s sul fatto che il debito federale Usa possa non solo perdere molto presto la sua “tripla a”, ma avvitarsi in una vera e propria prospettiva di default. E il default non è un timore tanto per dire, visto che ancora pochissimi giorni prima il presidente del Council of Economic Advisors del presidente Obama, Austan Golsbee, ha rivolto alla Camera dei rappresentanti ora a maggioranza repubblicana un’accorata implorazione ad alzare il più pesto possibile il tetto del debito pubblico federale Usa oltre la soglia attuale, che è a 14.300 miliardi di dollari, visto che il debito corrente è già oltre quota 13.900 e in pochi mesi la situazione potrebbe evolvere non verso il default sostanziale, ma il default tecnico secondo le leggi contabili degli USA. Read More

18
Gen
2011

La forza di rialzarsi – Il caso FIAT-FIOM – di Diego Valiante

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Diego Valiante.

Leggevo senza molte sorprese un articolo sulle scritte contro Marchionne rinvenute a Torino in questi giorni. Al di là del singolo episodio assolutamente da deprecare, c’è di fatto un conflitto sociale che oggi cresce nel Paese, ma che viene discusso sui nostri media in una maniera strumentale e a mio parere poco costruttiva. Si tratta agli occhi di tutti della solita contrapposizione tra capitalismo/liberismo e coloro che vogliono difendere lo stato sociale e il ‘lavoro’ (come se ci fosse una sola definizione di lavoro a cui tutti noi ci dovremmo prostrare). Read More

17
Gen
2011

L’amaro bilancio dell’eccezionalismo, alcune domande scomode su Mirafiori

Contati i voti e dopo i primi commenti, e mentre ormai le cronache devieranno sul Bunga Bunga, è il caso di una riflessione più fredda e storica su Mirafiori. Perché mi ha colpito molto, che nessuno abbia fatto in questa occasione la storia del’eccezionalismo operaio, e del suo amaro bilancio. È anche necessario porre alcune domande sul resto della manifattura italiana, domande anch’esse che nessuno o quasi ha fatto, evidentemente per non far rilevare sui grandi media italiani che la Fiom è un’eccezione anche a casa sua. Hai visto mai, se avesse vinto, che non valesse la pena tenersela amica… Read More

17
Gen
2011

Energia, Autorità, mercato e privatizzazioni… radicali

Finalmente la politica batte un colpo sulla faccenda, ormai quasi grottesca, delle mancate nomine all’Autorità per l’energia. Lo fa con una lettera aperta del segretario di Radicali Italiani, Mario Staderini, al quotidiano Terra, che incollo integralmente in coda a questo post. A Staderini va riconosciuto il merito di aver preso la questione di petto, con parole chiare e fornendo un quadro preciso della situazione che abbiamo di fronte. E, soprattutto, di essere uscito dal tormentone su chi-appartiene-a-chi e aver impostato il tema secondo le sue direttrici generali.

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15
Gen
2011

Il sì sul filo a Mirafiori mostra che molto resta da fare

Il successo del sì a Mirafiori è stato testa a testa, e per chi qui scrive ed è cresciuto a Mirafiori non è stata affatto una sopresa. L’ho detto anche in diretta ieri sera su Rai2 a seggi appena aperti, e ho continuato comunque a battermi per il sì con tanto di cori finali di “buffone buffone” che non credevo di meritare.Non mi ha molto incoraggiato, constatare che mentre in quelle ore il no era in vantaggio, nelle reti tv che seguivano il voto, di giornalisti e intellettuali convinti di dover pacatamente ragionare per il sì sembrava non ce ne fosse più neanche uno. Ma prima che per questo, il voto è molto importante per tre ragioni. Per il futuro da difendere e confermare in Italia della nuova Fiat di Jaki Elkann e Sergio Marchionne. Per l’innovazione delle relazioni industriali nel nostro Paese. Per la crescita generale che potrà venirne, se si metterà a frutto l’esperienza maturata e non prevarrà un’ondata ancor più forte di demagogia e radicalizzazione, il cui solo effetto è di portarci fuori dal mondo e a vele spiegate nell’utopia della felice deindustrializzazione. Read More

13
Gen
2011

Piú saldi per tutti!

Periodo di saldi, periodo di polemica. Puntuali o quasi, la scorsa settimana, come ogni anno sono iniziate le vendite promozionali invernali. Le polemiche non sono mancate dato che molti negozianti hanno cominciato a fare offerte in anticipo rispetto al periodo deciso per legge. Le vendite sottobanco sono sempre esistite e ogni anno ritorna come un refrain. Niente di nuovo. Le novità sono altre. Come ha giustamente fatto notare Serena Sileoni i saldi sembrano ormai anti-storici. Le vendite negli outlet e le promozioni via internet fanno sì che un consumatore riesca a trovare sempre o quasi la merce che desidera a prezzo scontato. È possibile comprare di tutto online e anche le maggiori catene di abbigliamento hanno cominciato ad introdurre il web come canale di vendita. Certo, questa tipologia di bene, non è facilmente vendibile come un viaggio aereo, ma da quando Zara ha deciso di introdurre questa possibilità, circa il 2 per cento delle vendite della catena avviene tramite questo canale. Il 2 per cento di una catena che fattura oltre 13 miliardi di euro annuali non è poca cosa; sono oltre 200 milioni di euro annuali e questa clientela tende a spendere di piú per ogni acquisto. Read More

13
Gen
2011

Acqua e referendum. Chi se la beve quella della privatizzazione?

di Luciano Lavecchia e Carlo Stagnaro

La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili  2 dei 3 quesiti referendari posti da varie associazioni inerenti la Riforma del Servizio Idrico Integrato (SII), in particolare i quesiti n.1 e 3. Nella retorica referendaria, è come se la società civile avesse segnato un goal nella sua partita contro la speculazione finanziaria. Eppure, qualcosa non torna – oltre al fatto che sono stati decenni di gestione pubblica a creare un sistema ove mediamente 35 litri, su 100 immessi, si perdono lungo la strada.

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