Il bonus è un malus—di Gemma Mantovani
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gemma Mantovani.
I 550mila italiani che compiono diciotto anni potranno usufruire di una carta, un bonus di 500 euro per poter partecipare a iniziative culturali, come i professori.
L’ironia sulla politica dei bonus è ormai diventata uno sport nazionale, e va benissimo, ma sarebbe bene passare dalla satira comica ma un po’ ambigua alla Petrolini agli strali diretti e in toni gravi, perché la questione è serissima. Un antico adagio delle mie zone recita “piuttosto che niente è meglio piuttosto”, e questo motto popolare insieme ad uno dei più grandi filosofi italiani, Massimo Catalano, hanno sicuramente ispirato la politica economica del premier: è meglio un bonus cultura di 500 € a Natale o nessun bonus per tutto l’anno? A 18 anni con il bonus avrei fatto certamente un pieno di concerti. Ma amici meno frivoli di me a 18 anni lavoravano nei ristoranti per poi aprire il loro ristorante, imparavano i mestieri, di elettricista o estetista o liutaio, per poi aprire le loro botteghe: 1000 di lire li avrebbero voluti sì, certo, come primo mattone della loro futura attività.