22
Set
2011

I ticket sanitari, questi incompresi

Si leggeva sulle pagine del Corriere di ieri a proposito dei ticket sanitari:

«L’impressione che se ne ricava è che si stia spingendo verso la sanità privata. Se devo pagare la stessa cifra e attendere per chissà quanto una prestazione ospedaliera perché continuare a recarmi al pronto soccorso?»

Dei benefici dei ticket sanitari si era già parlato più volte in articoli precedenti su questo blog: fondamentalmente, si basano sul principio del “chi consuma paga” e, quindi, permettono di responsabilizzare maggiormente l’utente, che sarà scoraggiato a richiedere prestazioni non necessarie, contribuendo così a ridurre la spesa pubblica. Non stupisce quindi che:

«Solo la Valle d’Aosta, le province autonome di Bolzano e Trento e la Sardegna (ma starebbe pensando a un contributo simbolico di un euro) hanno deciso di non applicare il ticket. Le altre – sottoposte a stringenti vincoli di cassa (e spaventate dal principio del costo-standard alla base del federalismo fiscale) – hanno deciso di far pagare l’onere al paziente ».

Due riflessioni su queste parole: la prima, riguarda il fatto che se praticamente tutte le regioni hanno deciso di adottarlo, significa che ce n’è sempre più bisogno per motivi, come giustamente scritto, di vincoli di cassa. La seconda riguarda invece la connotazione negativa che viene data (in particolare, con riferimento alla parola “onere”) al fatto che sia stato deciso di far pagare il paziente. Ancora una volta, anziché considerare l’utile strumento del ticket come un’opportunità, viene invece presentato come un balzello, un pedaggio, dimenticando di sottolineare che le due alternative al pagamento di un prezzo per finanziare il settore sono o un incremento delle tasse o un aumento del deficit pubblico. Considerata la precaria situazione delle casse statali, quest’ultima possibilità non è contemplabile, quindi in ogni caso bisognerebbe accettare l’aumento delle tasse per tutti, indipendentemente dal fatto che usufruiscano o meno del servizio. Eppure, come giustamente scritto nella prima frase, essi consentono di mettere in competizione la sanità pubblica con quella privata, con tutti i benefici in termini di miglioramento del servizio e riduzione dei prezzi che ne conseguono. Certo ci sono spazi di miglioramento, per esempio potrebbero essere proporzionati al reddito disponibile e all’età, ma non ha senso continuare a considerarli un onere aggiuntivo quando, di fatto, si tratta solo di uno strumento alternativo che, però, spinge di più verso una maggior efficienza del settore. Perché, quindi, continuare a considerare la sola sanità pubblica, seppure inadeguata, come l’unica alternativa possibile? Dato che esistono altre possibili soluzioni più efficaci, basterebbe parlarne come elementi innovativi, non solo in termini ingiustamente e infondatamente accusatori.

 

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40 Responses

  1. Massimo74

    Il ticket di per sè non è sbagliato,il problema è che purtroppo la sanità già la paghiamo attraverso le imposte e quindi se ci aggiungiamo il costo dei ticket,finiamo per pagare due volte.Io sarei favorevolissimo ad avere un sistema sanitario pubblico finanziato esclusivamente attraverso i ticket perchè in questo modo si paga solo se si usufruisce effettivamente del servizio e non si scaricano i costi sulla collettività.Inoltre ci sarebbe sicuramente un miglioramento della qualità del servizio dovuto al fatto che la sanità pubblica si troverebbe in concorrenza con quella privata.Pensate ai vantaggi:servizi più efficenti,costi più bassi,riduzione delle liste di attesa,meno sprechi di denaro pubblico e minore corruzione.
    E’ incredibile come di fronte ai vantaggi evidenti di un sistema di libero mercato c’è ancora chi difende il sistema statale del welfare come lo conosciamo oggi.

  2. Francesco

    Lasciamo stare la concorrenza fra sanità pubblica e privata, fra un servizio fatto per promuovere la salute pubblica ed uno fatto per lucro. Invece il ticket minimo può essere molto utile, chi lavora nella sanità sa benissimo che sia gli utenti sia i medici prescrittori tendono ad essere molto più responsabili e ponderati nell’uso di esami strumentali e visite specialistiche (e quindi delle risorse) se sanno che c’è da pagare anche una inezia. Non è possibile che la gente vada al pronto soccorso, come accade realmente, anche per un mal di gola. E’ giusto ovviamente che il ticket stesso sia commisurato al reddito e che ci siano esenzioni per gli esami necessari in determinate patologie.

  3. Luca

    Massimo74 :
    E’ incredibile come di fronte ai vantaggi evidenti di un sistema di libero mercato c’è ancora chi difende il sistema statale del welfare come lo conosciamo oggi.

    Hummmm, “vantaggi evidenti di un sistema di libero mercato” per la sanità? Mi domando se lei abbia dato un’occhiata a come (non) funziona il sistema sanitario statunitense.

    Mi ritengo molto liberista, ma da ciò che ho capito ci sono alcuni sistemi che con il liberismo proprio non ci azzeccano, tra cui i trasporti di massa e la sanità. Ma forse mi sbaglio io.

  4. 1) Perchè non anche Val d’Aosta e Trento e Bolzano? Dismettiamole, Val d’Aosta alla svizzera TN e BZ all’Austria o Indipendenti.
    2) La dott. di base da cui vado è pure geriatra, e si lamenta che molti “vengono da me o parlare dei loro problemi, mentre una volta sarebbero andati dal prete”… responsabilizzare gli utenti non è male.

  5. DANIELE BOGGIAN

    Buongiorno, il problema non sono i ticket o i biglietti dell’autobus. Il problema siamo noi italiani. Un popolo che ha perso da molto la propria dignità, il senso dello stato e della cosa pubblica e soprattutto il rispetto verso gli altri. Io sono per la sanità pubblica (in teoria potrebbe funzionare meglio del privato e costare meno visto che non è richiesta una remunerazione del capitale investito tale da rendere la prestazione + costosa), l’istruzione pubblica ed i trasporti pubblici. D’altro canto non ci meritiamo niente di tutto ciò. Siamo bravi a lamentarci, ma poi appena abbiamo un piccolo mal di pancia via dal medico a farsi prescrivere medicine ed analisi. I pronto soccorso sono intasati di gente per la maggior parte “perdi tempo”. Tutto ciò costa perchè comporta costi di struttura enormi.

    Il servizio privato non c’entra niente con il servizio di pronto soccorso. Avete mai visto una clinica privata con pronto soccorso o rianimazione? No, perchè sono servizi che non generano ricavi, ma solo molti costi.

    In questo dove sta l’efficienza del privato? Perchè dobbiamo riconoscere DRG a strutture private che offrono solo i servizi che gli interessano di +? Tutti cercano di fare diagnostica per immagini ed interventi chirurgici specialistici. Perchè? Perchè con investimenti in attrezzature che possono funzionare 15 ore al giorno si guadagna di + e si riducono i costi di struttura e delle prestazioni professionali mediche.

    Il problema è quindi molto + ampio e complesso di quel che si pensi. Se non ci si siede al tavolo e non si inizia a fare una programmazione di lungo periodo dove vengono identificati gli obiettivi in termini di servizi e di costi non si raggiungerà mai un equilibrio ed avremo sempre interventi disconnessi e nell’urgenza.

    Sperando in una classe politica migliore!!!

  6. Aldo Mario Fei

    @luca: In cosa realmente non funziona il sistema statunitense? Spero che non cada nella solita retorica della carta di credito.. Loro di sistemi sanitari nazionali ne hanno ben due, mirati su ampie categorie realmente svantaggiate. Non funziona quando chi ha perso il lavoro non ha copertura? Posso essere d’ accordo, ma anche quel fattore non è completamente vero. Non funziona quando chi DELIBERATAMENTE SCEGLIE di non avere coperture è costretto a pagare se gli succede qualcosa? Non funziona quando la ricerca è ai massimi livelli? Non funziona quando la chirurgia è ai massimi livelli? Alla Harvard school of medicine ci sono ben DUE corsi annuali sull’ efficienza dei sistemi sanitari, DA NOI AL CORSO DI LAUREA IN MEDICINA DI EFFICIENZA E SOSTENIBILITA’ DEI COSTI NON SE NE FA NEMMENO IL PIU’ TIMIDO ACCENNO!
    La vulgata comune ritiene da noi, nonostante le evidenze contrarie, che il pubblico sia intrinsecamente buono e il privato cattivo perchè, inaudito, ci guadagna (chi ci lavora come lo paghiamo, con una pacca sulle spalle e con la retorica sulla “missione”?). Finanziamo la sanità con le tasse (ALTISSIME) ma evidentemente non basta. Paghiamo quindi il ticket (BASSO) e restiamo consapevoli che comunque è già poco e ci è andata bene! Per il futuro non sappiamo.

  7. MitMar

    Ecografia ai piedi.
    Studio privato a 100mt da casa: 90€ per entrambi i piedi. Bonus incluso nel prezzo controllo anche dei tendini d’Achille. Appuntamento? Il giorno dopo.
    Ospedale Pubblico, del dottor Giulio Visco Tremonti, dipartimento sanitario ligure del Prof.Claudio Burlando ed associato dott. Montaldo. Centro prenotazioni: “ecografia a cosa? Ai piedi? Ma non si può fare. Qui non ce l’ho. Ah, sì, forse. Mah! Proviamo questa! Sì, all’ospedale a 70Km da casa sua, tra tre mesi, alle 11:30”. Totale operazione: 94€ ma ESCLUSIVAMENTE ai piedi (ammesso che sappiano dove trovarli) “sa, c’è il nuovo ticket della finanziaria”
    Bene. E per i tendini d’Achille? “devo darle un altro appuntamento”.
    Pago tasse come una banca e questo è il risultato.
    FUORI ALMENO 300.000 DIPENDENTI PUBBLICI! RIPRENDIAMOCI LO STATO!
    Altro che ticket.

  8. Marcello Mazzilli

    A me sembra che i ticket vengano usati per simulare il sistema dei prezzi cercando di disincentivare l’uso inutile delle risorse pubbliche… Un po come in Russia quando si usava il rublo. PRIVATIZZARE

  9. mentorex

    Io mi domando ma tutte le tasse che già paghiamo a che servono? Vado in autostrada e pago, mando i figli a scuola e pago, vado in ospedale e pago vado alle poste e pago ecc. ecc.
    Io non sono più disposto a pagare nulla perchè in primis già paghiamo con tutte le tasse indirette e poi perchè le nostre tasse non sono finalizzate ad uno scopo preciso ma solo a ripianare i debiti dell’amministrazione pubblica piena di nulla facenti ruba stipendio. Come mai le cliniche private nonchè i laboratori di analisi privati nascono come funghi vivendo e prosperando mentre la sanità pubblica chiude (vedi l’ospedale del mio paese). La sanità con una popolazione che invecchia, se gestita bene, dovrebbe essere fonte di reddito per lo stato invece che di debito.
    Siamo un paesuccolo che non si vuole far diventare adulto perchè altrimenti chi è al potere, nel letamaio di Montecitorio e palazzo Madama, finirebbe per perdere privilegi feudali retaggio di una pseudocultura mafiosa.
    MARIO MONTI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SUBITO

  10. lionello ruggieri

    Trovo assurdo che davanti alle mille prove di inefficienza e di continue trruffe del sistema privato basato sul principio più opero e più guadagno ancor si cerchi di rifilarci la storia della maggiore efficienza. Chi si lamenta dei tempi della sanità pubblica deve tener presente che anche quella sarebbe più veloce se facesse pagare per intero le prestazioni: meno richieste e maggiore velocità. Con un ticket di mille euro non aspetteremmo neppure cinque minuti. E’ follia. Infine: a che “serve” uno Stato che non “serve” il cittadino? Costa poco ma non essendo utile va sciolto

  11. Massimo74

    @Luca

    Ci sono molti miti da sfatare sul sistema americano.Inanzitutto non’è vero che la sanità americana è totalmente affidata al privato,infatti circa il 40% di essa è in mano pubblica ed è gestita da programmi di assicurazione medica come medicare e medicaid.Inoltre circa il 90% degli ospedali sono pubblici e ci sono un infinità di regolamentazioni a cui devono sottostare le varie compagnie assicurative e queste regolamentazioni cambiano da stato a stato.Per esempio ci sono alcuni stati che impongono alle compagnie l’obbligo di stipulare polizze che includono la copertura totale,dalla terapia dei massaggi fino al trapianto di capelli.La ragione di ciò è che in USA le industrie che lavorano in questi settori rappresentano una potente lobby che è in grado di fare pressioni sulla classe politica,influenzandola a legiferare a proprio favore.Inoltre gli stati creano dei veri e propri cartelli con leggi assurde come l’impossibilità di usufruire della propria polizza al di fuori dello stato stesso dove ci si è assicurati e questo è chiaramente un altro fattore che limita il mercato e la concorrenza facendo aumentare i costi.
    Ma le regolamentazioni non finiscono qui.Ha mai sentito parlare della cosidetta “certificate-of-need”(C.O.N) con cui il governo(che come dicevo prima è proprietario del 95% degli ospedali) ha di fatto stabilito un monopolio regionale degli ospedali pubblici che permette loro di decidere se in una determinata area esiste o meno la necessità di costruire nuovi ospedali?In pratica si sono dati loro stessi il diritto legale di vietare altri competitori(che magari potrebbero offrire servizi più efficenti e/o meno costosi) nel settore dell’industria ospedaliera.Non dovrebbe sorprendere il fatto che diverse ricerche hanno dimostrato che la C.O.N ha contribuito ad accrescere non poco i costi ospedalieri.
    A tutto questo dobbiamo poi aggiungere le varie corporazioni come l’American Medical Association (A.M.A) che limitano l’accesso alla professione medica solo a coloro che vengono accreditati(e ottenengono quindi la licenza) dalla stessa A.M.A. e la FDA (Food and Drug Administration) ente governativo che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
    Come vede le ho portato solo alcuni esempi a dimostrazione che quello della sanità americana monopolizzata dai cattivi privati è uno dei tanti miti da sfatare,in realtà il sitema sanitario degli Stati Uniti è un modello socialista e statalista a tutti gli effetti con dei costi elevatissimi per il bilancio dello stato,modello che è destinato a peggiorare ulteriormente con la recente riforma sanitaria proposta da Obama.

  12. Finchè a pagare sarà Pantalone (lo Stato), sognamo pure l’efficienza, i costi standard, i manager sanitari competenti e non corrotti, la comparabilità dei servizi tra le varie regioni, i medici preparati e a disposizione dei pazienti, l’assenza delle file di mesi per un esame e via dicendo. Pubblico è bello perchè quello che chiedi (come corrispettivo) ottieni e non c’è pericolo che non paghi (al massimo devi aspettare).
    I principi esposti nell’articolo sono condivisibilissimi, ma non credo sia sufficiente il ticket.
    L’unica sarebbe eliminare la sanità pubblica ed affidare tutto alle strutture private, in regime di concorrenza per costi e qualità dei servizi. Quindi, istituire l’assicurazione sanitaria (privata) obbligatoria per tutti. Lo stato interverrebbe solo per chi non se la potrebbe permettere.
    L’unica cosa da evitare, però, sarebbe a quel punto uno scandalo simile a quello della RCA auto, che è sotto gli occhi di tutti ma pare che non riguardi nessuno.

  13. Interessante, ma non sono pienamente d’accordo. ll discorso del ticket è giusto (io usufruisco del servizio e quindi pago), e necessario (visto che altrimenti il paese non ce l’avrebbe fatta a reggere il peso di una sanità in continuo deficit) ma c’è un problema di fondo nella sanità italiana di cui nessuno di voi ha parlato.

    Lo spiego con un esempio lampante in cui mi sono imbattuto in questi giorni dovendo (per forza) fare un’esame specialistico: chiamo il servizio pubblico per verificare il primo appuntamento libero e mi dicono che l’appuntamento l’avrei potuto prendere per Aprile 2012 (?!?!?!), chiamo un centro privato della mia zona e allo stesso prezzo (perchè convenzionato) mi da appuntamento dopo 2 settimane!

    Ora il centro è convenzionato, significa che io pago la stessa cifra (+o-) e la differenza la mette lo stato. Questo lo trovo alquanto fuori ogni logica. Il costo per lo stato potrebbe essere molto più basso se i servizi venissero gestiti direttamente invece di far arricchire i potenti proprietari delle cliniche private.

    Non sono contro la liberalizzazione delle attività, anzi, ma il settore della sanità pubblica deve restare completamente nelle mani dello stato offrendo servizi di qualità ad un costo più basso del pubblico mantenendo tempi di attesa umani, anche se ovviamente saranno sempre un pochino più lunghi. Poi se voglio la clinica che mi da appuntamento il giorno dopo, che mi accoglie in reception con il tappeto rosso, che mi offre da bere in un salotto ovattato, allora se me lo posso permettere scelgo il privato. Tanto gli strumenti per evitare gli sprechi ci sono pure tutto sta nell’utilizzarli o meno… e questo lo sappiamo tutti.

    Stefano

  14. Luca

    Massimo e Aldo, non vorrei far deragliare questo thread in una serie di argomentazioni pro o contro la sanità pubblica. Credo che il focus sia la “questione ticket”, che mi sembra indipendente dal modello di sistema sanitario adottato, sia esso pubblico o privato.

    Riguardo al sistema sanitario USA, che ho vissuto per anni sulla mia pelle, credo stiamo scrivendo tutti un insieme di cose corrette e di cose forse meno corrette, ma la questione è talmente complicata che dubito risciremmo a venirne a capo su un forum.

    Solo una precisazione: tra le (poche, pochissime) nozioni di economia che ricordo, mi sembra di ricordare che il sistema sanitario e quello dei trasporti di massa, per loro stessa natura, poco si adattino a modelli di mercato.

    Che poi un sistema sanitario pubblico che viene gestito in maniera clientelare e con meccanismi pochissimo efficienti sia peggio di uno privato ci sta anche, ma credo sia un’altra questione. Insomma, non sono così sicuro che il liberismo possa risolvere i mali della nostra sanità. Ma non sono un economista…

  15. stefano tagliavini

    L’articolo pubblicato dal corriere è, in parte, inesatto perchè anche la Regione Emilia Romagna aveva deciso di non applicare il ticket, ma lo Stato gli ha imposto di metterlo ugualmente. Sui vantaggi che ne deriverebbero da una concorrenza tra sanità privata e pubblica, credo sia solo frutto della fantasia di qualcuno. Abito in una Città che ha una sanità invidiabile e dove curarsi non rappresenta un problema come avviene in altre realtà, questo dimostra che il pubblico può essere efficiente. Quello che trovo stupefacente è la soluzione radicale di eliminare la sanità pubblica per togliere sprechi e clientele, come dire, per evitare costi sociali meglio eliminare i malati che curarli. Forse pensare di mettere persone competenti al loro posto e di controllare i conti economici potrebbe essere una buona alternativa.

  16. Massimo74

    stefano tagliavini :
    L’articolo pubblicato dal corriere è, in parte, inesatto perchè anche la Regione Emilia Romagna aveva deciso di non applicare il ticket, ma lo Stato gli ha imposto di metterlo ugualmente. Sui vantaggi che ne deriverebbero da una concorrenza tra sanità privata e pubblica, credo sia solo frutto della fantasia di qualcuno. Abito in una Città che ha una sanità invidiabile e dove curarsi non rappresenta un problema come avviene in altre realtà, questo dimostra che il pubblico può essere efficiente. Quello che trovo stupefacente è la soluzione radicale di eliminare la sanità pubblica per togliere sprechi e clientele, come dire, per evitare costi sociali meglio eliminare i malati che curarli. Forse pensare di mettere persone competenti al loro posto e di controllare i conti economici potrebbe essere una buona alternativa.

    Se la sanità pubblica fosse davvero così efficente,non si capisce perchè finanziarla forzatamente attraverso il prelievo fiscale…. basterebbe farla pagare a consumo e tutti i cittadini sarebbero felici di pagare per ottenere un servizio sanitario di qualità.

  17. Gabriele

    Ci vuole cultura e tanta educazione civica che deve partire da scuola! Visto che le famiglie sono molto carenti! Insegnare che i servizi vanno usati nel modo giusto altrimenti diventano uno spreco assurdo!
    Un esempio di spreco? Faccio il volontario come soccorritore 118. Ogni volta che usciamo con l’ambulanza alla comunità costiamo tra le 35 e le 50 euro e l’equipaggio è composto da volontari. Il costo è un rimborso dato all’associazione con il quale paga benzina, ambulanza nuove e costi di gestione sede. Nel nostro piccolo comitato usciamo mediamente 3500 volte l’anno. L’80 % delle uscite sono sciocchezze risolvibili in autonomia. I cittadini chiamano per tutto, mal di denti, male al piede, braccio, alla gamba, vomito, febbre 37 e sangue dal naso! L’ambulanza serve per emergenze e per emergenza si intende persona in pericolo di vita! Pensiamo se quel 80% andasse da solo al pronto soccorso o aspettasse il medico di base, se proprio si sente così in pericolo. Pensiamo quanti soldi si potrebbero risparmiare. Noi, come comitato, copriamo il 2% del fabbisogno di ambulanze locale. Meditiamo.

  18. Luca

    @Massimo74
    Se la sanità pubblica fosse davvero così efficente,non si capisce perchè finanziarla forzatamente attraverso il prelievo fiscale…. basterebbe farla pagare a consumo e tutti i cittadini sarebbero felici di pagare per ottenere un servizio sanitario di qualità.

    Massimo, ma sta usando un’iperbole o la sua è una frase seria? La sanità è bene, IMHO, che resti pubblica e finanziata dalle tasse perché è un “bene essenziale” che deve poter essere fruito da ciascuno allo stesso modo indistintamente dalla propria capacità economica.

    Come scrive secondo me correttamente Stefano, sarebbe invece MOLTO utile che si mettessero persone competenti al loro posto e che si controllassero i conti economici delle strutture in maniera seria.

  19. Alberto

    Io vorrei semplicemente far notare, quanto si spende nella sanità per beni e servizi e personale, insieme siamo a quasi i 2/3 del totale, come si evince da questo studio a pag 2; anche Baldassarri ne ha spesso parlato, sui circa 120 MLD di spesa, almeno il 30% sono beni e servizi, cioè circa 36 MLD che potrebbero scendere di almeno 15 MLD e poi la farmaceutica convenzionata, a circa il 10%, cioè 12 MLD, potrebbe essere tranquillamente ridotta almeno di un terzo, in totale saremmo a circa 19/20 MLD di risparmi, potenzialmente immediati. Cosa dobbiamo fare per convincere la poltica a fare le cose semplici?
    Bisogna invece introdurre i ticket per recuperare quasi un cazzo e penalizzare magari chi non può permetterselo; mi chiedo siamo scemi in Italia con tanto grasso che cola?

  20. Massimo74

    @Luca

    Se la sanità deve essere in mano pubblica perchè considerata “bene essenziale” allora a maggior ragione lo stato dovrebbe anche gestire la fornitura di generi alimentari(ben più importanti delle cure mediche) e nazionalizzare tutti i supermercati,invece mi risulta che nonostante il cibo ci venga fornito dai “vampiri” privati sempre bramosi di speculare sulla testa della povera gente,bene o male tutti mangiamo(chi più e chi meno)e non ho mai sentito dire da nessuno che il governo deve mettersi a produrre la pasta o il pane in modo da permettere a ciascuno di usufruirne indipendentemente dalla propria capacità economica.
    Devo forse ricordarle che laddove qualcuno ha provato a mettere in pratica questo sistema (URSS) i risultati sono stati disastrosi?
    Dobbiamo uscire da questa forma mentis a cui siamo arrivati dopo decenni di propaganda politica socialista,che ci porta a pensare che senza lo stato non avremmo cure mediche,ospedali,medicinali,pronto soccorso,medici di famiglia,ecc.Allo stesso modo in cui il mercato è in grado di produrre efficentemente un bene di prima necessità come la fornitura di generi alimentari,così saprebbe fornirci anche un servizio sanitario efficente e alla portata di tutte le tasche.

  21. Alberto

    Ma continui imperterrito con le tue assurde stupidaggini che solo una mente vacillante potrebbe partorire; non perdo nemmeno un secondo a spiegarti quali fondamentali differenze esistono tra un tozzo di pane ed un bicchier d’ acqua, con una terapia anticancro e un letto d’ ospedale. @Massimo74

  22. assunta normale

    Gentile Lucia Quaglino,
    le faccio i miei complimenti per l’articolo sui ticket. Io la penso come lei. Ho notato come anche chi interviene su questo blog, sia contrario ad aumentare la propria compartecipazione alla spesa sanitaria. Figuriamoci cosa può pensare il resto della popolazione italiana. Lei non pensa che la regione Valle d’Aosta e le due province autonome citate, non applichino il ticket perchè sono dei bravi amministratori ? Ma nel caso della mia regione, la Campania, non si è in presenza di bravi amministratori, ragion per cui qui è necessario applicare i ticket dove non ci sono e aumentare quelli che già esistono. Non è lecito pagare il debito campano con i fondi Ue e con quelli del governo centrale. Ma è poi veramente così ? Le chiedo una spiegazione in proposito, perchè a me risulta che le regioni devolvono al governo centrale delle imposte, come l’accisa sui carburanti. Da quanto ho capito io, le regioni hanno fatto richiesta di trattenere le imposte che raccolgono, invece di versarle al governo centrale.
    Grazie per la cortese attenzione.
    Cordiali saluti
    Assunta Normale

  23. Massimo74

    @Alberto

    Io continuo a non capire; se vi piace tanto la sanità pubblica perchè non ve la finanziate di tasca vostra con le vostre tasse e lasciate in pace chi invece vorrebbe scegliere di curarsi privatamente a proprie spese?

  24. CLAUDIO DI CROCE

    @Massimo74
    Lei ha perfettamente ragione : il fatto è che anche la sanità pubblica è servita principalmente come centro di potere,per piazzare parenti, amici, potenziali elettori e quindi ottenere voti , di cui alcuni sono presenti su questo blog . Il costo della sanità pubblica è ancora più insostenibile di quello delle pensioni e quindi in un modo o nell’altro dovrà essere ridotto . Tutti dovrebbero rivedere il film ” Il medico della Mutua ” con Alberto Sordi di quarantanni fa , dove venivano descritti in chiave satirica ma non troppo esattamente i guai della sanità pubblica, considerata una pacchia per molti , sopratutto per coloro che malati non sono , ma magari finti invalidi che ballano pur essendo paralitici, guidano l’auto pur essendo ciechi e così via .

  25. erasmo67

    @Massimo74
    Scusi, ma qualche tempo fa scrisse di essere disoccupato, nel frattemo ha vinto al superenalotto? o forse è non occupato in quanto già vive di rendita?
    Se le viene il raffreddore un disoccupato come fa a curarsi priatamente a proprie spese?

  26. Massimo74

    @erasmo67

    Fino a due anni fà aveva un attività che però ho dovuto chiudere a causa della crisi.Oggi ho una piccola rendita finanziaria che mi permette di tirare avanti,ma come molti devo fare anche io sacrifici per far quadrare il bilancio ogni mese.Vorrei aprire una nuova attività ma sinceramente questo stato fà ogni cosa possibile per scoraggiare coloro che vorrebbero rischiare e investire in questo paese.Non a caso molti ultimamente scelgono di traferirsi all’estero dove le condizioni per chi vuole fare impresa oggi sono molto più appetibili che in italia.Ma questo la nostra classe politica irresponsabile sembra proprio non capirlo.

  27. Alberto

    Io già lo faccio e nel tuo caso, non partecipare è già quello che fai o sbaglio? Da quello che fin’ ora si è capito evadi e non partecipi ai costi della baracca.@Massimo74

  28. Luca

    Massimo74 :
    Devo forse ricordarle che laddove qualcuno ha provato a mettere in pratica questo sistema (URSS) i risultati sono stati disastrosi?

    No, non deve ricordamelo: credo che tutti lo sappiano bene.

    Quello però che dovrebbe cercare di capire lei è che non esiste nessuna equazione che sostenga “sanità pubblica = comunismo”.

    Direi però che lei forse non vuole capirlo…

  29. Silvano

    Un mix di compartecipazione fatto di spesa pubblica, assicurazioni private e partecipazione diretta (come in Germania, Olanda, etc.) è decisamente preferibile alla situazione attuale.

    In fatto di diritto alla salute il punto rilevante è l’accesso non chi gestisce la fornitura. Senza dimenticare che le cure erogate migliorano la salute soltanto a chi non potrebbe permettersele, in tutti gli altri casi migliorano / peggiorano semplicemente il portafoglio a seconda del fatto che uno sia beneficiario netto o contribuente netto. Ovvero se lo Stato mi passa cure che avrei potuto acquistare autonomamente pagando un premio assicurativo di 1.000 euro non sta migliorando la mia salute, sta semplicemente regalandomi un televisore al plasma a spese di un altro.

  30. Alberto

    Ma c’è qualcuno tra voi che ha dato un occhio alla ripartizione della spesa sanitaria che ho postato, per capire dove si spreca? Continuate a chiacchierare del sesso degli angeli, senza capire come si potrebbe procedere per tagliare davvero, parlo di tagli enormi, e finchè in Italia, anche qui, soprattutto qui, dove dovremmo fare analisi serie per comprendere noi per primi e far comprendere a tutti lo stato dell’ arte, la politica continuerà a prenderci per i fondelli e mantenere tutti gli sprechi e gli intrallazzi di cui si nutre e con cui ingrassa sempre di più.

  31. Alberto

    In questo articolo che lei Lucia Quaglino ha pubblicato, ha considerato, almeno lei, i risparmi che si otterranno alla luce del comparto o meglio dei comparti su cui incidono i tickets sanitari, alla luce della ripartizione dei comparti di spesa nella sanità? Si rende conto che i tagli vanno fatti soprattutto altrove, nella torta della spesa sanitaria, per ottenere risultati duraturi e strutturali? Almeno lei abbia la capacità di rendersene conto e di orientare la lama della motosega verso il bosco e non verso la siepe.

  32. Giorgio

    @Luca
    [i]”La sanità è bene, IMHO, che resti pubblica e finanziata dalle tasse perché è un “bene essenziale” che deve poter essere fruito da ciascuno allo stesso modo indistintamente dalla propria capacità economica.”[/i]

    Ecco, questo è un equivoco di fondo che dovremmo eliminare. Che sia un bene essenziale non ci piove, ma che debba essere fruita da tutti indistintamente senza avere una reale percezione del suo costo è un gravissimo errore.

    Le faccio l’esempio della Svizzera, dove risiedo. Il sistema svizzero è anch’esso imperfetto, si parla continuamente di riformarlo, eppure credo funzioni meglio di quello italiano proprio “filosoficamente”. Si tratta di un [b]sistema totalmente privato[/b], che si appoggia a una serie di casse malati in concorrenza fra loro presso le quali è obbligatorio iscriversi (ma la scelta della cassa è libera).

    Qui vige il sistema delle [b]franchigie[/b]. Si versa un tot al mese, tanto maggiore quanto la franchigia è bassa. Fino al raggiungimento della franchigia l’assicurato paga di tasca sua qualsiasi prestazione, dopodiché la cassa malati interviene con un rimborso del 90%.

    Questo sistema ha tre vantaggi:
    – pagando di tasca propria si è pienamente responsabilizzati sui costi effettivi della sanità, che sono elevati, e ci si pensa due volte prima di correre dal medico per ogni scemenza;
    – anche al raggiungimento della franchigia, la sanità non diventa un “pasto gratis” ma comunque si deve contribuire con il 10%; sempre sufficiente per evitare di ricorrervi se non per reale necessità;
    – ciascuno decide la combinazione preferita di franchigia e rata mensile; chi è giovane e in salute opterà per franchigie alte, chi è più anziano invece farà l’opposto (se vuole).

    Ma… e il povero indigente disoccupato? Ovviamente per costui interviene lo stato, che gli paga la cassa malati. Inoltre sono previste altre agevolazioni, per esempio per i bambini piccoli.

    La differenza con il sistema italiano è evidente: in Svizzera lo stato, quindi la collettività, paga solo per i reali bisognosi, mentre in Italia paga indistintamente per tutti, fornendo un servizio spesso insoddisfacente (con eccezioni, sia chiaro) e costringendo chi può permetterselo ad andare privatamente, quindi a pagare due volte.

    Non esiste il sistema perfetto. Anche qui da noi i costi lievitano esageratamente e si sta pensando a varie ipotesi di riforma, ma sono convinto che un assetto maggiormente “privatistico” della sanità in Italia darebbe un grande aiuto alla riduzione degli sprechi.

  33. Aldo Mario Fei

    @giorgio
    Grazie per aver spiegato così bene, con questo esempio, il nocciolo della questione.
    Lapalissiano aggiungere che ogni sistema umano è per definizione imperfetto; quello italiano, propagandato come il “migliore al mondo”, è stato fieramente definito all’ epoca della sua introduzione, da chi lo propose, come “isola di socialismo reale in un paese capitalista”.
    Non capisco davvero, ma sarà colpa mia, le teorizzazioni sulla necessità di una sanità totalmente pubblica. Ma la bontà intrinseca del pubblico qualcuno la ha mai veramente vista? La sanità costa, facciamocene una ragione, come tante altre cose di prima necessità. Qualcuno faceva l’ esempio dei supermercati, va bene, introduciamo i magazzini GUM. E la casa? Ok, allora solo case popolari. E che dire dell’ avvocato? perchè devo pagare se magari qualcuno mi porta in tribunale ingiustamente? Lo istituiamo l’ avvocato della mutua? E il meccanico o l’ idraulico? Tutti viviamo sfruttando il bisogno altrui di servizi o di cose. Propongo di pagare in tasse il 100% e di vivere tutti felici senza pagare niente. Firmato: Lenin 1917. Controfirmato: Kim Il Sung 1980.

  34. Alberto

    Questo schema fatto molto bene, rende conto del sistema generale sizzero, relativo alla tassazione generale oltre che trattare il sistema sanitario. Il sistema privilegia le famiglie, riducendo le imposte, in modo tale che il costo delle polizze, maggiore, venga bilanciato dalla minore tassazione.
    Non è male e potrebbe funzionare, ma preso nel suo complesso.

  35. diana

    chissà come mai, però, la sanità privata generalmente non fa concorrenza al settore pubblico per terapie più costose o dal risultato incerto…

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