10
Dic
2010

Carpe diem, Sicilia! o come imparai a preoccuparmi e a odiare Trenitalia

Immaginate una Regione del Sud, assuefatta ai trasferimenti pubblici (“L’ultima delle Repubbliche Socialiste Sovietiche”), dove gli imprenditori onesti lottano non solo contro la criminalità organizzata (leggasi Mafia), una P.A. inefficiente e spesso corrotta, e uno Stato despota che tassa fino all’ultimo centesimo.

Aggiungete a questo il fatto che le infrastrutture attorno a voi sono poche e inefficienti (su 110 km di rete ferroviaria regionale, solo il 3% è elettrificato, vi sono autostrade in costruzione da 20 anni, i collegamenti ferroviari fra le due principali città impiegano 6 ore… per 209 km!), insomma, un ulteriore svantaggio naturale. Bene, adesso pensate a un imprenditore che vuole entrare nel settore della logistica per ridurre i tempi di trasporto delle merci da 8-10 giorni a 1 giorno soltanto (per 271 km!),riducendo i costi e favorendo l’accesso ai mercati internazionali (il collegamento è destinato a uno deegli hub merci più importanti del Mediterraneo). Lo stesso imprenditore ha manifestato la volontà di entrare nel mercato dei trasporti pubblici regionali ( i pendolari vessati quotidianamente ringraziano), lamentando una certa resistenza da parte dell’incumbent (che pare ostacoli la sua attività nella logistica). Bene, adesso possiamo mettere i nomi: la Regione è la Sicilia, l’impresa entrante è la GMC di Catania, l’incumbent è Trenitalia/RFI/Ferrovie dello Stato. La GMC di Catania ha ottenuto l’anno scorso la licenza ferroviaria e dal 2006 ha creato il “treno del vino” che da Alcamo porta i vini siciliani al Nord. In seguito a lavori sul nodo di Palermo, tale iniziativa ha subito un arresto e il Gruppo GMC ha chiesto di poter usare la stazione (semi abbandonata) di Brancaccio, alla periferia di Palermo, come base logistica per attivare un collegamento con l’interporto di Gioia Tauro “Il nostro progetto è di partire da Brancaccio con tre treni alla settimana, ma di arrivare a cinque, sviluppando l’intermodalità soprattutto in salita, spedendo la merce al Nord o in Europa con risparmi del 30-40% rispetto ai costi del trasporto su strada” ha detto Giuseppe Campione, DG di GMC. La società ha già effettuato i sopralluoghi nella stazione e fatto degli investimenti per trasferire le gru da Alcamo a Palermo. Anche l’accordo per il canone annuo (20 mila euro) era stato trovato. Poi, più nulla. Da Trenitalia (pardon, da RFI… lapsus Morettiano) nessuna notizia. Il problema, che nasce dalla mancata separazione tra proprietà della Rete (RFI) e operatore (principale) della Rete (Trenitalia), tutti sotto il cappello del Gruppo Ferrovie dello Stato.Ne hanno già abbondantemente parlato Andrea Giuricin qui e Ugo Arrigo qui .

Che la partita fosse sporca, lo si era capito con ArenaWays, ma anche con la vicenda DB-OBB però ci si illudeva che qualcuno a Roma, speranzoso di recuperare qualche voto, capisse la lezione.

Molti lettori diranno: dov’è la novità? Viviamo già nel peggiore dei mondi possibili, uno Stato padre-padrone, assistenzialista, con uno dei debiti pubblici più alti del mondo, dominato dalle lobbies, ergo quale nuova?

La nuova è che oggi ci sono imprenditori che chiedono sistematicamente la riduzione del peso della P.A. in Sicilia (il Presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello ad esempio) e altri che reclamano la possibilità di far crescere la concorrenza a vantaggio di tutti (un risultato niente male in una Regione dai mille monopoli pubblici). Queste voci vanno supportate e incoraggiate, perché se la concorrenza e il mercato sono fra le leve principali da attivare per far crescere il Paese, lo sono a maggior ragione per far camminare sulle proprie gambe le regioni del Sud, e la Sicilia in particolare.

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6 Responses

  1. “ci sono imprenditori che chiedono sistematicamente la riduzione del peso della P.A. in Sicilia […] e altri che reclamano la possibilità di far crescere la concorrenza a vantaggio di tutti”
    Buone notizie, insomma. Era ora.

    p.s.: “come imparai a preoccuparmi e a odiare Trenitalia” ti garba Kubrik eh?

  2. Antonio

    Mica penserai che un monopolio che porta potere e voti si sgretoli da solo e in fretta ??? Insistere, insistere, insistere … ricordo i tempi di Infostrada che con servizi molto ‘basic’ attirava Clienti solo con l’idea che si potesse così ‘dare in quel posto’ a Telecom !

  3. Lavorai in Sicilia, a più riprese negli anni ’90. Allora mi feci un idea che lo Yin & Yang, biano & nero, mascile & femminile, senza soluzione di contuinità potesse trovare una applicazione anche tra Mafia & Politica, in Sicilia. Nel 2010 nulla è cambiato!

  4. aldus

    Se in questo paese non si fa, urgentemente, il Federalismo, si sprofondera’ in una crisi assolutamente irrimediabile!
    Poveri noi!

  5. Luciano Lavecchia

    @Foxbat
    Foxbat, perdonami, non capisco cosa intendi… peraltro, almeno qui la Mafia non c’entra nulla, come il Federalismo, per rispondere ad Aldus: un monopolista (pubblico) che ostacola l’ingresso di nuovi concorrenti, non e’ un problema di stati pervasi da criminalita’ organizzati o centralisti, ma solo da stati che non hanno la minima cultura di mercato…

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