23
Ago
2009

Veronica, Margherita e il tappo sulla bocca

Oggi i quotidiani di mezzo mondo hanno riecheggiato l’anticipazione della nuova edizione di “Tendenza Veronica” di Maria Latella, anticipato ieri dal Corriere. Di fatto, apprendere che Veronica Lario non esclude affatto di restare a fianco del marito, Silvio Berlusconi, e che anche consiglieri del premier gli sussurrano che sarebbe meglio per lui riprendere un pieno rapporto coniugale, magari dopo un soggiorno in una clinica per sex addicted, è roba che avrebbe dovuto incendiare i giornali. Sul perché non sia successo non spreco una parola: si tenessero questi impettiti direttori che si sono appena scelti, gli azionisti mediobancheschi, confindustriali e berlusconiani.
È OVVIO che in un Paese appena appena normale – direbbe D’Alema – la stampa avrebbe dovuto scatenarsi, nello spiegare ai lettori quali possono essere i retropensieri di Donna Veronica nel proporre una simile soluzione a sorpresa, dopo aver chiesto una separazione del tutto disdegnata dal marito, che l’ha considerata una vera pugnalata alle spalle. Le piste possono essere le più varie, e anche tali da prestarsi a interpretazioni del tutto opposte, buone sia per i berlusconidi che per gli antiberluscones. Per esempio, se volete proprio essere anti Lario, che gli avvocati – anzi “le” avvocate – abbiano spiegato a Donna Veronica  che la separazione conflittuale oggi non  avrebbe alcuna possibilità di vedere i suoi tre figli parificati, nelle quote ereditarie e societarie, ai due figli di primo letto di Silvio. La tesi opposta è che Veronica abbia in realtà sempre continuato ad amare Silvio anche nei suoi eccessi, proprio come all’inizio lo amò non certo perché era un self restrained etoniano. In mezzo, per condire, interpretazioni di leggi successorie alla mano, e andamenti del gruppo non certo esaltanti per il futuro, stante che Silviuccio richiamando Feltri, cacciando Mentana e perdendo Belpietro non può certo essere sospettato di essere un Murdoch crea-valore: quello si vende anche l’indice Dow Jones, pur di rientrare nei soldi spesi… Il silenzio sul “vorrei ma non posso” di Veronica-donna Elvira fa il triste paio con quello opposto a Donna Margherita Agnelli, anche lei vittima bastonata nel volersi opporre a un’iniqua macchinazione ereditaria ai danni dei suoi eredi. Quando i direttori sono camerieri, le donne nelle guerre di potere perdono due volte. Perché ai maschi riesce meglio sia fare i padroni ladri, che i servi per convenienza.

You may also like

Un apologo: le pecore inglesi e Marchionne—di Matteo Repetti
Auto: i numeri del mercato, brand e sconti dicono che per Fiat resterà dura
La lezione Fiat-Electrolux: al sindacato, ai media e a “Destinazione Italia”
Spumante per Fiat salvata da Chrysler a spese di quest’ultima, ma sistema-Italia rifletta sui suoi errori

5 Responses

  1. augusto gughi vegezzi

    Bel pezzo, Giannino. Veramente all’altezza vertiginosa del Cavaliere cristiano di Duerer e sulle orme del Magister Hayeck e di Papi Giussani. Il gay Keynes morde sicuramente la polvere. Forza Italia, Giannino. A stare con l’utilizzatore finale non si sbaglia mai.

  2. luigi zoppoli

    Non discuto su ciò che lei dice. E’ che si ci debba intrattenere su queste vicende che sono ambedue politiche a rattristare e lasciare sgomenti.
    luigi zoppoli

  3. manT

    Personalmente mi ineterssa poco l’argomento, ma tant’è che ho letto ugualmente l’articolo e commento pure (come non bastasse :-)!). Seguo Dagospia e la stampa estera (i riti mattutini sono riti).
    Ho letto perfino, in giro per larete, la finta intercettazione trascritta da qualcuno dell’entourage di Guzzanti (proprio quella sulla quale lui avrebbe voluto testimoniare e giurare a tutti i costi agl iinizi di agosto). Che dire?
    il pezzo di Giannino è il migliore.
    Laconico e sarcastico al punto giusto. Bravo.

Leave a Reply